La rassegna della settimana: #1 BCE: nell’ultima riunione del Consiglio direttivo BCE è stato deciso l’ aumento di 50 punti base dei tassi di interesse e l’adozione misure per assicurare ai Paesi più vulnerabili uno scudo “antispread”. #2 Fondazione per la Sussidiarietà: la cultura della sussidiarietà contribuisce a rafforzare il tessuto sociale riducendo il rischio di diseguaglianze e di povertà. #3 ISTAT-AGENAS: nel 2020 a causa della pandemia vi sono stati 1,8 milioni di ricoveri in meno rispetto agli anni precedenti sia in regime ordinario sia in day hospital. #4 IMF: l’invasione russa in Ucraina e la pandemia gettano incertezze sullo scenario macroeconomico globale. Le previsioni aggiornate indicano un raffreddamento della crescita globale sebbene per l’Italia la revisione al ribasso sia meno consistente. #5 OECD: l’invecchiamento della popolazione creerà dei problemi di finanziamento ai sistemi sanitari creando tensioni tra i vari livelli di governo.
Nella riunione del 21 luglio scorso il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di aumentare i tre tassi di riferimento (i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale) di 50 punti base dal 27 di giugno. È il primo aumento dei tassi dopo 11 anni che si attesteranno rispettivamente allo 0,50%, allo 0,75% e allo 0,00%. È stato approvato anche il Transmission Protection Instrument (TPI) uno scudo antrispread considerato uno strumento necessario per garantire l’efficace trasmissione della politica monetaria. (Leggi)
L’incremento della povertà e delle diseguaglianze sta destando l’interesse sulla dimensione sociale dello sviluppo. Il “Rapporto sulla sussidiarietà 2021/2022“, a cura della Fondazione per la Sussidiarietà, ha evidenziato i benefici della cultura sussidiaria al benessere collettivo in quanto chi partecipa al volontariato e ad attività sociali, migliora la propria qualità della vita, facilita la ricerca di un lavoro e riduce il rischio di povertà. Il rapporto è stato predisposto in collaborazione con Istat: l’analisi statistica evidenzia una correlazione significativa tra attività sussidiarie e sviluppo sociale. (Leggi)
Nel 2020 il sistema ospedaliero ha registrato 6,5 milioni di ricoveri, il 22% in meno rispetto al periodo pre pandemia mentre i ricoveri Covid-19 sono stati 286.530. Il rapporto “Impatto dell’epidemia covid-19 sul sistema ospedaliero italiano 2020” realizzato da ISTAT e Agenas ha focalizzato l’impatto della pandemia su”assistenza ospedaliera italiana. Il calo dei ricoveri, dovuta al rinvio degli interventi in elezione, ha interessato sia il regime ordinario -20,1% sia il day hospital -29,4% mentre i decrementi più marcati si sono verificati nel Nord-Ovest e al Sud. (Leggi)
Gli USA, l’Area dell’Euro e la Cina stanno vivendo una fase di stallo dell’attività economica e la congiuntura globale ne sta risentendo. Un approfondimento di Pierre-Olivier Gourinchas dal titolo “Global Economic Growth Slows Amid Gloomy and More Uncertain Outlook” pubblicato su IMFBlog, evidenzia come l’incertezza sia in aumento e le nubi all’orizzonte siano sempre più scure. Quanto previsto dall’Economic Outlook dello scorso aprile si sta concretizzando e in questo scenario, condizionato dall’invasione Russia in Ucraina, l’Italia presenta prospettive di crescita per il 2020 meno pessimistiche di altri Paesi. (Leggi)
L’invecchiamento della popolazione in tutti i Paesi OCSE avrà conseguenze sulla sostenibilità dei sistemi sanitari. Vi sarà un incremento della spesa sanitaria a causa della maggiore domanda e una diminuzione delle entrate a causa del restringimento della popolazione in età da lavoro. Un working paper OCSE di P. de Biase, S. Dougherty e L. Lorenzoni, intitolato “Ageing and the long-run fiscal sustainability of health care across levels of government” evidenzia come questo fenomeno si verificherà con una pressione asimmetrica tra i livelli di governo e discute alcune riforme riguardanti il federalismo fiscale e delle relazioni intergovernative. (Leggi)

LO SCUDO ANTISPREAD DELLA BCE
Il Consiglio direttivo della BCE ha deciso, come preannunciato nella riunione dello scorso, giugno l’innalzamento di 0,50 punti base dei tre tassi di riferimento. Si tratta di una misura attesa da tempo, e secondo alcuni osservatori tardiva, per contrastare il rapido aumento dell’inflazione dopo l’invasione russa in Ucraina. Nell’ambito del programma APP partire da luglio non vi sarà più nessun acquisto netto ma solo il reinvestimento dei rimborsi per tutto il tempo necessario a mantenere “ampie condizioni di liquidità e un adeguato orientamento di politica monetaria”. Nell’ambito del PEPP il consiglio direttivo intende reinvestire i pagamenti dei titoli a scadenza almeno fino alla fine del 2024 allo scopo di garantire il corretto funzionamento dei canali di trasmissione di politica monetaria.
