Il 18 febbraio 1883 veniva firmata la convenzione per l’assicurazione volontaria contro gli infortuni sul lavoro tra l’allora Ministro dell’agricoltura, industria e commercio, Domenico Berti, e i rappresentanti delle dieci più importanti casse di risparmio e di credito italiane.

Tale Convenzione istituiva una Cassa di assicurazione per gli infortuni degli operai sul lavoro, per il risarcimento dei danni causati da infortuni che colpiscono gli operai sul lavoro, nel Regno. La Cassa, eretta a Ente morale autonomo, era amministrata dal Comitato esecutivo della Cassa di risparmio di Milano, e ad essa concorrevano gli istituti sottoscrittori.

La Convenzione veniva successivamente approvata con legge n. 1473 del1883.

La Cassa era un organismo di previdenza a livello individuale e facoltativo, che trova un consenso crescente come forma di protezione dal cosiddetto “rischio professionale”, fino a raggiungere, già dal 1894, il numero di oltre 3.200 polizze che riguardavano 130.000 lavoratori assicurati.

La necessità di trasformare il sistema di previdenza individuale portò all’approvazione della legge n. 80 del 1898, cui seguì l’emanazione del regolamento di esecuzione (Regio Decreto n. 411 del 1898) e di una serie di regolamenti “per prevenire gli infortuni e proteggere la vita e la integrità personale degli operai” nei diversi settori produttivi coinvolti dalla disciplina.

La legge 80 fu presto modificata – in direzione di un sistema più organico di assicurazione collettiva – dalla legge n. 243 del 1903 e l’anno successivo la disciplina della materia fu riassunta nel Testo Unico approvato con Regio Decreto n. 51 del 1904, cui seguì il relativo regolamento di esecuzione (Regio Decreto n. 141 del 1904).

Il Testo Unico estese i benefici assicurativi a comparti industriali prima non tutelati e stabilì le modalità di assicurazione contro gli infortuni, i poteri degli ispettori del lavoro, le indennità per le inabilità temporanee e permanenti, per le lesioni subite e per la morte del lavoratore.

Con la legge n. 1361 del 1912, dopo circa un decennio di sperimentazione, venne istituito il corpo degli ispettori dell’industria e del lavoro, con funzioni obbligatorie (di vigilanza sull’applicazione delle leggi del lavoro e di studio dei problemi operai) e facoltative (di prevenzione e risoluzione pacifica dei conflitti di lavoro, quando invitati dalle parti).

L’assicurazione obbligatoria fu successivamente estesa ai lavoratori agricoli con il Decreto luogotenenziale n. 1450 del 1917.

Con il Regio Decreto-Legge n. 264/1933 venne costituito, a decorrere dal 1° luglio 1933, l’INFAIL (Istituto nazionale fascista per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro – poi INAIL) quale unica Cassa nazionale di assicurazione per gli infortuni sul lavoro; l’Istituto assorbì 17 sindacati volontari e il loro Consorzio con l’acquisizione di oltre 50.000 contratti assicurativi. Lo statuto dell’INFAIL fu poi approvato con il Regio Decreto 28 settembre 1933, n. 1280;

Il nuovo Istituto, destinato a crescere di dimensioni e importanza nei decenni successivi, introdusse i principi cardine per la tutela dei lavoratori. Tra i più importanti si ricordano: la costituzione automatica del rapporto assicurativo, l’automaticità delle prestazioni, l’erogazione di prestazioni sanitarie, la revisione delle rendite e una nuova disciplina nell’assistenza dei grandi invalidi e dei nuclei familiari in caso di morte del lavoratore.

Il Regio Decreto n. 1765/1935, contenente le nuove disposizioni sull’assicurazione obbligatoria per gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, unificò le assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali ed abrogò il Testo Unico del 1904, ripetutamente modificato.