La rassegna della settimana: #1 IMF: la crescita globale è a un bivio. Il previsto “atterraggio morbido” potrebbe sfumare, indebolendo ulteriormente l’attività economica. #2 BCE: la relazione tra inflazione e fattori determinati è di tipo non lineare. Un modello elaborato in seno alla BCE cerca migliorare le previsioni sulla base di questa ipotesi. #3 ISTAT: nella stima flash di ottobre il PIL italiano del III trimestre 2023 è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente. #4 QuotidianoSanità: presentata la manovra con le misure per la sanità: nel 2023 il FSN aumenta di 3 miliardi di euro. Cambiano i tetti di spesa della farmaceutica dal 2024: 8,5% del FSN per gli acquisti diretti e 6,8 %per la convenzionata.


La sincronia della politica monetaria globale può essere messa in pericolo da una serie di fattori. Nelle economie avanzate il rallentamento dell’inflazione sta avvenendo più lentamente di quanto previsto mentre nelle economie emergenti le politiche monetarie stanno avendo maggior successo, sebbene con differenze territoriali. Il Global Financial Stability Report (GFS) October 2023 in caso l’atterraggio morbido dell’economia globale, come previsto dal GFS dell’aprile scorso, non si verifichi, ipotizza una riduzione della propensione al rischio da parte degli investitori e l’irrigidimento delle condizioni finanziarie con il conseguente incremento della quota di crescita globale a rischio. (Leggi)

Le previsioni dell’inflazione nell’Area euro non sono semplici per la numerosità dei fattori potenziali e la complessità nel cogliere la loro relazione con le dinamiche dell’inflazione. Nell’articolo “Forecasting euro area inflation with machine learning models” pubblicato su Research Bullettin n. 112 della BCE M. Lenza, I. Moutachaker e J. Paredes descrivono un modello di previsione dell’inflazione core e di quella di fondo che cattura forme potenzialmente molto generali di dinamiche dell’inflazione non lineare. Uno dei principali problemi di stima, infatti, risiede nei modelli di previsione utilizzati al momento, costituiti essenzialmente da modelli lineari, mentre le dinamiche inflattive sono per lo più non lineari. (Leggi)

Nel terzo trimestre 2023 il PIL reale, a prezzi concatenati, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto invariato sia in termini congiunturali sia in termini tendenziali. La Stima Flash dell’Istat evidenzia come il risultato sia frutto della contrazione del valore aggiunto nel settore primario, dell’incremento di quello dell’industria e della stazionarietà dei servizi. La variazione acquisita per l’anno in corso è dello 0,7%. Nell’Unione europea la congiuntura è caratterizzata da una generale debolezza: Area euro -0,1% rispetto al trimestre precedente; il PIL tedesco si è contratto dello 0,1% in termini congiunturali e dello 0,8% in termini tendenziali; la Francia +0,1% congiunturale e +0,7% tendenziale. (Leggi) Save

Nel 2924 il Fondo Sanitario Nazionale (FSN) sarà incrementato di 3 miliardi di euro, di 4 miliardi nel 2025 e di 4,2 miliardi nel 2026. Saranno rideterminati i tetti della spesa farmaceutica: dal 2024 per la convenzionata, è prevista una diminuzione dallo 7,0% del FSN al 6,8%; per gli acquisti diretti un incremento all’8,5% dal 7,65%. Sono i principali numeri per la sanità inseriti nella manovra 2024 inviata alle Camere per l’iter parlamentare dopo la “bollinatura” del Presidente della Repubblica Mattarella. Le risorse aggiuntive saranno in parte destinate ai rinnovi contrattuali, in parte all’incremento del tetto della farmaceutica che passa dal 14,65% al 15,3% del FSN e in parte al potenziamento della spesa territoriale e all’aggiornamento dei LEA. (Leggi)

ATTERRAGGIO MORBIDO O BRUSCO RISVEGLIO?

L’economia globale è un bivio: le previsioni del Global Financial Stability Report dell’IMF dello scorso aprile erano orientate a un atterraggio morbido sebbene nelle ultime settime siano sempre più frequenti segnali che stanno incrementando la probabilità di un brusco risveglio. Le previsioni di un atterraggio morbido hanno influenzato positivamente il valore delle attività e nonostante il calo dei corsi azionari dallo scorso settembre le condizioni finanziarie nel complesso si sono allentate. I prezzi delle azioni in Europa e negli USA sono diminuite rispettivamente del 10% e del 12% ma gli spread sul credito alle imprese restano ai livelli più bassi dall’inizio dell’irrigidimento della politica monetaria.

