La rassegna della settimana: #1 CESIFO: L’incremento della spesa LTC dovuto a una maggiore occupazione delle donne con età superiore ai quaranta anni provoca una diminuzione della spesa sanitaria e un incremento del PIL pro-capite. #2 Bruegel: a un biennio difficile in cui le catene globali di approvvigionamento sono interrotte è seguito un aspro conflitto: Bruegel resta una fonte primaria di informazione e proposte su energia e governance europea. #3 Banca d’Italia: la discrezionalità delle politiche di bilancio nazionali dovrebbe essere limitata per i Paesi ad elevato livello di debito pubblico. #4 ECFIN: Prima dello scoppio della pandemia l’attenzione della Commissione europea era focalizzata sulla variabilità dell’inflazione a patire dalla seconda metà del 2021. #5 Eurostat: la speranza di vita alla nascita sta rimbalzando nei Paesi dell’Europa occidentale mentre nell’Europa orientale è in corso ancora una contrazione.
In un campione di Paesi OCSE un incremento dell’1% dell’occupazione delle donne di età superiore ai quaranta anni (individuate come rappresentanti tipiche della figura del caregiver non retribuito) corrisponde un aumento della spesa LTC dell’1,48% e una diminuzione della spesa sanitaria dello 0,88%. È quanto è emerso da un paper CESIFO del 2022 di Costa-i-Font e Vilaplana-Prieto “‘Investing’ in Care for Old Age? An Examination of Long-Term Care Expenditure Dynamics and Its Spillovers“. La diminuzione della spesa sanitaria dipende da un minor ricorso all’ospedalizzazione sebbene vi siano eterogeneità tra Paesi. (Leggi)
La pandemia ha provocato interruzioni nelle catene di approvvigionamento globali con una conseguente scarsità di alcuni prodotti e un aumento dell’indice dei prezzi. La guerra in Ucraina ha ulteriormente complicato il quadro globale aggiungendo squilibri e tensioni. In questo contesto il think tank Bruegel ha svolto un’intensa attività di ricerca associata a formulazioni di proposte orientata alle decisioni di policy. Il Rapporto annuale di Bruegel 2021, è l’occasione per illustrare l’attività del centro di ricerca e le aree di propria pertinenza. (Leggi)
I Paesi UE con un elevato livello di debito pubblico dovrebbero concordare con la Commissione europea un patto di sostenibilità con la successiva approvazione del Consiglio d’Europa. Un Occasional paper della Banca d’Italia di Romanelli, Tommasino e Vadalà (aprile 2022) “Il futuro della governance di bilancio europea: la necessità di un approccio integrato” è un contributo qualificato al dibattito sulla riforma della governance economica dell’UE. Il patto prevedrebbe un obiettivo di debito a medio temine e un profilo di indebitamento coerente. In tal caso sarebbe necessario limitare le discrezionalità delle politiche di bilancio nazionali. (Leggi)
Le previsioni di inverno della Commissione europea, pubblicate qualche settimana prima dell’invasione russa in Ucraina, avevano stimato per il 2022 una crescita per l’Area dell’euro del 4.0% e un passo più moderato del 2,7% nel 2023. La nuova situazione, che ha esasperato le tendenze inflattive già in atto nella seconda metà del 2021, spinge al ribasso le previsioni di crescita del 2022. Il primo Quarterly Report on the Euro Area è un’edizione che tiene conto solo marginalmente, per ragioni di tempistica editoriale, degli effetti del conflitto e affronta le conseguenze dell’elevata volatilità dell’inflazione causata dalla pandemia. (Leggi)
Nell’EU la speranza di vita alla nascita è aumentata di due anni ogni dieci a partire dagli anni ’60 fino a raggiunge nel 2019 gli 81,3 anni. Nel 2020 a causa della pandemia la ha subito una battuta d’arresto di 0,9 anni (all’incirca poco meno di 11 mesi). Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Eurostat, nel 2021 vi è stato un rimbalzo verso i livelli pre-pandemici solo per gran parte dei Paesi dell’Europa occidentale mentre per buona parte dei Paesi dell’Europa orientale, dove la pandemia ha colpito in un periodo successivo, il trend discendente è ancora in atto e non si è ancora verificato nessun rimbalzo. (Leggi)
INVESTIRE IN LCT CONVIENE
In gran parte dei Paesi Long Term Care è prerogativa del lavoro informale non retribuito in particolare delle donne di età maggiore di 40 anni. L’incremento della partecipazione al mercato del lavoro delle donne sta generando una domanda crescente di LTC formale. Un maggior ricorso all’LTC formale ha delle esternalità positive e può contribuire a ridurre il ricorso all’assistenza ospedaliera e favorire un minor consumo di farmaci.
