La rassegna della settimana: #1 Corte dei Conti: in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario è stato dato ampio spazio al PNRR nell’ambito della Relazione annuale sull’attività svolta nel 2022. #2 Banca d’Italia: il Governatore Visco ha discusso del ritorno dell’inflazione effettuando un confronto con il passato e con l’evoluzione della politica monetaria nel corso degli ultimi anni. #3 PIIE: la stagnazione secolare non è finita. È L’ipotesi sostenuta l’economista francese O. Blanchard in un recente editoriale. #4 IMF: l’aumento dell’inflazione 2021-2022 in Europa è stato sottostimato dai modelli tradizionali come la curva di Phillips ma non è ancora chiaro se vi sia una rottura strutturale nel trend d’inflazione.


Secondo il presidente della Corte di Conti Guido Carlino, che ha ripreso una considerazione del Presidente della Repubblica, lo sviluppo del Paese va perseguito secondo i principi dell’articolo 3 della Costituzione al fine di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini. A questo proposito è auspicabile un approccio integrato tra PNRR e politiche di coesione, come già previsto dal piano del Governo. Durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2023, la Corte dei Conti ha fatto il punto sul monitoraggio e controllo delle attività di realizzazione del Piano. (Leggi)

Dopo trent’anni di tassi bassi l’inflazione sembrava un fenomeno relegato al passato quando negli anni 70 e 80 la crisi petrolifera prima e la rivoluzione iraniana poi avevano fatto schizzare in alto, e in modo persistente, il livello dei prezzi nei Paesi industrializzati. In un intervento il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco al The Warwick Economics Summit 2023 intitolato “Monetary policy and the return of inflation” ha analizzato il ritorno dell’inflazione, nell’ipotesi di un ciclo di 50 anni, alla luce degli eventi passati, delle diverse cause e dell’attuale dirizzo di politica monetaria della BCE. (Leggi)

L’inflazione attuale non durerà mentre i tassi di interesse bassi sì: questa è l’idea dell’economista O. Blanchard espressa in un editoriale PIIE intitolato “Secular stagnation in not over“. La stagnazione secolare è una particolare condizione dell’economia in cui i tassi di interesse privi di rischio sono così bassi da essere inferiori al tasso di crescita dell’economia. I policymaker stanno affrontando una situazione economica particolare: i rapporti di indebitamento sono particolarmente elevati e, una volta che la lotta all’inflazione sarà vinta, gli interessi torneranno di nuovo a livelli molto bassi. (Leggi)

L’inflazione in Europa è stata un fenomeno inatteso e ha sorpreso non solo per i livelli ma per la propagazione in tutti i Paesi. In un paper IMF intitolato “The 2020-2022 Inflation Surge Across Europe: A Phillips-Curve-Based Dissection” C. Baba, RA. Duval, T. Lan e P. Topalova (2023) hanno analizzato l’inflazione del biennio 2021-2022 alla luce di un modello tradizionale, la curva di Phillips, che ha sottostimato sistematicamente il fenomeno. In Europa le economie emergenti sono più sensibili all’inflazione a causa delle debolezze interne e per la pressione dei prezzi esterni. Questo ha contribuito ad amplificare gli shock globali, sebbene non sia ancora chiaro se il ritorno dell’inflazione sia definitivo. (Leggi)

IL PNRR PER LO SVILUPPO DEL PAESE

Durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte di Conti, è stato evidenziato come nel 2023 la maggior parte dei Progetti del PNRR entreranno a pieno regime e ciò comporterà per le funzioni di controllo un ruolo ancora più centrale di monitoraggio delle attività di realizzazione del PNRR. Le risorse finanziarie europee sono vincolate al raggiungimento di Milestone e Obiettivi, in mancanza dei quali vi è la perdita del finanziamento. Come evidenziato dalla Presidente Anna Maria Rita Lentini, la Corte valuterà le prime realizzazioni materiali anche ricorrendo a indicatori di risultato e di impatto.

L’Istituto sta vivendo una fase di transizione in quanto il Piano ha modificato in modo rilevante le funzioni di controllo e tutte le sezioni regionali sono impegnate su questo fronte. L’attività dei controllo, concomitante o in corso di gestione, sarà improntata su un approccio collaborativo, a supporto dell’attività amministrativa nell’ottica della valorizzazione delle buone pratiche al fine di, individuare le criticità, garantire l’utilizzo corretto delle risorse nella prospettiva dell’equilibrio finanziario non solo del periodo corrente ma anche nella in prospettiva intergenerazionale. Nel 2022 è stata redatta la prima Relazione semestrale sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e sul Piano Nazionale Complementare (PNC).

