La rassegna della settimana: #1 Regioni: presentato al nuovo governo un documento programmatico sul SSN in cui sono contenute proposte sulle più importanti criticità del momento Fabbisogno, personale e farmaceutica. #2 Ministero della Salute: con le assunzioni del 2020 il personale del SSN è a un punto di svolta. Cresce la presenza delle donne arrivate nel 2020 al 68% sul totale. #3 Ministero della Salute: torna la Relazione sullo stato sanitario del Paese un adempimento previsto dalla legge istitutiva del SSN. #4 IBL: pubblicato in lingua italiana la versione integrale del volume Storia Monetaria degli Stati Uniti 1867-1960 di Milton Friedman e Anna J. Schwartz. #5 OCSE: l’occupazione ha superato i livelli pre-pandemia in quasi tutti i Paesi e ma il mercato di lavoro di alcuni presenta delle rigidità.


Nella seduta del 24 ottobre scorso, la Conferenza delle Regioni ha approvato ed inviato al nuovo Governo un documento contenente “Proposte strategiche delle Regioni e delle Province autonome per i prossimi provvedimenti legislativi della nuova legislatura e sulla legge di bilancio dello Stato 2023-2025“. Nel documento la Conferenza ha affrontato questioni riguardanti diverse aree tematiche: dal Fabbisogno Sanitario Nazionale in calo di 15 miliardi nel triennio 2022-2025, agli stanziamenti non sufficienti ad arginare il maggior costo dell’energia elettrica, ai nuovi oneri per la sanità territoriale derivanti dall’applicazione del DM 77, ai fabbisogni di personale, alla governance del settore farmaceutico e dei dispositivi medici.(Leggi)

Gli sforzi profusi nella gestione della pandemia e come rendere il SSN più resiliente alle potenziali emergenze future e più radicato sul territorio. Dopo 8 anni di mancata pubblicazione, il Ministero della Salute ha inviato alle Camere la “Relazione sullo stato sanitario del Paese (RSSP) 2017-2021” secondo quanto previsto dalla L. n. 833/1978 come strumento di valutazione attuativo del Piano Sanitario Nazionale. L’attenzione deve essere rivolta ai bisogni di salute degli individui al fine di garantire l’appropriatezza delle prestazioni. Il documento è anche l’occasione per fare il punto sull’aggiornamento dei LEA il Nuovo Sistema di Garanzia nonché sull’incremento dei costi nel biennio 2019-2021. (Leggi)

Al 31 dicembre 2020 il personale del Sistema sanitario Nazionale era di 697.743 unità di cui il 35% medici, il 49,2% infermieri e il restante 16,2% suddiviso tra personale di riabilitazione, tecnico sanitario e di vigilanza. La pubblicazione statistica “Il personale del SSN Anno 2020” a cura del Ministero della Salute oltre al consueto monitoraggio periodico presenta anche un volume di approfondimento sulla presenza femminile nel SSN. Al 31 dicembre 2020 il personale femminile del SSN è il 68% del totale, con una prevalenza nel ruolo sanitario a tempo indeterminato del 69,4%. (Leggi)

Il crollo economico della Grande depressione 1929-1933 è stato un prodotto del malfunzionamento del meccanismo monetario dell’epoca. È la conclusione più importante del classico lavoro di Milton Friedman e Anna Schwartz “Monetary History of the United States” pubblicato per la prima volta nel 1963. L’istituto Bruno Leoni ha curato di recente la versione integrale del volume in lingua italiana, un’opera che ha avuto, senza dubbio, una profonda influenza sull’economia monetaria contemporanea. Di seguito sono proposti una sintesi di un intervento di B. Bernanke, del Direttore generale della Banca d’Italia F, Signorini, e di un podcast di presentazione dell’opera del Prof. Nicola Giogoli dell’Università di Pisa. (Leggi)

Nei Paesi OCSE durante la pandemia si sono persi 57 milioni di posti di lavoro ma nel corso della ripresa si sono creati nuovi posti di lavoro 66 milioni un guadagno netto a giungo 2022 di 9 milioni. A luglio 2022 il tasso di disoccupazione era al 4,9% contro l’8,81% di aprile 2020. Sono tra le principali evidenze dell’OECD Employment Outlook 2022. Il mercato del lavoro è ancora molto rigido e nonostante il saldo positivo nei posti di lavoro, il numero dei posti vacanti è sempre molto elevato: negli USA vi sono 11 milioni di posti vacanti contro 6 milioni di disoccupati. (Leggi)

