La rassegna della settimana: #1 Bruegel: vi è un uso irregolare degli indicatori di risultato nella valutazione dell’utilizzo dei fondi di ripresa economica nell’UE a causa di un problema di fondo della normativa e della regolamentazione. #2 NBER: la struttura del sistema dell’innovazione negli USA è cambiato nel tempo. I recenti successi nel settore dei vaccini sono stati favoriti da una particolare divisione del lavoro. #3 Banca d’Italia: il sisma del 2016 nel Centro Italia sta provocando un marcato spopolamento in un’area già in precedenza soggetta a calo demografico. #4 JEOA: dopo la prima formulazione negli anni successivi alla grande depressione, l’ipotesi sulla stagnazione secolare dovuta alle tendenze di lungo periodo dell’invecchiamento della popolazione, è stata riportato in vita di recente da numerosi studi.
Il Recovery and Resilience Facility (RRF) sembrava aver adottato l’approccio del finanziamento pubblico bassato su risultati misurabili. Nonostante la dichiarazione di intenti, le linee guida del RFF scoraggiano esplicitamente l’utilizzo di indicatori di risultato. In un’analisi Bruegel “The EU Recovery and Resilience Facility falls short against performance-based funding standards” Z. Darvas, L. Welslau e J. Zettelmeyer esprimono preoccupazione in quanto vi sono grandi differenze nell’uso degli indicatori di risultato nei piani nazionali di recupero (NRP), tradendo la logica del finanziamento basato sulle prestazioni. (Leggi)
I recenti successi del settore farmaceutico USA, dovuti alla scoperta, in tempi brevi, di due efficaci vaccini anti-covid basati sull’RNA messaggero, sono dovuti a una particolare forma di divisione del lavoro. In un editoriale NBER, A. Arora e S. Belenzon “The Changing Structure of American Innovation” illustrano la recente trasformazione del sistema dell’innovazione USA. La collaborazione tra ricerca universitaria, startup e aziende farmaceutiche consolidate e la commistione tra finanziamenti pubblici e investimenti privati è la cifra distintiva del nuovo ecosistema di innovazione statunitense. (Leggi)
Nella zona colpita dal sisma del 2016 si sta registrando un forte calo demografico. Uno studio della Banca d’Italia di D. Dottori, intitolato “L’effetto del sisma del Centro Italia sullo spopolamento dei territori colpiti” ha indagato sulle le cause dello spopolamento delle aree colpite separando gli effetti del sisma da quelli del trend demografico precedente, già in in forte calo. I risultati mostrano come il sisma abbia accentuato il trend preesistente in misura più ampia dove i danni sono stati maggiori per i saldi migratori negativi, mentre è aumentata la percentuale di popolazione con età più elevata. (Leggi)
La crescita degli investimenti sia nel livello sia in percentuale del PIL è più sostenuta nelle economie caratterizzate da una popolazione più giovane mentre trova ostacoli in popolazioni più anziane. In un articolo intitolato “Population age structure and secular stagnation: Evidence from long run data” pubblicato su The Journal of the Economics of Ageing, J. Kopecky conferma l’ipotesi della stagnazione secolare. I consumi e la crescita economica sono associati positivamente ai lavoratori a fine carriera, mentre avviene il contrario per lavoratori giovani e anziani. I tassi di interesse hanno una forte relazione con la struttura per età delle popolazione. (Leggi)
RRF E MISURAZIONE DEGLI OBIETTIVI
RRF E MISURAZIONE DEGLI OBIETTIVI
Il meccanismo di recupero e resilienza dell’UE non è all’altezza degli standard di finanziamento basati sulle prestazioni: è quanto sostenuto dagli autori dell’analisi, i quali hanno osservato che nelle linee guida destinate alle autorità nazionali per la predisposizione dei piani, l’utilizzo degli indicatori di finanziamento è ostacolato piuttosto esplicitamente. Gli indicatori di finanziamento sono gli strumenti su cui basa l’approccio denominato “finanziamento basato sulle prestazioni”. Secondo questo approccio il finanziamento pubblico è subordinato a risultati misurabili, invece che alle risorse finanziarie spese. La Corte dei conti europea ECA, nel valutare il finanziamento basato sulle prestazioni nella politica di coesione dell’UE, ha definito il bilancio delle prestazioni come “l’uso sistemico delle informazioni su risultati, risultati e/o impatti per informare, influenzare e/o determinare l’allocazione dei fondi pubblici”.
