La rassegna della settimana: #1 RGS: tra il 2020 e il 2021 il finanziamento pubblico della sanità è aumentato dell’1,2% ma la spesa corrispondente è aumentata in misura maggiore +4,2% per i costi sostenuti nel contrasto alla pandemia. #2 Corte di Conti: i livelli di spesa sanitaria nel quadro tendenziale della NADEF 2022 potrebbero essere non in linea con le esigenze del SSN. Pesano il fabbisogno di personale e l’incremento dei costi dell’energia. #3 LSE: le misure di contenimento della spesa farmaceutica dal lato della domanda sotto la lente di uno studio condotto nei Paesi OCSE dal 1990 al 2015. #4 ECFIN: le previsioni di autunno della Commissione europea confermano il raffreddamento dell’economia globale. L’UE è più vulnerabile in quanto risente maggiormente degli effetti del conflitto in Ucraina. #5 EC: la nuova proposta della Commissione europea sul patto di stabilità e crescita consiste nella predisposizione di piani nazionali su misura per ciascun Paese, con debito e crescita sostenibile, ancorati a un quadro comune UE.
La spesa sanitaria pubblica corrente nel 2021 si è attestata a 127,8 miliardi di euro, in aumento del 4,2% rispetto al 2020. Nello stesso anno il SSN è stato finanziato per 122,1 miliardi di euro con un aumento dell’1,2% rispetto al 2020. Sono i dati salienti del 9° Rapporto sul monitoraggio della spesa sanitaria a cura della Ragioneria Generale dello Stato. Nel 2021, nonostante l’incremento del finanziamento di 1,5 miliardi, la spesa corrente è aumentata di 3,4 volte (5,1 miliardi di euro) per l’inclusione dei costi del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19. L’incremento si è concentrato per il 77% nei consumi intermedi per un importo pari a 3,9 miliardi. (Leggi)
Secondo il quadro macroeconomico tendenziale della NADEF 2022, la spesa sanitaria corrente arriverà a 134 miliardi di euro nel 2022 contro una previsione di 131,7 miliardi del DEF 2022. La Corte dei conti nella Memoria sulla Nota di aggiornamento del DEF 2022, ha formulato alcune osservazioni sull’evoluzione della spesa, che potrebbe essere non in linea con le necessità del comparto in relazione agli oneri per il personale previsto dagli investimenti nel PNRR e all’incremento dei costi dell’energia. Secondo la Corte, il quadro che emerge dal fronte della spesa sanitaria è piuttosto stringente e va attentamente monitorato. (Leggi)
Il contenimento della spesa farmaceutica è un obiettivo perseguito dai policymakers nel tentativo di garantirne la sostenibilità di lungo periodo. Un Paper LSE di M. Berger et al. (August 2022) “Exploring the effectiveness of demand-side retail pharmaceutical expenditure reforms” ha esaminato le misure di controllo della spesa farmaceutica, varate dai governi dei Paesi OCSE dal 1990 al 2015. È stata valutata l’efficacia di sei tipologie di misure dal lato della domanda incluse quelle comportamentali a livello dei medici, il controllo dei prezzi a livello di sistema e alcune misure di sostituzione. (Leggi)
In una fase congiunturale in cui la crescita globale sta rallentando, l’Unione europea appare ancora più esposta a causa delle conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina. I prezzi dell’energia sono in marcato aumento così come quelli degli alimentari mentre le misure della BCE, sempre più restrittive, stanno portando in alto i tassi di interesse. Secondo l’European Economic Forecast. Autumn 2022 il PIL in volume dell’Area dell’euro crescerà quest’anno del 3,2% e nel 2023 dello 0,3% mentre nel 2024 vi sarà un timido ritorno alla crescita +1,5%. Per l’Italia viene confermato l’outlook positivo del 2022:+ 3,8%. (Leggi)
La Commissione europea ha impresso un’accelerata alla riforma del patto di stabilità e crescita, di cui si è molto dibattuto negli ultimi anni. L’obiettivo della Commissione è di trovare il consenso di tutti gli Stati membri sulle nuove proposte presentate in un documento intitolato: “Building an economic governance framework fit for the challenges ahead“. A poco più di un anno dalla revoca della sospensione del patto di stabilità e crescita introdotto nel 2020, la Commissione punta su misure meno automatiche e più orientate alla crescita. Il quadro di sorveglianza sarà trasparente e basato sul rischio, differenziato per Paesi, secondo i loro problemi di debito Pubblico. (Leggi)
LA SPESA SANITARIA DURANTE LA PANDEMIA
In risposta all’emergenza sanitaria, nel biennio 2020-2021, il finanziamento ordinario della sanità, è aumentato in misura maggiore rispetto al passato. Tra il 2019 e il 2020 l’incremento è stato del 5,3% per un importo pari a 6,1 miliardi di euro – una cifra pressoché equivalente all’aumento cumulato tra il 2012 e il 2019 di 6,5 miliardi di euro (+6,0%). Tra il 2020 e il 2021 il finanziamento è aumentato dell’1,2% per un importo pari a 1,5 miliardi di euro. Tra il 2019 e il 2020 la spesa sanitaria corrente di Contabilità nazionale è aumentata del 6,1% per un importo pari a 7 miliardi di euro mentre tra il 2020 e il 2021 la variazione positiva è stata di 5,1 miliardi.
