La selezione della settimana: #1 ISTAT: calo della popolazione in Italia nel 2020 associato a un minimo nelle nascite e a un record di decessi. La pandemia ha colpito di più le Regioni del Nord ma la popolazione è diminuita maggiormente nel Mezzogiorno. #2 Agenas: nel Programma nazionale esiti 2021 viene analizzato l’impatto della della pandemia sull’assistenza ospedaliera. Con l’introduzione di nuovi indicatori viene migliorata la valutazione di alcuni esiti. #3 Commissione europea: la carenza di medicinali in Europa interessa tutta la catena del valore del mercato dei farmaci. Un Rapporto indica le azioni di policy per risolvere l’ormai più che decennale problema. #4 Bundesbank: qual è stato l’impatto sul sistema economico tedesco delle imponenti misure di sostegno? Un paper indaga la questione simulando gli effetti su famiglie e imprese. #5 OCSE: nel 20220 la popolazione italiana, in confronto a quella degli altri Paesi membri della EU 27, vive più a lungo ma le risorse destinate alla sanità sono sotto la media.
La popolazione italiana nel 2020 è di 59milioni e 236mila residenti ed è diminuita di 405mila individui rispetto al 2019. Questo il dato saliente della terza edizione del Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni. La contrazione della popolazione ha interessato tutte le Regioni ma in misura maggiore nel Mezzogiorno. La dinamica demografica è stata influenzata dalla pandemia che ha incrementato il numero di decessi soprattutto in alcune aree del Nord del Paese. È stato anche raggiunto il minimo delle nascite attestatesi a 405mila unità, il 4% in meno rispetto all’anno precedente. (Leggi)
Ne 2020 a causa della pandemia vi sono stati 1.720.000 interventi chirurgici in meno rispetto al 2019, il 13% in meno per quelli d’urgenza e i 25% in meno di quelli in elezione. È quanto emerso durante la presentazione del Programma nazionale esiti 2021 (PNE 2021). Il PNE è sviluppato da Agenas su mandato del Ministero della Salute per valutare l’efficacia, l’equità, la sicurezza e l’appropriatezza dell’assistenza ospedaliera nell’ambito dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). I dati sono ricavati dalle Schede di dimissione ospedaliera (SDO) dalle quali quest’anno sono stati elaborati nuovi indicatori ed estratte nuove variabili. (Leggi)
Molti Paesi dell’Unione europea stanno risentendo da tempo della carenza di medicinali che è stata amplificata dalla crisi sanitaria. L’European Medicines Agency (EMA) e l’Heads of Medicines Agencies (HMA) hanno istituito nel 2016 una Task force per affrontare e risolvere il problema. In più la UE ha commissionato un rapporto dove fosse indagato il problema alla radice, anche in relazione ai sistemi di regolazione nazionale. Il rapporto finale Future-proofing pharmaceutical legislation – study on medicine shortages, ha individuato i colli di bottiglia e 16 azioni di policy. (Leggi)
In Germania per mitigare gli effetti della crisi sanitaria è stato varato un imponente piano di sostegno e stabilizzazione economica dall’ammontare complessivo di 1.100 miliardi di euro. Un recente paper della Deutsche Bundesbank “Gauging the effects of the German COVID-19 fiscal stimulus package” di Hinterlang, Moyen, Röhe e Stähler ha simulato, con un’analisi controfattuale, gli effetti del piano sulle famiglie e sulle imprese – disaggregate per 7 macrosettori – e ha stimato gli effetti moltiplicativi e le implicazioni sul welfare. (Leggi)
La sanità italiana nell’anno della pandemia mostra i suoi punti di forza e di debolezza nel confronto con gli altri Paesi EU27. Aspettativa di vita alla nascita tra le più elevate, superiore nel 2020 di 1,8 anni rispetto alla media EU27 ma una spesa sanitaria tra le più basse in europa sia in termini procapite sia in percentuale sul PIL – nel 2019 la spesa sanitaria complessiva è stata di 8,7% su PIL rispetto al 9,9% della media EU27. Il volume sull’Italia è parte della pubblicazione “The State of Health in the EU’s Country Health Profiles” a cura ell’OCSE e di Eurostat. (Leggi)
UN BILANCIO DEMOGRAFICO SEGNATO DALLA PANDEMIA
Secondo le tendenze demografiche di lungo periodo della popolazione, pubblicate di recente dall’ISTAT, i residenti in Italia saranno in calo costante fino a raggiungere 47,6 milioni nel 2070. La base delle previsioni è il 2020 anno in cui dal censimento permanente della popolazione risulta una popolazione di 59milioni e 236mila residenti, in calo di 405mila unità rispetto all’anno precedente. Il dato deriva dalle anagrafi comunali (-363mila unità) e dall’aggiustamento statistico censuario (-42mila unità).
