La selezione della settimana: #1 Ambrosetti: il XVI Meridiano Sanità suggerisce come rafforzare il SSN e accelerare la transizione verso un sistema resiliente e sostenibile. #2 Banca I’Italia: le imprese italiane utilizzano in modo incompleto le informazioni di inflazione provenienti dalle Banche centrali. #3 Commissione Europea: la pandemia ha evidenziato l’importanza di investire nell’innovazione digitale. Il DESI 2021 vede l’Italia in 20° posizione rispetto ai Paesi EU27, nonostante alcuni progressi nelle reti di connettività. #4 Bruegel: con il programma NGEU la Commissione ha modificato l’approccio al suo sistema di finanziamento rivolgendosi ai mercati finanziari con rischi e opportunità. #5 LSE EUROPP: da un’indagine è emerso che in Germania durante la pandemia il sostegno alla spesa sanitaria da parte dell’opinione pubblica è aumentato.
Il 2020 è stato un anno in cui sono emerse alcune debolezze dei sistemi sanitari nazionali. In Italia l’eccesso di mortalità del 15,6% ha contratto l’aspettativa di vita alla nascita di 1,2 anni. Un elemento nascosto ma altrettanto importante è stata la significativa riduzione dell’attività di prevenzione primaria e secondaria con rilevanti ricadute, ancora non quantificabili, sullo stato di salute della popolazione in futuro. Questi alcuni punti trattati dal XVI Meridiano Sanità Ambrosetti in cui si sottolinea il valore della prevenzione per un SSN resiliente e sostenibile (Leggi)
Le Banche centrali con l’adozione di politiche monetarie non convenzionali hanno ampliato gli strumenti in loro possesso al fine di influenzare sopratutto i principali decisori, tra cui le imprese. Un Quaderno della Banca d’Italia intitolato “Le imprese modificano le proprie aspettative e decisioni a fronte di informazioni sull’inflazione? Un’analisi del caso italiano” a firma di A. Rossella analizza il comportamento delle imprese italiane conseguenti alle informazioni sull’inflazione. Il lavoro ha lo scopo di raccogliere elementi per migliorare la difficile comunicazione tra banche centrali e decisori. (Leggi)
La pandemia ha mostrato il ruolo decisivo e dell’innovazione e della tecnologia modificando la percezione della società e della politica nei confronti della digitalizzazione. Nel 2020 vi è stato un forte incremento dell’utilizzo dei servizi on line pubblici e privati che ha messo alla prova la capacità della rete. L’ottava edizione del “Digital Economy and Society Index DESI 2021” oltre ad offrire i consueti profili digitali di ciascun stato membro – l’Italia è al 20° posto – allo scopo di identificare le aree che necessitano un’azione prioritaria, ha esaminato le politiche a livello europeo a supporto della digitalizzazione durante la pandemia. (Leggi)
L’adozione del programma del NEXT Generation EU ha modificato le modalità di finanziamento e l’interazione dell’Unione europea con i mercati finanziari. Nel policy contribution di Bruegel “Next Generation EU borrowing: a first assessment” firmato da Christie, R., G. Claeys e P. Weil, viene valutata la strategia finanziaria attuata fino a questo momento dalla Commissione, simile a quella di altri grandi emittenti, per raccogliere denaro in modo sicuro, affidabile e conveniente. Il lavoro evidenzia anche i rischi e le opportunità di questa nuova strategia. (Leggi)
Nelle ultime settimane la Germania sta affrontando una difficile situazione sanitaria con un numero di infezioni e decessi mai raggiunto nel passato. Prima di questa ondata il Paese aveva gestito l’emergenza con discreto successo con un numero dei casi e dei decessi sotto le media rispetto ai paesi confinanti. Nell’editoriale “Evidence from Germany: Has the pandemic increased public support for health care spending?” su LSE Europp Marius R. Busemeyer analizza come durante la pandemia è cambiato il sostegno del pubblico nei confronti del sistema sanitario alla luce delle frizioni dovute al sistema politico federale. (Leggi)

PANDEMIA, LO SPARTIACQUE DEL SSN
Nel 2020 l’aspettativa di vita in Italia è diminuita di 1,2 anni: per gli uomini la contrazione è stata di 1,4 anni, per le donne di 1 anno. Il SSN durante la prima fase della pandemia non è riuscito a garantire le attività di prevenzione primaria e secondaria: è diminuito del 45% il numero degli screening oncologici al seno e del 59% al colon-retto mentre i ricoveri per ictus del 13% e per infarto del 12%.
