La rassegna della settimana: #1 Istat: il PIL reale nel secondo trimestre del 2022 cresce dell’1% rispetto al trimestre precedente che significa una crescita acquisita del 3,4% per l’anno in corso. #2 Aifa: la spesa farmaceutica pubblica è nel complesso sotto controllo mentre la spesa privata va attentamente monitorata. #3 Ministero della Salute: l’assistenza ospedaliera nel 2020 è stata sottoposta a un imponente processo di riorganizzazione. I ricoveri ordinari sono calati del 18% e 48.168 posti letto sono stati destinati ai pazienti Covid.


In Italia il PIL reale, destagionalizzato e corretto per gli effetti del calendario, nel secondo semestre 2022 è aumentato dell’1% in termini congiunturali e del 4,6% in termini tendenziali. La stima preliminare dei PIL del II trimestre 2022 è stata più elevata delle attese condizionate dalle incertezze dovute all’inflazione e alla nuova ondata della pandemia. Tra le grandi economie UE la Spagna ha registrato +1,1% congiunturale e +6,3% tendenziale. La Francia +0,5% congiunturale e +4,2% tendenziale. Frena la Germania, la cui economia è troppo dipendente dalle materie prime russe: 0,0% congiunturale e +1,5% tendenziale. (Leggi)

Secondo i dati del Rapporto OsMed 2021 la spesa farmaceutica pubblica italiana è stata di 22,3 miliardi di euro in aumento del 2,6% rispetto all’anno precedente, mentre la spesa privata è stata di 9,2 miliardi di euro un aumento del 6,3% rispetto al 2020. Complessivamente la spesa farmaceutica è stata di 32,2 miliardi in aumento del 35,5% rispetto al 2020. A parere dell’AIFA la rimodulazione dei tetti di spesa ha consentito una riduzione dello sfondamento messo a carico delle Regioni e dalle aziende farmaceutiche (anche se non ne ha fermato il progressivo aumento) mentre invece è da monitorare la spesa privata, spesso caratterizzata da inappropriatezza. (Leggi)

Nel 2020 la pandemia ha avuto un profondo impatto sull’assistenza sanitaria ospedaliera: i ricoveri per acuti in regime ordinario sono diminuiti del 18% quasi 1.100.000 rispetto all’anno precedente con una degenza media di 7,1 giorni (contro 7,6 del 2019). L’Annuario statistico del SSN 2020, oltre alle consuete statistiche, ha dedicato un focus alla riorganizzazione, di portata senza precedenti, dell’assistenza ospedaliera imposta dall’epidemia. I posti letto per acuti per 1.000 residenti sono balzati a 3,75 rispetto al trend del periodo 2014-2019 che oscillava tra i 3,07 e i 2,94. (Leggi)

PIL, MEGLIO DEL PREVISTO

Nonostante le incertezze dovute a guerra, inflazione e pandemia, l’economia italiana cresce più del previsto. Il PIL congiunturale segna un +1% mentre quello tendenziale un +4,6%. Se nel secondo semestre la variazione fosse pari a zero, nel 2022 avremmo una crescita acquisita del 3,4% superiore di 0,4 p.p. rispetto alle ultime previsioni del FMI e di 0,5 p.p. rispetto alle previsioni d’estate della Commissione europea. Dal lato dell’offerta il risultato preliminare è dovuto a una riduzione del valore aggiunto nel settore primario e a un incremento in quello dell’industria e dei servizi. Da lato della domanda vi è il contributo positivo della domanda interna al netto delle scorte e quello negativo della componente estera.

I dati preliminari Eurostat mostrano segni positivi per le grandi economie dell’UE tranne la Germania: la crescita congiunturale dell’Area dell’euro è stata dello 0,7% e del 4% in termini tendenziali (UE rispettivamente 0,6% e 4%). La Spagna è il paese che ha registrato la crescita più vivace: +1,1% congiunturale e +6,3%, così come nel primo trimestre, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La domanda nazionale ha contribuito alla crescita tendenziale di 3.6 p.p. mentre la domanda interna ha contribuito di 2.6 p.p. La Francia dopo un primo trimestre negativo (-0,2%) ha registrato nel secondo trimestre una crescita più robusta: +0,5% congiunturale e +4,2% in termini tendenziali. A questo risultato ha contribuito il commercio estero con +0,4 p.p. associato alla contrazione delle esportazioni -0,6 p.p. e la crescita degli investimenti + 0,5% mentre i consumi privati sono diminuiti.

La Germania mostra un quadro più complesso dovuto alla dipendenza dalle materie prime russe. Dopo un primo trimestre positivo +0,8% congiunturale, nel secondo trimestre la vi è stata una frenata ed è stata registrata una variazione nulla. Una battuta d’arresto anche per il PIL tendenziale +1,5% contro 3,6% del trimestre precedente. Il saldo tra importazioni ed esportazioni ha avuto un effetto al ribasso sull’economia mentre ha avuto un effetto positivo la spesa per consumi finali delle famiglie e della pubblica amministrazione.

