La rassegna della settimana: #1 ISTAT: pubblicate le 100 statistiche per comprendere meglio le tendenze nel nostro Paese. In evidenza gli squilibri demografici e alcune criticità del Sistema Sanitario Nazionale. #2 OECD: promuovere la concorrenza nel mercato dei farmaci coperti da brevetto potrebbe migliorare l’efficienza della spesa farmaceutica, sebbene non vi siano evidenze secondo cui i prodotti coperti da brevetto competono sul prezzo per le quote di mercato. #3 Corte dei Conti: nel 2022 sono migliorati i saldi di finanza pubblica sebbene meno di quanto sia stato preventivato dai documenti di programmazione economica. Nonostante l’aumento del servizio del debito, l’incidenza della spesa primaria sul PIL è diminuita. #4 VoxEU: il dibattito sui divari in Italia sono focalizzati sui territori sebbene questi spieghino poco le differenze di reddito. Molto più rilevanti sono la tipologia d’industria, il grado d’istruzione e il genere.


Si accentua lo squilibrio generazionale del nostro Paese, frutto della carenza di nascite e dell’invecchiamento della popolazione: nel 2022 l’indice di dipendenza (la quota di popolazione 0-14 e 65+ rispetto alla popolazione in età lavorativa 15-64 anni) ha raggiunto il 57,5%, sopra la media UE del 56%. Tra le grandi economie la Francia presenta i valori più elevati dell’indice 62,2%, la Germania 55,7% e la Spagna 51,1%. È una delle tendenze rilevate nel volume ISTAT Noi Italia – 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo. Gli ambiti di indagine sono Popolazione e società, Istruzione e Lavoro, Salute e welfare, Industria e servizi, Ambiente e agricoltura ed Economia e finanza pubblica. (Leggi)

Nel settore farmaceutico le politiche di promozione della concorrenza sono attuate esclusivamente nel mercato dei medicinali non coperti da brevetto. Secondo un working paper OCSE intitolato “Enhancing competition in on-patent markets” di E. Barrenho, M. Moens, L. Waagstein e R, Loper, è possibile la promozione della concorrenza anche sui mercati coperti da brevetto che, come suggerito dal Report OCSE del 2018 Pharmaceutical Innovation and Access to Medicines, può migliorare l’efficienza della spesa farmaceutica. Nell’assistenza ospedaliera il ricorso alle gare di appalto è molto comune mentre è meno comune per del forniture di medicinali dell’assistenza ambulatoriale. (Leggi)

Nel 2022 il Conto economico delle Amministrazioni pubbliche ha registrato miglioramenti sensibili. L’indebitamento netto rispetto al PIL si è ridotto di un punto percentuale rispetto al 2021 (da 9,0 a 8,0%) ed è migliorato anche il saldo primario di quasi 2 p.p. (da -5,5 a -3,6%) Nel Giudizio di parificazione del Rendiconto generale dello Stato per l’esercizio 2022, la Corte dei Conti accanto alla consueta attività di verifica sulla corretta e sana gestione del denaro pubblico, fornisce al Parlamento le informazioni necessarie per conoscere lo stato della finanza pubblica ai fini del mantenimento dell’indirizzo unitario e dell’attività di regolazione sul fronte delle entrate e delle spese. (Leggi)

Risolvere i divari regionali potrà avere un effetto positivo sull’economia del Paese ma non ridurrà il livello delle diseguaglianze nella popolazione. A questo risultato controintuitivo è giunto uno studio presentato su VoxEU intitolato “The role of geography in determining inequality between Italians” di J. Briskar, E. Di Porto, J. V Rodríguez Mora e C. Tealdi. Questa conclusione è stata suggerita dall’osservazione secondo cui le differenze tra ricchi e poveri all’interno delle province sono notevolmente superiori alle differenze medie tra di esse. La provincia di nascita spiega, infatti, solo il 3,4% delle disuguaglianze di reddito complessivo durante il corso della vita. (Leggi)

L’ITALIA IN NUMERI: TRA SANITÀ E INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE

La pubblicazione web Noi Italia, arrivata alla quindicesima edizione, è uno strumento che offre un’ampia visione d’insieme delle tendenze demografiche, sociali ed economiche del nostro Paese. Dai dati dell’ambito Popolazione e società, si osserva un incremento dello squilibrio generazionale: nel 2022 l’indice di dipendenza ha raggiunto il 57,5% dal 50,% del 2007. Nel Mezzogiorno lo squilibrio è più contenuto, 55,3% mentre al Centro-Nord è più elevato della media nazionale, il 58,6%. La Liguria è la Regione con il valore dell’indicatore più elevato, 65,8%, la Campania quella con il valore più basso, 52,1%. Valori superiori al 50% indicano uno squilibrio generazionale: l’indicatore è il rapporto tra la popolazione in eta non lavorativa e popolazione in età lavorativa e indica quanta parte della popolazione è a carico della componente attiva.