Nel biennio considerato sono stati inclusi nel computo della spesa sanitaria corrente anche gli oneri del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 previsto ai sensi dell’art. 122 del decreto-legge 18/2020 per un importo pari a quasi 1,2 miliardi di euro nel 2020 e a quasi 3,2 miliardi nel 2021. La componente di spesa che ha subito l’incremento maggiore è quella dei consumi intermedi il cui peso sulla spesa complessiva è aumentato di 3,3 p.p. passando da 30,5% del 2019 al 33,8% del 2021 con un incremento medio annuo dell’11%. Hanno contribuito a questo risultato gli oneri del suddetto Commissario sebbene al netto l’incremento sarebbe stato comunque elevato: +7,8% tra il 2019 e il 2020 e +5,2% tra il 2020 il 2021.
Un contributo rilevante è venuto dagli oneri legati al reclutamento del personale dipendente a tempo determinato previsto dalla normativa di emergenza. La spesa sanitaria regionale di Conto economico è la fonte principale per la verifiche degli adempimenti regionali presso il tavolo tecnico della RGS. Dal 2012 al 2021 tale spesa è aumentata del 14,7% a una media annua dell’1,5%. Nel 2020 tutte le regioni, eccetto il Molise -7,2%, hanno visto la spesa sanitaria in aumento con punte superiori al 10% in Lombardia e nella PA di Trento; nel 2021 la spesa è aumentata di nuovo in tutte le Regioni ma in misura minore, tranne in Emilia-Romagna e Calabria. Dall’analisi temporale dei disavanzi emerge il successo della normativa sui piani di rientro in quanto hanno contribuito a tenere sotto controllo la spesa disincentivando le aspettative di ripiano dei disavanzi da parte delle Regioni inadempienti.
RGS – Il monitoraggio della spesa sanitaria – anno 2022
https://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/attivita_istituzionali/monitoraggio/spesa_sanitaria/

IL FINANZIAMENTO DEL SSN NELLA NADEF 2022
Nella NADEF 2022, aggiornata e integrata dal nuovo esecutivo, la spesa sanitaria ricalca l’andamento indicato dal precedente governo. Secondo il quadro macroeconomico tendenziale, la spesa sanitaria pubblica corrente del 2022 è prevista a 134 miliardi di euro, in aumento di 4,8 miliardi rispetto all’anno precedente (+5,4%) con un’incidenza sul PIL del 7%. Nel 2023 scenderà a 131,7 miliardi (6,6% su PIL) in diminuzione di 1,7 miliardi rispetto all’anno precedente e nel 2024, dopo un’ulteriore contrazione di 2,3 miliardi, sarà di 128,7 miliardi pari al 6,2% sul PIL, un’incidenza inferiore al 6,4% del 2019; nel 2025, infine, nonostante un incremento di 0,56 miliardi, la spesa avrà un incidenza sul PIL ancora inferiore a 6,02%.
Secondo le prime parziali valutazioni su dati SIOPE di settembre 2022, vi sarebbe un incremento della spesa sanitaria corrente primaria rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente dello 0,8%, un valore inferiore rispetto ai dati di preconsuntivo sebbene questo aumento sarebbe compensato quasi del tutto dai rinnovi contrattuali non ancora tradotti in aumenti di spesa. Viene evidenziato anche l’impatto della crisi energetica in quanto l’importo delle voci collegate ai prezzi dell’energia è in aumento del 54%. Secondo la Corte di Conti, il quadro delineato è “particolarmente stringente” e andrà valutato se la traiettoria programmatica della spesa sanitaria è compatibile con i futuri fabbisogni della sanità, legati in particolare agli investimenti della Mission 6 del PNRR, che ridisegneranno in profondità l’assistenza territoriale, e all’incremento del costo dell’energia.
