La rassegna della settimana: #1 ECFIN: la qualità degli investimenti pubblici nella UE sotto la lente della Commissione europea. #2 OECD: le pensioni integrative sono considerate uno strumento fondamentale per rafforzare i sistemi pensionistici degli Stati membri. #3 IMF: l’inflazione nel post pandemia è determinata da fattori esogeni e da fattori endogeni legati a politiche monetarie e fiscali con effetti strutturali di lungo periodo. #4 Agenas: il Programma nazionale esiti 2022 evidenzia come i ricoveri siano in aumento ma ancora sotto i livelli del 2019 mentre permane un’elevata eterogeneità degli esiti.
I progetti di investimento riguardanti i trasporti pubblici sono soggetti a controlli più rigorosi rispetto alle altre tipologie e gli investimenti finanziati dall’Unione europea, sono sottoposti a controlli più stringenti rispetto a quelli finanziati a livello nazionale. Sono i principali risultati di una pubblicazione dell’ECFIN “New Evidence on the Quality of Public Investment Management in the EU” di C.B. Manescu, in cui sono raccolti ed elaborati i risultati dell’attività della Commissione europea in materia, interviste ai rappresentanti degli stati membri, scambi con esperti di investimenti pubblici e un’indagine che copre tutti gli stati membri. (Leggi)
L’OECD Pensions Outlook 2022 è dedicato alle pensioni integrative quale strumento fondamentale per rafforzare i sistemi pensionistici di ciascun Paese. Negli ultimi venti anni gli Stati membri hanno introdotto riforme pensionistiche volte all’introduzione, allo sviluppo e al rafforzamento delle pensioni integrative basate su asset e, nonostante la profonda crisi economica del 2020, lo sviluppo è andato avanti. Il rapporto contiene una serie di raccomandazioni per i Policy-maker i quali devono pianificare, attuare e monitorare lo sviluppo delle pensioni integrative in conformità con i principi fondamentali del regolamento sulle pensioni private dell’OCSE. (Leggi)
Nel corso del 2022 l’inflazione è aumentata al 7,5% contro il 2,1% della media del decennio precedente al 2020. In un paper IMF intitolato “Here Comes the Change: The Role of Global and Domestic Factors in Post-Pandemic Inflation in Europe“, M. Binici et al. hanno analizzato i fattori che stanno contribuendo all’incremento dell’inflazione nel post-pandemia in Europa. Secondo gli autori, l’inflazione è guidata da fattori globali e da fattori specifici dei Paesi, questi ultimi – le politiche monetarie e fiscali attuate per contrastare le crisi economica – stanno contribuendo all’aumento dei prezzi al consumo. Un riallineamento strutturale richiederà del tempo. (Leggi)
Nel 2021 i ricoveri sono aumentati in valore assoluto di 501.158 unità rispetto al 2020, anche se sono ancora lontani dei livelli del 2019. L‘edizione 2022 del Programma Nazionale Esiti, osservatorio permanente dell’assistenza sanitaria dell’Agenas, evidenzia la tenuta delle cure ospedaliere soprattutto per quanto riguarda la tempestività di accesso alle cure urgenti e la ripresa degli interventi oncologici. Per valutare l’efficacia, l’appropriatezza clinico-organizzativa, l’equità di accesso e la sicurezza delle cure garantite dal SSN sono stati considerati 194 indicatori di cui 171 relativi all’assistenza ospedaliera e 23 all’assistenza territoriale. (Leggi)
PER IL FUTURO DELL’UE INVESTIMENTI PUBBLICI DI QUALITÀ
La transizione verde e digitale, la contrazione degli investimenti a durante della pandemia e nel corso della grande recessione necessitano di una gran mole di investimenti pubblici e privati. Una parte di questo fabbisogno potrà essere finanziato solo da fondi pubblici. Analisi recenti hanno evidenziato gli sprechi dell’intervento pubblico: negli investimenti in infrastrutture circa il 20% è perso per inefficienza. Vi sono diversi fattori per cui un investimento pubblico è inefficiente: uno studio della Banca mondiale ha evidenziato come gli investimenti pubblici hanno spesso carattere pluriennale con coordinamento tra diversi attori istituzionali e con numerose sfide da affrontare quali, pianificazione, finanziamento, esecuzione dei contratti con conseguente incremento di tempo e di denaro rispetto a quanto preventivato.
