La selezione della settimana: #1 European Commission: approvato dal parlamento europeo il nuovo regolamento sull’HTA. L’obiettivo è di superare le criticità nella collaborazione volontaria tra gli Stati membri, basata su progetti. 2# Cittadinanzaativa: la pandemia ha portato in secondo piano i bisogni di salute dei pazienti cronici. I fondi UE devono essere un’occasione per riorganizzare il SSN. #3 ISTAT: la prevenzione in Italia tra la popolazione adulta nel 2019 era in miglioramento. Il confronto con i Paesi EU27 ci vedeva sopra la media negli screening raccomandati. #4 RGS: le istituzioni europee sono intervenute con risorse ingenti per sostenere gli Stati membri sia durante la fase acuta sia per sostenere la ripresa.
Nonostante la cooperazione volontaria tra gli Stati membri UE nell’Heath Technology Assessment (HTA) non è stato possibile risolvere alcuni problemi rilevanti: vi sono limiti e distorsioni nell’accesso al mercato, a causa delle differenti metodologie e processi tra le agenzie HTA a livello nazionale e regionale; duplicazione del lavoro per le agenzie nazionali HTA e inefficiente uso delle risorse; difficoltà di assicurare ai progetti HTA finanziamenti di lungo periodo. Il nuovo regolamento HTA approvato dal Parlamento europeo lo scorso 13 dicembre ha l’obiettivo di risolvere le criticità in un quadro permanente. (Leggi)
Il 40% della popolazione italiana soffre di malattie croniche, un dato ancora più preoccupante se si considerano gli ultrasessantacinquenni: il 50% ha almeno tre malattie croniche. La pandemia ha rallentato o, in alcuni casi, bloccato l’accesso alle diagnosi e alle cure tralasciando le esigenze dei pazienti cronici. Secondo il XIX Rapporto sulle politiche della cronicità di Cittadinanzattiva, la riorganizzazione del SSN grazie ai fondi europei è l’occasione per individuare nuove priorità e rispondere ai bisogni di salute della popolazione. (Leggi)
Prima della pandemia in Italia si era raggiunto un livello di aderenza agli screening di prevenzione raccomandati (colon-retto, seno, cervice-uterina) superiore alla media UE27. L’ISTAT nel report “Prevenzione e fattori di rischio per la salute in Italia e in Europa” evidenzia come gli indicatori di prevenzione erano in miglioramento fino al 2019. Nel rapporto sono presentati anche i dati su alcuni fattori di rischio per la salute quali il fumo e il consumo di bevande zuccherate “soft drinks” – monitorato per la prima volta a livello europeo nel 2019. (Leggi)
La pandemia ha colpito tutti i Paesi con gravi effetti sanitari, sociali, economici e con un forte impatto sui saldi di finanza pubblica. La pubblicazione della Ragioneria generale dello Stato “La risposta delle Istituzioni europee alla pandemia di Covid-19” confronta la gestione dell’epidemia in Francia, Germania, Italia, Spagna, Grecia e Portogallo tra febbraio 2020 e agosto 2021. Vengono inoltre analizzate le imponenti misure adottate dalle istituzioni europee: 240 miliardi di euro del MES, il Fondo di garanzia BEI di 200 miliardi, il programma SURE da 100 miliardi e il programma NGEU da 750 miliardi. (Leggi)

UN COORDINAMENTO EUROPEO PER L’HTA
L’adozione di un nuovo regolamento si è reso necessario a causa delle numerose criticità riscontrate a livello europeo e difficilmente superabili solo con la sola collaborazione a progetti, come è avvenuto finora. Il regolamento si pone come obiettivi generali, di migliorare il funzionamento del mercato interno e di contribuire a un elevato livello di benessere umano. Gli obiettivi funzionali sono di incrementare la disponibilità di tecnologie mediche innovative, di assicurare un utilizzo efficiente delle risorse e di ridurre le incertezze per il business.
A tale scopo sono necessari la convergenza tra strumenti, metodologie e procedure HTA, una riduzione della duplicazione degli sforzi sia nell’HTA, sia nell’industria al fine di assicurare l’utilizzo condiviso di risultati a livello EU e garantire la sostenibilità finanziaria di lungo periodo dei progetti. Vanno garantite la compatibilità con la legislazione vigente sull’HTA e con le altre normative sulla salute, sulla promozione della salute e della ricerca.
Nella preparazione del documento è stato fatto ampio ricorso alla consultazione dei portatori di interesse. Gran parte degli stakeholders, si sono dichiarati favorevoli al proseguimento delle collaborazioni oltre il 2020 tra le istituzioni europee per continuare a beneficiare dello scambio di informazioni e di conoscenze sull’HTA, per migliorare la sinergia tra gli stati membri e per migliorare la trasparenza nelle decisioni basate sull’evidenza. Tutte le istituzioni pubbliche interessate si sono dichiarate favorevoli a continuare la collaborazione in modo volontario sebbene alcune di esse siano propense ad adottare accordi obbligatori tra le parti. Il regolamento sarà operativo nel 2025.
