La rassegna della settimana: #1 Agenas: l’incremento del FSN di quasi 7,8 miliardi di euro nel 2020 ha avuto un impatto differenziato sui bilanci dei SSR, riportando la sanità, nel complesso, in avanzo. #2 OECD: differenze sensibili nelle coperture vaccinali contro la Covid-19 sono presenti anche nei Paesi OCSE, il ruolo delle policy. #3 PIIE: inflazione pregressa, politiche monetarie più restrittive e guerra in Ucraina rallenteranno la ripresa economica a livello globale. #4 IMF: crescita in frenata e inflazione in aumento nelle previsioni di aprile: le banche centrali chiamate ad agire più in fretta possibile.
L’emergenza sanitaria ha inciso in modo eterogeneo sui conti dei Servizi Sanitari Regionali. Le risorse aggiuntive assegnate al FSN hanno contribuito a riportare in avanzo di 89 milioni di euro il sistema in aggregato, contro un disavanzo di 118 milioni del 2019. Dai conti economici consolidati del 2020 elaborati dall’Agenas sulle cinque Regioni con i conti in perdita, tre hanno ridotto il disavanzo rispetto all’anno precedente: Calabria, Molise, Puglia mentre Abruzzo e Toscana lo hanno incrementato. Nove Regioni hanno incrementato l’utile di esercizio mentre sette Regioni lo hanno ridotto. (Leggi)
Disparità nella copertura vaccinale contro la Covid-19 si registrano non solo tra Paesi ricchi e poveri ma anche tra i Paesi OCSE dove ancora permangono delle differenze sorprendenti. Un working paper OCSE “Understanding differences in vaccination uptake among OECD countries” di Turner e altri, indaga le cause di queste differenze soffermandosi sul ruolo delle misure adottate. Composizione demografica del Paese, fiducia nelle istituzioni, correlazione con precedenti campagne di vaccinazione antinfluenzale riescono in parte a spiegare l’ampiezza della copertura, mentre azioni mirate possono contribuire a superare l’esitazione vaccinale. (Leggi)
Dalla seconda metà del 2021 numerosi Paesi hanno registrato un crescente tasso di inflazione. Questo evento inatteso, e da molti osservatori considerato temporaneo, ha evidenziato la necessità di rimodulare la politica monetaria al più presto possibile con significative conseguenze sull’attività economica. Il Global Economic Prospect: Spring 2022 del PIIE, avverte non solo dei rischi sulla crescita economica globale di una politica monetaria restrittiva ma anche sulle conseguenze della guerra in Ucraina per l’incremento dei prezzi degli energetici, del cibo e di altri beni di consumo. (Leggi)
La guerra in Ucraina riduce la crescita e aggiunge inflazione, complicando ulteriormente il compito delle Banche centrali di contenere le pressione dei prezzi e di salvaguardare la crescita economica. L’IMF World Economic Outlook April 2022 stima al ribasso la crescita globale al 3,6% nel 2022 e 2023 dal 6,1%. Nel 2022 l’inflazione è prevista al 5,7% nelle economie avanzate e all’8,7% nelle economie emergenti. Le previsioni sull’inflazione sono formulate con un elevato grado di incertezza in quanto la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare. Per evitare l’innescarsi della spirale salari prezzi, le banche centrali dovrebbero intervenire con maggior risolutezza rispetto a quanto fatto fino ad ora. (Leggi)

PANDEMIA E RISORSE AGGIUNTIVE: IL BILANCIO DELLE REGIONI
La pubblicazione da parte di Agenas dei bilanci dei Servizi sanitari regionali (SSR) del biennio 2019-2020 consente di fare il punto sul 2020 anno in cui il FSN è stato incrementato di quasi 7,8 miliardi di euro per fronteggiare i costi aggiuntivi determinati dalla pandemia. Nel complesso il valore della produzione dei SSR, compartecipazione inclusa, è aumentato rispetto al 2019 del 4,7% a 123,9 miliardi di euro, 5,6 miliardi in più in valore assoluto. I costi della produzione sono aumentati di 4,7 miliardi in valore assoluto, in misura minore dei ricavi, raggiungendo i 119,6 miliardi di euro +4,1% rispetto al 2019.
La compartecipazione (Ticket sanitari) è diminuita del 35,8% ossia 505,9 milioni in meno rispetto al 2019. In aggregato, senza considerare le compensazioni di partite, i SSR presentano un avanzo di 89 milioni di euro contro un disavanzo di 118 milioni del 2019. Tre delle cinque Regioni in disavanzo nel 2019 hanno ridotto la perdita d’esercizio, Calabria, Molise e Puglia: rispettivamente -20,3 milioni rispetto a -121,6 (-83,3%), -23,1 rispetto a -117,1 (-80,2%) e -24,0 rispetto a -38,1 (-37,0%).
In Abruzzo e Toscana le perdite sono aumentate rispettivamente del 27,6% e del 627%, con un incremento in quest’ultima Regione in valore assoluto di 78,9 miliardi di euro, sintomo di problemi di governance della spesa sanitaria. Nel complesso, da una prima analisi, i SSR hanno affrontato dal lato gestionale la pandemia sostanzialmente in avanzo facilitati dalla sospensione delle attività di medicina specialistica e degli interventi in elezione che ha limitato il lievitare dei costi.
