La selezione della settimana: #1 Governo: la fine di Quota 100 e la ricerca di formule alternative per garantire “un graduale passaggio al regime ordinario” come indicato nel Documento Programmatico di Bilancio. #2 RGS: la spesa sanitaria pubblica corrente nel 2020 è aumentata del 6,7% per fronteggiare l’emergenza sanitaria. #3 AIFA: inappropriatezza prescrittiva e sovrautilizzo di alcuni farmaci per la popolazione italiana superiore a 65 anni. #4 NBER: al contrario di quanto prospettato, gli incentivi finanziari e le altre spinte gentili non hanno incrementato la diffusione delle vaccinazioni. #5 OCSE: uno studio sulle strutture LCT ha evidenziato le criticità del comparto, duramente colpito dalla pandemia e ha individuato i fattori determinati dell’elevata mortalità tra i residenti.


Quota 100 scadrà alla fine di quest’anno: la misura consentiva pensionamento anticipato a 62 anni con 38 di contributi. Numerose critiche erano state mosse al provvedimento: da un lato la Corte dei conti lo scorso giungo aveva espresso preoccupazioni sulla sostenibilità nel lungo periodo della spesa pensionistica, esplosa sia per gli effetti della misura sia per la drastica contrazione del PIL nel 2020, dall’altro ha riconosciuto la necessità di garantire una maggiore flessibilità in uscita. Il Documento programmatico di bilancio (DPB) ha confermato questa indicazione e allo studio ci solo alcune alternative. (Leggi)

Nel 2020 la spesa sanitaria pubblica corrente di contabilità nazionale è stata, a fronte del finanziamento del FSN di 120,5 miliardi euro, di 123,5 miliardi di euro il 7,5% del PIL, in aumento rispetto al 2019 del 6,7%. Il FSN è aumentato di 6 miliardi di euro, il 5,3% in più dell’anno precedente mentre il disavanzo di 2,9 miliardi di euro comprende 2,4 miliardi di costi sostenuti dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 finanziati con risorse ad hoc. La Ragioneria generale dello Stato ha pubblicato l’ottavo rapporto su Il monitoraggio della spesa sanitaria – anno 2021. (Leggi)

Sovrautilizzo della vitamina D, uso inappropriato degli antibiotici e di alcuni antiaritmici: sono tra i principali risultati del nuovo volume OsMed “L’uso dei farmaci nella popolazione anziana in Italia“. Il Rapporto riguarda la prescrizione di farmaci in regime di assistenza domiciliare, ospedaliera e RSA e ha l’obiettivo, attraverso la riduzione della prescrizione, di migliorare l’appropriatezza e la sicurezza delle cure per gli ultrasessantacinquenni, una fascia della popolazione di cui circa un terzo utilizza 10 o più farmaci in contemporanea. (Leggi)

Nei primi giorni della campagna vaccinale erano stati proposti incentivi finanziari e altre nudges per superare l’esitazione vaccinale di una percentuale significativa di popolazione statunitense. Sulla base di un esperimento con diversi trattamenti effettuato nella metà del 2021 in California tra pazienti non vaccinati aderenti al programma Medicaid, nel paper NBER “Financial incentives and other nudges do not increase Covid-19 vaccinations among the vaccine hesitant” si è osservata l’inefficacia di questi incentivi a incrementare il tasso di vaccinazione generale con effetti negativi su alcuni sottogruppi. (Leggi)

Nei Paesi OCSE, nel corso della pandemia, tra i residenti delle strutture Long Term Care vi è stato un numero di decessi molto elevato così come tra il personale c’è stato un tasso di infezione superiore a quello di altri comparti. In alcuni Paesi, i decessi nelle LTC sono arrivati a 3/4 dei totale. Un working paper OCSE “COVID-19 in Long-Term Care” ha analizzato la situazione preesistente e gli effetti delle politiche di contenimento sul benessere dei residenti nelle LTC allo scopo di individuare le cause di quanto accaduto e di valutare il grado di preparazione del sistema. (Leggi)

PENSIONI TRA FLESSIBILITÀ ED EQUITÀ SOCIALE

Dopo Quota 100 il governo dovrà affrontare il nodo pensionistico per bilanciare flessibilità in uscita, sostenibilità ed equità del sistema. Quota 100 era stata introdotta, in via sperimentale, per il triennio 2019-2022 allo scopo di allentare i requisiti di pensionamento e per favorire l’occupazione dei giovani grazie a una staffetta intergenerazionale ipotizzata di 1 a 1.