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_21_6771
RAFFORZARE IL TERRITORIO PER I MALATI CRONICI
Durante la prima fase della pandemia, l’assistenza ospedaliera è stata riorganizzata per fronteggiare l’emergenza ma ha limitato in modo significativo l’accesso alla sanità per i malati rari e cronici. I pazienti affetti da patologie di questo tipo hanno necessità di una presa in carico contuniuativa e di ben definiti percorsi diagnostici terapeutici assistenziali. Il quadro di riferimento è il Piano nazionale della cronicità, approvato nel 2016 ma non ancora attuato efficacemente su tutto il territorio nazionale.
Contestualmente nel 2021 è stato approvato il testo unico sulle malattie rare e i farmaci orfani che prevede l’aggiornamento dei LEA e la pubblicazione entro sei mesi di un regolamento da parte del ministero della salute. Il rapporto di Cittadinanzaattiva ha intervistato un campione composto da 64 associazioni attive sul territorio nazionale e locale quale presidi in grado di cogliere in anticipo i nuovi bisogni dei malati e di monitorare le loro difficoltà. Sono stati intervistati anche 2990 malati cronici o rari. Le associazioni hanno ravvisato maggiori difficoltà nell’accesso ai presidi, criticità nelle liste di attesa, nell’interruzione di terapie e riabilitazione, carenza di farmaci biosimilari, utilizzati per come terapia anti-covid-19, un maggiore carico per le famiglie e il mancato aggiornamento alla nuova griglia dei LEA.
I malati cronici segnalano una perdurante difficoltà di accesso alle visite specialistiche anche dopo la fase acuta della pademia, alle prestazioni diagnostiche, a causa delle liste di attesa, agli interventi chirurgici e una scarsa attenzione al dolore da parte del personale sanitario. Vengono valutate positivamente il potenziamento della telemedicina, che ha facilitato le diagnosi da remoto, la distribuzione dei farmaci ospedalieri nelle farmacie e la consegna a domicilio dei dispositivi medici. Indicazioni utili per la riorganizzazione dell’assistenza territoriale.
Cittadinanzattiva – XIX Rapporto sulle politiche della cronicità
ITALIA VIRTUOSA NELLA PREVENZIONE DELLE MALATTIE NON TRASMISSIBILI
In epoca pre-pandemica, gli indicatori di prevenzione dell’Italia erano in miglioramento e con valori in gran parte superiori alla media UE27. Secondo i dati dell’European Health Interview Survey (EHIS), nel 2019 70,9 donne su cento in età 50-69 si è sottoposta a mammografia contro una media EU27 di 65,9 su cento; 71,7 donne su cento in età 25-69 anni aveva effettuato un pap test, un valore leggermente inferiore della media EU27 di 72,6 su cento.
La ricerca del sangue occulto ha interessato 36,1 individui su cento contro una media EU27 di 33,4 su cento. Persistono le differenze territoriali tra Nord e Mezzogiorno sebbene in miglioramento: rispetto all’ultima rilevazione del 2013 la percentuale di donne del Mezzogiorno che non si era mai sottoposta a una mammografia si è ridotto di 20 punti percentuali e il grado di copertura dello screening è aumentato in misura doppia rispetto al Nord. Il livello di istruzione conta: nel Mezzogiorno ha effettuato il test il 50% delle donne con un basso tutolo di studio contro il 65,6% delle donne laureate.
Anche per lo screening di prevenzione del rumore al colon-retto si hanno marcate differenze sia territoriali sia per livello di istruzione. Tra i fattori di rischio per la salute preoccupa la sedentarietà dei minori, il 56% dei quali non compensa l’eccesso di sedentarietà (sette e più ore al giorno) con livelli sufficienti di attività fisica. Il consumo di bevande gassate almeno una volta al giorno riguarda il 5,5% degli individui ma nella classe di età 15-24 la percentuale aumenta al 9,5%.
ISTAT – Prevenzione e fattori di rischio per la salute in Italia e in Europa – Anno 2019
L’IMPEGNO EUROPEO PER USCIRE DALLA CRISI
La crisi sanitaria ha avuto effetti profondi e senza precedenti sui sistemi economici globali. Tra i Paesi europei più colpiti, Spagna, Grecia e Italia hanno registrato una contrazione del PIL rispettivamente del 10,8%, 9% e 8,9%. Il calo dell’attività economica ha interessato diffusamente anche gli altri Stati membri: la contrazione media consumi i EU27 è stata del 4,9% con punte in Italia di -8,2% oppure di -6,3% in Austria.
Le ripercussioni sul mercato del lavoro, sebbene mitigate dalle misure di policy adottate dai governi, hanno causato una riduzione dell’occupazione in media di 0,7 p.p. Se in Europa alla contrazione dell’occupazione è seguito in incremento della disoccupazione, in Italia è confluita nell’inattività. Gli effetti sulle grandezze di finanza pubblica sono stati di grande entità con un incremento medio del rapporto debito sul PIL di 12,9 p.p. – in Italia + 21,3 p.p. nel rapporto debito PIL e 8 p.p. in più nel rapporto deficit PIL.
La Commissione, facendo anche leva sulle politiche monetarie accomodanti della BCE, ha predisposto nuovi strumenti che richiedono il rispetto di alcune condizionalità da parte degli Stati membri per poter accedere ai fondi. Il rapporto della RGS analizza il quadro regolatorio del Resilence and Facility Fund, le risorse stanziate e i percorsi che hanno portato all’approvazione dei piani a livello nazionale.
RGS – La risposta delle Istituzioni europee alla pandemia di Covid-19