Il reinvestimento flessibile dei ricavi PEPP era stato progettato per venire in aiuto di quei paesi a rischio spread sebbene lo strumento non sia nel complesso adeguato. Per superare i limiti del reinvestimento e assicurare un’adeguata protezione ai Paesi con fondamentali economici buoni ma con elevati livelli di debito pubblico, è stato introdotto un nuovo strumento di protezione, il Transmission Protection Instrument (TPI). L’Eurosistema potrà acquistare sul mercato secondario, in quelle giurisdizioni dove le condizioni di mercato disordinate e non giustificate possono ostacolare la trasmissione della politica monetaria. Gli acquisti saranno proporzionati all’entità dei rischi che gravano sulla trasmissione della politica monetaria.
Gli acquisti saranno focalizzati su titoli del settore pubblico con scadenza da uno a dieci anni e, se necessario, anche i titoli del settore privato. L’intervento non è incondizionato: sarà valutato, sulla base di alcuni criteri, se i paesi perseguono politiche macroeconomiche sostenibili. In particolare bisognerà rispettare il quadro di bilancio dell’UE e non essere sottoposti a una procedura EDP (Excessive deficit procedure), non avere eccessivi squilibri macroeconomici (procedure EIP), la traiettoria del bilancio dovrà essere sostenibile e le politiche macroeconomiche dovranno essere sane e sostenibili nel rispetto degli impegni presi nei rispettivi Piani di ripresa e resilienza.
BCE – Le decisioni di politica monetaria e lo scudo anti spread
https://www.ecb.europa.eu/press/pr/date/2022/html/ecb.mp220721~53e5bdd317.en.html

OLTRE LA DIALETTICA STATO-MERCATO
La pandemia ha inciso in modo profondo sul tessuto sociale italiano aggravando la preesistente tendenza dell’aumento delle disuguaglianze. Nonostante la ripresa del 2021, l’inflazione sta dando il colpo di grazia, in quanto sta erodendo il potere di acquisto delle fasce più deboli della popolazione. La risposta più efficace, secondo quanto evidenziato dal Rapporto sulla sussidiarietà 2021/2022, proviene dal basso e va oltre la dialettica consolidata Stato-mercato: ossia la cultura sussidiaria, cifra distintiva del terzo settore. Partecipare ad attività sociali e di volontariato migliora la qualità della vita e riduce il rischio di povertà: ad esempio seguire corsi di formazione continua o attività culturali ha una correlazione del 70% con l’inserimento nel lavoro.
Il ruolo del terzo settore negli ultimi anni si è intensificato. Le istituzioni negli ultimi 10 anni sono aumentate di 1/4 arrivando a 375mila. La produzione del settore no profit è stimata in 80 miliardi di euro con un peso sul PIL pari al 5%. Gli addetti sono più di 900mila il 70% dei quali sono donne, inoltre vi è il contributo di quasi 4milioni di volontari. I contributi provenienti dal 5 per mille sono aumentati del 61% in dieci anni per un ammontare di quasi 520 milioni di euro annui mente gli enti beneficiari sono raddoppiati arrivando a 730mila. Il rapporto è suddiviso in cinque parti: nella prima parte si evidenzia di come lavorare per il bene comune rappresenti il migliore investimento per la società.