Gli indicatori di risultato affrontano alcuni azzardi morali: l’erogazione di fondi condizionata ai risultati del progetto, al contrario dei costi del progetto, affronta l’azzardo morale relativo all’attuazione del progetto. Se il finanziamento di un progetto di costruzione assumesse semplicemente la forma di rimborso per il costo dei materiali da costruzione, creerebbe incentivi a sprecare questi materiali. Al contrario, condizionare il finanziamento sui risultati – ad esempio il completamento di un tunnel – incoraggia il completamento del progetto in modo da ridurre al minimo i costi.
L’uso di indicatori di risultato affronta l’azzardo morale relativo alla selezione del progetto. Un’entità che richiede un finanziamento ha normalmente informazioni private sull’utilità sociale del progetto – per esempio, se un progetto stradale è probabile che aiuti l’economia locale. Gli indicatori dei risultati e possibilmente dell’impatto affrontano questo problema; escludono ‘strade verso il nulla’. Nonostante le definizioni comuni di finanziamento basato sulle prestazioni e la maggiore attenzione alle prestazioni nel bilancio dell’UE, il RRF non è uno strumento incentrato sui risultati. Mentre il preambolo del regolamento RRF suggerisce i principi di finanziamento basati sulle prestazioni, i suoi articoli e le linee guida sull’attuazione non richiedono relazioni sui risultati effettivi e questo può minare gravemente l’efficacia del piano.
https://www.bruegel.org/analysis/eu-recovery-and-resilience-facility-falls-short-against-performance-based-funding
DALLA DIVISIONE DEL LAVORO DIPENDE L’AMPIEZZA DEL MERCATO
È quanto teorizzato da A. Smith nelle sue opere riprendendo, e capovolgendo, un concetto già espresso da Senofonte: l’intensità del lavoro nel suo tempo si stava intensificano mentre la ricchezza delle nazioni stava aumentando. Analogamente, la divisione del lavoro sta caratterizzando la ripresa dell’innovazione negli Stati Uniti, dopo la crisi vissuta a partire dagli anni ’90 del secolo scorso. Secondo la ricostruzione storica degli autori, tra il 1930 e il 1980 i laboratori aziendali hanno vissuto la loro epoca d’oro. A partire dagli anni ’90 le imprese hanno chiuso i loro laboratori orientandosi verso la ricerca applicata e abbandonando quella di base.
Durante gli anni ’60 gli scienziati della DuPont hanno pubblicato più articoli sul Journal of the American Chemical Society di quanto non abbiano fatto i ricercatori del MIT e di Caltech messi insieme. A partire dagli anni ’90 la DuPont ha ridimensionato la sua attività di ricerca: il numero degli gli articoli scientifici è passato da 749 del 1994 a 245 del 2015 mentre il numero dei brevetti è più che raddoppiato da 1.600 nel 1994 a 3.500 nel 2012. Secondo i dati della National Science Foundation (NSF) la percentuale della ricerca di base e applicata sul totale della ricerca e sviluppo nelle imprese USA è diminuito di 10 p.p. passando dal 30% del 1985 al 20% del 2015. La ricerca a monte viene disseminata tramite le pubblicazioni per cui è più probabile che la ricerca provochi ricadute di conoscenza a favore dei concorrenti.
Il motivo del declino della ricerca nelle aziende tra il 1985 e il 2015 risiede nelle ricadute di conoscenza, cresciute più velocemente dei benefici interni all’azienda. Negli ultimi anni l’ecosistema dell’innovazione statunitense è ulteriormente cambiato, superando la dicotomia tra laboratori aziendali e università. Il successo, ad esempio dei vaccini anti-Covid, è stato il risultato di tre tipi di organizzazioni: ricercatori dell’Università della Pensilvania Karikó e Weissman hanno svolto alcune delle ricerche fondamentali. Startup incluse BioNTech, Moderna e Arbutus, tra gli altri, hanno sviluppato elementi chiave della tecnologia necessaria per fornire il vaccino in modo sicuro. Aziende farmaceutiche consolidate, in particolare Pfizer, sono state responsabili dei test, della produzione e della distribuzione. Pfizer e BioNTech hanno sviluppato i vaccini al loro interno mentre moderna ha beneficiato di cospicui finanziamenti pubblici.
NBER – The Changing Structure of American Innovation
https://www.nber.org/reporter/2023number1/changing-structure-american-innovation
SISMA E SPOPOLAMENTO NEL CENTRO ITALIA
Tra il 1° gennaio 2016 e il 1° gennaio 2022 la popolazione residente nei 138 comuni colpiti dal sisma del 2016 nel Centro Italia è diminuita del 6,3%. Si tratta di una percentuale di gran lunga superiore a quella media registrata a livello nazionale nello stesso periodo di -1,9%. I territori dell’area (denominata Cratere) già prima del sisma erano interessati da una crescita meno sostenuta della popolazione nel periodo 2002-2010 – tasso medio annuo 0,3% contro lo 0,4% – e nel periodo 2010-2016 da un calo demografico superiore alla media – tasso medio annuo -0,3% contro lo 0,1% – per cui le analisi descrittive effettuate in precedenza non avrebbero colto l’effetto della tendenza in atto.