Il calo della popolazione ha interessato tutte le Regioni tranne la Toscana: nelle Regioni del Mezzogiorno si è registrato una contrazione dell’1,5%, mentre nel Centro-Nord il calo è stato più contenuto -0,54%. Al Sud continua lo spopolamento del Molise -2,1%, della Calabria -1,8% e della Campania -1,5%; rilevanti anche i cali di Sardegna -1,3%, dell’Abruzzo e delle Marche entrambi con -1,0%. La pandemia ha pesato molto sulle dinamiche demografiche soprattutto al Nord per il forte eccesso di decessi sulle nascite e per la contrazione del saldo migratorio.
Se nel 2019 la diminuzione della popolazione rispetto all’anno precedente era stata di -0,06% nel Nord-Ovest e -0,01% nel Nord-Est, nel 2020 la riduzione è stata rispettivamente -6,0% e -3,0%. Nel Nord-Ovest, i decessi sono aumentati del 30,2% contro la media nazionale di +16,7%, in particolare la Regione del Nord più colpita è stata la Lombardia dove la mortalità è aumentata del 35,6%. Il mezzogiorno durante la prima ondata è stata relativamente al riparo dai contagi e ha registrato un incremento del +8,6%.
ISTAT – Popolazione residente e dinamica demografica | Anno 2020

CON I NUOVI INDICATORI MIGLIORA LA VALUTAZIONE
Nel 2020 l’assistenza ospedaliera ha subito una battuta d’arresto in corrispondenza delle ondate pandemiche di primavera e autunno. L’Agenas nel PNE 2021 ha analizzato il fenomeno per gli ambiti noseologici e le procedure chirurgiche monitorate. Uno degli elementi oggetto di rilevazione è la tempestività di accesso alle cure garantito dal buon funzionamento delle reti tempo dipendenti.
Sono, inoltre, monitorate l’appropriatezza clinica di procedure da erogare solo in caso di specifiche indicazioni cliniche o di valutazioni beneficio/rischio; vengono infine valutati gli esiti, con riferimento alla mortalità a 30 giorni da interventi chirurgici. La contrazione degli interventi ha interessato tutti gli ambiti sottoposti a valutazione: nel caso, ad esempio, dei ricoveri per infarto miocardico acuto (IMA) del confronto con i dati a frequenza mensile l’anno precedente si può osservare che la riduzione è avvenuta sia in corrispondenza della prima ondata, con un picco ad aprile, sia in corrispondenza della seconda.
L’adozione di nuove variabili migliora la valutazione: nel caso sempre di IMA è stata introdotta la variabile “pressione sistolica all’arrivo in ospedale” che contribuisce a migliorare la capacità predittiva. La nuova variabile modifica il ranking delle strutture: il 27% cambia posizione di cui la metà migliora di almeno 50 posizioni mentre l’altra metà peggiora di almeno 50 posizioni. Nel caso di intervento STEMI e di altri è stata considerata la porzione di trattati entro 90 minuti dal primo accesso e non più le 48 ore, come avveniva in passato, al fine di valutare la tempestività degli interventi con più precisione.

CARENZA DI MEDICINALI: SOLUZIONI PER UN PROBLEMA CRONICO
Recenti indagini condotte nell’Unione Europea hanno evidenziato un problema di approvvigionamento di medicinali, comune a tutti i Paesi interpellati; per il 65% il fenomeno è in peggioramento rispetto all’anno precedente mentre per il 31% la carenza interessa più di 400 farmaci, dai vaccini ai farmaci salvavita.
La situazione è peggiorata a causa della pandemia a causa delle interruzioni delle catene globali di approvvigionamento e le limitazioni alle esportazioni di materie prime e prodotti finiti. Si tratta di un problema rilevante in quanto non è agevole fronteggiare la carenza di farmaci: si può ricorrere ai generici, ma in mancanza, le preparazioni devono essere approntate in loco dal farmacista con il rischio di una minore aderenza terapeutica o l’incremento di effetti avversi.