Il lavoro ha stimato l’impatto anche sulla crescita economica in quanto in letteratura è stata osservata l’esistenza di un’elasticità tra spesa LCT e crescita del PIL pro-capite di 3.2 molto più elevata dell’investimento in costruzioni. Lo studio condotto su un panel dal 2002 al 2015 grazie alla disponibilità per 27 Paesi OCSE di serie storiche cross-national. I risultati mostrano un grande effetto dell’incremento della partecipazione al mercato del lavoro delle donne ultraquarantenni, caregiver tradizionalmente non pagate sulla spesa LTC. All’incremento dell’1% dell’occupazione corrisponde un aumento della spesa LTC nel periodo successivo dell’1,48%.
Gli autori trovano conferma anche dell’esternalità positiva sulla spesa sanitaria per la diminuzione di ricoveri e consumo di medicinali. Un incremento dell’1% nel periodo 1 della spesa LCT incrementa il PIL pro-capite dello 0.20% nel periodo successivo, mentre si assiste alla contrazione della spesa sanitaria dello 0.6% per effetto della riduzione della riduzione dello 0.86% della spesa per medicinali e dello 0.6% della spesa per ricoveri. L’effetto sulla spesa sanitaria è eterogeneo per gruppo di Paesi: per i Paesi dell’Euopa del Nord è dell’1.78% mentre per i PAesi dell’Europa del Sud la riduzione è dello 0.55%.
GOVERNANCE ECONOMICA DELL’UE: UNA PROPOSTA
La Commissione europea nell’ottobre scorso aveva riesumato il dibattito sulla Revisione della Governance europea, interrotto dalla pandemia subito dopo il suo varo nel febbraio 2020. La commissione ha aggiunto ai punti già individuati in passato, l’incremento considerevole del debito pubblico degli Stati membri dovuto agli ingenti interventi di supporto all’attività economica. La revisione è relativa alla capacità delle regole europee di garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche e di prevenire gli squilibri macroeconomici.
Gli interventi delle autorità monetarie e fiscali sono state ingenti e tempestive e grazie a ciò, prima dell’invasione russa in Ucraina, la gran parte dei Paesi europei aveva recuperato o si è molto avvicinato ai livelli pre-crisi. I governi hanno potuto agire grazie alla “clausola di salvaguardia generale” che ha sospeso l’applicazione delle regole numeriche del Patto di stabilità e crescita. fino alla fine del 2022. La Revisione ha preso in considerazione anche l’utilizzo di strumenti fiscali comuni: esempi sono il programma Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency (SURE) 100 miliardi di prestiti per supportare l’occupazione e il Next Generation EU (NGEU) dall’ammontare di 800 miliardi di euro per finanziare investimenti e favorire la transizione digitale.
I mesi prima della riattivazione delle regole del SGP, andrebbero impiegati per una riflessione per ripensare le regole e completare l’architettura economica dell’UE, senza imporre vincoli irrealizzabili e più orientata alla crescita. Il “patto di sostenibilità” proposto fisserebbe un obiettivo a medio termine e un disavanzo nominale pluriennale coerente. LE variazioni dal percorso di aggiustamento solo nel caso di shock macroeconomici.
https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/qef/2022-0691/index.html
IL MONDO DI BRUEGEL
Il Rapporto l’occasione per una carrellata delle attività di Bruegel per l’anno 2021 in cui pandemia e interruzione delle catene del valore hanno caratterizzato l’economia globale. I suoi studiosi utilizzano l’analisi basata sui dati per valutare i processi economici, discutere le opzioni politiche e formulare proposte. L’obiettivo che le raccomandazioni siano praticabili e non siano limitate da linee politiche.
I ricercatori e i membri lavorano insieme per progettare il programma di ricerca mentre il consiglio prende la decisione finale sul programma di ricerca sulla base di una proposta del direttore e vicedirettore. Una volta scelto un argomento o una domanda, il gruppo di ricerca lavora in modo indipendente. Tutte le pubblicazioni riflettono il lavoro e le opinioni dei loro autori, senza esprimere un punto di vista istituzionale. Il direttore esercita la supervisione editoriale e il controllo della qualità.
Bruegel è un forum per il dibattito politico tra individui provenienti da ambienti e settori diversi. Pubblicazioni, eventi, social media, blog e podcast servono a focalizzare il dibattito su temi specifici. Si segnala la collaborazione anche con i principali istituti di ricerca europei e internazionali su specifici progetti di ricerca o programmi di scambio. Gli studiosi si occupano di aree politiche rilevanti per i singoli paesi, l’Unione Europea, l’Europa più ampia, i gruppi di governance globale e le organizzazioni internazionali. Gli studiosi sono in contatto con i decisori a ogni livello di governance e in molte parti del mondo.
