La selezione della settimana: #1 ISTAT: in Italia il recupero dei livelli di prodotto pre-pandemia sta avvenendo più velocemente grazie alla crescita superiore al 6%. #2 Governo: varato il disegno di legge di bilancio con importanti novità sul fronte delle pensioni e delle politiche sociali, della sanità, degli investimenti pubblici e degli incentivi fiscali. #3 Banca d’Italia: il reddito disponibile delle famiglie nell’area dell’euro è stato sostenuto dagli imponenti trasferimenti pubblici. #4 LSE: l’invecchiamento della popolazione in buona salute può mitigare la perdita di produttività del lavoro dovuta a una società sempre più anziana. #5 VoxEU: dopo gli shock pandemici e il quadro macroeconomico mutato e sempre più variabile, è ancora possibile formulare previsioni attendibili grazie a nuove tecniche.
In Italia continua il recupero dell’attività economia: PIL reale +2,6% congiunturale nel III trimestre 2021 e +3,8% tendenziale. Nel caso la crescita dell’ultimo trimestre fosse nulla, alla fine dell’anno si avrebbe +6,1%. Sono i principali dati della stima preliminare del PIL comunicata dall’ISTAT la scorsa settimana. È un risultato molto migliore rispetto alle previsioni di inizio anno: la Banca d’Italia nello scenario macroeconomico di gennaio stimava, per l’anno in corso, una crescita del 3,5%. La congiuntura internazionale vede il ritorno dell’inflazione e preannuncia un raffreddamento della crescita. (Leggi)
Approvato dal Consiglio dei Ministri il Disegno di legge sul Bilancio di previsione dello stato per l’anno finanziario 2022. Tra le principali misure introdotte nell’ambito delle politiche sociali vi sono il superamento di Quota 100 con l’introduzione, solo per il 2022, di Quota 102 e il finanziamento aggiuntivo di un miliardo per il reddito di cittadinanza con correttivi nelle modalità di riconoscimento; in sanità è stato confermato l’incremento di due miliardi del Fondo sanitario nazionale mentre è stato previsto uno stanziamento di 70 miliardi di euro dal 2002 al 2036 per investimenti pubblici. (Leggi)
Nell’area dell’euro nel 2020 il saldo finanziario procapite delle famiglie è arrivato a 2.400 euro rispetto agli 800 del 2019. Una nota della Banca d’Italia “I flussi economici e finanziari tra settori istituzionali nei paesi dell’area dell’euro durante la pandemia” evidenzia come il risultato sia dovuto alla dinamica tra diminuzione del 3,1% dei redditi da lavoro e capitale, contrazione dei consumi del 7,6% associata a un aumento del redito lordo disponibile dovuto ai trasferimenti sociali. Dal lato delle imprese la contrazione degli investimenti ha avuto effetti eterogenei sull’indebitamento finanziario. (Leggi)
L’invecchiamento della popolazione ha effetti negativi sul sistema economico: perdita di produttività del lavoro e assottigliamento della percentuale della popolazione in età da lavoro su quella totale. Secondo un paper LSE “Health, an ageing labour force, and the economy“, l’impatto negativo dell’invecchiamento sul PIL procapite può essere mitigato dal mantenimento in buona salute della fascia di lavoratori più anziana 55–69. Per raggiungere l’obiettivo sono necessari interventi mirati all’invecchiamento attivo e in salute. (Leggi)
Le previsioni macroeconomiche sono sempre più complesse a causa della revisione delle politiche monetarie delle principali banche centrali, le tendenze economiche mutevoli e gli shock da pandemia. Un editoriale su VoxEU “After floods and pandemics: How to obtain a meaningful forecast” affronta la questione presentando i nuovi avanzamenti in questo campo. La ricerca sta progredendo su due fronti incorporando nei modelli lineari le dinamiche degli eventi estremi oppure preservandoli. Alla base vi è il ricorso ai big data e a tecniche di machine learning. (Leggi)
RIPRESA SUPERIORE ALLE ATTESE MENO LONTANO IL LIVELLO PRE-CRISI
In Italia nel III trimestre del 2021 in termini congiunturali il PIL reale è cresciuto del 2,6%. È un risultato coerente rispetto alle previsioni della Banca d’Italia superiori al 2% e con un tetto del 3%, di conseguenza la variazione positiva del PIL a fine anno, ad attività economica immutata, sarà del 6,1%. In attesa di conferma nel corso del mese di novembre, hanno contribuito al risultato dal lato dell’offerta la forte ripresa dei servizi e dell’industria e dal lato della domanda sia i consumi interni sia la domanda estera.