SANITÀ: I TIMORI E LE PROPOSTE DELLE REGIONI

Le previsioni, a legislazione vigente, sulla spesa sanitaria corrente contenute nella NADEF 2022 per il periodo dal 2022 al 2025 preoccupano la Conferenza delle Regioni: dai 133,9 miliardi di euro del 2022 è prevista in contrazione a 129,4 miliardi nel 2025 con un a perdita di risorse di 12,3 miliardi, nell’ipotesi di un finanziamento in linea con quello del 2022 Nel caso di una percentuale sul PIL più in linea con gli altri Paesi europei (dove in media è l’8%), nell’ipotesi di mantenere costante la spesa rispetto al PIL, la perdita di risorse sarebbe ancora maggiore. La Conferenza pone anche l’attenzione sullo stanziamento di 1,6 miliardi di euro previsto dal Decreto aiuti ter per maggiori costi energetici non confermata nel 2023, anno in cui gli stanziamenti previsti nella legge di bilancio del 2022 si sono ridotti a 400 milioni di euro.

Un altro punto evidenziato sono i nuovi oneri derivanti dell’attuazione del DM 77 regolamento recante “Modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale” in quanto per assicurare l’attuazione degli standard e dei modelli organizzativi è necessaria un’adeguata copertura finanziaria e il potenziamento delle dotazioni organico. Le risorse previste a legislazione vigente, secondo le Regioni, non sarebbero sufficienti: nella legge finanziaria per l’anno 2022 aveva previsto dal 2022 al 2026 per il rafforzamento dell’assistenza sanitaria territoriale e il DM77 risorse crescenti di anno in anno per 2,2 miliardi di euro ma senza prevedere un corrispondente incremento del FSN.

La pandemia ha dimostrato quanto ampie fossero le criticità sul fronte del personale: pertanto la proposta è di superare i vincoli legislativi e le limitazioni sull’acquisizione e sulla gestione del personale sanitario. È necessaria anche la riforma della governane del settore farmaceutico e dei dispositivi medici: va completata la riforma dell’AIFA, il superamento del tetto per la spesa farmaceutica e degli acquisti di dispositivi medici e va rivisto il meccanismo del payback. Per prosegue efficacemente il contrasto alla pandemia e il controllo epidemiologico, a partire dalla campagna vaccinale autunnale, è necessario disporre di indicazioni strategiche.

Regioni – “Proposte strategiche delle Regioni e delle Province autonome per i prossimi provvedimenti legislativi della nuova legislatura e sulla legge di bilancio dello Stato 2023-2025”

https://www.regioni.it/home/proposte-su-salute-3017/

Il SSN DOPO LA PANDEMIA

La Relazione, la cui ultima edizione risale al 2014, ha affrontato le numerose questioni emerse nell’ultimo quinquennio e in particolare tra il 2020 e il 2021 un biennio spartiacque per il SSN. Lo stato di salute della popolazione risente ancora del perdurare dell’epidemia di Covid-19: la speranza di vita come è già stato evidenziato in un precedente commento, non è ancora stata pienamente recuperata e, in alcuni territori, nel Mezzogiorno, è in continua diminuzione. Viene anche affrontato il delicato argomento delle diseguaglianze socioeconomiche nella salute: l’indicatore di rinuncia di cure era già tra i più elevati in Europa nel 2015.

Un’analisi condotta tra il 2004 e il 2015 ha evidenziato un nesso tra rinuncia ad alcune prestazioni e il rischio di povertà. Un analisi condotta tra il 2017 e il 2019 ha aggiornato l’evoluzione nel periodo più recente: nonostante l’indicatore sulla rinuncia alle cure per qualsiasi motivo sia diminuito passando dall’11,9% al 10,4%, è si è allargato il gradiente territoriale tra Nord e Sud del Paese. Nell’ambito dei livelli essenziali delle prestazioni, nel 2020 è entrato in vigore il Nuovo Sistema di Garanzia (NSG) che ha sostituito la Griglia LEA, il precedente strumento di certificazione dell’erogazione dei LEA da parte delle Regioni. Il NSG comprende 88 indicatori con un nucleo di 22 indicatori CORE contro i 34 della precedente Griglia, ed è in corso l’individuazione di nuovi indicatori per potenziare lo strumento.