LE VACCINAZIONI NEI PAESI OCSE
Tra i Paesi OCSE vi sono sensibili differenze nella copertura vaccinale. Il range è molto ampio: secondo i dati disponibili all’11 marzo 2022 si va dal 92% del Portogallo al 51% della Slovacchia. Le differenze superiori ai 40 p.p. non possono essere spiegate con le difficoltà logistiche nell’offerta e nella produzione come nei Paesi poveri, in quanto nei Paesi QCSE sono state risolte da tempo, tranne in Colombia e Costa Rica dove vi sono stati problemi di fornitura fino a poco tempo fa.
Le evidenze più recenti mostrano che i paesi con tassi di vaccinazione più alti hanno tassi di mortalità meno elevati e che la velocità della ripresa sembra direttamente collegata alla copertura vaccinale. L’esitazione vaccinale può avere avuto un ruolo nelle differenze di copertura sebbene dalle evidenze empiriche non risulti un legame stretto tra i due fenomeni mentre invece c’è una forte correlazione tra vaccinazioni antinfluenzale e vaccinazioni contro la Covid-19.
In molti Paesi dove storicamente la copertura della vaccinazione antinfluenzale è bassa (ad esempio Slovacchia, Polonia e Turchia), lo è anche quella per la vaccinazione contro la Covid-19. Un altro motivo potrebbe risiedere nella composizione per età della popolazione: per la priorità data agli anziani, maggiore è la loro quota sul totale maggiore è il tasso di copertura. Secondo gli autori una strategia di Pass ben congegnata è efficace nel ridurre l’esitazione vaccinale mentre l’obbligatorietà e le misure di nudge hanno avuto esiti contrastanti.
OECD – Understanding differences in vaccination uptake among OECD countries

FRENA LA RIPRESA GLOBALE TRA INFLAZIONE E STRETTE MONETARIE
La ripresa dell’inflazione della seconda metà del 2021 ha indotto alcune banche centrali ad adottare politiche monetarie restrittive. Il PIIE, tenedo conto del mutato scenario ha ridotto le prospettive di crescita globale al 3,3% dal 5,8% sia per il 2022 sia per il 2023. La guerra in Ucraina ha ulteriormente spinto l’inflazione ancora più in alto rendendo la ripresa ancora più incerta. Nel 2021 tra le grandi economie avanzate gli USA sono cresciuti più della contrazione economica del 2020 ma gli altri Paesi non hanno recuperato del tutto il livello pre-crisi: per questo gruppo, in cui sono compresi i Paesi UE, è previsto un rallentamento nel 2022 e un indebolimento nel 2023.
Nelle grandi economie dei Paesi emergenti le prospettive sono divergenti: nel biennio 2022-2023 l’India avrà una crescita molto robusta sebbene il recupero della contrazione del 2020 stia procedendo molto lentamente, la Cina ha subito perdite per le chiusure per Covid-19 e attraversa una grave crisi immobiliare che avrà conseguenze sulla crescita, il Brasile è alle prese con le incertezze del quadro istituzionale dovute alle elezioni presidenziali e la Russia è danneggiata dalle sanzioni economiche inflitte dopo l’invasione dell’Ucraina.
In USA le prospettive di crescita sono indebolite: la riduzione degli stimoli fiscali è compensata dall’accumulo di risparmio da parte dei consumatori. Con un tasso di inflazione a livelli più elevati dagli anni ’80 sarà necessaria una stretta monetaria che innalzerà il tasso di disoccupazione al 4,5% aumentando il rischio di recessione.
PIIE – Economic prospects call for high inflation and slowing global growth
BANCHE CENTRALI ULTIMA CHIAMATA
L’inflazione innescata nella seconda metà del 2021 per l’interruzione delle catene globali di approvvigionamento viene rifornita di nuovo carburante dalla guerra in Ucraina con il conseguente rincaro delle materie prime energetiche e degli alimentari. Il FMI nelle previsioni di aprile ha rivisto al ribasso le stime di crescita globale al 3,6% per il 2022 e il 2023; per le economie avanzate +3,3 nel 2022 e +2,3 nel 2023: per le economie emergenti +3,8% nel 2022 e + 4,4% nel 2023. Tra le economie avanzate nel 2022 l’Italia crescerà del 2,3%, la Francia +2,9%, la Germania +2,1% e gli USA +3,7%.
Nel WEO di aprile è stato dedicato un approfondimento all’inflazione esortando le banche centrali ad intervenire: se alcuni degli elementi scatenanti come la guerra e le sanzioni sono al di fuori del controllo della autorità di politica monetaria e gli effetti variano da Paese a Paese a seconda della dipendenza da determinate materie prime, gli interventi restrittivi di politica monetaria possono evitare l’innescarsi del ciclo inflazione che spinge al rialzo i salari e aspettative d’inflazione e questi ultimi che spingono in alto i prezzi.
L’intervento più appropriato dovrebbe essere specifico per ciascun Paese. La politica fiscale per molti Paesi ha spazi di azione limitati per cui i governi dovranno percorrere un sentiero stretto tra risanamento del bilancio e dare priorità alle spese essenziali. È necessario, infine, prepararsi per l’economia del futuro, ossia accelerare sulla digitalizzazione, riorganizzare e riqualificare i lavoratori e favorire la transizione all’energia verde.
IMF – World Economic Outlook April 2022
https://www.imf.org/en/Publications/WEO/Issues/2022/04/19/world-economic-outlook-april-2022