La pubblicazione ha ancora un formato provvisorio ma la struttura è in fase di definizione e sarà suddivisa in due sezioni: la prima dedicata al monitoraggio degli stati di avanzamento del PNRR e dei piani complementari, con l’obiettivo di valutare gli investimenti del PNRR attraverso un confronto con la situazione delle infrastrutture e degli investimenti pubblici prima del Piano; saranno anche valutate le interazioni con le attività e le azioni di politica economica portate avanti dalle Amministrazioni. La seconda sarà dedicata alla verifica di efficacia di quelli interventi di cui si riterrà necessario intervenire: questa parte sarà focalizzata sull’attività dell’ultimo semestre e sull’andamento delle realizzazioni di quello in corso. Nella prima edizione approfondimento è stato dedicato alle tensioni nel settore delle costruzione e sul fronte dei prezzi che rischio di depotenziare l’efficacia del Piano.

Corte dei Conti – Inaugurazione dell’anno giudiziario 2023

https://www.corteconti.it/HOME/StampaMedia/Notizie/DettaglioNotizia?Id=22bf7754-f467-40e6-9af1-777a50fe0130

IL RITORNO DELL’INFLAZIONE

Secondo il Governatore Ignazio Visco, sebbene molti addetti ai lavori abbiano considerato l’inflazione come un fenomeno del passato, osservando l’andamento dei prezzi degli anni ’70 e ’80 e quelli odierni si potrebbe ipotizzare un ciclo di durata cinquantennale. In Europa e negli USA dopo la crisi petrolifera degli anni 70 il livello dei prezzi è rimasto elevato per un periodo molto lungo. In Italia e in Gran Bretagna, dove il fenomeno è durato fino al 1986 in corrispondenza del controshock petrolifero, l’inflazione ha superato il 20% mentre negli Stati Uniti, dove nel 1980 Volker inaugurò una politica monetaria deflativa, il 15%.

Dagli anni ’90 in poi è iniziato un periodo chiamato la Grande Moderazione durante il quale i Paesi avanzati hanno beneficiato delle esperienze passate rafforzando l’indipendenza delle banche centrali, da cui sono seguite politiche monetarie attente alle aspettative d’inflazione e alle dinamiche salariali con obbiettivi d’inflazione flessibili. In contemporanea, vi è stato lo sviluppo del commercio globale, la rivoluzione ICT, che ha garantito una crescita sostenuta, associata a un lungo periodo tassi di interesse bassi. Dopo la grande recessione e la crisi dei debiti sovrani, è seguita una fase di costante diminuzione dei tassi di interesse così prolungata da far ritornare in auge il concetto di stagnazione secolare. Il ritorno dell’inflazione è coincisa con la ripresa post pandemica dalla metà del 2021 quando i prezzi dell’energia sono iniziati a crescere.

Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte dalla Russia i prezzi dei beni energetici e degli alimentari non lavorati ha spinto l’inflazione ancora più in alto. Secondo l’orientamento prevalente l’inflazione attuale ha fonti differenti nell’area euro e negli USA: durante e nel post pandemia le politiche fiscali in USA sono state molto generose e hanno portato a un incremento del debito sul PIL di 25 p.p. mentre in Europa l’incremento è stato di 15 p.p. Inoltre il ritorno della domanda a livelli pre-pandemia ha seguito andamenti eterogenei: in USA il settore dei beni durevoli ha recuperato prima di quello dei servizi, in Europa entrambi hanno recuperato alla fine del 2021. Nell’area euro la politica monetaria ha iniziato il percorso di normalizzazione alla fine del 2021 e dopo l’invasione russa del 2022, a luglio ha varato una politica monetaria restrittiva che sta avendo gli effetti sperati.

Banca d’Italia – Monetary policy and the return of inflation

https://www.bancaditalia.it/media/notizia/intervento-del-governatore-visco-al-convegno-the-warwick-economics-summit-2023/

COSTRETTI ALLA STAGNAZIONE SECOLARE ?

L’inflazione elevata che l’economia globale sta affrontando dalla metà del 2021 ha indotto molti osservatori a ritenere il concluso il periodo di “stagnazione secolare”. Questo concetto è stato introdotto alla fine degli anni ’30 dall’economista Alvin Hansen in ferimento a sistemi economici con una domanda privata bassa, bassi tassi di interesse per sostenere sia la domanda sia il prodotto potenziale, e praticando tassi così bassi da essere inferiori al tasso di crescita dell’economia. Negli anni successivi alla grande crisi finanziaria e alla crisi del debito sovrano, l’economista statunitense H. Summers ha riportato in auge il concetto, dichiarando che le econome avanzate erano in uno stato di stagnazione secolare.