Ulteriori risorse saranno necessarie per l’adeguamento dell’organico sia per colmare le lacune presenti in alcune specialità mediche, sia per incrementare il personale infermieristico, un comparto fortemente sottodimensionato in molte parti d’Italia. Vi è anche il nodo della riforma della Medicina generale, che richiede risorse per l’adeguamento alle nuove convenzioni e per agevolare il ricambio intergenerazionale. Vi è infine la questione del tariffario legato all’aggiornamento dei nuovi LEA, in ritardo di 5 anni, che promette una razionalizzazione in grado di liberare risorse che possono essere riutilizzate e il mancato recupero delle liste di attesa come di recente evidenziato dall’Agenas.
Corte di Conti – Memoria sulla Nota di aggiornamento del DEF 2022
IL CONTENIMENTO DELLA SPESA FARMACEUTICA
La spesa farmaceutica pubblica nei Paesi OCSE è una percentuale rilevante della spesa sanitaria. Nel 2015 tra i 34 Paesi era in media il 16,2% sebbene la variabilità sia piuttosto elevata: il 6,8% in Danimarca e il 29,2% in Ungheria, tasso di variazione del 37%. Con l’ingresso sul mercato dei farmaci innovativi antitumorali e lo spostamento al di fuori dell’ospedale di alcune terapie come quelle per l’epatite C, la spesa farmaceutica viene prevista in aumento e, con essa, si intensificano gli sforzi dei policymaker di allineare la spesa con le entrate. Tra il 2000 e il 2015 la spesa farmaceutica pubblica di un gruppo selezionato di Paesi OCSE è aumentata in media ad un tasso dell’1,1% annuo.
Considerando il periodo precedente alla grande crisi finanziaria, il tasso di crescita medio annuo è stato del 3,6% mentre negli anni successivi è stato negativo. Alcuni Paesi hanno avuto successo nel controllo della spesa come, ad esempio, la Danimarca mentre altri no come negli USA dove è aumentata del 234%. Nel lavoro di M. Berger et al. è stata valutata l’efficacia di alcune misure di contenimento della spesa per i farmaci venduti al dettaglio – ossia nelle farmacie – che possono essere raggruppate nelle seguenti sei tipologie insieme a una proxy della condivisione dei costi (spesa farmaceutica privata): prescrizione di generici, sostituzione con generici, sistemi di prezzi di riferimento, budget farmaceutici per i medici, prescrizione elettronica e informazioni sul comportamento prescrittivo.
I risultati evidenziano un gradi di efficacia poco chiaro nei confronti cross countries: la prescrizione elettronica, che ha una significatività tra le più elevate se presa a sé stante, perde di consistenza nel confronto con i Paesi e nel tempo. Il sistema prezzi di riferimento e della prescrizione dei generici hanno coefficienti bassi (e quindi sono misure inefficaci) mentre vi è una forte relazione positiva – ma non è affatto un risultato sorprendente – tra la spesa farmaceutica privata e quella pubblica. A un aumento dell’1% della spesa privata corrisponde una diminuzione dello 0,3% di quella pubblica sebbene vi possono essere degli effetti avversi se l’aderenza a un trattamento è ridotta in quanto un farmaco diventa meno accessibile a causa di costi condivisi più elevati.
LSE – Exploring the effectiveness of demand-side retail pharmaceutical expenditure reforms
LE PREVISIONI ECFIN PER L’ANNO A VENIRE
Con molta probabilità il 2022 chiuderà con crescita economica e tasso di inflazione superiori alle stime della Summer interim forecasts (SiF) di luglio scorso. La prima è una buona notizia, mentre la seconda non lo è. Nel secondo semestre dell’anno in corso la crescita congiunturale del PIL in volume della’UE è stata del 3,3%, ben al di sopra delle previsioni del 2,7% della SiF. Il risultato positivo è maturato nonostante l’inflazione: nel 2022 a livello UE è previsto un aumento dell’indice dei prezzi al consumo del 9,3% contro una stima iniziale di 8,4%. La crescita inattesa nel terzo trimestre è stata trainata dai settori del comparto servizi ad elevata intensità di contatto quali ristoranti, alberghi e viaggi internazionali che hanno beneficiato dell’allentamento delle misure restrittive anti-covid.
