La rassegna della settimana: #1 CeSifo: da uno studio sul mercato farmaceutico norvegese, il prezzo di riferimento dei farmaci non stimola una competizione tra produttori di generici e di marca. #2 ECB: in un periodo in cui l’inflazione è ai livelli di 40 anni fa, è stata esaminata l’indicizzazione di salari pubblici e pensioni nell’ottica della finanza pubblica. #3 ECB: da settembre nell’Area dell’euro inizierà una nuova fase di politica monetaria avente l’obiettivo di riportare l’inflazione ai livelli di riferimento. #4 Bruegel: un database per monitorare le importazioni di gas e lo stoccaggio nell’Unione europea disaggregato per rotte di approvvigionamento. #5 Salute Internazionale: la Lombardia è stata tra le prime Regione ad attuare le linee guida del DM 77/2022 sancendo l’obbligatorietà della centralità del distretto.


Il prezzo di riferimento dei farmaci è uno strumento di regolazione ampiamente utilizzato per contenere la spesa farmaceutica. Secondo un recente studio è almeno 20 Paesi dell’UE vi fanno ricorso ma gli effetti sono ambigui quando la negoziazione avviene sui farmaci generici. Un working paper Cesifo di OR Bekke, C. Canta e KR Straume (2022) ha analizzato il mercato farmaceutico norvegese interessato da una riforma che prevedeva l’adozione graduale nel tempo del prezzo di riferimento sulle sostanze farmaceutiche. Nonostante le ambiguità, il numero dei farmaci generici e dei produttori è aumentato e la spesa farmaceutica è diminuita del 30%. (Leggi)

Da alcune recenti dichiarazioni pubbliche di influenti membri del comitato esecutivo della BCE, il capo economista Philip R. Lane e Isabel Schnabel, responsabile delle operazioni di mercato, a settembre inizierà una nuova fase di politica monetaria dettata dall’esigenza di riportare il più velocemente possibile l’inflazione al livello di riferimento. La banca centrale deve intervenire con forza e determinazione contro il rischio che le presone inizino a dubitare della stabilità di lungo periodo della valuta legale. I tassi di interesse saranno fissati, secondo un approccio di riunione in riunione. Nell’ultima riunione è stato deciso un aumento dei tassi di riferimento di 75 punti base.(Leggi)

Gli shock inflazionistici possono diventare più duraturi nel caso di indicizzazione sia dei salari dei lavoratori (pubblici e privati) sia delle pensioni, soprattutto nel caso in cui l’indicizzazione sia automatica. In un paper della BCE “Public wage and pension indexation in the euro area: an overview” a cura di C. Checherita-Westphal sono stati passati in rassegna i sistemi di indicizzazione dei salari pubblici e delle pensioni dei paesi dell’Area dell’euro. La conclusione è che i salari pubblici non sono indicizzati all’inflazione mentre le pensioni lo sono in modo sproporzionato. (Leggi)

Già nella seconda metà del 2021 durante la ripresa post pandemia il prezzo del gas naturale in Europa e negli USA era in aumento a causa della scarsità di materie prime. Dopo l’invasione dell’Ucraina le tensioni sul fronte dei prezzi delle materie prime energetiche sono accresciute per la preponderante dipendenza di molti paesi dell’Europa al gas e dal petrolio russo. Il Think tank Bruegel sta monitorando, con frequenza giornaliera, i flussi delle importazioni di gas naturale e i livelli di stoccaggio aggregando i dati in un database pubblicamente consultabile. (Leggi)

Con le delibera della Giunta regionale n. 6760 del 25 luglio 2022 (DGR 6760/2022), la Regione Lombardia ha adottato, in tempi relativamente brevi, un nuovo modello di sanità territoriale in linea con quanto prescritto dal DM 77/2022. Si tratta di un’impostazione del tutto in antitesi dal “modello lombardo” contraddistinto dalla centralità dell’ospedale, dalla elevata specializzazione e dalle eccellenze. Un’editoriale di Salute Internazionale analizza “Il nuovo Distretto lombardo” evidenziando gli elementi di novità, che sanciscono il ritorno dell’assistenza sanitaria sul territorio, e i rischi di un’attuazione minimale. (Leggi)

IL PREZZO DI RIFERIMENTO NEL MERCATO FARMACEUTICO

Il prezzo di riferimento dei farmaci è uno strumento adottato dalle Agenzie di regolazione di numerosi Paesi europei e nel programma Medicaid e in altri programmi sanitari gestiti negli USA. Il prezzo di riferimento è utilizzato nel processo di determinazione dei prezzi dei medicinali off-patent, ossia in un mercato dove i farmaci di marca competono con i farmaci generici. Il prezzo di riferimento è utilizzato per fissare il prezzo di rimborso del farmaco da parte degli erogatori. La differenza tra il prezzo di rimborso e quello effettivo è pagata dal cittadino out-of-pocket e questo costo si va ad aggiungere all’eventuale compartecipazione.