Istat – Stima preliminare del Pil II Trimestre 2022

https://www.istat.it/it/

PIÙ ATTENZIONE ALLA SPESA FARMACEUTICA PRIVATA

Nel 2021 la spesa farmaceutica a livello nazionale è stata di 32,2 miliardi di euro (+3,5% rispetto al 2020) corrispondente all’1,9% sul PIL e a una spesa pro-capite di 543,7 euro. Disaggregando per tipologia di spesa, quella farmaceutica pubblica è stata di 22,3 miliardi di euro (+2,6% rispetto al 2020), corrispondenti al 69% della spesa complessiva, a una spesa pro-capite di 376,2 euro e al 17,4% della spesa sanitaria pubblica e all’1,4% in rapporto al PIL. La voce che incide maggiormente sulla spesa pubblica è quella delle ASL, aziende ospedaliere, RSA e penitenziari che è stata pari a 9,7 miliardi di euro, corrispondente al 43,5% della spesa totale.

La spesa sanitaria privata, comprensiva dei ticket, è stata pari a 9,2 miliardi di euro corrispondente a una spesa pro-capite di 155,5 euro: la componente più importante è la spesa per farmaci di classe C con obbligo di ricetta. Quest’ultima è stata pari a 3,47 miliardi di euro corrispondenti al 37,6% della spesa privata e al 10,1% della spesa complessiva, in aumento del 6% rispetto al 2021. Il giudizio sull’andamento del settore presenta aspetti in gran parte positivi, dovuti alla rimodulazione dei tetti di spesa della farmaceutica territoriale e di quella diretta che hanno garantito un minore sforamento e, contestualmente, un minore esborso da parte di Regioni e aziende farmaceutiche per il ripiano.

L’incremento del 6,3% della spesa privata, secondo il DG dell’AIFA deve essere attentamente valutata in quanto va considerata una spesa in parte impropria e va monitorata al fine di assicurare appropriatezza prescrittiva e buon uso dei farmaci. Disaggregando la spesa secondo le ripartizioni territoriali, il rapporto tra spesa pubblica e PIL è stato del 2,3% nelle Regioni del Sud, 1,4% in quelle del Centro e 1,1% in quelle del Nord: ad esempio la spesa pubblica in Calabria del 2,62% sul PIL è stata superiore di tre volte di quella della Provincia Autonoma di Bolzano che è stata lo 0,71%. Le elaborazioni mostrano, infine, una correlazione negativa tra la spesa pubblica pro-capite a carico del SSN e il reddito pro-capite: tanto minore è quest’ultimo, tanto maggiore è la spesa farmaceutica.

AIFA – L’uso dei farmaci in Italia – Rapporto OsMed 2021

https://www.aifa.gov.it/-/l-uso-dei-farmaci-in-italia-rapporto-osmed-2021

LA TEMPESTA COVID SUGLI OSPEDALI

Nel 2020, durante le prime fasi della pandemia, l’assistenza ospedaliera ha subito una pressione senza precedenti. Per adeguare i protocolli e per incrementare la capacità in termini di posti letto per acuti e terapia intensiva è stata necessaria una tempestiva riorganizzazione la cui entità, a carattere temporaneo, è stata di portata significativa. In meno di un anno l’offerta di posti letto per acuti e non, è aumentata a 3,75 per 1.000 residenti, da 2,94 posti letto, invertendo un trend in contrazione iniziato più di un decennio fa. Il 12,1% (1.905 su 15.730) dei reparti delle strutture pubbliche e private accreditate e il 20,5% dei posti letto  è stato destinato ai pazienti Covid.

Questa riorganizzazione non è stata uniforme sul territorio nazionale in quanto le percentuali maggiori si sono registrate nelle Regioni più colpite – nel Nord-Ovest, in particolare la Lombardia ha destinato il 32% dei posti letto, nel Nord-Est, l’Emilia-Romagna il 24,5% e nel Centro le Marche, il 25,2%. Gli ospedali pubblici hanno destinato ai pazienti Covid il 21% dei posti letto e il 13% dei reparti mentre i privati accreditati rispettivamente il 7 e il 17%. Nel complesso gli ospedali pubblici hanno destinato ai pazienti Covid il 91% dei reparti e l’83% dei posti letto. L’attività ospedaliera ha subito un grave contraccolpo: rispetto al 2019 i ricoveri per acuti in regime ordinario sono diminuiti del 18%, quasi 1.100.000 in valore assoluto, mentre la degenza media è si è contratta a 7,1 giorni da 7,6 giorni del 2019.

L’utilizzo effettivo dei posti letto Covid in ricovero ordinario ha raggiunto il picco nei mesi di aprile e novembre 2020 con 24.544 e 27.151. I reparti che hanno messo a disposizione la percentuale più elevata dei propri posti letto ai pazienti covid sono la pneumologia, le malattie infettive, la terapia intensiva e semi intensiva e la pneumologia. Secondo gli ultimi dati della pubblicazione “Personale delle ASL e degli Istituti di ricovero pubblici ed equiparati Anno 2020“, anche il personale sanitario ha subito un aumento, dopo anni di contrazione: il personale dipendente del SSN è di 617.466 unità ed è aumentato di 13.610 unità, il 2,3% in più rispetto al 2019.

Ministero della Salute – Servizio sanitario nazionale, i dati dell’Annuario 2020

https://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=3245