Circa la metà del divario di inefficienza può essere colmata migliorando le pratiche di investimento pubblico. Secondo il FMI pratiche di investimento pubblico migliori comportano una maggiore crescita economica, una migliore sostenibilità dei conti pubblici in particolare in quei paesi con un livello di debito pubblico elevato. L’attività Commissione europea si è focalizzata sulla qualità degli investimenti pubblici e sull’efficienza della loro gestione. Dalle interviste ai rappresentanti degli Stati membri, dagli scambi con esperti del settore e da una survey sono emerse differenze significative nella gestione degli investimenti a seconda delle dimensioni, della fonte di finanziamento e del settore del progetto.
Gli investimenti nel settore dei trasporti sono soggetti a un controllo più rigoroso rispetto agli altri mentre gli investimenti finanziati dell’UE hanno procedure più rigorose rispetto agli investimenti nazionali. Quasi la metà degli Stati membri ha segnalato differenze significative tra la gestione degli investimenti UE e quelli finanziati a livello nazionale. La qualità degli investimenti pubblici è una priorità per molti Stati membri nei quali sono state attuate ampie riforme del sistema di gestione degli investimenti pubblici. La maggior parte di queste riforme tende ad adottare un approccio integrato alla gestione degli investimenti pubblici e ad affrontare tutte le fasi del ciclo degli investimenti.
ECFIN – New Evidence on the Quality of Public Investment Management in the EU
RAFFORZARE IL SISTEMA PENSIONISTICO CON IL SECONDO PILASTRO
Le pensioni integrative vanno sviluppate per rafforzare i sistemi pensionistici e migliorare la sostenibilità dei redditi dei pensionati. L’OCSE nel Pensioni Outlook 2022 incoraggia i policy maker a proseguire sulla strada delle riforme e a questo proposito ha pubblicato una serie di raccomandazioni su come introdurre, sviluppare e rafforzare regimi pensionistici garantiti da attività (diverse da quelle a ripartizione) e su come costruire un clima di fiducia nei beneficiari. Lo sviluppo di sistemi pensionistici garantiti da attività negli ultimi venti anni ha contribuito nei Paesi OCSE a implementare sistemi pensionistici multipilastro che integrano, anziché sostituire, le pensioni pubbliche a ripartizione.
La diffusione è ancora eterogenea tra Paesi: ad esempio nel 2020 in Danimarca le attività destinate alla pensione sono arrivate al 229% del PIL mentre il Italia solo al 12%. Le raccomandazioni riguardano anche il ruolo dei datori di lavoro nello sviluppo di questi strumenti, le modalità di addebito delle tasse e il loro allineamento al costo dei servizi forniti. Vanno garantite l’adeguatezza delle ipotesi di mortalità e incoraggiate la progettazione e l’introduzione di regimi di reddito pensionistico vitalizio non garantito. Il ruolo dei policy maker è di pianificare, attuare e monitorare lo sviluppo delle pensioni integrative in conformità con i principi fondamentali del regolamento sulle pensioni private dell’OCSE.
Rafforzare il ruolo dei datori di lavoro nella fornitura di regimi pensionistici garantiti da attività richiede di considerare le loro motivazioni, i vantaggi e le potenziali sfide che il loro coinvolgimento comporta. I responsabili politici devono considerare gli impatti distinti che le diverse strutture tariffarie possono avere su individui e fornitori quando impostano o modificano la loro struttura tariffaria. Le autorità di regolamentazione e le autorità di vigilanza devono garantire l’adeguatezza delle ipotesi di mortalità, poiché ipotesi adeguate sono fondamentali per garantire la sostenibilità del reddito pensionistico a vita per i pensionati. L’introduzione di regimi di reddito pensionistico vitalizio non garantito ha il potenziale per superare le sfide relative all’adeguatezza, alla sostenibilità e alla protezione della longevità, ma richiede il superamento di molte sfide pratiche.
OECD – Pensions Outlook 2022
https://www.oecd.org/finance/oecd-pensions-outlook-23137649.htm
DA COSA DIPENDE L’ATTUALE AUMENTO DELL’INFLAZIONE
La pressioni inflazionistica del 2022 è arrivata ai livelli degli anni 70 e sta assumendo un carattere di persistenza anche nelle economia avanzate che hanno una lunga storia di inflazione bassa e stabile. I principali imputati di questa situazione sono il forte rimbalzo della domanda aggregata, favorito dalle politiche di risposta alla crisi economica, le limitazioni dell’offerta globale e il rincaro dei prezzi dei beni energetici e di quelli alimentari avvenuti in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. L’aumento dell’inflazione dipende dalla confluenza di fattori interni e di fattori esterni. Pera determinare il contributo di ciascuna componente, sono stati utilizzati dati ad alta frequenza di trenta Paesi europei nel periodo da dicembre 2002 a maggio 2022.