Nella seconda parte si offre un panorama conoscitivo delle politiche pubbliche attuate per favorire la ripresa e l’inclusione sociale. Nella terza parte si affronta il ruolo degli attori privati nella ripresa socialmente responsabile mentre nella quarta parte viene descritto il ruolo, sempre dei privati ma sul versante della finanza sociale. Nella quinta parte, infine, si illustrano alcuni casi concreti: in particolare sono prese come modello le esperienze di successo nel sociale di alcune associazioni e fondazioni. Il rapporto è stato predisposto in collaborazione con ISTAT che ha fornito contributi scientifici ed analitici sugli indicatori BES, sul Social Progress Index, e sulla relazione tra percezione del sé e la partecipazione ad attività sociali.
Fondazione per la Sussidiarietà – Rapporto sulla sussidiarietà 2021/2022
L’IMPATTO DELLA PANDEMIA SUGLI OSPEDALI IN ITALIA
Nel 2020 la pandemia ha messo sotto pressione il sistema ospedaliero italiano: il numero dei ricoveri si è contratto del 22% rispetto alla media del triennio precedente. L’offerta sanitaria si è saturata e gli interventi in elezione sono stati rimandati sia in regime ordinario -20,1% sia in day hospital -29,4%. La contrazione maggiore si è registrata durante la prima ondata quando i tassi di ospedalizzazione in regime ordinario sono diminuiti del 45% ad aprile e del 39% a maggio, sempre rispetto alla media degli sessi mesi del triennio precedente. Durante la seconda ondata la riduzione è stata più contenuta: -25% a novembre e -26% a dicembre.
Disaggregando i dati per riparazioni geografiche nel Nord-Ovest a fronte di una percentuale di ricoveri Covid-19 del 9,2% si è registrata una contrazione del 22,1% dei ricoveri ordinari; nel Nord-Est a fronte di una percentuale di ricoveri Covid-19 del 5,6% si è registrata una contrazione del 16,3% dei ricoveri ordinari; nel Centro a fronte di una percentuale di ricoveri Covid-19 del 4,3% si è registrata una contrazione del 17,0% dei ricoveri ordinari; nel Sud a fronte di una percentuale di ricoveri Covid-19 del 2,7% si è registrata una contrazione del 22,4% dei ricoveri ordinari mentre nelle isole si è Covid-19 rispettivamente 2,4 e -19,5%. L’offerta ospedaliera del Mezzogiorno si conferma fragile: va evidenziato come si sia avuta la contrazione maggiore nonostante i minori casi in percentuale.
Il 12,3% dei ricoveri Covid-19 è transitato nei reparti di terapia intensiva. Anche in questo caso disaggregando i dati per ripartizioni si hanno risultati eterogenei: al Nord-Ovest è transitato l’11,3%, mentre al Sud e nelle Isole il ricorso alla TI è stato più elevato, rispettivamente il 16,2 e il 16,5%. Tra diagnosi in regime ordinario sono diminuiti i ricoveri per le malattia del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo del 29,5%, le malattie dell’apparato digerente del 27,2% e le malattie urogenitali del 25,2%. I ricoveri Covid-19 in regime ordinari sono stati 286.530 il 58,5% uomini e il 41,5% donne. Il tasso di ricovero per gli ultrasessantacinquenni è stato di 169,3 per gli uomini e di 105,4 per le donne ed è stato osservato per tutte le aree del Paese.
ISTAT – Agenas Impatto dell’epidemia covid-19 sul sistema ospedaliero italiano 2020
L’ECONOMIA GLOBALE AL RALENTI
Il periodo prolungato di prezzi crescenti (e le conseguenti politiche restrittive delle banche centrali), l’invasione dell’Ucraina e la pandemia ancora in corso stanno rallentando la crescita globale. Le nuove stime del FMI per il 2022, nello scenario di base, vedono la crescita globale a +3,2% e nel 2023 a +2.9%. Le nuove stime sono state riviste al ribasso rispetto alle ultime previsioni di aprile rispettivamente di 0,4 e di 0,7 p.p. Hanno pesato sulla revisione il rallentamento degli USA -1,7 p.p. rispetto ad aprile, dell’Area dell’euro in genrale -1,3 p.p, tra le economia avanzate, e della Cina -1,5 p.p. tra le economie emergenti.
