La selezione della settimana: #1 IMF: nuovi dati non convenzionali ad alta frequenza insieme alle tecniche di machine learning e di dynamic factor models i possono rafforzare la robustezza del nowcasting del PIL in Europa #2 ISTAT: minimo storico delle nascita in Italia nel 2021 e il numero dei decessi si mantiene ancora molto elevato rispetto al 2019. #3 Health Policy: in alcuni Paesi europei l’incremento dei posti letto in terapia intensiva durante la prima ondata della pandemia è stato sufficiente a soddisfare l’elevata domanda sanitaria di quel periodo. #4 NBER: l’acquisto di un’automobile elettrica è molto influenzato dalla variazione del prezzo della benzina e meno da quello dell’energia elettrica per questo è necessario un nuovo design per gli incentivi fiscali. #5 ECONtribute: in Germania il blocco delle importazioni di materie prime energetiche dalla Russia – gas naturale, petrolio e carbone – potrà avere effetti negativi sul PIL di ampiezza pari al 3%, nello scenario peggiore.
È possibile affinare la capacità di previsione nowcast del PIL in Europa grazie all’impiego di tecniche avanzate di Machine learning (ML), di dynamic factor models (DFMs) con il contestuale impiego di variabili non tradizionali ad alta frequenza, come le ricerche su Google e i dati sull’inquinamento dell’aria. Un working paper IMF “Nowcasting GDP” di Dauphin et al. (marzo 2022) mostra una capacità di nowcasting sia delle ML sia dei DFMs superiore a quella del benchmark. Tali metodologie sono applicabili anche ad altri Paesi purché vi sia una disponibilità di dati. (Leggi)
La popolazione in Italia continua a diminuire: al 31 dicembre 2021 la popolazione residente era di 58.983.122 unità, lo 0,4% in meno rispetto al 1° dicembre dello stesso anno. Il report ISTAT sulle dinamiche demografiche del 2021 evidenzia come la contrazione sia dipesa dal saldo naturale – differenza tra nascite e decessi dei residenti – di 310mila unità. Le nascite hanno raggiunto il minimo storico di 399mila unità mentre il numero di decessi 709mila è ancora molto elevato rispetto agli anni precedenti alla pandemia. Negli ultimi due mesi del 2021 si è registrata une lieve ripresa delle nascite. (Leggi)
La prima fase della pandemia in Europa ha esercitato una pressante domanda sugli gli ospedali soprattutto nei reparti per acuti e di terapia intensiva. In un articolo di Berger et al. “A country-level analysis comparing hospital capacity and utilisation during the first COVID-19 wave across Europe” pubblicato su Health Policy a dicembre 2021, sono stati esaminati gli esiti dell’incremento dei posti letto di terapia intensiva in 16 Paesi europei, Italia inclusa, e la Lombardia tra il 28 febbraio e il 31 luglio 2020. In molti dei Paesi analizzati, l’incremento in corso pandemia è riuscito a soddisfare l’elevata domanda. (Leggi)
L’acquisto di un’automobile elettrica è influenzata più dall’incremento del prezzo della benzina rispetto a un aumento della stessa entità del prezzo dell’energia elettrica. Lo studio di Bushnell et al. (2022) “Energy Prices and Electric Vehicle Adoption” condotto sugli acquisti mensili di veicoli elettrici in California e sui dati dei prezzi di benzina ed elettricità dal 2014 al 2017, ha stimato un effetto del prezzo della benzina di sei volte maggiore rispetto all’incremento del prezzo dell’energia. Gli autori ritengono che il sistema di sussidi vada ridisegnato per correggere questa asimmetria. (Leggi)
Gli effetti, nel breve periodo, sul PIL tedesco di un blocco completo delle importazioni di materie prime energetiche dalla Russia, sono compresi in un intervallo tra lo 0,5% e il 3% equivalenti a una contrazione tra 100 e 1000 euro procapite. Un policy brief ECONtribute di Bachmann et al. (marzo 2022) “What if? The Economic Effects for Germany of a Stop of Energy Imports from Russia”, analizza la delicata situazione dell’approvvigionamento di gas naturale, petrolio e carbone della Germania, un Paese dipendente dal gas naturale Russo per quasi il 50% del proprio fabbisogno. (Leggi)
PREVEDERE IL PIL IN TEMPI DI CRISI
Secondo un paper IMF la crisi sanitaria ha evidenziato la necessità, comune anche ad altre istituzioni, di analizzare dati dell’attività economica con una frequenza più elevata del consueto. Durante i periodi normali le frequenze, mensili o trimestrali, degli indicatori tradizionali sono più che sufficienti, mentre durante i periodi di crisi sono necessari indicatori con frequenze maggiori.