Secondo i dati INPS al 31 agosto di quest’anno, avevano beneficiato della finestra 341.128 lavoratori, contro le aspettative di circa 400-500mila beneficiari, mentre il tasso di sostituzione è stato, secondo le stime dalla Corte dei Conti del 2020, solo il 40% – meno di 1 lavoratore giovane ogni due pensionati. La spesa sugli impegni è stata di 11,6 miliardi di euro ma in concomitanza con la crisi sanitaria del 2020 la spesa pensionistica ha raggiunto il 17,1% del PIL mettendo in allarme l’OCSE su sostenibilità ed equità sociale.

La fine di Quota 100 lascia alcune questioni aperte e vi è una forte domanda politica per la reintroduzione di un range di età flessibile per il pensionamento. Al momento le ipotesi più accreditate al vaglio del Governo sono l’introduzione di quota 102 per il 2022 e quota 104 nel 2023 per ritornare nel 2014 al regime ordinario. La nuova misura dovrà tener conto della sostenibilità di lungo periodo del sistema: il pensionamento anticipato potrebbe essere concesso, secondo una recente proposta, calcolando gli anni residui dei lavoratori retributivi con il sistema contributivo, secondo altri meglio fissare l’età di pensionamento anticipato su quella effettiva attuale di 64 anni con opportuni incentivi per minimizzare l’impatto sulla spesa.

 

IL DIBATTITO SULLE PENSIONI DOPO QUOTA 100

https://osservatoriocpi.unicatt.it/ocpi-pubblicazioni-quota-100-i-risultati-ottenuti-e-le-alternative-per-il-2022

AUMENTA IL FSN MIGLIORANO I DISAVANZI REGIONALI

Il 2020 per la sanità è stato un anno difficile a causa della pandemia durante il quale è emersa l’inadeguatezza sia dell’assistenza territoriale sia di quella ospedaliera. Per fronteggiare l’emergenza e rimediare in parte alle carenze il Fondo sanitario nazionale è stato incrementato a 120,5 miliardi di euro, 6 miliardi in più rispetto al 2019 – con la prospettiva di ulteriori aumenti nel triennio a venire. La spesa sanitaria di contabilità nazionale, di 123,5 miliardi di euro, comprende anche i 2,4 miliardi imputabili all’attività del Commissario straordinario per l’emergenza sanitaria.

Tra le componenti della spesa sanitaria i Consumi intermedi, +12%, hanno subito gli incrementi più ampi a causa dell’attività del Commissario straordinario mentre le Altre componenti di spesa sono cresciute del 47% per mancati introiti da ticket. Le Prestazioni sociali in natura sono aumentate del 3% trainate dalla spesa per l’Assistenza medico-generica da convenzione cresciuta del 12% sia per il rinnovo delle convenzioni del 2018 sia per gli oneri dovuti al coinvolgimento dei convenzionati nell’emergenza.

Il disavanzo di conto economico delle Regioni è di 912,7 milioni di euro in diminuzione di 115 milioni rispetto al 2019: le Regioni non in piano di rientro sono in avanzo di 80,1 milioni migliorando il saldo di 135,7 milioni; il disavanzo di 77 milioni delle Regioni in Piano di rientro è diminuito di 152,8 milioni, il disavanzo di 915,8 milioni delle Regioni e Provincie autonome è aumentato di 173,4 milioni. Per queste ultime il disavanzo può essere coperto con risorse proprie aggiuntive, mentre grazie all’attuazione dei piani di rientro si osserva un progressivo miglioramento della governance sanitaria.

RGS – Il monitoraggio della spesa sanitaria – anno 2021

https://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/attivita_istituzionali/monitoraggio/spesa_sanitaria/

MENO FARMACI PIÙ SALUTE NELLA POPOLAZIONE ANZIANA

L’Italia è uno dei Paesi più longevi d’Europa: nel 2019 la quota degli ultrasessantacinquenni era arrivata al 25,4% con una speranza di vita alla nascita e a 65 anni rispettivamente di 83,3 e 21 anni. Nonostante il primato di longevità, la speranza di vita in buona salute per le medesime fasce di età è rispettivamente di 58,7 e 7,4 anni: per la popolazione di 65 e più anni significa trascorrere in media 13,6 anni non in buona salute e per la popolazione alla nascita circa 25 anni.

Il 75% degli ultrasessantacinquenni e quasi tutti gli ottantenni hanno una o più patologie croniche con conseguente assunzione contemporanea di numerosi farmaci. Dall’analisi sull’uso dei farmaci tra gli anziani nelle RSA, negli ospedali e nell’assistenza territoriale, l’AIFA evidenzia l’opportunità di monitorarne in modo più efficace l’assunzione. Nel 2019 il 98% della popolazione con più di 65 anni ha avuto una prescrizione farmaceutica con una spesa pro-capite di 660 euro.