Tra i Paesi dell’Area dell’Euro, la Germania ha subito la previsione al ribasso, rispetto ad aprile, più ampia -2,6 p.p. per la difficoltà del Paese di affrancarsi in tempi brevi dalla dipendenza dalle materie prime russe, segue la Spagna -1,8 p.p. e la Franca con un ribasso di -1,2 p.p. Anche per l’Italia è previsto un raffreddamento della crescita ma in misura minore rispetto agli altri Paesi avanzati -0,8 p.p. Nonostante il rallentamento dell’attività economica, l’inflazione resta elevata ed è stara rivista al rialzo rispetto ad aprile: le previsioni sono +6,6% per le economie avanzate (+0,9 p.p.) e +9,5% per i Paesi emergenti e per quelli in via di sviluppo (+0,8 p.p,).
In uno scenario alternativo plausibile, in cui si potrà avere un’interruzione delle forniture di gas all’Europa da parte della Russia, in cui l’inflazione resta alta, il mercato del lavoro rigido, le aspettative di inflazione si sganciano e le politiche monetarie restrittive sono troppo costose, il tasso di crescita globale si contrarrà ulteriormente al 2,2% nel 2022 e 2% nel 2023. In questo scenario negli USA e nell’Area dell’Euro la crescita sarà quasi vicina allo zero nel 2023 con effetti a catena negativi per il resto del mondo. Per migliorare lo scenario macroeconomico ed evitare una seconda recessione globale, a poco meno di due anni dalla precedente, secondo l’editorialista del FMI bisogna puntare sulla cooperazione globale nei temi più critici: contrasto al riscaldamento globale, incremento del grado di preparazione alle pandemie, assicurare la sicurezza alimentare e affrontare crisi dei debiti sovrani.
IMF – Global Economic Growth Slows Amid Gloomy and More Uncertain Outlook
IL PUZZLE DEL FINANZIAMENTO DELLA SPESA SANITARIA
A causa dell’invecchiamento della popolazione le entrate pubbliche tenderanno a crescere meno del PIL mentre, al contrario, la spesa sanitaria crescerà più del PIL a causa degli accresciuti bisogni di salute di una popolazione anziana. Nei prossimi venti anni vi sarà nella gran parte dei Paesi OCSE una divergenza tra domanda sanitaria ed entrate che non è equamente distribuita a tutti i livelli di governo. Le entrate del governo centrale e dei fondi pensioni dipendono dalle tasse sul lavoro per cui sono influenzate negativamente dall’invecchiamento della popolazione e dalla diminuzione della popolazione in età da lavoro.
Le entrate dei governi locali dipendono dalle tasse sui beni immobili e da entrate non fiscali che non risentono dei cambiamenti della struttura demografica. Nella gran parte dei Paesi OCSE la fornitura dei servizi sanitari è centralizzata ma con importanti eccezioni: in Danimarca, Finlandia, Italia, Spagna, Svezia e Svizzera l’offerta sanitaria è molto decentralizzata. Le entrate del governo centrale saranno più colpite dall’invecchiamento della popolazione così come la posizione fiscale: secondo gli autori gli squilibri tra i livelli di governo non sono legati al galleggiamento delle entrate fiscali ma alla resilienza delle entrate ai cambiamenti della struttura della popolazione. Le entrate dei governi locali non saranno sufficienti a compensare gli squilibri a causa della loro autonomia fiscale limitata, dipendono dai trasferimenti governativi e sono sottoposti a normativa vincolante sulla spesa sanitaria.
Per questo motivo nel caso in cui si verifichino squilibri tra livelli di governo, le riforme da attuare, oltre a risolvere i divari tra entrate e uscite, dovranno anche affrontare le asimmetrie tra i livelli di governo. I Paesi hanno a disposizione molte combinazioni di policy mix per rendere le entrate fiscali più resilienti. I due canali più rilevanti sono l’adozione di un sistema di tassazione più favorevole alla crescita (ampliamento della base imponibile tramite la riduzione delle esenzioni), in modo che il prodotto aumenti, incrementando così anche le entrate fiscali e riforme del sistema fiscale basate su entrate indipendenti dall’età come ad esempio un incremento delle aliquote IVA.
OECD – Ageing and the long-run fiscal sustainability of health care across levels of government