La rassegna della settimana: #1 ISTAT: nel primo trimestre 2022, il PIL reale è cresciuto dello 0,1%. Frenano i consumi privati, buon andamento degli investimenti. #2 EC: la politica fiscale italiana deve essere prudente. La crescita della spesa corrente va limitata al di sotto della crescita del prodotto potenziale. #3 Banca d’Italia: un contributo importante alla crescita sarà dato dalla capacità di proseguire nel 2022 l’attuazione del PNRR #4 AIFA: i dati preliminari del 2021 sulla spesa farmaceutica confermano la tendenza degli ultimi 7 anni. Sotto controllo la convenzionata, sforamento del tetto degli acquisti diretti.


Nel primo trimestre del 2022 il PIL reale è cresciuto dello 0,1% in termini congiunturali e del 6,2% in termini tendenziali. L’ISTAT nel comunicato sui Conti economici trimestrali – I trimestre 2022, ha rivisto la stime preliminari dello scorso 29 aprile, quando era stata prevista una contrazione dello 0,2% in termini congiunturali e una crescita del 5,8% in termini tendenziali. Lo scostamento di 0,3 p.p. rispetto alle previsioni è maturato in un clima di elevata incertezza ed è coerente con quanto accaduto nel I trimestre 2021 quando la revisione era stata di +0,5 p.p. (Leggi)

L’Italia ha squilibri macroeconomici eccessivi: un elevato rapporto debito PIL, una produttività del lavoro stagnante, debolezze strutturali nel mercato del lavoro e finanziario e una dipendenza dal gas russo del 50% del proprio fabbisogno. L’European semester 2022 Country Report: Italy evidenzia come il PIL sia ancora del 3% inferiore al livello precedente alla grande crisi finanziaria e che la ripesa robusta del 2021 ha consentito di recuperare buona parte del prodotto perso nel 2020. La Commissione raccomanda nel 2022 e nel 2023 una politica fiscale prudente e di limitare la crescita della spesa corrente. (Leggi)

Nel 2021 la spesa farmaceutica convenzionata, al netto dei pay-back, dei ticket e degli sconti, si è attestata a 7,9 miliardi di euro il 6,54% sul Fondo Sanitario Nazionale (FSN) rispettando il tetto del 7,00%. La spesa per acquisti diretti, al netto degli acquisti dei gas medicinali, si è attestata a 11,2 miliardi di euro pari a 9,28% sul FSN e ha sforato il tetto del 7,65% di 1,63 p.p. Il primo rilascio da parte dell’AIFA del monitoraggio della spesa farmaceutica nazionale e regionale Gennaio-Dicembre 2021 conferma la tendenza alla contrazione della spesa convenzionata e l’espansione della spesa ex ospedaliera. (Leggi)

In un quadro internazionale caratterizzato da incertezze per all’invasione russa in Ucraina, l’inflazione in aumento e la politica monetaria delle banche centrali meno accomodante, l’Italia ha visto una crescita del PIL dello 0,1% nel primo trimestre di quest’anno. La Relazione annuale sul 2021 della Banca d’Italia ha analizzato, come di consueto, le prospettive dell’economia italiana. L’inflazione è arrivata al 6,3% in aprile con l’inflazione di fondo (al netto delle materie prime energetiche e degli alimentari) al 2,2%. I saldi di finanza pubblica sono previsti in ulteriore miglioramento sebbene il risultato dipenda dall’evoluzione del conflitto in corso e soprattutto dalla capacità di attuazione del PNRR. (Leggi)

FRENATA DEI CONSUMI, BENE GLI INVESTIMENTI

Nonostante i venti di guerra e le difficolta legate all’incremento dei beni energetici e delle materie prime e delle difficoltà nelle catene globali di approvvigionamento il PIL reale del primo trimestre 2022 è cresciuto dello 0,1% in termini congiunturali e del 6,2% in termini tendenziali. La crescita acquisita per il 2022 (ossia con variazioni congiunturali nulle nel prosieguo dell’anno) è del 2,6%. La crescita congiunturale è stata guidata dalla componente interna e in particolare dagli investimenti: gli investimenti fissi lordi sono aumentati del 3,9% in termini congiunturali e del 12,9% in termini tendenziali apportando un contributo di 0,8 p.p. La componente estera ha apportato un contributo negativo di 0,3 p.p. I consumi finali si sono contratti dello 0,6%, in particolare per la diminuzione della spesa delle famiglie e ISP dello 0,8%; considerando l’aumento della spesa delle AP dello 0,2%, l’apporto dei consumi finali nazionali è stato di -0.4 p.p.

