La selezione della settimana: #1 Governo: il DDL bilancio 2022 “bollinato” dalla RGS conferma gli stanziamenti per la sanità. Novità per la spesa farmaceutica e nuovi LEPS per le non autosufficienze. #2 CESIFO: il progresso delle tecnologie mediche aumenta il benessere della popolazione ma incrementa i costi della sanità, con conseguenti rischi di limitare l’accesso. #3 Banca d’Italia: la forte ripresa del II semestre del 2021 è stata più sostenuta nel Nord Est rispetto alle altre aree del Paese. La digitalizzazione sarà di sostegno alla ripresa ma con differenti punti di partenza tra le macroaree. #4 Ecfin: le previsioni di autunno della Commissione europea escono in un momento di incertezza sia per la ripresa dell’epidemia sia per limitazioni dal lato dell’offerta. #5 OASI CERGAS: dopo un trentennio di riorganizzazione del SSN e razionalizzazione della spesa, il PNRR è l’occasione per realizzare infrastrutture, adottare nuove tecnologie e avviare progetti innovativi destinati ai nuovi bisogni di salute.
Il testo del disegno di legge di bilancio 2022 ha passato il vaglio di sostenibilità e conformità della Ragioneria Generale dello Stato – la cosiddetta “bollinatura”. Rispetto alla bozza provvisoria del 28 ottobre scorso, sono stati confermati gli incrementi del Fondo Sanitario Nazionale di due miliardi per ciascun anno nel triennio 2022-2024 insieme a ulteriori incrementi per il destinati all’acquisto di farmaci innovativi e alle borse di studio per specializzandi. È stato confermato anche l’incremento del fondo speciale per l’acquisto di vaccini. Sono introdotti nuovi livelli essenziali delle prestazioni sociali per le non autosufficienze e cambiano i tetti della spesa farmaceutica. (Leggi)
A partire dal XIX secolo i progressi tecnologici in medicina e la scoperta di alcuni vaccini hanno migliorato il benessere degli individui e allungato la speranza di vita. Nel paper CESIFO “Medical Innovations and Ageing: A Health Economics Perspective” firmato da V. Grossmann, si studia la relazione tra innovazione medica e invecchiamento in una prospettiva di economia sanitaria. Lo studio esamina le evidenze empiriche sugli incentivi alla ricerca e sviluppo in campo medico, sui costi di ricerca e sviluppo dei prodotti farmaceutici e sull’efficacia in termini di costi delle innovazioni sanitarie. (Leggi)
In Italia la ripresa nel primo semestre del 2021 è stata più sostenuta al Nord. Lo sostiene la Banca d’Italia nell’ultimo Rapporto sulle economia regionali. In attesa delle stime preliminari dei Conti economici territoriali ISTAT di dicembre, l’intensità dell’attività economica, misurata dall’indice ITER, indica una ripresa maggiore al Nord, in particolare le Nord-Est, rispetto al resto del Paese. Il rapporto dedica un paragrafo anche agli elementi in grado di condizionare l’efficacia agli interventi previsti dal PNRR individuando nel grado di digitalizzazione un ruolo chiave. (Leggi)
Grazie al tasso di crescita del PIL di +14% sull’anno del secondo trimestre 2021 è stato stabilito un record positivo per l’UE dall’inizio delle serie storiche così come, nello stesso periodo dell’anno precedente, era stato stabilito un record negativo della stessa entità. La fase espansiva è coincisa con il progredire della campagna vaccinale e l’allentamento delle restrizioni. La pubblicazione dell’European Economic Forecast: Autumn 2021, avviene in un momento delicato dovuto alla ripresa dei contagi, soprattutto in Europa, e ai colli di bottiglia dal lato dell’offerta sia del lavoro sia dell’approvvigionamento. Le prospettive dell’Italia restano favorevoli. (Leggi)
Dai primi anni novanta il SSN ha attraversato quattro fasi: la prima in cui in attuazione della Legge 421/1993, è stata conferita autonomia alle aziende sanitarie e ospedaliere; la seconda, dopo la Legge costituzionale 3/2001, in cui e stato rafforzato il coordinamento all’interno delle Regioni e allentato quello tra le Regioni; la terza dopo la grande crisi finanziaria del 2077 imperniata sulla razionalizzazione della spesa sanitaria e la quarta in cui, a livello regionale, sono state centralizzate alcune funzioni comuni. Al momento la priorità è pianificare e programmare gli investimenti del PNRR. Questi alcuni passi salienti del Rapporto OASI CERGAS 2021. (Leggi)

I PRINCIPALI NUMERI DELLA SANITÀ NELLA MANOVRA 2022
È iniziato il lungo precorso parlamentare della Legge di bilancio 2022, dopo il via libera della RGS e la firma del Presidente della Repubblica. Confermate le misure per sanità e assistenza sociale: l’articolo 88 prevede l’incremento nel 2022 di due miliardi di euro del livello di finanziamento statale del Fabbisogno Sanitario Nazionale arrivando a 124.061 milioni di euro dagli attuali 122.061, con analogo incremento per ciascun anno del biennio successivo.