Nei Paesi avanzati le nuove tecnologie hanno messo a disposizione una notevole quantità di informazioni, spesso provenienti da fonti non ufficiali, quali indagini di mercato, interviste, indicatori di sentiment oppure risultati da motori di ricerca, dati sull’inquinamento, illuminazione e molti altri. In Europa la crisi da Covid-19 ha causato la più grave contrazione del PiL di sempre dopo la Seconda guerra mondiale. Il ricorso a dati ad alta frequenza è stato necessario per misurare l’intensità dello shock economico e per calibrare gli interventi di politica economica mirati. Nell’ordinario le fonti alternative possono integrare le fonti ufficiali nella misurazione della situazione economica aggregata.
Il dataset costruito per sei Paesi europei – Austria, Irlanda, Malta, Polonia, Portogallo e Ungheria – è stato testato sia con tecniche di Machine Learning sia con dynamic factor models. I due metodi riducono rispettivamente del 75% e del 50% gli errori del modello AR(1) di riferimento sebbene non esista un modello ottimale da poter essere utilizzato in tutte le situazioni e per tutti i Paesi e il loro impiego va valutato di volta in volta.
NASCITE AL MINIMO, DECESSI ANCORA ELEVATI
I dati sulla dinamica demografica del 2021 confermano il trend in diminuzione della popolazione italiana con 253mila residenti in meno rispetto all’inizio dell’anno per un totale complessivo di 58.983.122 individui. Il decremento dipende dal saldo naturale negativo dato dalla differenza tra decessi, ancora molto elevati, 709mila e 399mila nascite, il valore più basso di sempre.
Il saldo naturale negativo ha interessato tutte le Regioni fuorché la Provincia autonoma di Bolzano dove è stato registrato un saldo positivo di 123 unità dato da una natalità più elevata della media. Il numero dei decessi totali è in diminuzione di più di 30mila unità rispetto al 2020 sebbene sia ancora superiore del 9,8% rispetto alla media del quinquennio 2015-2019. Il numero dei decessi dovuto alla Covid-19, sebbene in diminuzione rispetto al 2020, è stato di 59mila unità corrispondenti all’8,3% sul totale. Il saldo migratorio con l’estero è in ripresa +156mila unità ma sempre al di sotto della media 2015-2019.
La popolazione è diminuita in tutte le ripartizioni: al Nord-ovest si è registrata una diminuzione dello 0,3%, nel Nord-est una contrazione dello 0,2%, al Centro -0,4%, nel Sud e nelle Isole rispettivamente -0,6% e -0,7%. Nonostante i segnali di una lieve ripresa delle nascite negli ultimi due mesi dell’anno +6,8% e +13,5% rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente, bisogna avere cautela nel preconizzare un cambiamento del trend per la probabile influenza delle ondate pandemiche sui concepimenti.
TERAPIE INTENSIVE E COVID-19
I sistemi sanitari europei nella prima fase della pandemia sono stati sopraffatti dalla domanda di posti letto nei reparti acuti e nelle terapie intensive (TI). Per fronteggiare la domanda sono stati sospesi i ricoveri in regime di elezione per liberare posti letto e destinarli ai malati Covid-19 mentre sono stati garantiti quelli di urgenza o non differibili e le terapie continuative.
Nei 16 Paesi analizzati dallo studio, che dedica un approfondimento alla Lombardia, il numero di posi letto di TI è stato incrementato nel corso della prima ondata. Se l’entità della dotazione di posti letto in TI prima e dopo la prima fase della pandemia è nota a livello di singolo Paese o di ospedale, non vi è nessuna analisi sull’effettivo utilizzo della nuova capacità e se è stata sufficiente a soddisfare la sovrabbondante domanda di cure. Lo studio è un primo tentativo di fornire una panoramica del fenomeno a livello internazionale al fine di migliorare la preparedness.