In altri Paesi come il Giappone i corsi azionari hanno performato meglio di altri grazie al supporto della politica monetaria accomodante e dai forti profitti d’impresa. Nei Paesi emergenti, in particolare Cile, Messico, India e Polonia i corsi azionari sono aumentati in modo consistente, coerentemente all’apprezzamento delle principali valute dei mercati emergenti registrata nella prima metà di quest’anno. Nel caso vi fossero, tuttavia, delle sorprese al rialzo nelle aspettative dei prezzi, la narrazione dell’atterraggio morbido verrebbe meno con una conseguente brusca svalutazione dei corsi azionari. Lo stress del sistema bancario si sta attenuando ma in alcuni Paesi restano delle tensioni. Inoltre le tensioni potrebbero contagiare altri settori, innescando delle reazioni sistemiche.

Nel caso dell’inasprimento delle condizioni finanziarie, potrebbero crearsi dei circoli viziosi che metterebbero di nuovo alla prova la resilienza del sistema finanziario globale. Il ciclo globale del credito si sta invertendo perché l’incremento dei tassi di interesse sta riducendo la capacità di rimborso dei creditori, inoltre la crescita del credito sta rallentando. Nel post pandemia le aziende e le famiglie hanno allungato l’orizzonte di indebitamento e hanno fatto ricorso ai risparmi accumulati durante la pandemia per pagare gli interessi e sostenere i bilanci. Ma le difficoltà di rimborso stanno aumentando. Nello scenario senza atterraggio morbido gli investitori rinunciano ad assumere rischi e le condizioni finanziarie si irrigidiscono. Secondo il FMI, questo scenario potrà gravare ulteriormente sui rischi per la crescita globale, già orientati al ribasso nelle previsioni di aprile.

IMF – Global Financial Stability Report October 2023

https://www.imf.org/en/Publications/GFSR/Issues/2023/10/10/global-financial-stability-report-october-2023

MODELLI NON LINEARI PER SCONFIGGERE L’INFLAZIONE

I modelli di previsione macroeconomica di utilizzo corrente si basano su ipotesi di relazione lineare tra fattori potenziali e dinamiche dell’inflazione. Per questo motivo le previsioni non possono basarsi su precise stime puntuali ma su stime della densità ossia della probabilità che si avveri uno tra i diversi scenari di rischio. La letteratura prevalente considera, tuttavia, la relazione tra inflazione e i fattori potenziali caratterizzata da non linearità. Ad esempio in risposta a shock di grandi dimensioni le imprese possono modificare i prezzi in proporzione maggiore e molto più rapidamente di quanto non lo avrebbero fatto nel caso di shock di piccole dimensioni. Anche la relazione tra inflazioni e salari, stimata in modo lineare (ossia all’aumentare dei salari, l’inflazione aumenta nella stessa proporzione), non tiene conto del contesto economico del momento.

Gli autori espongono un modello di stima non lineare derivato dall’intelligenza artificiale denominato “Quantile regression forest” una variante della più popolare “random forest”. Nel confronto tra modello lineare e non lineare gli autori ritengono che la stima dell’inflazione core sia più accurata, anche se di poco. La previsione dell’inflazione complessiva, invece, il modello riesce a stimare con accuratezza il lungo periodo di bassa inflazione di prima e durante il Covid-19 mentre è surclassato dal modello lineare durante la Grande recessione e le sue conseguenze. Gli autori concludono che le dinamiche dell’inflazione core sono caratterizzate da una leggera non linearità, mentre quelle dell’inflazione complessiva no.

Le dinamiche dei prezzi dell’energia e degli alimentari che non fanno parte del paniere core, sono caratterizzati da relazioni lineari. Durante i periodi di volatilità dei prezzi delle materie prime, la linearità delle componete energetiche e degli alimentari tendono a “nascondere” la non linearità dell’inflazione di fondo. I risultati del modello non lineare son stati confrontati anche con le previsioni che incorporano la Survey of Professional Forecasters (SPF) della BCE e le proiezioni sull’inflazione formulate dagli esperti dell’Eurosistema. Le previsioni SPF a un anno sono più accurate del modello non lineare mentre quelle a breve sono meno accurate. Le stime degli esperti dell’Eurosistema non mostrano differenze con il modello non lineare, giungendo a risultati analoghi.

ECB – Forecasting euro area inflation with machine learning models

https://www.ecb.europa.eu/pub/economic-research/resbull/2023/html/ecb.rb231017~b910853393.en.html

LA DEBOLEZZA DELL’EUROZONA

Segnali di debolezza nell’attività economica dell’Eurozona nel terzo trimestre 2023. Per l’Italia, la stima flash di ottobre evidenzia come, dopo la contrazione dello 0,3% del secondo trimestre, è seguita una fase stabile, in cui il PIL reale, corretto per i giorni di calendario e destagionalizzato in termini congiunturali è rimasto invariato. Anche la crescita tendenziale è rimasta invariata e, con questo risultato, si è interrotta una serie positiva che durava da 10 trimestri. Dal lato dell’offerta, si è registrata la contrazione del valore aggiunto dell’agricoltura, la crescita dell’industria e la stabilità dei servizi. Dal lato della domanda si è registrata la contrazione della domanda, al lordo delle scorte, e l’aumento della componente estera netta.