L’INFLAZIONE INATTESA DEL 2021
Il primo QREA del 2021, è stato redatto prima dell’invasione dell’Ucraina e ha dedicato alcuni capitoli all’inflazione, fenomeno inatteso del 2021. Durante la pandemia il percorso dell’inflazione può essere diviso in due fasi: la prima che termina alla fine del 2020 in continuità con gli anni precedenti, la seconda che inizia nel 2021. Durante la prima fase alla contrazione dell’attività economica è seguito un marcato rallentamento dei prezzi nell’Area dell’euro dove in 15 Paesi su 19 l’inflazione è stata di segno negativo. Nella seconda fase, iniziata nel 2021, l’inflazione è aumentata velocemente fino a raggiungere il valore record di 5.9% di febbraio 2022.
Prima dello scoppio del conflitto ucraino, l’inflazione era considerata temporanea. In gran parte questo ciclo inflattivo è stato guidato dai prezzi degli energetici, andati giù durante il blocco delle attività economiche e ritornati a crescere una volta iniziata la ripresa. Un ruolo non secondario, inoltre, è stato giocato anche dai beni non energetici. I servizi hanno influito in misura minore ma con un andamento analogo sui prezzi tra il 2020 e il 2021. Durante la pandemia non solo vi è stata un’elevata volatilità del livello dei pezzi ma anche una definitiva rottura del trend iniziato dopo la grande crisi finanziaria durante il quale l’inflazione si è mantenuta stabilmente al di sotto del 2%.
Considerando alcune materie prime, a gennaio 2022 il pezzo del Brent era del 25% superiore al livello precedente alla pandemia. Anche il prezzo all’ingrosso del gas naturale è andato alle stelle provocato da un afflusso minore di gas dalla Russia. Inoltre le tensioni tra Ucraina e Russia, le ridotte scorte di gas e interruzioni delle forniture di energie rinnovabili dovuti ad eventi atmosferici, hanno spinto ulteriormente in alto il prezzo delle materie prime.
ECFIN – Quarterly Report on the Euro Area (QREA), Vol. 21, No. 1 (2022)
https://ec.europa.eu/info/publications/quarterly-report-euro-area-qrea-vol-21-no-1-2022_en
SPERANZA DI VITA, RIMBALZO DISOMOGENEO NELL’UE
Secondo i dati preliminari pubblicati dall’Eurostat nel 2021, in metà dei Paesi dell’Unione Europea la speranza di vita alla nascita (ossia il numero di anni che un individuo si aspetta di vivere dalla nascita se permanessero le stesse attuali condizioni di mortalità per tutti gli individui fino all’esaurimento dell’intera coorte) è ancora in diminuzione. In EU l’indicatore è in calo di 0,3 anni rispetto al 2020 e di 1,2 anni rispetto al 2019 ritornando ai livelli del 2011. Bulgaria, Slovacchia, hanno subito una diminuzione di 2,2 anni, Lettonia ed Estonia, rispettivamente di 2,1 e 2,0 anni.
In quasi tutti gli Stati membri non è stato ancora recuperato il livello precedente alla pandemia fuorché per Lussemburgo +0,1 anni, Malta e Svezia, in questi ultimi due l’indicatore è allo stesso livello del 2019. Considerando il biennio 2019/2020, i Paesi con la maggiore contrazione restano sempre quelli dell’Europa orientale: Bulgaria -3,7 anni, Slovacchia -3,0 anni e Romania -2,7 anni. In Europa rispetto al 2020 hanno segno positivo: Belgio +1,1 anni, Spagna +0,9, Svezia +0,8 Italia, Malta e Lussemburgo +0,6 anni, Slovenia +0,3 anni, Francia +0,2 anni e Portogallo e Paesi Bassi +0,1 anni.
Con segno negativo oltre ai Paesi già citati: Romania -1,3 anni, Ungheria -1,2 anni, Grecia -1,1 anni e Germania -0,2 anni che nel biennio ha perso 0,4 anni passando da 81,3 anni per entrambe i sessi a 80,9 anni. In particolare per l’Italia l’indicatore totale per uomini e donne è passato da 82,3 anni del 2020 a 82,9 del 2021: disaggregando per genere emerge che l’incremento è stato di 0,6 anni sia per i maschi passati da 80,0 a 80,6 anni sia per le donne da 84,5 a 85,1 anni.
Eurostat – Life expectancy continued to decrease in 2021 in the EU
https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-eurostat-news/-/ddn-20220506-2