Sono previsti ulteriori risorse a integrazione delle precedenti per il rimborso dell’acquisto di farmaci innovativi da parte delle Regioni – 100 milioni di euro del 2022, 200 milioni nel 2023 e 300 nel 2024 – e per incrementare il numero dei contratti delle specializzazioni mediche – 194 milioni di euro nel 2022, 319 milioni nel 2023 e 347 nel 2024 e ulteriori incrementi fino al 2027. L’articolo 90 incrementa il fondo per l’acquisto dei vaccini e farmaci anti covid di 1,85 miliardi di euro per il 2022.
L’articolo 96 ridetermina il tetto della spesa farmaceutica per gli acquisti diretti, attualmente al 7,65% del FSN. Il tetto salirà all’8% nel 2020, all’8,15% nel 2022 e all’8,30% nel 2023 mentre il tetto della spesa farmaceutica territoriale resterà invariato al 7% del FSN. Complessivamente la spesa farmaceutica inciderà sul FSN del 15% nel 2022, del 15,15% nel 2023 e del 15,30% nel 2024.
Le Regioni giudicano insufficienti le risorse stanziate dalla manovra: nel 2021 c’è stato un decremento di 2,2 miliardi di euro nelle risorse destinate alla pandemia rispetto al 2020 e una diminuzione delle entrate a causa della crisi economica. La gestione dell’emergenza sanitaria, l’assunzione di nuovo personale, la campagna vaccinale, il recupero delle attività programmabili e lo smaltimento delle liste di attesa, ha comportato un incremento medio nel 2021 della spesa sanitaria procapite di 135,45 euro. Con l’attuale stanziamento le Regioni rischiano il disavanzo di bilancio con il conseguente aumento della tassazione locale come previsto dalla legge.
Governo – Legge di bilancio 2022
http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=99837
INNOVAZIONE, LONGEVITÀ E SPESA SANITARIA
Nei Paesi industrializzati ed emergenti, spesa sanitaria cresce nel tempo in percentuale del PIL. Numerosi studi hanno rilevato una relazione positiva di lungo periodo stabile e statisticamente significativa tra reddito, produttività e spesa sanitaria. Il reddito, tuttavia, non spiega l’aumento della spesa sanitaria nel tempo in quanto l’elasticità di quest’ultima al variare del reddito è inferiore a 1.
Da un confronto tra una selezione di Paesi OCSE risulta che la spesa sanitaria è influenzata molto di più dalla tecnologia che dalle dotazioni di posti letto o di personale medico e infermieristico. In corrispondenza all’incremento della spesa sanitaria l’aspettativa di vita a 65 anni in questi Paesi è aumentata. Questo significa che vi è stato un rallentamento dell’invecchiamento biologico misurato dell’indice di fragilità.
Nel secolo scorso l’innovazione nell’industria farmaceutica ha migliorato gli esiti di salute per numerose malattie, un argomento a favore del sostegno della R&S rappresentato dai brevetti, sebbene un controllo dei prezzi, senza compromettere il progresso medico, sia utile a contribuire indirettamente a incrementare l’aspettativa di vita grazie all’ingresso sul mercato di nuovo farmaci.
La R&S medica dipende dell’ampiezza del mercato, di conseguenza sarà più elevate nei paesi avanzati. Vi è il rischio, infine, che il progresso tecnologico possa ampliare la disuguaglianza sanitaria avvantaggiando gli individua già in buona salute, più istruiti e con un reddito più elevato.
CESIFO – Medical Innovations and Ageing: A Health Economics Perspective
DIGITALIZZAZIONE ED EFFICACIA DEL PNRR
Nl primo semestre del 2021 la crescita economica territoriale in Italia è stata eterogenea: secondo l’indicatore ITER, l’attività economica è stata superiore al Nord e in particolare al Nord-est dove è aumentata di oltre il 20%. L’incremento dell’attività economica del Mezzogiorno, poco più del 15%, ha superato quello del Centro +15%. Nel 2020 al Nord è stata registrata la maggiore contrazione del PIL: -9,1% contro il -8,8% del Centro e il -8,4% del Mezzogiorno.
Dopo le fasi più difficili della pandemia è seguita la ripresa dei consumi, dell’occupazione, delle esportazioni, del credito e degli investimenti. La ripresa dovrà essere sostenuta degli investimenti previsti dal PNNR la cui efficacia dipende dalle condizioni di partenza dei territori. Secondo il Rapporto sarà determinate il grado di digitalizzazione territoriale. Sulla base del DESI – digital economy and society index – un indice di digitalizzazione elaborato dalla Commissione europea, la Banca d’Italia ha elaborato un Indicatore composito di digitalizzazione territoriale da cui risulta che il Mezzogiorno è in ritardo, con valori al di sotto della media nazionale, rispetto ai cinque fattori considerati dal DESI.