La ripresa è stata sostenuta sebbene la contrazione dell’8,9% del 2020 non sia ancora stata recuperata del tutto: per ritornare al livello di prodotto pre crisi in un solo anno sarebbe stata necessaria una crescita del 9,8%; il PIL del III trimestre 2021 inoltre è ancora inferiore dell’1,35% rispetto a quello del IV trimestre 2019. I dati congiunturali dei principali Paesi dell’area euro delineano un quadro in chiaroscuro: Germania avanti piano con +1,8%, male la Spagna con una crescita insufficiente del 2,0% bene invece la Francia con +3,0%.
In quest’ultimo Paese il PIL del III 2021 trimestre è inferiore a quello del IV trimestre 2019 solo dello 0,1% e, con la variazione acquisita del 6,6%, il PIL a fine anno potrebbe raggiungere il 98,2% del livello del 2019, un recupero migliore della Germania 97,9%, dell’Italia 96,6% e della Spagna ferma al 92,7%. L’inflazione in forte aumento anche in Italia, +2,9% a settembre, le difficoltà di approvvigionamento in alcuni settori chiave e la risalita della curva dei contagi a livello globale possono raffreddare la ripresa e allontanare la data del completo recupero con importanti implicazioni sui saldi di finanza pubblica dei Paesi più fragili – Italia e Spagna.

UNA MANOVRA DI COMPROMESSO
Si tratta di una manovra imponente dall’ammontare stimato di 1000 miliardi di euro dall’impatto sul deficit, al netto dei correttivi, del 5,6% sul PIL. Tra i numerosi provvedimenti in esame vi è la costituzione di un fondo di 8 miliardi di euro per la riduzione del cuneo fiscale e dell’IRAP, un primo timido passo verso la riforma fiscale prevista dal PNRR.
Sul fronte pensionistico è stato introdotto un nuovo regime transitorio molto dibattuto, dall’impatto macroeconomico ancora non quantificabile, in cui il pensionamento è consentito a 64 anni di età e 38 anni di contributi il cosiddetto “Quota 102”. Il provvedimento sarebbe necessario sia come correttivo delle distorsioni introdotte da Quota 100 sia per garantire una graduale transizione al regime ordinario contributivo. In sanità è previsto uno stanziamento di 1,8 miliardi di euro per vaccini e medicinali anti Covid-19 in aggiunta all’incremento del FSN di 2 miliardi di euro nel 2022 – 6 miliardi complessivi nel triennio.
Il reddito di cittadinanza, rivisto per rimediare alle fallimentari politiche attive sul mercato del lavoro destinate ai beneficiari, viene finanziato di un miliardo di euro in più ma senza sufficienti correzioni alle sperequazioni a sfavore delle famiglie numerose. Sul fronte fiscale è prevista la rimodulazione degli incentivi – proroga del bonus facciate nel 2023 con una riduzione dell’aliquota dal 90 al 60%; estensione del 110% nel 2023 con proroga al 2024 e al 2025 con aliquota ridotta rispettivamente al 70% e al 65%. La manovra cerca di superare alcune delle discutibili misure introdotte dai governi precedenti ma i correttivi sono di compromesso per l’eterogenea composizione della coalizione.
https://www.governo.it/it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-44/18359
IL RUOLO DEI TRASFERIMENTI ALLE FAMIGLIE E L’ANOMALIA DELLE IMPRESE ITALIANE
I saldi finanziari di famiglie e imprese non finanziarie, durante la prima fase della pandemia nell’area dell’euro, hanno raggiunto livelli molto elevati. I redditi primari delle famiglie sono diminuiti del 3,1% in termini nominali e il reddito disponibile è aumentato dello 0,2% grazie ai trasferimenti sociali da parte delle amministrazioni pubbliche. Nonostante il robusto sostengo, i consumi si sono contratti del 7,6% e il risparmio lordo sul reddito disponibile ha raggiunto il 20,1%.
Disaggregando i dati per le quattro maggiori economie dell’area, i redditi primari sono diminuiti in misura maggiore in Spagna e in Italia dove vi è stata una contrazione del 7%. In questi due Paesi i trasferimenti varati dai governi hanno compensato solo in parte la caduta dei redditi primari e il reddito disponibile è diminuito in entrambi del 3%. I consumi sono calati del 10% e il tasso di risparmio in Spagna è salito al 14,7%, in Italia al 17,6%. Dinamica diversa per Francia e Germania dove la contrazione dei redditi primari è stata minore, il reddito disponibile è aumentato, anche se meno dell’1%, e il tasso di risparmio ha superato il 20%. In tutti i Paesi considerati vi è stato un aumento delle attività finanziarie con preferenza per la liquidità.