Nonostante vi sia stata un’accelerazione nell’attivazione dei fascicoli sanitari elettronici +104% nel 2020, l’emergenza sanitaria ha amplificato i ritardi nell’informatizzazione dei servizi sanitari. Vi sono ritardi anche nell’accesso all’innovazione sanitaria nonostante il tempo di accesso ai farmaci sia diminuito di 18 giorni e vi sia stato un incremento di 3 p.p. delle nuove terapie. A livello regionale, il Sanità Regional Index di Meridiano sanità, indica un peggioramento di alcune Regioni del Nord e il permanere del gradiente Nord Sud nei divari territoriali.
Nel rapporto sono formulate 4 proposte per rafforzare il sistema sanitario e dare un impulso al settore delle Scienze della vita: sostenere il valore della prevenzione per un SSN resiliente e sostenibile; riforma dell’assistenza territoriale e digitalizzazione della sanità, grazie all’accelerazione dell’attuazione del PNNR; diventare un hub internazionale nel settore delle scienze della vita e aumentare gli investimenti in salute con un approccio intersettoriale e prevedere una spesa sanitaria non inferire al 7% del PIL.
ASPETTATIVE D’INFLAZIONE: ISTRUZIONI PER L’USO
Le banche centrali, per ampliare il proprio raggio di azione, avevano in passato focalizzato la propria attenzione sui principali decisori in grado di modificare le aspettative di inflazione. Di recente l’interesse si è rivolto anche alla possibilità di influenzare direttamente le aspettative di inflazione di famiglie e imprese per ampliare ulteriormente gli orizzonti di policy.
Il Quaderno offre due tipi di contributi: uno metodologico in cui si esplora la possibilità che le aspettative di inflazione siano determinate in modo endogeno; il secondo è empirico grazie alla disponibilità dei dati dell’Indagine trimestrale sulle aspettative di inflazione e crescita della Banca d’Italia. Dal 2012 viene effettuato un controllo randomizzato sul campione nel quale i due terzi ricevono le informazioni più aggiornate sull’inflazione mentre alla restante parte non viene comunicato nulla.
I risultati mostrano che le imprese con le informazioni aggiornate reagiscono in modo statisticamente significativo con una risposta non superiore al mezzo punto percentuale e con il segno che cambia a seconda delle circostanze. Tuttavia né la variazione dei prezzi né la domanda di lavoro è differente in media tra i due gruppi, nemmeno quando le imprese senza elementi iniziali hanno recuperato nel tempo il gap informativo. Questi risultati, analogamente ad altri studi condotti su indagini estere – Nuova Zelanda e Usa – mettono in dubbio di poter ottenere risultati reali attraverso il miglioramento della comunicazione con il grande pubblico.
https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/temi-discussione/2021/2021-1353/index.html

INVESTIRE NEL DIGITALE E IN CAPITALE UMANO
Nel 2020 la pandemia ha accelerato l’adozione e l’utilizzo delle tecnologie digitali a livello globale ed ha evidenziato quanto sia decisiva per i sistemi economici l’innovazione tecnologica. Nel rapporto DESI viene monitorato e valutato lo stato della digitalizzazione nei Paesi EU27 in quattro dimensioni chiave: Capitale umano, connettività, integrazione delle tecnologie digitali e servizi pubblici digitali.
Considerando gli indicatori nel complesso, l’Italia è al 20° posto al di sotto della media UE27 e lontano dai Paesi primi in classifica: Danimarca, Finlandia e Svezia. Nel 2020 il nostro Paese ha visto un incremento della diffusione sia della copertura sia della connettività delle reti, tuttavia la sempre bassa diffusione della banda fissa – 61% delle famiglie contro 77% della media EU27 – e mobile – 49% degli individui contro il 71% EU27, l’insufficiente copertura del 5G – 8% delle zone abitate contro il 14% EU27 – e la relativa costosità dei servizi, posizionano l’Italia al 23 posto.