Il valore aggiunto, complessivamente è cresciuto dello 0,1% in termini congiunturali e del 17,5% in termini tendenziali. Disaggregando il risultato congiunturale per branca di attività si ha un quadro eterogeneo. L’industria in senso stretto ha visto una contrazione del valore aggiunto dello 0,9% mentre le costruzioni sono cresciute del 5,8%, sotto la spinta degli incentivi al settore con un incremento complessivo dello 0,5%. I sevizi si sono contratti dello 0,1%: a fronte di un incremento del 4% per le attività professionali, ricerca e servizi di supporto, il commercio, l’informazione e comunicazione e le attività finanziarie e assicurative hanno registrato una contrazione rispettivamente di -1,3%, -1,6% e -2,2%.

Le ore lavorate sono aumentate rispetto al trimestre precedente dell’1,5% e del 6,7% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Disaggregando il dato congiunturale per branca di attività, si nota un incremento positivo sia in agricoltura +2,1% sia nell’industria +2,3% sia nei servizi +1,3%. I redditi da lavoro dipendente pro-capite sono aumentati dello 0,2% grazie alla crescita dello 0,5% nell’industria in senso stretto, dello 0,4% nelle costruzioni e dello 0,1% nei servizi che hanno più che compensato la contrazione nell’agricoltura dello 0,7%.

ISTAT – Conti economici trimestrali – I trimestre 2022

https://www.istat.it/it/archivio/271276

UNA POLITICA FISCALE PRUDENTE

Nell’ambito del semestre europeo, la Commissione europea raccomanda all’Italia una politica fiscale prudente nel 2023. Gli squilibri macroeconomici del paese sono ancora ampi e le cause della crescita sotto la media a partire dalla seconda metà degli anni ‘90 nascono da problemi strutturali di lunga data. Le performance deboli dell’economia italiana dipendono dalla bassa produttività del lavoro e del capitale: il contributo alla crescita del capitale ICT è in diminuzione nel tempo, vi la mancanza di investimenti in capitale intangibile e la forza lavoro si sta contraendo a fonte dell’invecchiamento della popolazione.

Il mercato del lavoro è il lieve miglioramento rispetto al 2020 ma i nuovi lavoro soni creati in gran parte con contratti a tempo determinato. Il supporto del governo durante l’emergenza sanitaria, sta pesando sulla finanza pubblica: l’indebitamento netto nel 2023 sarà ancora superiore, anche se di poco, al 3%. Il apporto debito/PIL, aveva raggiunto nel 2020 155,3% e grazie anche alla crescita è previsto scendere al 146,8%. A complicare il quadro delicato è intervenuta la guerra in Ucraina con il conseguente incremento dei prezzi del petrolio e del gas naturale che ha comportato ricadute sul potere di acquisto dei consumatori.

Nonostante l’intervento del governo, l’incremento dei prezzi dei beni energetici, impatterà sulle bollette e incrementerà la povertà energetica, già elevata rispetto alla media dei Paesi EU. Il mix energetico del nostro Paese è dominato dal gas naturale la metà del quale è importato dalla Russia. Il mercato del lavoro è sempre caratterizzato dalla bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro 53,2% nella classe di età 20-64, soprattutto nel meridione, e da un elevato tasso di disoccupazione giovanile al 29,7% nel 2021. Dal lato della domanda di lavoro, le imprese stanno riscontrando un incremento nel tasso di posti di lavoro vacanti. Questa carenza può essere colmata fornendo perfezionamento e riqualificazione in quanto la popolazione ha un basso livello di istruzione (i NEET nel 2020 hanno raggiunto il 23,3%): nel 2021 meno della metà degli adulti possedeva le competenze digitali di base e nel 2019 il numero di laureati in ICT era tra le più basse in Europa.

EC – European semester 2022 Country Report: Italy

https://ec.europa.eu/info/publications/2022-european-semester-country-reports_en

AVERE LA CAPACITÀ DI PROSEGUIRE L’ATTUAZIONE DEL PNRR

Il Governo prevede nel 2022 di migliorare i saldi di finanza pubblica: il disavanzo delle Pubbliche amministrazioni si dovrebbe attestare al 5,6% – in diminuzione rispetto al 7,2% del 2021 – tenuto conto delle misure in favore delle famiglie per contrastare il caro bollette, adottate nel primo trimestre di quest’anno. Il rapporto debito/PIL dovrebbe diminuire di 4 p.p. al 147% nella previsione di un tasso di crescita nominale del PIL ancora superiore al costo del debito. L’inflazione ad aprile ha raggiunto il 6,3 % con le aspettative e di famiglie, imprese ed operatori in forte rialzo.

