La selezione della settimana: #1 ISTAT: nel 2021 l’Italia cresce più del previsto con il PIL reale a +6,5%. Nell’Area dell’euro la crescita congiunturale è stata dello 0,3%. #2 Media Laws: l’accelerazione impressa alla raccolta dati in formato digitale nelle PA a causa della pandemia necessita di una governance appropriata per garantire una fruizione aperta a tutti. #3 LIDAM: i sistemi pensionistici prevedono un’unica età di pensionamento a fronte di un’aspettativa di vita eterogenea per status socio-economico: sono discusse alcune soluzioni alternative. #4 Percorsi di secondo Welfare: durante la pandemia lo Stato ha visto un ritorno nel welfare sia con risorse sia con competenze anche in quegli ambiti prima marginali. In questo contesto il ruolo degli attori del secondo welfare può uscirne ancora di più rafforzato. #5 PGEU: nel 2021 continua la carenza di medicinali in gran parte dei Paesi EU27. In molti Paesi vi sono segnali di miglioramento anche se esistono forti differenze in termini di soluzioni legali che i farmacisti possono offrire in caso di carenza.
Nel IV trimestre del 2021 in Italia il PIL reale è cresciuto dello 0,6% in termini congiunturali e del 6,4% in termini tendenziali. Grazie alla performance dell’ultimo trimestre, nel 2021 il PIL è cresciuto del 6,5% rispetto al 2020. Questi i dati principali della stima preliminare del PIL nel IV Trimestre 2021. Dal lato dell’offerta sì è avuto un incremento del valore aggiunto dell’industria e dei servizi, mentre il valore aggiunto di agricoltura e pesca ha avuto una contrazione. In Europa i grandi Paesi sono cresciuti più di quanto previsto dagli organismi internazionali ma in modo eterogeneo. (Leggi)
La pandemia ha accelerato il processo di transizione digitale nella pubblica amministrazione verso un approccio esclusivamente digitale. In questo periodo è stata incentivata una raccolta di dati sanitari massiva, sebbene la fruizione pubblica non sia scevra da importanti criticità. Nell’articolo “Dati sanitari: aperti, accessibili e riutilizzabili”, pubblicato sulla rivista Media Laws, Sorrentino e Spagnulo discutono delle criticità emerse e dell’importanza della governance al fine di garantire la condivisione dei dati pubblici digitali in maniera aperta e interoperabile. (Leggi)
Studi demografici ed economici indicano come la longevità differisca a seconda dello status socio-economico. Gli individui con redditi più bassi e con un basso livello di istruzione hanno un’aspettativa di vita alla nascita inferiore rispetto alle classi più ricche e meglio educate. Un paper LIDAM intitolato “Partial De-Annuitization of Public Pensions v.s. Retirement Age Differentiation” di V. Vandenberghe, solleva dubbi su un’età di pensionamento unica e propone, come alternativa alla differenziazione dell’eta di pensionamento, una parziale riduzione della rendita pensionistica. (Leggi)
Il biennio 2020-2021 ha visto il ritorno dello Stato nel welfare il quale ha esteso il campo d’intervento ad ambiti in cui, in precedenza, era solo un attore marginale. Allo stesso tempo il settore privato impegnato nel secondo welfare ha incrementato il proprio impegno. Il Quinto Rapporto sul secondo welfare a cura di Percorsi di secondo welfare, analizza queste tendenze divergenti emerse nel corso della pandemia, evidenziando come solo grazie a un’azione congiunta con gli attori del secondo welfare, lo Stato possa rendere sostenibile il suo nuovo ruolo. (Leggi)
Nel 2021 nei 27 Paesi membri PGEU vi è sempre un’elevate incidenza nella scarsità di medicinali ma per la prima volta, in alcuni paesi la situazione è stabile rispetto all’anno precedente. È uno dei risultati dell’annuale indagine sulla carenza di medicinali curata da The Pharmaceutical Group of the European Union (PGEU). Si conferma anche la carenze di dispositivi medici nelle farmacie della maggior parte dei paesi europei, sebbene il tempo impiegato dai farmacisti per affrontare queste criticità sia diminuito. La carenza provoca disagi e disturbi ai pazienti che perdono fiducia e ai farmacisti che vanno incontro a perdite finanziarie. (Leggi)
UN RIMBALZO SOSTENUTO. REBUS SULLE SOVVENZIONI PNRR
In Italia il PIL reale nel IV trimestre del 2021 è cresciuto dello 0,6% (0,1 p.p. in più rispetto alle stime della Banca d’Italia) portando la crescita dell’anno al 6,5%. Industria e servizi sono cresciuti in termini congiunturali mentre il settore primario si è contratto. Dal lato della domanda un contributo positivo è venuto dalla componente interna mentre dalla domanda estera c’è stato un contributo negativo.