Grazie a questo approccio è stato possibile mettere in luce gli sviluppi post pandemici e se vi sia stato un cambiamento strutturale nel nel contributo all’inflazione di fattori specifici per paese e globali. I fattori globali continuano a giocare un ruolo essenziale nel modellare dinamiche inflazionistiche attraverso l’Europa ma i fattori domestici, comprese le politiche monetarie e fiscali adottate durante la crisi del 2020, dopo la pandemia hanno aumentato la loro importanza. L’analisi empirica conferma l’influenza sia dei fattori locali sia di quelli globali nel modellare il tasso d’inflazione. Il potere esplicativo dei fattori globali è significativo ed è rimasto costante in tutto il periodo di osservazione: il 40% per l’inflazione primaria e il 20% per l’inflazione core.
Il peso dei fattori specifici per Paese è aumentato significativamente nel periodo post-pandemia: la percentuale di varianza spiegata da questi fattori è aumentata di 10 p.p. negli ultimi due anni. Una dinamica analoga è stata individuata nei Paesi emergenti e negli altri Paesi avanzati dove l’inflazione dipende sempre da un mix di fattori interi ed esterni. Nei Paesi avanzati c’è qualche differenza in quanto il ruolo dei fattori globali è continuato a crescere dopo la pandemia. L’analisi dell’inflazione ha importanti implicazioni per la conduzione ottimale della politica monetaria in Europe. A tal fine, le banche centrali dovrebbero continuare a ricalibrare le condizioni monetarie, aumentando i tassi di interesse e rimuovendo il quantitative easing, per ancorare le aspettative di inflazione, che sono diventate ancora più importanti nel periodo post-pandemia.

COME È ANDATA LA RIPRESA DELL’ASSISTENZA SANITARIA DEL 2021
Il 2021 ha visto la ripresa dell’assistenza sanitaria: i ricoveri ospedalieri sono aumentati di 501.158 unità rispetto al 2020, ancora 1 milione e 200mila in meno rispetto al 2019. I ricoveri per infarto miocardico acuto e frattura al femore si sono entrambi attestati al di sotto del trend pre-pandemia, rispettivamente -10%, corrispondenti a 11.300 ricoveri in meno, e -6%, corrispondenti a 5.800 ricoveri in meno. La tempestività di accesso ai trattamenti urgenti è al di sotto della soglia stabilita dal DM 70/2025: ad esempio solo il 56% dei pazienti interessati è stato sottoposto a intervento di angioplastica coronarica a 90 minuti dal ricovero oppure solo il 46% degli anziani con frattura al femore è stato operato entro le 48 ore.In entrambi i casi la soglia prevista dal DM 70 è del 60%.
In entrambi le patologie si riscontrano differenze tra le Regioni più marcate che all’interno delle Regioni mentre vi sono differenze di genere significative: le donne sono più penalizzate nell’accesso all’angioplastica coronarica mentre gli uomini lo sono in quello della frattura al femore. Si riduce la mortalità a 30 giorni per episodio di infarto di 0,7 p.p. passando dall’8,5% al 7,7% ma sempre al di sopra del valore di pre-pandemia del 7,3%. La mortalità a 30 giorni per intervento al femore è rimasta sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente 6,4% ma al di sopra del valore del 2019 di 5,1%. Per i ricoveri in elezione, nonostante il recupero, resta uno scarto del 16% rispetto ai valori pre-pandemia.
Il report focalizza l’attenzione anche sull’appropriatezza clinico-organizzativa: nell’ambito materno-infantile si riscontra un’elevato livello di inappropriatezza: solo il 14,1% dei punti nascita di I livello hanno rispettato la soglia del 10% di parti cesari e solo il 69,7% punti nascita di II livello hanno rispettato la soglia del 15%. Nel 2021 si è assistito anche all’importante ripresa dell’attività oncologica: ad esempio gli interventi per tumore maligno alla mammella sono ritornati ai livelli del 2019 (62.764) +6.700 rispetto al 2020. Per le Breast unit il DM 70 individuava una soglia di 150 primi interventi per UO mentre nel PNE si è utilizzata la soglia di 135/casi per UO con il 10% di tolleranza: nel 2021 le UO che hanno avuto attività superiore o uguale alla soglia sono state 164 contro le 132 del 2020.