Riguardo l’inflazione, l’Europa è più vulnerabile rispetto ad altre economie per la vicinanza al conflitto e per l’elevata dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili dalla Russia. L’aumento dell’inflazione erode il potere d’acquisto delle famiglie il cui sentiment è diminuito in modo marcato. Anche la fiducia delle imprese è al ribasso per l’incremento dei costi di produzione e i persistenti colli di bottiglia dal lato dell’offerta. Nel quarto trimestre si prevede una contrazione del PIL reale che continuerà nel primo trimestre del 2023 e nel corso di questo periodo alcuni Paesi membri subiranno una recessione tecnica.
La congiuntura migliorerà dal secondo trimestre 2023 quando l’inflazione avrà, forse, visti i macroscopici errori delle precedenti previsioni, allentato la morsa ma la crescita sarà piuttosto bassa: nell’area euro a fine anno la crescita sarà di +0,3% contro le previsioni della SiF di 1,4%. L’inflazione scenderà al 7% nella UE e al 6,1% nell’Area dell’euro – valori di molto superiori rispetto al 4,6% e al 4,0% delle previsioni d’estate. Una condizione necessaria alla base delle stime è un’accorta politica di approvvigionamento e di mantenimento di scorte elevate di gas anche oltre il periodo di previsione. Per l’Italia il quadro macroeconomico è il seguente: nel 2022 la crescita sarà +3,8% mentre nel 2023, +0,3% in coerenza con l’andamento dell’Area (nella SiM +2,9% e +0,9% rispettivamente) mentre l’inflazione sale a +8,7% nel 2022 e a +6,6% nel 2023.
ECFIN – European Economic Forecast. Autumn 2022
https://economy-finance.ec.europa.eu/publications/european-economic-forecast-autumn-2022_en
IL NUOVO PATTO DI STABILITÀ
La proposta della Commissione europea sulla riforma della governance economica dell’Unione europea (Stability and Growth Pact) punta alla semplificazione del quadro complessivo. La sorveglianza avverrà attraverso un processo trasparente e basato sul rischio Paese, differenziato per livello di debito pubblico. Il documento cardine sarà il piano strutturale nazionale di bilancio a medio termine in cui saranno indicati gli obiettivi di bilancio di riforma e di investimento, inclusi quelli necessari per affrontare gli squilibri macroeconomici. ciascun Paese avrà un margine di manovra più ampio e maggiore autonomia per definire il percorso di rientro del bilancio e vedrà rafforzata la “titolarità nazionale delle traiettorie di bilancio”.
Le valutazioni avverranno sulla base di un un unico indicatore la spesa primaria ossia la spesa pubblica al netto degli interessi sul debito pubblico. La spesa primaria è sotto il controllo diretto del governo e del parlamento mentre la spesa per interessi sul debito non lo è. Il processo si compone di quattro step: in primo luogo la Commissione europea, sulla base di una propria metodologia di valutazione del debito pubblico propone un percorso di aggiustamento del bilancio per l’anno considerato, della durata di quattro anni. I Paesi con un debito elevato dovranno per garantire un percorso credibile di rientro dal debito dovranno mantenere l’indebitamento netto al di sotto del 3% sul PIL. Sulla base di questo obiettivo i Paesi presenteranno un proprio Piano di bilancio di medio termine con il piano di riforme e gli investimenti strutturali previsti.
Il piano potrà avere una durata superiore ai quattro anni, con proroga massima di tre, a condizione che sia accompagnato da misure che rendano sostenibile il debito e siano previste riforme e investimenti in linea con le priorità dell’Unione europea. La Commissione valuterà se il percorso di rientro è su un sentiero sostenibile e se l’indebitamento al di sotto del 3% sia credibile; in caso di valutazione positiva, il Consiglio di Europa approverà i piani. Seguirà, da parte della Commissione, un’attività di monitoraggio e i Paesi presenteranno una relazione annuale sullo stato di avanzamento al fine di garantire l’efficacia e la trasparenza.
EC – Building an economic governance framework fit for the challenges ahead
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/IP_22_6562