Nelle comorbilità, in cui vi è l’assunzione di più farmaci (politerapia), vi sono casi di potenziale inappropriatezza nell’uso e diminuzione dell’aderenza al trattamento farmacologico. Nella popolazione anziana il 30% delle donne e il 29% degli uomini assume 10 o più farmaci in contemporanea. Un monitoraggio più accurato consentirebbe di identificare le interazioni tra farmaci in cui gli effetti negativi superano quelli positivi e procedere alla riduzione delle prescrizioni nell’ambito della medicina personalizzata.

AIFA – L’uso dei farmaci nella popolazione anziana in Italia

https://www.aifa.gov.it/-/l-uso-dei-farmaci-nella-popolazione-anziana-in-italia-2019

L’INEFFICACIA DELLE SPINTE GENTILI

Negli USA al 21 ottobre 2021 la quota della popolazione vaccinata contro il SARS-CoV-2 con un ciclo completo era il 56,5%: un dato ancora lontano dalla soglia del 70% ritenuta necessaria per l’immunità di gregge – sebbene per la diffusione delle nuove varianti potrebbe non bastare. Nonostante negli USA ci sia un’ampia disponibilità di vaccini, il ritmo delle vaccinazioni è rallentato nelle ultime settimane e il Paese sta accumulando ritardo rispetto ad altri Paesi industrializzati come per esempio il Canada 73,3%, la Spagna 79,3% e l’Italia 74,6%.

Per spingere le persone a superare l’esitazione vaccinale alcuni Stati, governi locali e organizzazioni sanitarie hanno offerto incentivi di diversa natura: finanziari come buoni regalo, buoni risparmio, lotterie da un milione di dollari o annunci di salute pubblica. I sussidi e gli incentivi sono misure coerenti con le esternalità positive dei vaccini mentre i messaggi contenenti avvisi su rischi personali e collettivi possono incrementare l’intenzione di vaccinarsi.

In alcuni Paesi come la Svezia l’intenzione a vaccinarsi è legata ai risultati con 63,7% di persone vaccinata a ciclo completo ma negli USA questo collegamento è sfuggente: ad esempio l’intenzione a vaccinarsi veicolata dai messaggi di salute pubblica quasi mai si è tradotta in vaccinazioni effettive. Uno studio di controllo randomizzato condotto in California presso un fornitore sanitario del programma Medicaid ha dimostrato l’inefficacia delle spinte gentili nell’incrementare la diffusione vaccinale tra coloro non intenzionati a farlo e addirittura diminuito l’intenzione tra alcuni sottogruppi della popolazione.

NBER – Financial Incentives and Other Nudges Do Not Increase COVID-19 Vaccinations among the Vaccine Hesitant

https://www.nber.org/papers/w29403

LTC CENERENTOLA NELLA LOTTA CONTRO LA COVID-19

Nei Paesi OCSE la Covid-19 ha colpito soprattutto la popolazione anziana: quasi il 95% dei decessi è avvenuto tra gli ultra sessantenni. La classe di età 80-85è la più vulnerabile, in cui il tasso medio di mortalità è di 15.500 su un milione contro i 4.600 della fascia 60-65. I numeri dei decessi tra i pazienti LTC è stato sproporzionato: in media nei Paesi OCSE, con dati aggiornati allo scorso febbraio, il 41% dei decessi totali è avvenuto tra i residenti LTC.

La situazione tra Paesi è eterogenea con punte in Australia del 75% e in Nuova Zelanda del 64% e con minimi del 4% in Grecia e del 12% in Lituania mentre per l’Italia non ci sono dati aggiornati. Le principali cause di questa débâcle sono state individuate da alcuni ricercatori OCSE nella mancanza, nel 50% dei Paesi OCSE tra cui l’Italia, di linee guida pubbliche per la prevenzione delle infezioni nella LTC sebbene, come nel caso dell’Australia e della Nuova Zelanda, non sia stata una condizione sufficiente.

Il ritardo con cui i protocolli pubblici sono stati implementati e aggiornati ha determinato il maggior numero dei decessi: nelle fasi iniziali sono mancati sia i test sia i dispostivi di protezione individuale in associazione alla scarsa preparazione sanitaria del personale. Alcune misure precauzionali, come il bando delle visite, ha avuto gravi effetti collaterali sulla salute psichica dei pazienti. La situazione è ancora in divenire ma per la mancanza della disponibilità dati di buona qualità il monitoraggio della diffusione pandemica in queste realtà è ancora difficoltoso.

OECD – COVID-19 in long-term care

https://www.oecd-ilibrary.org/social-issues-migration-health/covid-19-in-long-term-care_b966f837-en