Con un indice di vecchiaia di 187,9% nel 2022 (era il 135,6% nel 2007) l’Italia è il Paese UE27 con il più elevato livello di invecchiamento. È un indicatore che misura la quota di popolazione di età superiore ai 65 anni rispetto alla popolazione con età inferiore a i 15 anni. Tra le Regioni italiane più “anziane” vi è la Liguria con 262,3% mentre tra i Paesi UE27 la Germania ha un livello di invecchiamento elevato del 159,2%, superiore alla media UE27 che si attesta al 138,4%; in Francia l’indice si attesta al 117,1%. Nell’ambito Salute e Welfare l’approfondimento è dedicato all’andamento della spesa sanitaria e di quella delle famiglie a confronto con le tendenze UE27.

Nel 2021 la spesa sanitaria pubblica corrente pro-capite, a prezzi correnti, si è attestata a 2.149,0 euro, il 7,13% in percentuale del PIL. Il confronto della spesa sanitaria procapite gli Stati membri UE27 viene effettuata utilizzando i valori espressi in dollari in Parità di potere d’acquisto di fonte OCSE. Nel 2021 la spesa procapite in Italia si è attestata a 4.037,8 dollari: un ammontare inferiore a quello registrato in Francia e Germania rispettivamente di 6.114,9 e 7.382,6 dollari. La spesa sanitaria delle famiglie in percentuale della spesa sanitaria complessiva nel 2021 si è attestata al 24,4% mentre in Francia è inferiore di più di 10 p.p. il 14,0%. Tornando ai dati italiani aggiornati al 2020, la spesa sanitaria delle famiglie rispetto al PIL nel 2020 è stata del 2,17% con punte del 3,25% in Calabria e un minimo di 1,42% nella Provincia autonomia di Bolzano.

ISTAT – Noi Italia – 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo

https://www.istat.it/it/archivio/285748

L’INCERTO EFFETTO DELLA CONCORRENZA SUI MEDICINALI COPERTI DA BREVETTO

L’OCSE in un Rapporto del 2018 indicava come le politiche della concorrenza nel mercato dei farmaci coperti e non coperti dal brevetto potesse costituire per i pagatori e per le agenzie una fonte di risparmio. Nel mercato dei farmaci non coperti da brevetto la pratica concorrenziale è comune, si veda ad esempio l’attuazione di politiche di introduzione dei farmaci equivalenti, mentre nei mercati dei farmaci coperti da brevetto non lo è. Uno studio OCSE, nell’ambito dell’agenda “Increasing the transparency of pharmaceutical markets to inform policies” interviene nel dibattito e indaga su come i pagatori, in gran parte pubblici, potrebbero sfruttare la concorrenza per migliorare l’efficienza della spesa farmaceutica.

Gli autori hanno tuttavia notato che allo stato dell’arte nei Paesi OCSE vi sono poche evidenze che corroborano le tesi del Report del 2018 e, inoltre, è poco noto in quale misura le pratiche della concorrenza siano adottate dai Paesi OCSE. Lo studio è stato condotto utilizzando i dati di sei classi terapeutiche di farmaci in sette principali mercati europei allo scopo di valutare l’esistenza e gli effetti della concorrenza tra prodotti alternativi coperti da brevetto in ciascuna classe terapeutica. Dalla rassegna della letteratura è emerso che vi sono prove limitate dell’impatto della concorrenza nei Paesi OCSE e, in particolare, alcuni lavori indicano che vi sarà efficacia solo nel caso di ingresso sul mercato di nuovi prodotti.

Contemporaneamente è emerso che in mercato con meno di cinque alternative terapeutiche non è stato osservato nessun effetto sul livello dei prezzi. La gestione dei formulari e delle gare d’appalto può favorire la concorrenza tra le alternative terapeutiche sebbene, per una corretta valutazione, sia necessaria un’analisi di scenario sistematica. In molti Paesi si valuta, tramite comparazione, l’efficacia terapeutica di prodotti alternativi all’interno di una classe terapeutica, sebbene non sia chiaro se queste politiche vengano anche utilizzate per incidere sui prezzi. Le gare di appalto, comuni per i medicinali senza brevetto, non sono praticate per quelli con brevetto e, infine, la concorrenza sui prezzi non sembra essere la dinamica di prassi risultante da successivi ingressi sul mercato.

OECD – Enhancing competition in on-patent markets

https://www.oecd-ilibrary.org/social-issues-migration-health/enhancing-competition-in-on-patent-markets_413f2820-en

L’ANDAMENTO DELLA FINANZA PUBBLICA NEL 2022

Il giudizio di parificazione rappresenta il momento posto a garanzia dell’equilibrio economico-finanziario del settore pubblico. Si tratta di un controllo contabile dei conti pubblici in cui sono analizzate in modo dettagliato sia le entrate sia le spese dello Stato. Dall’esame del Conto economico della Amministrazioni pubbliche del 2022 si osserva un miglioramento dei saldi di finanza pubblica: l’indebitamento netto sul PIL è diminuito da 9,0% del 2021 all’8,0% del 2022; il saldo primario è diminuito da -5,5% del 2021 a -3,6% del 2022. Nonostante questi progressi – si rammenta che l’indebitamento 2022 è stato rivisto al rialzo in seguito a una revisione contabile – i valori restano distanti dagli obiettivi dichiarati dai documenti programmatici quali NADEF 2022 e Documento programmatico di bilancio 2023, che indicavano per l’indebitamento il 5,6% e per il saldo primario l’1,5%.