Vi è anche una riduzione dell’efficienza del sistema sanitario in quanto le indagini riportano una perdita settimanale di 6,3 ore da parte degli staff delle farmacie per risolvere il problema. La Commissione intende risolvere il problema alla radice individuando le cause e trovando soluzioni. Problemi di qualità, di produzione e di quantità sono alla base della carenza. Le soluzioni sono specifiche per ogni caso trattato mentre l’impegno della Commissione è di definire una cornice armonizzata a livello UE e sviluppare politiche e attività di regolazione laddove il problema è più urgente da risolvere.
European Commission – Study on medicine shortages: final report

SUSSIDI COVID: UNA SIMULAZIONE PER LA GERMANIA
In assenza degli stimoli fiscali, l’economia tedesca avrebbe subito danni ben maggiori. Dalle simulazioni basate su un modello di equilibrio generale Neo-Keynesiano in una piccola economia aperta multi-settoriale, senza interventi fiscali, la produzione aggregata si sarebbe contratta del 17% – mentre il calo del PIL nel 2020 è stato solo del 5% – i consumi del 13%, gli investimenti di capitale del 21% e le ore lavorate del 13%.
I settori sono colpiti in modo eterogeneo: soffrono di più il manifatturiero (-24%), l’arte, l’intrattenimento e il tempo libero (-20%) e il commercio (-15%)– ristorazione e trasporti inclusi. Lo stimolo fiscale, di 4,6% sul PIL nel biennio 2020/2021, ha effetti significativi sulle grandezze di finanza pubblica: il rapporto debito su PIL in aumento di 5 p.p. nel biennio 2021/2022, raggiungerà il 72%. Nell’arco del decennio 2020-2030 il moltiplicatore dell’output attualizzato raggiunge un massimo dello 0,26% annuo per poi stabilizzarsi intorno allo 0.20% nel lungo periodo, il moltiplicatore dei consumi è più elevato mostrando l’efficacia dello stimolo nello stabilizzare i consumi delle famiglie con vincolo di bilancio.
Sebbene dall’analisi costi/benefici la spesa per gli investimenti pubblici abbia il ritorno più elevato con moltiplicatori maggiori di 1, l’impatto di lungo periodo è molto piccolo perché la loro quota sul totale del pacchetto è relativamente bassa. In termini di welfare, i consumatori per contrastare la Covid-19 sono disposti a rinunciare al 3% del livello di consumo di stato stazionario una cifra molto più alta del costo del ciclo economico dell’1%. Per cui l’intervento del governo in questo settore è stato più che opportuno.
Deutsche Bundesbank – Gauging the effects of the German COVID-19 fiscal stimulus package
https://www.bundesbank.de/en/publications/research/discussion-papers
SALUTE E SANITA’ : ITALIA VS EUROPA
La pubblicazione della Commissione europea State of Health in the EU confronta lo stato di salute, i fattori di rischio per la salute e le performance dei sistemi sanitari di ciascun Paese dell’EU27, allo scopo di fornire indicazioni di policy per migliorare i sistemi sanitari degli Stati membri. In Italia, paese tra i più colpiti dalla Covid-19, l’impatto della prima ondata ha avuto effetti sulla popolazione: nel 2020 l’aspettativa di vita alla nascita è diminuita di 1,2 anni, sebbene con i 82,4 anni resti tra le più alte nei Paesi UE.
L’incidenza dei tumori è molto simile a quello della UE: il tasso standardizzato è di 636 per 100.000 abitanti leggermente inferiore ai 686 per 100.000 abitati in UE. Circa un terzo dei decessi può essere ricondotto a fattori di rischio comportamentali, quali fumo, dieta, alcol, inquinamento e mancanza di attività fisica con valori in linea con la UE, sebbene si segnala un eccessivo consumo di alcol tra i giovani, obesità nel 30% tra i bambini di età 8/9 anni e un numero di fumatori adulti ancora troppo elevato.
Nel 2019 la spesa sanitaria procapite è stata minore del 28,3% rispetto alla media UE – 2.525 euro in PPP contro la media di 3.523 UE mentre la spesa sanitaria totale sul PIL si è attestata all’8,7% del PIL contro una media UE del 9,9%. La spesa sanitaria Out of pocket (23,3% vs 15,4%) è guidata dalla spesa ambulatoriale (10,5% vs 3,4% UE) e dalla farmaceutica (6,9% vs 3,7% UE). Le performance della sanità sono buone con mortalità trattabile e prevenibile tra le più basse ma resta il nodo della dotazione dei posti letto ospedalieri di 3,2 per mille abitanti in percentuale minore rispetto ai 5,3 per mille della EU ma con degenze di durata più lunga – 8 giorni contro 7,2 della UE.
OECD State of Health in the EU – Italy: Country Health Profile 2021