La rassegna della settimana: #1 ISTAT: pubblicata un’importante revisione del tasso di crescita del PIL reale italiano per l’anno 2021. La crescita tra il 2020 e il 2021 è stata rivista all’8,3%, 1,3 p.p. in più rispetto alle stime dello scorso aprile. #2 Agenas: la realizzazione e funzionalizzazione delle Case di comunità sta procedendo a rilento. Dopo un anno dalla stipula del Contratto istituzionale di servizio sono parzialmente attive solo il 12,9% delle strutture. #3 OECD: la frenata dell’economia cinese e l’inasprimento della politica monetaria freneranno la crescita nel 2024. I rischi per l’economia globale sono in diminuzione nonostante permangano alcune criticità. #4 EC: prosegue il monitoraggio da parte della Commissione europea sullo stato di avanzamento del RFF. Al momento la Commissione ha ricevuto richieste di pagamento per 154 miliardi di euro da parte di 19 Stati membri.


Nel 2022 la crescita del PIL reale si conferma del 3,7% mentre per l’anno 2021 la crescita è stata rivista al rialzo di 1,3 p.p. rispetto al 7,0% di aprile scorso. È quanto emerge dal comunicato Istat sulla Revisione delle stime di Contabilità Nazionale per gli anni 2020-2022. Dal lato della domanda i contributi al PIL reale del 2021 sono stati rivisti al rialzo di 0,8 punti, la domanda nazionale al netto delle scorte di 0,6 p.p. Dal lato dell’offerta la produzione è stata rivista al rialzo di 0,9 punti, i consumi intermedi di 0,6 p.p. Oltre all’Italia tra gli Stati UE hanno rivisto di recente il PIL i Paesi Bassi +1,3 p.p., la Spagna +0,9 piunti, la Germania +0,6 punti e la Francia -0,4 punti. (Leggi)

Il PIL globale nel 2023 crescerà del 3,0% mentre nel 2024 è previsto un rallentamento al 2,7%. L’OECD Economic Outlook, Interim Report September 2023 annovera tra i principali motivi della frenata nel 2024 l’inasprimento della politica monetaria e la ripresa della Cina più debole del previsto. L’inflazione complessiva sta diminuendo mentre l’inflazione core – al netto di energia e alimentari – si sta dimostrando più tenace del previsto con il contributo del settore dei servizi e a causa del mercato del lavoro relativamente rigido. In prospettiva i rischi di un peggioramento della congiuntura sono in diminuzione anche se è possibile che vi sia una nuova interruzione dell’approvvigionamento dei prodotti energetici e una frenata più accentuata della Cina. (Leggi)

Delle 1.430 Case di comunità, i presidi sociosanitari più capillari sul territorio regionale, previste dal piano operativo regionale (POR) allegate al Contratto istituzionale di sviluppo (CIS) nell’ambito del PNRR, sono funzionalmente attive 187 corrispondenti al 12,9% con alcuni servizi previsti dal DM 77. È quanto riportato dal Monitoraggio fase 2 concernente l’attuazione del DM n. 77 del 2022 condotto dall’Agenas. La percentuale si fa ancora più esigua se si considerano le ulteriori 116 Case di comunità da attivare entro il 2026 extra PNRR. Il monitoraggio ha riguardato anche le Centrali Operative Territoriali (COT) e gli Ospedali di Comunità dove si registrano analoghi ritardi. (Leggi)

Al primo settembre 2023 la Commissione europea ha ricevuto 31 richieste di pagamento da parte di 19 Stati membri per complessivi 154 miliardi di euro sborsando 96,8 miliardi. Sono i dati contenuti nel Recovery and Resilience Facility Annual Report 2023 redatto dalla Commissione. La somma include i 56,6 miliardi di euro di prefinanziamenti RRF concessi a 21 Stati membri fino al 31 dicembre 2021. 106,3 miliardi dell’importo totale erogato agli Stati membri riguardano il sostegno a fondo perduto e 47,1 miliardi di EUR riguardano prestiti. L’Italia ha richiesto 3 pagamenti per un totale di 61 miliardi di euro ma, al momento ne ha ricevuti solo due per 42 miliardi di euro. (Leggi)

REVISIONE DEL PIL 2021, CRESCITA E SALDI DI FINANZA PUBBLICA

La revisione del PIL del 2021 comunicata dall’ISTAT è di considerevole portata: +1,3 punti percentuali rispetto al dato pubblicato in aprile. La crescita del PIL reale del 2021 è stata dell’8,3% mentre il dato del 2022 resta invariato a +3,7%, La revisione del PIL è un’attività portata avanti da tutti gli istituti di statistica in via ordinaria, ma, in questo caso, è stata tanto più necessaria per l’eccezionalità dei fenomeni registrati durante l’evento pandemico nel biennio 2020-2021. Altri istituti di statistica europei nelle settimane precedenti avevano rivisto il tasso di crescita del PIL reale del 2021: Paesi Bassi +1,3 p.p., Regno Unito +1,1 punti, Spagna +0,9 punti, Germania +0,6 punti e Francia -0,4 p.p.