Tra le grandi economie dell’Eurozona, Francia e Spagna hanno continuato a crescere sia in termini tendenziali che congiunturali, mentre la Germania ha segnato una battuta di arresto, influenzando l’andamento complessivo dell’Area. In Francia si è registrata una crescita congiunturale del PIL reale dello 0,1%, e dello 0,6% tendenziale: ha contribuito alla crescita, la domanda interna finale, al netto delle scorte, per 0,7 p.p. grazie all’incremento degli investimenti fissi lordi dell’1% e dei consumi delle famiglie dello 0,7%; le esportazioni dopo un vivace secondo trimestre +2,4%, si sono contratte dell’1,4% così come le importazioni diminuite dello 0,5% contro un incremento del 2,5%. Complessivamente il contributo del commercio estero è stato negativo di 0,3 p.p.

La Spagna ha registrato una crescita congiunturale del PIL reale dello 0,3% e tendenziale dell’1,8%. Il contributo della domanda nazionale alla crescita annua del PIL è pari a 1,7 p.p. La domanda esterna ha contribuito alla crescita di 0,2 p.p. La Germania ha registrato una contrazione dello 0,1% in termini congiunturali e dello 0,8% in termini tendenziali. Si tratta di un risultato migliore della contrazione dello 0,2% stimata dagli analisti. L’Eurozona ha risentito della debolezza della Germania e ha registrato una contrazione dell’attività economica dello 0,1% in termini congiunturali mantenendo ancora la crescita in termini tendenziali +0,1%. L’Unione europea ha registrato una variazione positiva dello 0,1% sia rispetto al trimestre precedente sia rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Le prossime stime sul terzo trimestre saranno rilasciate dall’Eurostat, il 14 novembre prossimo.

ISTAT – Stima preliminare del PIL III trimestre 2023

https://www.istat.it/it/archivio/289989

LA SANITÀ: I NUMERI DELLA MANOVRA

Vi sono alcune novità nei numeri sulla sanità nel testo inviato alle Camere per l’inizio dell’iter parlamentare, dopo la bollinatura del Presidente della Repubblica. Una delle più importanti riguarda la rideterminazione dei tetti della spesa farmaceutica (art. 44), da tempo auspicati degli addetti del settore. Il tetto complessivo passa dal 14,65% del Fondo Sanitario Nazionale al 15,3%. In particolare, la spesa convenzionata, da tempo sotto controllo, non potrà sforare il 6,8% del FSN mentre la spesa diretta, l’8,5%. La rideterminazione avrà degli effetti non ancora quantificabili sui payback a carico delle aziende farmaceutiche. Il finanziamento della quota aggiuntiva di spesa farmaceutica sarà finanziato da una quota parte del FSN che (art. 42) nel 2023 aumenterà di 3 miliardi di euro, nel 2025 di 4 miliardi nel 2025 e di 4,2 miliardi nel 2026.

Parte dell’aumento andrà a incrementare la tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive per il personale medico e per il personale del comparto sanità delle Aziende e degli Enti del SSN dal 2024 al 2026 (art. 43). Questa misura si è resa necessaria per ridurre le liste di attesa e di ricorrere alle esternalizzazioni a fronte della carenza di personale sanitario. All’abbattimento delle liste di attesa è dedicato l’art. 46, in cui si estende alle strutture private accreditate l’incremento orario previsto dall’articolo 43. A tal fine è stato aggiornato il tetto di spesa per gli acquisti di prestazioni sanitarie da privati allo 0,4% della parte indistinta del FSN per l’anno 2024. Per l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza – LEA (art. 49) sono destinati 50 milioni di euro per il 2024 e 200 milioni per il 2025 a valere sul finanziamento del FSN.

Per il potenziamento dell’assistenza sanitaria territoriale, per interventi organizzativi e tecnologici in aggiunta quelli già previsti dal PNRR (art. 51), i limiti previsti dalla legge di bilancio 2023 sono incrementati di 250 milioni di euro nel 2025 e 350 milioni per il 2026 per i maggiori oneri di spesa per il personale dipendente e convenzionato, relativi alla parte eccedente i vincoli in materia. Una misura contestata è l’adeguamento delle aliquote di rendimento delle gestioni previdenziali (art.31) che riduce i rendimenti dei contributi versati prima del 1996 colpendo quasi il 50% del personale in servizio, con decurtazioni che vanno dal 5 al 25% dell’assegno pensionistico annuale moltiplicato per l’aspettativa media di vita.

Quotidiano Sanità – Le misure per la sanità nella prossima manovra

https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=117946