Il Mezzogiorno ha accumulato il ritardo maggiore nelle competenze digitali: sono basse sia la percentuale degli specialisti ICT sul totale degli occupati sia le competenze di base individuali. Il Nord-ovest è primo nell’integrazione della tecnologia con i processi produttivi, mentre il Nord-est spicca nell’e-government. La Missione 1 del PNRR ha destinato 34 miliardi alla digitalizzazione della pubblica amministrazione e del sistema produttivo e, a queste condizioni, l’eterogeneità dei punti di partenza non favorirà la riduzione dei divari territoriali in questo importante settore.
Banca d’Italia – L’economia delle Regioni italiane
https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/economie-regionali/2021/2021-0022/index.html
CRESCITA SOSTENUTA MA SEGNALI CONTRASTANTI
Dopo la tempesta del 2020, in Europa l’inattesa vivace ripresa dei primi tre trimestri di quest’anno ha riportato il livello di prodotto su valori vicini a quelli pre-pandemia. La Commissione europea nelle previsioni di autunno ha stimato per l’UE una crescita del PIL reale del 5% nel 2021 e del 4,3% nel 2022. Nel breve termine, tuttavia, la ripresa potrebbe rallentare a causa dei numerosi elementi di incertezza.
Dal lato dell’offerta vi è la difficoltà a tenere il passo della ripresa globale con la conseguente strozzatura dell’offerta in vari settori chiave dell’economia quali logistica, materie prime e microprocessori; i prezzi dell’energia elettrica e del gas naturale sono in aumento; nel mercato del lavoro, sebbene in miglioramento, stanno emergendo sacche di carenza di lavoro in quei settori dove il recupero è stato più forte.
Per l’Italia le previsioni di crescita sono di +6,2% nel 2021 e +4,3% nel 2022. La ripresa sarà guidata dai consumi privati e dagli investimenti, in aumento nel 2021 rispettivamente del 5,3% e del 15,8%, questi ultimi riceveranno un impulso delle condizioni di finanziamento favorevole e dai vari programmi del Recovery e Resilience Funds. Il mercato del lavoro vedrà un miglioramento solo nel 2023 in un contesto di graduale ripresa dell’offerta di lavoro.
Grazie alla crescita migliorerà gradualmente anche la finanza pubblica: il saldo delle Amministrazioni pubbliche nel 2021 sarà -9,4% sul PIL, nel 2022 -5,3% e nel 2023 -4,3% rispetto al -9,6% del 2020. Per l’incremento dei prezzi dell’energia l’inflazione supererà il 2% nel 2022 – secondo recenti stime ISTAT +3,0% su base annua – per tornare a 1,4% nel 2023 sebbene l’inflazione core sarà rivista al rialzo.
Ecfin – European Economic Forecast. Autumn 2021
https://ec.europa.eu/info/publications/european-economic-forecast-autumn-2021_en

L’OCCASIONE DEL PNRR NON VA SPRECATA
Il SSN al termine di un lungo percorso di riorganizzazione e di razionalizzazione durato un trentennio in cui, contestualmente alla graduale contrazione delle risorse destinate alla sanità, è stato raggiunto il pareggio di bilancio, anche dalle Regioni in piano di rientro, ha dovuto affrontare l’emergenza sanitaria. Secondo il Rapporto OASI CERGAS 2021 la risposta è stata monto rapida: nelle prime fasi della pandemia il management ha riconvertito in poco tempo le attività assistenziali in linea con le nuove esigenze.
Nelle fasi post prima e seconda ondata lo sforzo si è concentrato nel recupero dell’attività ordinaria. Questa fase si è rivelata preziosa nell’ottica organizzativa in quanto sono state adottate soluzioni per recuperare le attività pregresse, sono stati adottati nuovi sistemi di valutazioni delle performance e rafforzati quelli già in uso. Il PNRR, il fondo complementare e gli altri fondi europei sono una grande occasione per il SSN e, secondo gli estensori del Rapporto OASI CERGAS 2021, l’emergenza del momento è proprio la programmazione e la pianificazione degli investimenti.
I quasi 400 miliardi di euro complessivi arriveranno solo se si realizzano le riforme trasversali e saranno superate le numerose verifiche. L’accesso ai fondi sarà garantito solo da un’adeguata pianificazione, da programmi ben definiti e progetti esecutivi, dal monitoraggio dei risultati e dalla valutazione dell’impatto rispetto agli obiettivi. La gestione della pandemia caratterizzata da flessibilità e rapidità nelle decisioni infonde ottimismo su un migliore uso delle risorse rispetto al passato.