I profitti delle società non finanziarie sono diminuiti del 7,7% rispetto all’anno precedente in seguito alla contrazione del valore aggiunto del 6,7% – Spagna 13,6%, Italia e Francia -9,4%, Germania -4,8%. Gli investimenti fissi si sono ridotti del 10,5% più che compensando la contrazione del valore aggiunto con il conseguente aumento dei depositi che in Italia sono stati utilizzati per ridurre i debiti finanziari del 5,1% mentre in Francia e Spagna sono aumentati rispettivamente del 4,3% e 1,3%.
LA SANITÀ COME INVESTIMENTO
L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno globale: nel 2019 l’età mediana della forza lavoro, ad esclusione degli inattivi, era di 38,9 anni, 1,3 anni rispetto al 2010. L’Europa meridionale è tra le aree del mondo dove l’età mediana della forza lavoro è più elevata 43,9 anni, in aumento di 3,3 anni rispetto al 2010. In letteratura la relazione tra crescita della produttività e invecchiamento della forza lavoro è rappresentata da una curva a forma a U rovesciata con un picco compreso tra i 40/49 anni di età.
Recenti lavori stimano una contrazione della produttività totale dei fattori TFP in 0,2 p.p. ogni anno dal 2014 al 2035. È possibile contrastare il declino sia incrementando i livelli di istruzione sia attraverso l’adozione di nuove tecnologie mentre un fattore su cui non è stato indagato a sufficienza è lo stato di salute della forza lavoro anziana: alcuni dati sulla salute dei pensionati evidenziano come un quarto dei sessantenni abbia una disabilità che li rende inabili al lavoro.
Dalla relazione della crescita del PIL procapite e gli anni di vita in buona salute di 180 Paesi dal 1990 al 2017 viene confermata la relazione a U rovesciata tra età dei lavoratori e TFP. I paesi con una quota maggiore di popolazione in età da lavoro tra 55-69 anni in buona salute dovrebbero registrare una crescita economica maggiore. Le simulazioni del modello su un orizzonte di 80 anni confermano quanto ipotizzato: per un gruppo selezionato di paesi un aumento del 5% degli anni in buona salute incrementa il PIL procapite da un minimo di 0,3% per l’Egitto a un massimo di 1,4% per Singapore – corrispondenti in quest’ultimo caso a +179% in 80 anni.
LE PREVISIONI ECONOMICHE IN TEMPI ANOMALI
Eventi estremi come la Pandemia ma anche quelli meno recenti quali la Grande crisi finanziaria del 2008 o quella dei debiti sovrani del 2011, hanno evidenziato i limiti delle tradizionali tecniche di previsione macroeconomiche. Per migliorare le stime i previsori non dovranno più basarsi sulla caratterizzazione dell’intera distribuzione, per ottenere il più probabile risultato del PIL di un singolo anno ma sarà necessario comprendere la natura e la probabilità degli eventi estremi.
Il tema è stato trattato nell’11th Conference on Forecasting Techniques organizzata dalla BCE con l’intento di migliorare la comprensione delle nuove tecniche di previsione in cui partecipanti si sono interrogati sulle sfide da affrontar e sulla più promettenti strade di ricerca da percorrere nel futuro. Una parte dei contributi si è focalizzata su come proteggere i modelli VAR e fattoriali contro gli eventi estremi, un’altra ha l’obiettivo di includere gli eventi estremi nel modello, riconoscendo, in questi casi, le diverse interazioni tra le variabili.
Al momento queste due strategie sono indipendenti tra loro ma in futuro potrebbero diventare complementari. Secondo quanto è emerso le banche centrali dovranno affrontare nell’immediato le seguenti sfide: l’uso dei big data, lo sviluppo di modelli non lineari, l’individuazione di nuovi indicatori ad alta frequenza, modelli che tengano conto degli eventi nelle code – ossia molto meno probabili, utili quando gli eventi estremi diventano più frequenti, miglioramenti nelle tecniche VAR e l’eterogeneità tra settori.
VoxEU – After floods and pandemics: How to obtain a meaningful forecast
https://voxeu.org/article/after-floods-and-pandemics-how-obtain-meaningful-forecast