Le tensioni internazionali hanno rallentato la congiuntura: sebbene secondo le stime preliminari nel primo trimestre del 2022 il PIL reale si sia contratto dello 0,2%, (ultimo dato TSTAT +0,1%) i dati ad alta frequenza sintetizzati nell’Italian weekly economic index (Itwei), segnalano che è in atto una moderata ripresa nel secondo semestre. Il PIL nel 2022 crescerebbe del 2,2% mentre nel 2023 1,8% nel 2023. La relazione annuale si sofferma sull’importanza per il nostro Paese della capacità di proseguire nell’attuazione del PNRR. Nel 2021 la commissione ha versato la prima rata di 21 miliardi di euro (suddivisi in 10 miliardi di sovvenzioni e 11 di prestiti) dopo il raggiungimento dei 51 traguardi e obiettivi. Nel 2022 è richiesto uno sforzo maggiore in quanto i traguardi e gli obiettivi sono 100 la maggior parte sulla digitalizzazione e la transizione verde che rappresentano il 52% delle risorse complessive da assegnare.

Tra i progetti previsti vi sono la digitalizzazione Pubblica amministrazione, l’incremento dell’attrattività dei luoghi turistici, la realizzazione di linee ferroviarie e la produzione di energia da fonti rinnovabili. Sono previste le riforme del pubblico impiego, del codice degli appalti e la legge annuale per il mercato e la concorrenza. Nel caso del rispetto delle scadenze saranno versate due rate semestrali rispettivamente di 24,1 e 21,8 miliardi di euro, suddivise in parti uguali tra prestiti e sovvenzioni. Un elemento che potrebbe comportare l’allungamento dei tempi o dei costi di realizzazioni sono il rincaro dei prodotti energetici, delle materie prime e il perdurare delle difficoltà di approvvigionamento.

Banca d’Italia – Relazione annuale 2021

https://www.bancaditalia.it/media/notizia/relazione-annuale-sul-2021-considerazioni-finali-del-governatore/

CONTINUA LO SFORAMENTO DELLA FAMACEUTICA OSPEDALIERA

Dal 2017, quando la spesa farmaceutica territoriale è stata ridenominata in “spesa farmaceutica convenzionata” e l’ospedaliera in “spesa per acquisti diretti”, si è assistito a un trend in diminuzione per la prima e in modo speculare, con l’eccezione del 2017, a un trend in aumento per la seconda. Nelle elaborazioni preliminari dell’AIFA relative al 2021, la spesa convenzionata, al netto deli pay-back, della compartecipazione e degli sconti si è attestata a 7.903,3 milioni di euro in diminuzione dello 0,6% rispetto all’anno precedente pari al 6,54% del FSN definitivo 2021 di sotto di 0,46 p.p. rispetto al tetto del 7% con un risparmio nominale di 561,4 milioni di euro. A livello territoriale il limite è stato rispettato da 13 Regioni/Provincie autonome mentre non lo hanno rispettato la Campania (7,45%), la Puglia (7,31%), la Basilicata (7,28%), la Lombardia (7,27%), l’Abruzzo (7,27%) la Calabria (7,21%) e la Sardegna (7,04%).

La spesa per acquisti diretti (farmaci di classe A e H, compresi i gas medicinali ed esclusi i vaccini al netto dei farmaci innovativi oncologici, al netto del pay-back coperti e non coperti dal fondo) si è attestata a 11.463,4 milioni di euro in aumento del 4,7% rispetto al 2020, pari al 9,482% sul FSN. Considerando separatamente la spesa per i Gas medicinali, la spesa per farmaci si è attestata a 11.219,4 milioni di euro pari a 9,28% del FSN con uno scostamento in valore assoluto di 1.968.6 milioni di euro, mentre la spesa per gas medicinali è stata di 244 milioni di euro, lo 0,202% del FSN. La spesa dei farmaci innovativi oncologici non coperti dal fondo è stata di 118 milioni pari allo 0,10% del FSN.

Tutte le Regioni/Provincie autonome, fuorché Lombardia (7,46%) e Val d’Aosta (7,37%) hanno rispettato il tetto del 7,65% sebbene quest’ultima abbia sforato il tetto dei gas medicinali di 0,09 p.p. Limitando l’analisi alla spesa senza gas medicinali, la Regione con lo scostamento più elevato è la Sardegna con l’11,33% seguita da Umbria e Friuli Venezia-Giulia rispettivamente con 11,19% e 10,68%. Rispetto alle risorse assegnate (il 14,85% del FSN) la spesa complessiva è stata di 19.366,6 milioni pari al 16,02% del FSN con uno sforamento in valore assoluto di 1.409,4 milioni di euro.

AIFA – Monitoraggio della Spesa Farmaceutica Nazionale e Regionale Gennaio-Dicembre 2021, 1° rilascio

https://www.aifa.gov.it/web/guest/monitoraggio-spesa-farmaceutica