La revisione italiana ha riguardato sia il PIL nominale che è aumentato di 34,7 miliardi di euro che ha comportato una stima al rialzo di 2,1 p.p. del tasso di crescita rispetto all’anno precedente sia il PIL reale che è stato stimato al rialzo di 1,3 p.p. La differenza tra il tasso di crescita del PIL reale e di quello nominale è dipeso dalla revisione anche del deflatore del PIL di 0,7 p.p. e di 1,0 p.p. di quello del valore aggiunto dovute a una più corretta ponderazione degli indici elementari di prezzo grazie al maggiore livello di disaggregazione delle branche e dei prodotti nelle stime definitive. Dal lato della produzione la revisione ha interessato tutti i settori produttivi con risultati eterogenei, sebbene le revisioni al rialzo abbiano più che compensato quelle al ribasso.

Il contributo è dovuto all’incremento del valore della produzione di 0,9 p.p. e dei consumi intermedi di 0.6 p.p. Il comparto Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione ha contribuito maggiormente alla revisione del valore aggiunto con +0,7 p.p. mentre le attività immobiliari hanno avuto una revisione negativa di -0,2 p.p. Dal lato della domanda al netto delle scorte si registra una revisione al rialzo di 0,4 p.p della spesa delle famiglie e degli investimenti fissi lordi. Per questi ultimi l’apporto maggiore è venuto dal comparto delle costruzioni +0.9 p.p. e da quello dei mezzi di trasporto + 0,8 punti. L‘indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche del 2021 che nelle stime provvisorie di aprile era stimato a -9,0% è stato rivisto in miglioramento di 0,2 p.p. attestandosi all’8,8%.

ISTAT – Revisione delle stime di Contabilità Nazionale | Anni 2020-2022

https://www.istat.it/it/archivio/288173

I RITARDI DELLA MISSION 6 C1 DEL PNRR

Il nuovo assetto dell’assistenza socio sanitaria sta prendendo forma con una preoccupante lentezza. La Mission 6 del PNRR Componente 1 investimento 1.1 ha una dotazione di 2 miliardi di euro con l’obiettivo di realizzare entro il 2026 almeno 1.350 Case di comunità (CdC). Secondo il DM77 le Case di comunità, sono definite come il modello organizzativo dell’assistenza socio sanitaria di prossimità per la popolazione di riferimento. È prevista in media sul territorio regionale una Casa di comunità Hub ogni 40.000-50.000 abitanti con una dotazione di 7-11 infermieri, 1 assistente sociale, 5-8 unità di personale di supporto, aperte 7 giorni su 7 24 ore su 24. Gli hub sono affiancati dalle Case di comunità Spoke e dagli ambulatori del medici di medicina generale (MMG) e dei pediatri di libera scelta (PLS).

La seconda fase del monitoraggio Agenas ha evidenziato sia ritardi nella realizzazione delle Case di comunità sia il funzionamento solo parziale della maggior parte di quelle già funzionanti. Delle 1.430 previste dal Contratto istituzionale di servizio (CIS) più 116 extra PNRR ne sono state realizzate solo 187 il 12,9% di quelle previste dal CIS quasi tutte al Nord (173) 38 su 82 in Piemonte 92 su 199 in Lombardia e 43 su 85 in Emilia-Romagna; 8 nel Centro: 6 su 77 in Toscana e 2 su 17 in Umbria mentre, tranne il Molise con 6 su 13, il Mezzogiorno è completamente assente. Tra le 187 CdC, 59 sono aperte 7 giorni su sette; tra queste ultime solo 33 sono aperte 24 ore su 24 mentre 87 sono aperte meno di 6 giorni su 7 e 7 con un orario compreso tra 12 e meno di 12 ore al giorno.

Le CdC con la presenza di MMG sono 109 mentre quelle con la presenza di PLS sono 53, quelle con Equipe miltiprofessionali (MMG, PLS, Continuità Assistenziale, Specialisti Ambulatoriali Interni (SAI) e dipendenti, Infermieri e altre figure sanitarie e socio sanitarie) sono 137. Percentuali di realizzazione analoghe si registrano per le 611 Centrali Operative Territoriali (Cot) previste dall’investimento 1.2 con risorse da 280 milioni di euro da realizzare nel 2024. Di queste ne sono funzionanti solo 77 (il 12,6%) in più vanno aggiunte 106 extra. Dei 434 Ospedali di Comunità, previsti dall’investimento 1.3 con risorse per un miliardo di euro sono funzionanti con alcuni servizi previsti dal DM 77 76 su 434, il 17,5%.

Agenas – Aggiornamento riguardo l’attuazione del DM 77/2022

https://www.agenas.gov.it/comunicazione/primo-piano/2296-agenas-pubblicala-un-aggiornamento-del-monitoraggio-concernente-l-attuazione-del-dm-77-del-2022

LA FRENATA DELL’ECONOMIA E I RISCHI GLOBALI

L’andamento del PIL globale nel primo semestre del 2023 è stato più vivace del previsto realizzando una crescita annualizzata del 3,2%. La crescita è stata relativamente più forte in Giappone e negli Stati Uniti mentre in Europa è stata più debole, in particolare in Germania. Il paesi emergenti del G20 quali India, Sud Africa e Brasile, quest’ultimo favorito dai buoni risultati dell’agricoltura, hanno registrato una crescita superiore alle aspettative. L’economia della Cina ha perso slancio dopo la crescita tumultuosa seguita alla riapertura a causa della crisi del settore immobiliare che sta pesando sulla domanda interna.