Nonostante molte voci dissenzienti tra gli economisti, l’evidenza empirica ha mostrato in modo schiacciante come una gran parte delle economie fosse in questo stato. A partire dalla metà degli anni ’80 i tassi di interesse reale sono diminuiti stabilmente per diventare negativi, fin quando l’inflazione è tornata a crescere dalla metà del 2021 configurando uno scenario i cui tassi di interesse sono superiori al tasso di crescita dell’economia. Le implicazioni di politica fiscale in un contesto di interessi bassi, sono stata affrontate, sempre da Blanchard, in un volume intitolato “Fiscal Policy under Low Interest Rates” il cui messaggio sarebbe stato reso obsoleto dalla contingente situazione economica così come sostenuto da H. Summers secondo il quale la stagnazione secolare dopo il 2021 non sarebbe più ritornata.

Secondo Blanchard queste affermazioni andrebbero valutate con più attenzione in quanto il rapporto tra il tasso di crescita e il tasso di inflazione reale è cruciale per le decisioni di politica fiscale. Inoltre la stagnazione secolare è stata generata da elementi strutturali difficilmente invertibili anche da una pandemia: questo significa che, quando le banche centrali saranno riuscite a combattere l’inflazione, i tassi di interesse sicuri (titoli di stato, asset senza rischio di fallimento) torneranno a livelli molto bassi e i tassi di interesse torneranno ad essere inferiori al tasso di crescita economica. Nonostante le previsioni degli investitori e della FED vadano in direzione opposta, l’ipotesi di Blanchard trovi le sue basi nei fondamentali economici: risparmio aumenterà per motivi precauzionali ma gl’incremento degli investimenti non avrà la forza di capovolgere il rapporto tra illazione e crescita economica.

PIIE – Secular stagnation in not over

https://www.piie.com/blogs/realtime-economics/secular-stagnation-not-over

LA SOTTOSTIMA DELL’INFLAZIONE

L’inflazione in Europa dell’ultimo biennio è stata caratterizzata da una sistematica sottostima da parte degli operatori economici ed ha colpito in modo più severo i Paesi emergenti rispetto a quelli avanzati. Nell’estate 2022, l’inflazione aveva superato il 5% in tutte le economie ma nei Paesi Baltici aveva raggiunto il 20-25%, un livello di quasi cinque volte maggiore del Paese con l’inflazione più bassa. Allo stesso modo l’inflazione core dei Paesi emergenti è stata in media del 20% un valore superiore di 12 p.p. della media dei Paesi avanzati, e un gap superiore a quello pre pandemia che si attestava intorno a 2-3 p.p. Ciò che più ha sorpreso che, queste differenze nascono a fronte di fattori comuni a tutti i paesi: incremento dei prezzi delle materie prime, degli alimentari e shock delle catene globali di distribuzione.

Inoltre vi è stata una sistematica sottovalutazione del fenomeno: ad esempio nell’IMF WEO di Aprile 2022 la sottostia dell’inflazione core ha interessato tutti i Paesi fuorché uno. Le ipotesi di questo fenomeno sono molte: l’intervento massiccio e coordinato delle politiche monetarie e fiscali hanno favorito la rapida ripresa dell’attività economica alimentando l’inflazione a causa dell’interruzione delle catene globali di approvvigionamento e alla limitata disponibile di alcuni beni dovuti ai lockdown. Allo stesso tempo i lockdown hanno modificato la domanda relativa, spostando la domanda dei consumatori da alcuni servizi all’acquisto di beni. L’invasione dell’Ucraina ha esacerbato questo trend, innescatosi dalla metà del 2021.

Dal lato dell’offerta è stata osservata la contrazione del prodotto potenziale dovuto alla riduzione di lungo periodo dell’offerta di lavoro, sia per motivi legati all’emergenza sanitaria sia per la modifica delle preferenze dei lavoratori a lavorare meno. Il mercato del lavoro si è rivelato molto più rigido anche a dispetto dell’aumento del tasso di disoccupazione. I modelli basati sulla curva di Phillips hanno costantemente sottostimato l’inflazione in passato ma, nel periodo corrente, indicano anche una potenziale amplificazione della divergenza di tra le economie avanzate e quelle emergenti. Un secondo aspetto importante è come si sta modificando il modo con cui le imprese fissano i prezzi e i lavoratori contrattano i salari, sulla base della retrospettiva d’inflazione.

IMF – The 2020-2022 Inflation Surge Across Europe: A Phillips-Curve-Based Dissection

https://www.imf.org/en/Publications/WP/Issues/2023/02/10/The-2020-2022-Inflation-Surge-Across-Europe-A-Phillips-Curve-Based-Dissection-529693