L’obiettivo del regolatore è di limitare la spesa farmaceutica in due modi: spostando parte della spesa sul cittadino e indirizzando il consumo verso i farmaci generici, meno costosi. Di conseguenza dovrebbe essere innescata una competizione di prezzo tra produttori di marca e produttori generici. Alcuni aspetti di questa competizione, secondo gli autori, non sono stati studiati a sufficienza, in particolare le dinamiche di lungo periodo che influenzano l’ingresso nel mercato farmaceutico dei produttori di generici in presenza dei prezzi di riferimento. La competizione può ridurre i margini di profitto di entrambi le tipologie di produttori, disincentivando i produttori dei generici i quali già affrontano margini di profitto più esigui.

Studi precedenti hanno individuato solo una correlazione tra questi effetti: in questo studio è stato possibile analizzare il nesso causale nel mercato norvegese grazie alla graduale adozione del prezzo di riferimento che ha consentito di avere un campione di controllo. Dall’analisi dei consumi nell’arco di 10 anni, dal 2003 al 2013, nonostante il margine di profitto si sia ridotto, i profitti dei produttori dei generici sono aumentati mentre quelli dei produttori di marca si sono ridotti. Come era facilmente prevedibile, non solo ha dominato l’effetto domanda ma i produttori di marca non hanno ritenuto redditizio, competere in un mercato con poche prospettive. Rispetto ai segmenti di mercato ancora non interessati dalla misura il numero dei farmaci generici è aumentato, così come il numero dei produttori, comportando un risparmio del 30% nella spesa farmaceutica.

CeSifo – Does Reference Pricing Drive Out Generic Competition in Pharmaceutical Markets? Evidence from a Policy Reform

https://www.cesifo.org/en/publikationen/2022/working-paper/does-reference-pricing-drive-out-generic-competition

UNA NUOVA FASE DI POLITICA MONETARIA

Nell’ultima riunione della BCE è stato deciso un aumento dei tassi di riferimento di 75 punti base. Alcune dichiarazioni pubbliche di membri del Consiglio avevano fatto presagire questo cambio di passo. L’intervento di Isabel Schnabel, responsabile delle operazioni di mercato della BCE, al Jackson Hole Economic Policy Symposium organizzato dalla Federal Reserve Bank of Kansas City, Jackson Hole, Wyoming è significativo in quanto, in assenza di C. Lagarde, ha annunciato la necessità di una forte risposta di politica monetaria a causa della persistenza dell’incertezza sulla durata dell’inflazione. Nell’intervento è stato richiamato il ruolo della politica monetaria nel periodo della Great Moderation – indicativamente dalla prima metà degli anni ’80 del ‘900 al 2007 – caratterizzato da una bassa volatilità del ciclo economico e dell’inflazione.

Sempre grazie all’azione della politica monetaria immediatamente dopo la Grande crisi finanziaria, si è tornati a una volatilità a livelli precedenti alla crisi. Secondo la Schnabel busogna considerare anche l’impatto della politica monetaria sull’attività economica come richiamato dal principio di attenuazione di W. Brainard, secondo cui le banche centrali devono valutare attentamente la trasmissione della politica monetaria nell’intera economia. In questo periodo tra pandemia, emergenza climatica e invasione dell’Ucraina, con un’inflazione elevata, a lungo ritenuta causata da un temporaneo shock di offera, le banche centrali devono confrontarsi con un Sacrifice Ratio – letteralmente “rapporto di sacrifico” – più elevato di quello degli anni ’80 quando, in alcuni Paesi, sono stati tollerati per molti anni tassi di disoccupazione elevati pur di riconquistare la fiducia nei tassi nominali di riferimento.