Prima della pandemia la dotazione di posti letti di TI era eterogenea tra Paesi: nel 2018 il range variava tra i 33,4 posti letto per 100mila abitanti della Germania e i 5 dell’Irlanda (calcolato solo sugli ospedali pubblici); in Italia la dotazione era di 8,6 posti letti per 100mila abitanti e in Lombardia 7,2. Durante la prima fase dell’emergenza i posto letto di TI della Germania sono aumentati a 39,5 per 100mila abitanti +38%, a 14,5 in Italia (+63%) e in Lombardia a 13,3 (+86%) mentre in Irlanda i posti sono raddoppiati. Questi incrementi di capacità hanno consentito a tutti i paesi di affrontare più agevolmente la fase pandemica maggiore con maggiore occupazione di TI.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0168851021002906
RIVEDERE I SUSSIDI SUI VEICOLI ELETTRICI
Nell’ambito delle politiche ambientali e dei trasporti vi è una profonda divergenza tra i sostenitori delle dinamiche dei prezzi e i fautori dell’intervento diretto. I primi ritengono che le scelte dei consumatori nell’acquisto di veicoli elettrici siano influenzate dal meccanismo dei prezzi dell’inquinamento e del traffico mentre i secondi ritengono più efficaci l’erogazione di sussidi e la definizione di chilometraggi standard.
L’intervento diretto si basa sulla convinzione dell’insufficienza del meccanismo dei prezzi nel determinare un cambiamento decisivo. I consumatori non sono disposti a spendere perché non sarebbero in grado di interiorizzare del tutto i risparmi futuri dovuti dall’acquisto di un nuovo veicolo più efficiente. Questa distorsione comportamentale compensa in parte la variazione dei prezzi del carburante – in quanto spendo meno ora – e giustifica l’adozione di nuovi interventi normativi – in assenza dei quali si spenderebbe molto di più nel futuro.
Secondo Bushnell et al. gli acquirenti dei veicoli elettrici non riescono ad internalizzare i costi di esercizio futuri dell’elettricità. Per questo motivo i sussidi ottimali dovrebbero tenere conto anche dell’internalizzazione e bilanciare due effetti contrastanti: da un lato i veicoli elettrici hanno delle esternalità minori rispetto ai veicoli a benzina – minori emissioni – e vanno sussidiati, dall’altro in California – Paese dove è stato condotto lo studio ma il caso è generalizzabile – i prezzi marginali dell’energia sono elevati, il che suggerisce la tassazione dei veicoli elettrici.

L’IMPATTO DELLA CRISI ENERGETICA IN GERMANIA
Il fabbisogno energetico della Germania dipende per il 60% dalle importazioni di materie prime per un importo pari al 2% del PIL del Paese. In particolare sono importati per quasi il 100% petrolio, gas naturale e antracite. Il principale Paese fornitore è Russia da cui la dipendenza è molto forte: il 50% di gas naturale e antracite e il 30% del petrolio che rappresenta circa un 1/3 del fabbisogno energetico. Il gas naturale viene utilizzato dall’industria, dalle famiglie e dal commercio e servizi primariamente per riscaldamento.
L’antracite è utilizzata nella produzione dell’acciaio e dell’energia elettrica pubblica mentre il petrolio viene impiegato per la produzione di combustibili da autotrazione. Nel caso di un blocco delle importazioni dalla Russia, il Paese dovrebbe ricorrere a forniture alternative sia da fonti domestiche sia da altri Paesi. Per petrolio e antracite, il mercato mondiale offre mercati alternativi di approvvigionamento ma per il gas naturale ci sono maggiori vincoli. Giocano un ruolo cruciale sia le limitate capacità di altri paesi produttori sia l’ostacolo rappresentato dai gasdotti sia l’esigua numerosità dei punti di rifornimento e stoccaggio.
Nel brevissimo periodo le opzioni praticabili sono il passaggio al carbone e al nucleare, mentre meno significativo è il cambiamento di abitudini delle famiglie. L’impatto macroeconomico può essere rilevante: Nel caso di una riduzione del 10% delle importazioni di gas naturale, petrolio e antracite, la contrazione del PIL tedesco è stimata in 1,5% con un impatto maggiore nel caso una riduzione del 30% di gas naturale -2.2%
ECONtribute – What if? The Economic Effects for Germany of a Stop of Energy Imports from Russia