Se si analizzano le principali categorie di entrata e di uscita, si può notare l’incremento della spesa per interessi passivi, passata nel 2022 al 4,4% dal 3,6% del 2021 con un incremento in valore assoluto di più di 20 miliardi di euro a causa dell’incremento del servizio del debito dei titoli indicizzati al tasso di inflazione. Tale incremento è superiore a quello registrato complessivamente nel periodo 2015-2021. Dato l’incremento della spesa per interessi passivi, il miglioramento del saldo primario di 28,8 miliardi di euro è stato ottenuto grazie all’aumento delle entrate per 68 miliardi, superiore all’incremento della spesa primaria di 39,2 miliardi di euro. Le maggiori entrate sono dovute a un aumento del gettito tributario e all’inflazione.

La spesa primaria è aumentata del 4,1% rispetto al 2022 ma la sua incidenza sul PIL è diminuita di 1,4 p.p.: l’incremento è dovuto in misura maggiore alla spesa corrente primaria effettuata per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego, per la rivalutazione delle pensioni e per le misure di contenimento dell’impatto sulle famiglie dell’aumento dei prezzi dell’energia. Sul versante della spesa in conto capitale si è registrata una battuta di arresto degli investimenti fissi lordi che dopo l’incremento del 20% nel 2021 rispetto all’anno precedente, hanno visto una contrazione di 1,1% nel 2022 anche a causa del minore contributo del PNRR: 4 miliardi contro i 5,7 previsti dalla NADEF 2022.

Corte dei Conti – Giudizio di parificazione del Rendiconto generale dello Stato

https://www.corteconti.it/HOME/Documenti/DettaglioDocumenti?Id=7792ada5-a4f2-4eb7-9870-e338da284d5b

COMBATTERE LE DISUGUAGLIANZE AIUTA A RIDURRE I DIVARI TERRITORIALI

Nonostante gli ampi divari territoriali in Italia – ad esempio il tasso salariale medio del Nord è del 47% superiore a quello del Mezzogiorno – la provincia di nascita spiega solo il 3,4% delle diseguaglianze tra gli italiani in termini di reddito accumulato nel corso della vita per la coorte nata nel 1960. Disaggregando per genere la provincia di nascita spiega l’1,8% per gli uomini e il 10,2% per le donne. Il reddito a vita è definito come la somma di tutti i redditi dal 1975 al 2016, rettificato per l’indice dei prezzi al consumo ed è considerato dagli autori una buona proxy del benessere degli individui. Se si confrontano le densità tra il reddito a vita di Milano e Napoli, disaggregato per genere, si nota che la variabilità all’interno dei gruppi è superiore di quella tra i gruppi.

Se si considera l’emigrazione, il risultato qualitativo non cambia in quanto l’ultima provincia di residenza spiega solo il 4,2% del reddito a vita. Se la provincia di nascita o di residenza non spiega le disuguaglianze di reddito vanno individuati i fattori determinanti: secondo i risultati di un precedente lavoro del 2022, gli autori mostrano come la classificazione dei settori industriali a due digit sia sufficiente a spiegare il 25% della varianza del blog del reddito annuale del 2018. Questi risultati sono in linea con un altro studio (Brunello 2012) in cui si mostra che il settore industriale spiega il 25% delle differenze salariali, il grado di istruzione il 16% delle differenze salariali e il 20% del salario a vita mentre le differenze territoriali spiegano solo l’1,8%.

Secondo gli autori questi risultati denunciano l’arretratezza del dibattito sulle diseguaglianze in Italia ostinatamente focalizzato delle differenze territoriali, mentre invece i fattori rilevanti sono altri, tra cui anche il genere. Per le donne la provincia di appartenenza spiega in modo significativo le disparità di reddito, il 10,2%, in quanto le differenze di reddito medio dipendono dalle forti disparità della partecipazione al mercato del lavoro a livello territoriale. Un altro fattore determinante potrebbe essere l’appartenenza a zone rurali o a zone urbane ma non è lo scopo dello studio. La differenza tra ricchi e poveri è la principale fonte delle diseguaglianze in Italia: ad esempio un bambino nato in una famiglia ricca del Sud potrà affrontare la vita in modo migliore di un bambino nato in una famiglia povera del Nord.

VoxEU – The role of geography in determining inequality between Italians

https://cepr.org/voxeu/columns/role-geography-determining-inequality-between-italians