Rispetto agli anni ’80, è aumentata la quota si servizi nell’economia, un settore meno reattivo alla politica monetaria e sta aumentando il rischio di sganciamento delle aspettative di inflazione. L’azione di politica monetaria, secondo il Capo economista BCE, Philip R. Lane, in un recente intervento, propone un approccio riunione per riunione (del comitato BCE) nel fissare i tassi di interesse. L’approccio è coerente con l’incertezza dei tempi in quanto è più adatto a calibrare le decisioni di politica monetare per la sua intrinseca flessibilità: si potrà decidere di volta in volta sui tassi in base all’entità del divario tra il tasso di interesse prevalente e quello finale valutato e variare la velocità con cui colmare il gap tra queste due grandezze.

ECB – L’evoluzione della politica monetaria nell’Area dell’euro

https://www.ecb.europa.eu/press/key/date/2022/html/ecb.sp220827~93f7d07535.en.html

INFLAZIONE E SOSTENIBILITÀ DEI CONTI PUBBLICI

La Ragioneria generale dello Stato nella recente revisione delle proiezioni della spesa pensionistica indicava una delle cause del suo incremento nel 2022 la rigida indicizzazione degli assegni. Tra gli anni ’70 e ’80 in Italia il meccanismo della scala mobile esacerbò la dinamica dei prezzi innescando una spirale inflazionistica difficile da controllare che portò a un referendum nell’85 e all’abolizione nel 1992. Nell’accordo sul salario minimo legale raggiunto lo scorso giugno in seno al Parlamento europeo è stato previsto un aggiornamento tempestivo anche ricorrendo a meccanismi di indicizzazione automatica. La Banca centrale europea è tornata su questo tema di nuovo di attualità, ossia su l’inflazione di secondo round, tramite uno studio dei risultati di un questionario, compilato dai membri del gruppo di lavoro di finanza pubblica (WGPF), riguardante l’indicizzazione dei salari del settore pubblico e delle pensioni.

Uno dei principali driver dell’inflazione è l’indicizzazione dei salari del settore privato perché influenza i prezzi sia dal lato della domanda sia dal lato della produzione; anche l’indicizzazione delle pensioni influenza il livello dei prezzi da lato della domanda. Recenti analisi della BCE e dei membri dell’Eurosistema ritengono molto bassa, nell’Area dell’euro, la probabilità che si inneschi un’inflazione di secondo round a causa dell’indicizzazione dei salari privati, in particolare quando vi è inflazione da energia.

L’indicizzazione dei salari del settore pubblico e delle pensioni è oggetto di analisi in quanto coinvolgono una rilevante quota di spesa pubblica nella UE rispettivamente pari al 7,6% del PIL o il 14,3% della spesa pubblica complessiva e al 12,1% del PIL o il 23,1% della spesa pubblica complessiva. In media negli ultimi venti anni la dinamica dei salari pubblici e delle pensioni è compresa tra il 2,2% e il 2,3%, al di sopra del tasso armonizzato di inflazione dell’1,7%. Sebbene le dinamiche siano state diverse dopo la grande crisi finanziaria e dopo la crisi dei debiti sovrani, i salari pubblici per lavoratore sono indicizzati in modo limitato mentre le pensioni lo sono in misura maggiore e con minor ritardo per cui, l’evoluzione va attentamente monitorata.

ECB – Public wage and pension indexation in the euro area: an overview

https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/scpops/ecb.op299~61d0565cfb.en.pdf

IL PUNTO SUL GAS IN EUROPA

Grazie a un database aggregato da fonti diverse e disponibile sul portale del Think-tank Bruegel a cura di B. McWilliams, G. Sgaravatti e G. Zachmann (2021), è possibile monitorare, con frequenza settimanale, le importazioni di Gas della UE per ciascuna rotta: Russia, Algeria, Norvegia e quelle del Gas naturale liquido (NLG). Sono disponibili anche i dati sullo stoccaggio di gas nell’ultimo mese e la capacità complessiva raggiunta che può essere confrontata con l’obiettivo di accumulare una quantità di gas pari dell’80% della capacità massima di ciascun Paese da raggiungere entro novembre 2022 secondo le raccomandazioni della Commissione europea.