L’altra dimensione in cui l’Italia è molto carente è il capitale umano dove solo il 42% degli individui è in possesso perlomeno di competenze digitali di base contro il 56% della media UE27 e solo l’1,3% dei laureati ha una laurea TIC contro il 3,9% della media EU 27. In 10° posizione nell’integrazione digitale e al 18° posto nei servizi pubblici digitali. Il 25,1% dei fondi del PNRR, circa 48 miliardi di euro, è destinato alla transizione digitale con l’obiettivo di colmare i ritardi accumulati negli anni.
European Commission – Digital Economy and Society Index (DESI) 2021
https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/library/digital-economy-and-society-index-desi-2021
L’UE AUMENTA IL SUO DEBITIO PUBBLICO
Prima della pandemia l’attività di raccolta della Commissione europea sui mercati finanziari era limitata al finanziamento di un budget di 110 miliardi di euro destinato a due programmi, il Balance of Payment (BoP) e l’European Financial Stability Mechanism (EFSM). Dopo il varo dei programmi SURE, dalla dotazione di 100 miliardi di euro, e, soprattutto, il NGEU, un fondo di 750 miliardi di euro a prezzi 2018 (correnti 809 miliardi) da erogare fino al 2026, l’attività di finanziamento della Commissione ha visto un cambio di passo.
Per i prossimi 5 anni, la Commissione emetterà debito alla stregua dei grandi emittenti dell’UE, Italia, Francia e Germania mentre la sua gestione durerà fino al rimborso completo nel 2058. Poiché con la legislazione corrente non sono previste nuove emissioni, è verosimile che la Commissione restituirà gradualmente il debito dal 2028 al 2058 con un vicolo annuo del 7,5% sul massimo ammontare di 390 milioni di euro di spesa – corrispondenti alla somma destinata ai grants, rimborsati con risorse proprie.
Il rapporto Bruegel formula tre raccomandazioni: in primo luogo il mercato delle obbligazioni UE va monitorato con attenzione a seconda dell’evoluzione della liquidità del mercato primario e secondario per modificare la gestione dei dealer primari; in secondo luogo l’UE sarà il primo emittente di obbligazioni Green e ciò può essere sfruttato per rafforzare il ruolo dell’euro; infine va superata la natura temporanea della misura allo scopo di affrontare al meglio ciascuna sfida dell’euro.
Bruegel – Next Generation EU borrowing: a first assessment
https://www.bruegel.org/2021/11/next-generation-eu-borrowing-a-first-assessment/
LA PANDEMIA IN GERMANIA: FEDERALISMO E SPESA SANITARIA AGGIUNTIVA
In Germania la situazione sanitaria delle ultime settimane desta preoccupazione: il numero dei contagi e dei decessi è ai livelli più elevati dall’inizio della pandemia e il sistema sanitario è al collasso. Nel 2020 la sanità aveva affrontato l’emergenza ottenendo un discreto successo. Il numero superiore alla media delle terapie intensive e dei medici, l’attività assistenziale meno incentrata sull’ospedale, avevano garantito la continuità delle cure ma con il passare dei mesi, si sono accumulate difficoltà crescenti a causa della lentezza della campagna vaccinale e delle frizioni tra Governo federale e Länder.
L’emergenza ha incrementato la spesa sanitaria: un’indagine somministrata a un campione di 7400 individui ha vagliato se esiste il supporto dell’opinione pubblica a questo sforzo economico in base alla tipologia di finanziamento. Già prima della pandemia la popolazione tedesca percepiva la necessità di riforme significative nella sanità – circa 3/4 favorevoli a un incremento di spesa – e ciononostante non era al top dell’agenda politica. Il supporto può essere inoltre correlato positivamente alla percezione di come è stata gestita l’emergenza: al 52% nei primi mesi del 2020 ma con il passare dei mesi si è ridotta al 29% nel maggio 2021.
Nonostante il crollo della fiducia, il supporto all’incremento della spesa sanitaria è aumentato tra la popolazione: se la spesa sanitaria aumenta senza vincoli, il supporto passa dall’80% di aprile/maggio 2020 all’82% di maggio 2021, se l’incremento della spesa comporta un tagli di altri servizi il supporto passa dal 54% di maggio 2020 al 61% di maggio 2021. Resta da verificare se questi valori saranno confermati una volta terminata l’emergenza.
Europp – Evidence from Germany: Has the pandemic increased public support for health care spending?