Il processo di aggiornamento dei LEA ha conosciuto una forte spinta a partire dal 2019 dopo l’approvazione di una procedura online sul portale del ministero della salute: le domande sono passate da 6 del 2018 a 60 del 2019 e a 122 del 2020, mentre dal dicembre 2020 ad agosto 2021 sono state esaminate 61 richieste e a settembre 2021 Sono state esaminate altre 109 proposte. Nel biennio 2020-2021 vi è stato un aggravio nei costi che ha colpito tutte le Regioni ed in particolare quelle sottoposte ai piani di rientro. L’incremento del FSN del 2021 ha consentito di coprire i maggiori costi del biennio 2019-2021 sebbene dai dati del quarto trimestre 2021, si evidenzia un peggioramento dei conti generalizzato ed in particolare della Puglia con -239 milioni di euro. Per le altre Regioni in piano di rientro si sono registrati i seguenti risultati in gran parte in disavanzo: Lazio –83,5 milioni di euro, Campania –69,5 milioni, Molise –60 milioni, Sicilia +0,5 milioni Abruzzo +0,7 milioni e Calabria: +27 milioni.

Ministero della Salute – Relazione sullo stato sanitario del Paese (RSSP) 2017-2021

https://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?id=5969&area=statisticheSSN&menu=vuoto

2020 ANNO DI SVOLTA PER IL PERSONALE DEL SSN?

Secondo le elaborazioni del Ministero della salute su dati del Conto annuale della RGS e dei flussi informativi del Ministero della salute, il personale del SSN al 31 dicembre 2021 è di 697.743 unità ed è composto in 241.210 medici, 343.279 infermieri, 55.768 personale di riabilitazione, 46.859 ruolo tecnico sanitario e 10.627 unità di addetti alla vigilanza. Il contratto a tempo indeterminato è la forma di lavoro prevalente mentre il contratto a tempo determinato è utilizzato in misura minoritaria: il rapporto tra il personale con rapporto a tempo determinato e indeterminato è pari al 5,7% per i medici e il 5,5% per il personale infermieristico.

Nel corso del 2020 sono cessate dal servizio 51.536 unità di personale mentre ne sono state assunte 79.642, in gran parte con contratto a tempo determinato: l’81,5% dei medici, il 27,4% per gli infermieri. Dopo un decennio 2009-2018 in cui il personale è diminuito del 6,5%, il 2020 è stato un punto di svolta per il rilancio sia delle assunzioni sia dell’incremento del numero di borse di specializzazione di area medica. L’età media, come in tutta la pubblica amministrazione, è elevata: 49,3 anni; in particolare l’età media dei medici con 50,3 anni è al di spora della media generale mentre quella degli infermieri con 46,9 anni è al di sotto. Tra il personale medico si sta assistendo a un cambio generazionale e alla maggior presenza delle donne nelle classi più giovani.

Secondo il volume sul personale femminile, nel SSN le donne sono 442.445 unità, il 68,6% del totale (erano il 64,4% nel 2010); tra i medici il 49,9%, tra il personale infermieristico il 77,7% e tra il personale tecnico sanitario il 64,6%. L’incremento riguarda, in particolare, i medici, i veterinari e il personale dirigente passato dal 38,4% del 2010 al 49,9% dell’anno 2020. Vi è un significativo gradiente territoriale tra le Regioni: nelle Regioni del Nord e al Centro, con l’eccezione del Lazio la percentuale è sempre superiore al 70% con punte del 76,2% nella Provincia autonomia di Bolzano e del 75% on Piemonte. Nel Mezzogiorno per alcune Regioni, la distanza con il Nord è superiore ai 20 p.p.: fanalino di coda la Campania, co il 51,2% di presenza femminile, seguono Calabria con 53,8% e Sicilia con il 54,%.

Ministero della Salute – Il personale del SSN Anno 2020

https://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=3273

ALLE ORIGINI DELL’ECONOMIA MONETARIA CONTEMPORANEA

Il monumentale volume di Friedman e Schwartz è stato scritto come parte di un vasto progetto di ricerca del National Bureau of Economic Research (NBER) su Money and Business Cycles iniziato nel 1950. Come ben evidenziato in un intervento di Ben Bernanke, Premio Nobel per l’economia 2022, tenuto in occasione del novantesimo compleanno di M. Friedman, le conclusioni sul ruolo della moneta come causa della Grande depressione, o Grande contrazione come era stata denominata da Friedman e Schwartz, contraddicevano un concetto consolidato al tempo ossia che la moneta aveva avuto, al contrario, un ruolo passivo.