La ripresa nel 2021 per i grandi Paesi europei è stata eterogenea. In Francia la crescita congiunturale è stata dello 0,7%, per cui nel 2021 il PIL crescerà del 7%. In Germania, a causa della difficile situazione sanitaria, nel IV trimestre il PIL si è contratto dell’1,7% e la crescita nel 2021 sarà del 2,8%. La Spagna, a fronte di una crescita congiunturale del 2%, nel 2021 crescerà del 5%. La performance economica dei quattro Paesi è stata superiore a quanto previsto dal FMI nell’Outlook dello scorso ottobre.
A causa delle incertezze globali, sulle tensioni nei prezzi degli energetici e l’andamento della pandemia, le previsioni per il 2022 a gennaio sono state riviste al ribasso: Italia +3,8 (contro + 4,2% di ottobre), Francia + 3,5% (contro 3,9%), Germania +3,8% (contro 4,6%) e Spagna +5,8% (contro 6,4). Per l’Italia al buon risultato del 2021, frutto della riapertura delle attività economiche, potrebbe seguire una decurtazione dei fondi del PNRR relativi alle sovvenzioni. Secondo il Regolamento Ue 2021/241, il 70% delle sovvenzioni viene erogato su dati a consuntivo del 2019 mentre il 30% sui dati del biennio 2020-2021.

DATI SANITARI (E PUBBLICI) COME BENE COMUNE
La pandemia ha influito in modo sensibile sulla vita quotidiana dei cittadini: le misure di contenimento hanno comportato nella gran parte dei casi restrizioni delle libertà e di diritti fondamentali. Le decisioni, almeno nella prima fase, sulla mobilità e, in seguito, sul sistema di colori delle regioni dipendono dalla modalità di raccolta dei dati dell’andamento dell’epidemia sulla base di determinati parametri.
La spinta verso una digitalizzazione tout court nel nostro Paese, è avvenuta in un contesto di generale arretratezza: secondo l‘indice DESI, l’Italia nelle diverse graduatorie è agli ultimi posti in Europa (25° posizione sul 28 Paesi nel 2020). In ambito sanitario, l’adozione del Fascicolo sanitario elettronico procede con relativa lentezza: da un lato alcune Regioni come l’Abruzzo e, prima della pandemia la Calabria, non erano pienamente operative, ma anche in caso di piena operatività, l’attivazione e l’utilizzo da parte dei residenti è ancora troppo basso (es. Abruzzo 0%, Basilicata 1%, Marche, 2% e Molise 2%).
I dati forniti fino a questo momento dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Protezione civile su base Regionale sono troppo aggregati senza la possibilità di accedere al dato disaggregato e storicizzato. Ancora più importante, per garantire la disseminazione in modalità aperta e il riuso, manca l’indicazione degli standard e sui formati di interoperabilità. Sorrentino e Spagnulo propongono un modello di governance dei dati basata sul concetto di bene comune che garantisca un controllo democratico e con la partecipazione della comunità scientifica.
Media Laws – Dati sanitari: aperti, accessibili e riutilizzabili
https://www.medialaws.eu/rivista/dati-sanitari-aperti-accessibili-e-riutilizzabili/

L’ETÀ DI PENSIONAMENTO NON È UGUALE PER TUTTI
Nonostante l’allungamento dell’aspettativa di vita alla nascita, vi sono differenze nella durata della vita legate alle condizioni socio-economiche degli individui. Le donne vivono molto più a lungo degli uomini e gli individui con un basso reddito hanno una vita media inferiore a quella dei più benestanti. Un effetto di questa mancata contabilizzazione delle differenze di longevità nei sistemi pensionistici implica la tassazione di coloro che hanno un vita più breve e sussidiare chi vive più a lungo.
Vandenberghe dimostra la non equità e la non correttezza attuariale della mancata contabilizzazione delle differenze nella longevità sia nei sistemi a contribuzione sia in quelli dove l’assegno è percepito da tutti. Una soluzione condivisa è di differenziare l’età pensionistica per stato socio-economico ma l’autore ne propone un’altra, basata sulla parziale de-annualizzazione della rendita pensionistica in modo automatico e universale, ossia per tutti i beneficiari.