Nonostante questa vivacità, vi sono segnali soprattutto provenienti dagli indicatori di indagini che presentano un quadro variegato orientato verso l’indebolimento dell’attività economica. In molte delle economie avanzate il mercato del lavoro è rigido in quanto il tasso di disoccupazione è a livelli più bassi da molti anni mentre il tasso di posti vuoti è a livelli storicamente elevati. L’inflazione complessiva sta diminuendo con la conseguente stabilizzazione e il miglioramento del reddito disponibile reale delle famiglie, sebbene la perdita di salario reale e le restrizioni del mercato del credito stiano contenendo la spesa dei consumatori in molte delle economie avanzate. Gli indicatori PMI della produzione e dei nuovi ordini è al livello che indica una stagnazione o contrazione.

Il corrispondente indice per il settore dei servizi è più robusto sebbene stia mostrando segnali di indebolimento. Gli indicatori di fiducia dei consumatori, in ripresa nell’ultimo anno, si sono fermati in molti Paesi con livelli ancora inferiori al periodo pre-pandemia. Le stime di crescita globali 3,0% per il 2023 e 2,7% nel 2024. Tra i Pesi OCSE, gli USA 2,3% nel 2023 e 1,3% nel 2024 con una crescita inferiore dell’1% di quella potenziale. L’economia europea 0,6% nel 2023 e 1,1% nel 2024. Tra i Paesi dell’Eurozona, l’Italia crescerà dello 0,8% sia nel 2023 sia nel 2024. Le stime per entrami gli anni sono state riviste al ribasso rispettivamente di 0.4 e 0,2 p.p. rispetto alle previsioni di giugno. Si confermano le difficoltà della Germania alle prese con una contrazione del PIL dello 0,2% nel 2023 e una crescita dello 0,9% nel 2024, 0,4 p.p in meno rispetto alle previsioni di giungo.

OECD – Economic Outlook, Interim Report September 2023

https://www.oecd.org/economic-outlook/september-2023/

PNRR: LO STATO DEI LAVORI

Il Rapporto annuale della Commissione fornisce una serie di informazioni sullo stato di attuazione dei Piani di recupero e resilienza nell’Unione europea (PRR). Dalla pubblicazione dell’ultima relazione annuale nel 2022, il Consiglio ha adottato le cinque restanti decisioni di esecuzione del Consiglio (CID) sui PRR di Bulgaria, Svezia, Polonia, Paesi Bassi e Ungheria. Finora la Commissione ha firmato accordi operativi con 24 Stati membri. La conclusione e la firma degli accordi operativi sono fasi fondamentali nell’attuazione dei PRR. Al 1° settembre 2023 la Commissione ha ricevuto 31 richieste di pagamento da 19 Stati membri e ha erogato un importo complessivo di 153,4 miliardi di euro.

La somma include i 56,6 miliardi di euro di prefinanziamenti RRF concessi a 21 Stati membri fino al 31 dicembre 2021. 106,3 miliardi dell’importo totale erogato agli Stati membri riguardano il sostegno a fondo perduto e 47,1 miliardi di euro riguardano prestiti. La commissione ha notato che, nonostante l’attuazione dei PRR sia sostanzialmente sulla buona strada, alcuni Stati membri si trovano ad affrontare sfide nell’amministrazione dei fondi, in parte a causa della limitata capacità amministrativa o delle strozzature negli investimenti entro i tempi ristretti dello strumento. Di conseguenza, l’attenzione viene anche posta sulle revisioni dei piani e sull’aggiunta dei capitoli REPowerEU.

Nella prima metà del 2023 vi è stato un rallentamento nella presentazione delle richieste di pagamento, con gli Stati membri che hanno concentrato i loro sforzi sulla revisione dei piani e sulla aggiunta di capitoli REPowerEU con un impatto anche sul programma di esborso dei fondi RRF. Dall’entrata in vigore del regolamento RRF modificato nel febbraio 2023, 20 Stati membri hanno presentato i loro RRP modificati insieme ai capitoli REPowerEU. Al 1° settembre 2023, la Commissione ha ricevuto 25 PRR modificati e 20 capitoli REPowerEU. Il Consiglio ha adottato otto PRR modificati – Germania, Estonia, Irlanda, Francia, Lussemburgo, Malta, Slovacchia e Finlandia – quattro dei quali includono capitoli REPowerEU – Estonia, Francia, Malta e Slovacchia. Al momento della preparazione della presente relazione annuale, la Commissione stava valutando le modifiche proposte da 16 Stati membri, tra cui l’Italia.

EC – Recovery and Resilience Facility Annual Report 2023

https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_23_4506