Dalla Russia il gas arriva nella UE attraverso quattro rotte: il gasdotto Nord-Stream, lo Yamal che attraversa la Polonia, il gasdotto via Ucraina e il Turkstream. Le rotte principali alternative di approvvigionamento sono il gasdotto norvegese, l’algerino, le forniture di NGL e, in misura minore Libia e Azerbaigian. Nell’ultima settimana di riferimento, al 30 agosto 2022, le importazioni dell’Unione europea dalla Russia sono ammontate a 57,1 miliardi di metri cubi (mc) contro i 102,3 miliardi nello stesso periodo dell’anno precedente. Le importazioni dalla Norvegia sono complessivamente aumentate, 91,4 miliardi mc dall’inizio dell’anno, contro gli 80,8 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente mentre le importazioni dall’Algeria sono leggermente diminuite a 21,9 miliardi contro i 25 del 2021, per cui lUE ha fatto fronte alla diminuzione delle importazioni dalla Russia grazie all’incremento delle importazioni oltreoceano di NLG per 102,5 miliardi di mc contro i 62,6 miliardi dello stesso periodo del 2021.

Per quanto riguarda il livello di stoccaggio, l’UE già alla fine del mese di agosto aveva raggiunto l’80% di capacità con 88,8 miliardi di metri cubi su una capienza massima di 111 miliardi. Tra i Paesi che hanno raggiunto l’obiettivo, vi sono l’Italia, Francia, Spagna e Germania, rispettivamente con l’82%, 91%, 83% e 84% della capienza massima. Tra i Paesi che non hanno ancora raggiunto l’obiettivo co sono Ungheria e Austria rispettivamente al 63% e al 66% della capienza massima del Paese. Viene riportata anche la situazione dell’Ucraina, ancora lontana dagli obiettivi avendo stoccato solo il 27% del gas. Le scorte dell’Italia, al 30 agosto 2022, sono di 15,8 miliardi di mc sulla capacità massima di 19,8 miliardi, mentre il consumo del nostro Paese nel periodo invernale da gennaio a marzo 2021 è stato di 25 miliardi di mc.

Bruegel – European natural gas imports

https://www.bruegel.org/dataset/european-natural-gas-imports

LA SANITÀ LOMBARDA AD UNA SVOLTA?

Una delle questioni sollevate dal UPB nel recente Focus dedicato alla Missione 6 del PNRR era sulla natura degli investimenti che andavano nella direzione opposta a quella intrapresa in passato da alcune Regioni. È il caso della Lombardia dove è stato approvato, in tempi molto rapidi, la riorganizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale, secondo le linee guida e gli standard definiti dal DM 77/2022. Questa Regione, in passato aveva optato per un assetto organizzativo centrato sull’ospedale e sulle eccellenze della medicina specialistica allentando, di fatto, il legame tra l’assistenza e il territorio.

La Delibera approvata alla fine di luglio dalla Giunta regionale, va in direzione opposta, introducendo elemento incentrati sul territorio richiamandosi una visione di comunità. Gli elementi di novità sono il Distretto come perno dell’organizzazione territoriale a cui è affidato il ruolo di gestione, organizzazione e coordinamento della rete territoriale. Il Distretto eroga direttamente i servizi, ha un ruolo di competenza rispetto agli accreditamenti e le convenzioni ed è responsabile sul territorio. Per ciascun distretto vi sono due o più case di comunità, un ospedale di comunità e una centrale operativa territoriale. La differenza significativa con il DM 77 è l’obbligatorietà della centralità del Distretto, adottata probabilmente per contrastare l’inerzia della de-territorializzazione, un modello molto condolidato.

In particolare, secondo quanto stabilito dalla DGR 6760/2022, il Distretto non è solo un erogatore ma è principalmente un modello di servizio che rende possibile, – citando testualmente la delibera – l’assistenza di prossimità per la popolazione di riferimento. Il modello dovrà inoltre attivare e promuovere logiche e processi di sanità di iniziativa. Restano aperte alcune questioni sulla collocazione dei Medici di medicina generale e sull’erogazione dell’Assistenza dominicale integrata al di fuori delle Case di Comunità. Viene evidenziato il rischio di un possibile sottodimensionamento in fase di attuazione, una volta percepiti i fondi del PNRR. Bisogna tuttavia riconoscere al PNRR la capacità di incentivare i cambiamenti nelle Regioni grazie ai finanziamenti. Il percorso da seguire è di procedere immediatamente al processo di riordino territoriale dei servizi per la salute e di individuare gli obiettivi immediatamente raggiungibili.

Salute Internazionale – Il nuovo Distretto lombardo

https://www.saluteinternazionale.info/2022/09/il-nuovo-distretto-lombardo/