Uno dei motivi per cui l’opera è stata tanto influente nell’economia monetaria contemporanea, come fa notare anche il Prof. Giogoli, è l’utilizzo della storia per districare complesse relazioni di causa ed effetto, per risolvere il problema che gli economisti chiamano di identificazione, ossia la quantificazione delle relazioni causali tramite procedure di inferenza statistica. Durante la Grande depressione, dal 1929 al 1933 lo stock di moneta, il prodotto e i prezzi sono crollati contemporaneamente mentre negli anni successivi sono andati su in contemporanea. Nonostante queste evidenze non era chiaro che cosa avesse provocato cosa: la contrazione dello stock di moneta ha provocato il crollo dei prezzi e dell’output o vice-versa? Secondo le approfondite analisi di Friedman e Schwartz, con un metodo precursore degli odierni “esperimenti naturali”, sarebbe vera la prima ipotesi: identificando come esogeni quei cambiamenti dello stock di moneta che sono avvenuti per motivi estranei alla produzione e ai prezzi e che si verificano ripetutamente secondo un modello.

Un altro contributo metodologico “provocatorio” viene evidenziato da Giogoli, è che Friedman non si preoccupava del realismo delle ipotesi ma solo di testare empiricamente le implicazioni che derivano dalle ipotesi non curandosi di quanto queste potessero essere realistiche o meno. Quest’ultima è un’idea che costituisce il vero punto di rottura con l’allora predominante teoria keynesiana. F. Signorini inserisce il volume nel contesto dei profondi cambiamenti di politica monetaria degli anni ’80, evidenziando il contributo degli autori alla progressiva erosione del dogma keynesiano al tempo dominante. L’influenza del pensiero di Friedman sul Governatore della Fed Paul Volcker, che applicò una robusta stretta monetaria per arginare l’inflazione degli anni ’80, sancendo il legame tra politica monetaria e prezzi, ha posto le basi all’attuale configurazione delle banche centrali delle economie avanzate.

IBL – Storia Monetaria degli Stati Uniti 1867-1960 di Milton Friedman & Anna J. Schwartz IBL Libri 2022

UNO SGUARDO SUL MERCATO DEL LAVORO

Alla fine del 2021 il mercato del lavoro ha recuperato i livelli pre-crisi ed è in corso di stabilizzazione. Nel primo semestre del 2022, nonostante le incertezze dovute alla guerra, ha continuato a migliorare. Il tasso di disoccupazione dei Paesi OCSE è gradualmente diminuito passando dall’8,8% dell’aprile 2020 al 4,9 di luglio 2022, un valore leggermente migliore del 5,3% del dicembre 2019. L’aggressione russa dell’Ucraina ha sconvolto i mercati energetici e alimentari, ostacolando la crescita mondiale e alimentando l’inflazione. La crescita globale è in frenata e la stima del 2022 è diminuita dal 4,5% al 3,0%.

Alcuni Paesi, tuttavia, nel primo semestre del 2022, nonostante il miglioramento dei tassi di occupazione e di inattività, erano ancora in ritardo sul recupero del mercato del lavoro: a giungo, dieci Paesi avevano il tasso di occupazione al disotto dei livelli pre-pandemia e 11 Paesi avevano un tasso di inattività lievemente superiore al tasso pre-crisi; a luglio di quest’anno il tasso di disoccupazione era al di sotto dei livelli pre-crisi per 24 paesi tranne per Finlandia ed Estonia sopra quel livello di 0,5 p.p. Nella seconda metà del 2021 e nei primi mesi del 2022 il mercato del lavoro si è andato progressivamente irrigidendo: il numero dei posti vacanti è cresciuto in molti Paesi e il numero delle imprese che hanno segnalato carenza di manodopera è aumentato rispetto ai livelli pre-pandemia.

Al momento, secondo l’OCSE, non si segnalano disallineamenti tra domanda e offerta causati dall’impatto asimmetrico della crisi sui diversi settori. Questo indica che le tensioni sul mercato del lavoro siano dovute all’aumento della velocità della domanda di lavoro sospinta da una forte domanda globale e da piani di ripresa significativi. La carenza di manodopera è intensa in quei settori a bassa retribuzione come cibo e alloggio. Nonostante le rigidità del mercato del lavoro aumentino, la crescita dei salari monetari è si è attestata al di sotto dell’elevato tasso di inflazione della prima metà del 2022. L’aumento dell’inflazione sui redditi reali è maggiore tra le famiglie a basso reddito che hanno già subito la crisi da Covid-19. Energia e generi alimentari stanno danneggiando le famiglie a basso reddito perché queste voci rappresentano una quota maggiore della loro spesa totale.

OECD – Employment Outlook 2022

https://www.oecd.org/employment-outlook/2022/