Pagando parte dei diritti pensionistici maturati quando tutti i potenziali pensionati sono ancora in vita è un modo per ridurre al minimo le disuguaglianze sulla vita legate alle pensioni. Per ragioni di bilancio la de-annualizzazione implicherebbe la riduzione dell’assegno pensionistico, sebbene da simulazioni su dati USA, affinché la de-annualizzazione corrisponda ai guadagni dovuti alla differenziazione dell’età di pensionamento, la riduzione della rendita necessaria è piuttosto bassa intorno al 4/5%.
LIDAM – Partial De-Annuitization of Public Pensions v.s. Retirement Age Differentiation
https://uclouvain.be/en/research-institutes/lidam/ires/ires-discussion-papers.html

IL RIPOSIZIONAMENTO DEL SECONDO WELFARE NEL RITORNO DELLO STATO
Durante la pandemia il secondo welfare (ossia l’insieme di interventi di natura privata che si affiancano a quelli garantiti dal settore pubblico) ha giocato un ruolo importante su più canali. Sono state avviate iniziative sia sul canale tradizionale e della prevenzione sia su quello più strettamente legato all’emergenza. In direzione contraria, l’emergenza sanitaria ha visto l’allargamento dei confini dello Stato e la ripresa dell’interesse pubblico.
Ciò ha richiesto un nuovo posizionamento del secondo welfare che ha riguardato due aspetti: nuovi confini tra Stato e privato e un diverso rapporto tra nazionale e locale. Riguardo al primo aspetto, un ruolo importante è stato svolto nell’ambito dei fondi sanitari integrativi e in quello dei contratti collettivi nazionali. La principale area di azione ha interessato quegli ambiti dove il primo welfare italiano è ancora lacunoso, ossia il lavoro indipendente e atipico, i disoccupati di lungo periodo, i non autosufficienti e gli immigrati.
Il welfare aziendale territoriale ha contribuito a limitare i contagi, a mantenere il reddito dei lavoratori e a favorire il lavoro agile, quello filantropico delle fondazioni ha fornito risorse finanziarie e competenze agendo da cerniera tra pubblico e privato e il welfare di prossimità, ha allargato l’offerta di servizi sociali. Permangono tuttavia alcune criticità legate all’ancora elevata frammentazione funzionale e organizzativa e ai ritardi rispetto alle esperienze di altri Paesi (in particolare scandinavi) come la bassa offerta di schemi di assicurazione sociale contributiva quali le assicurazioni del reddito.
Percorsi di secondo Welfare – Quinto Rapporto sul secondo welfare
https://www.secondowelfare.it/rapporto-sw/quinto-rapporto-sul-secondo-welfare/

LA CARENZA DI MEDICINALI IN EUROPA
L’indagine PGEU del 2021, coerentemente con i risultati di recenti indagini a livello UE, ha evidenziato un lieve miglioramento nella disponibilità di medicinali tra i 27 Paesi membri, sebbene permangano alcune criticità, dato che il 100% dei rispondenti ha vissuto un’esperienza di scarsità di medicinali nei 12 mesi precedenti. Il 51,9% – 14 paesi su 27 – ritiene invariata la situazione, per il 25,9% – 7 Paesi su 27 – la situazione è peggiorata mentre per il 22,2% – 6 Paesi su 27 – la situazione è migliorata.
Nel 2021 la disponibilità dei medicinali è migliorata sia rispetto al 2019 quando la situazione era peggiorata per l’84,5% dei rispondenti e sia rispetto al 2020 quando la situazione era peggiorata per il 65,4% dei Paesi in confronto ai 12 mesi precedenti. Le carenze hanno riguardato i medicinali per il sistema cardiovascolare (85,2%), il sistema nervoso (77,8%), il sistema respiratorio (74,1%), antibiotici (70,4%) il sistema muscolo scheletrico (70,4%) e insieme ad altri medicinali anche i vaccini (44,4%). Il 74% ha avuto esperienza di scarsità nei dispositivi medici.
Tra i dispositivi medici la principale carenza ha riguardato i dispositivi diagnostici in-vitro (33,3%) e i dispositivi di I e II classe (rispettivamente 33,3% e 25,9%). I farmacisti hanno impiegato in media 5,1 ore alla settimana per rimediare alle carenze, in miglioramento rispetto alle 6,3 ore dichiarate nel 2020 e le 6,6 nel 2019. Le soluzioni legali variano tra Paesi e prevedono sia il ricorso ai generici, il ricorso ad altre farmacie o all’importazione da altri Paesi in cui c’è disponibilità ma sono soluzioni impegnative e talvolta soggette a restrizioni e limitazioni.
PGEU – Medicine Shortages Survey 2021 Results
https://www.pgeu.eu/publications/press-release-pgeu-medicine-shortages-survey-2021-results/