Tramite un modello econometrico del tipo “event-study diff-in-diff” l’autore confronta l’andamento demografico nei comuni del Cratere con quello di un campione di controllo costituito da Comuni delle arie interne e montane del territorio italiano ad esclusione di quelle confinanti con il Cratere. L’approccio è particolarmente utile sia perché consente di includere quei fattori che influenzano l’andamento demografico indipendentemente dal sisma sia perché, assicurando una significatività statistica, è in grado di valutare più accuratamente l’impatto economico. Dai risultati dell’analisi risulta evidente come il sisma abbia accentuato la tendenza demografica in atto: dal confronto con il campione controfattuale l’impatto medio tra il 2016 e il 2022 è stato stimato in 2,4 p.p. pari al 40% della contrazione della popolazione che si è osservata in quel periodo.
Nonostante il saldo naturale molto sfavorevole (-7,1 per mille abitanti tra il 2006 e il 2016), il principale canale demografico è stato il peggioramento del saldo migratorio interno – la differenza tra il numero degli iscritti per trasferimento di residenza da altro Comune e il numero dei cancellati per trasferimento di residenza in altro Comune – e in seconda battuta di quello estero. In un primo periodo l’effetto è stato contenuto, nel tempo si è ampliato per ridursi nell’ultimo anno. Lo spopolamento è proporzionale all’ampiezza dei danni subiti: suddividendo i comuni in quattro gruppi Intero Cratere, Cratere Core, Cratere non core (ossia con in danni minori) e Cratere very Core (ossia quella con i danni maggiori) si ha che l’incidenza sui 6 anni sia rispettivamente del 2,4 p.p., 1,2 p.p., 3,6 p.p. e 4,5 p.p.
Banca d’Italia – L’effetto del sisma del Centro Italia sullo spopolamento dei territori colpiti
https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/qef/2023-0755/index.html
STAGNAZIONE SECOLARE E INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE
Nel periodo successivo alla grande depressione A.H. Hansen (1939) ha teorizzato che le tendenze al ribasso della crescita della popolazione avrebbero portato a una contrazione degli investimenti e avrebbero frenato la crescita economica. Questa proposta, tuttavia, non sembra essersi verificata nelle tendenze osservate nelle economie avanzate nel periodo del secondo dopoguerra. Durante il baby-boom – negli Stati Uniti dalla metà del 1946 alla metà del 1964 – vi è stata l’inversione delle tendenze di lungo periodo della fertilità che ha modificato drasticamente le ipotesi sottostanti alla teoria.
L’autore ha verificato con un analisi con dati di lungo periodo se le assunzioni di Hansen siano errate oppure se si tratti di un timing errato. Il paper ha testato la relazione tra la struttura per età e alcune variabili macroeconomiche di lungo periodo, utilizzando dati macroeconomici storici risalenti al 1870. I principali risultati sono sintetizzati come segue: la struttura per età delle economie avanzate è correlata ai tassi di crescita degli investimenti, dei consumi e della produzione e nelle economie con una popolazione più anziana il tasso di crescita degli investimenti è infestata così come il rapporto tra investimenti e prodotto. Mentre la coorte dei babyboomer si avvicina la pensione, l’effetto dell’invecchiamento della popolazione ha spinto verso il basso i tassi di crescita dei consumi e della produzione.
Un elemento chiave della proposta di Hansen è la crescita degli investimenti che può verificarsi o per un aumento del capitale ottenuto grazie all’incremento relativo del rapporto tra investimenti e prodotto oppure un allargamento del capitale ottenuto con un incremento degli investimenti che procede di pari passo con l’aumento del prodotto. Dalle analisi sulla relazione tra investimenti e invecchiamento della popolazione, risulta che tutte le variabili della struttura per età della popolazione mostrano una forte correlazione con la crescita degli investimenti. Un rapporto di dipendenza della vecchiaia negativo suggerisce che l’aumento della percentuale di pensionati rispetto alla popolazione in età lavorativa agirà come un freno alla crescita degli investimenti. Questo è abbastanza vicino a -1, ossia a un aumento di un punto percentuale del tasso di crescita dei rapporti di dipendenza dalla vecchiaia corrisponde una contrazione della crescita degli investimenti di quasi un punto percentuale.
JEOA – Population age structure and secular stagnation: Evidence from long run data
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2212828X23000026