La selezione della settimana: #1 I sistemi pensionistici europei non sono né equi né sostenibili e il peso ricadrà sulle generazioni più giovani se non saranno apportati correttivi. #2 Il premio Nobel per l’economia è andato a uno studioso del mercato del lavoro e a due econometrici per i progressi apportato alla metodologia sull’individuazione dei nessi causali negli esperimenti sul campo. #3 La fase congiunturale italiana è in graduale miglioramento sebbene l’andamento dell’occupazione stia rallentando e l’inflazione sia in aumento. #4 In 10 Paesi di 4 continenti nelle fasi iniziali della pandemia sono state attuate politiche sanitarie e sociali eterogenee mentre nel tempo vi è stato, con qualche eccezione, un allineamento alle direttive dell’OMS. #5 Dalle imprese provengono segnali positivi anche per il quarto trimestre 2021. Secondo un’indagine congiunturale della Banca d’Italia emerge un quadro favorevole agli investimenti a all’occupazione con aspettative di inflazione ancora basse.


Nel post pandemia i riflettori sono puntati sulla sostenibilità dei sistemi pensionistici. Uno studio dell’IMF intitolato “Pension Reforms in Europe: How Far Have We Come and Gone?” ha analizzato le riforme dei sistemi pensionistici attuate in numerosi Paesi europei evidenziando i miglioramenti e i nodi non ancora affrontati. Il peso della spesa pensionistica ricade sulle generazioni più giovani: il rapporto a vita tra il valore attuale delle prestazioni pensionistiche e i contributi, diminuito a 1,5 dopo le riforme successive alla grande crisi finanziaria, è tornato a crescere. (Leggi)

Il Premio della Banca Centrale svedese per le scienze economiche in memoria di Alfred Nobel 2021 e stato assegnato a David Card dell’University of California, Berkley Joshua D. Angrist del MIT e Guido W. Inbens della Stanford University. Card è stato premiato “per i contributi empirici all’economia del lavoro” mentre Angrist e Inbens “per i contributi metodologici all’analisi della relazione causale”. Il lavoro di questi economisti ha prodotto nuove conoscenze sul mercato del lavoro e mostrato quali conclusioni su causa/effetto si possono trarre dagli esperimenti naturali. (Leggi)

Crescita acquisita del PIL al 4,7%, lieve contrazione della produzione industriale in agosto in Italia -0,2%, mercato del lavoro in sofferenza da luglio e inflazione in avvicinamento ai tassi europei. La Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana – Settembre 2021 evidenzia un quadro ancora positivo nonostante alcuni segnali di incertezza. L’indice della produzione industriale tra giugno e agosto è aumentato in media dell’1,1%, a settembre l’indice armonizzato dei prezzi al consumo è aumentato del 3%, trainato dalla componente energia e alimentari e ad agosto l’occupazione è diminuita di quasi 80mila persone. (Leggi)

Durante la prima fase della pandemia la risposta dei Paesi alla crisi sanitaria è stata eterogenea ma al 31 maggio 2020 quasi tutti avevano adottato misure sanitarie e sociali conformi alle indicazioni dell’OMS. Lo studio intitolato “A comparative study of public health and social measures of COVID-19 advocated in different countries” ha esaminato le politiche sanitarie e sociali di 10 Paesi di Asia, Europa, America e Africa e 160 documenti di policy sul portale dell’OMS. Dal 3i maggio un poi le differenze tra Paesi si sono limitate alla velocità, rigore e risolutezza nell’implementazione delle politiche. (Leggi)

Aspettative in miglioramento per le aziende italiane nel terzo trimestre 2021 sia sulla condizione economica sia sulle prospettive di investimento nel trimestre a venire, mentre l’inflazione, sebbene in moderato aumento, si mantenga sotto la soglia del 2%. I risultati dell’Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita, somministrata dalla Banca d’Italia a un campione di imprese con numero di addetti superiore a 50, delinea un quadro positivo per il IV trimestre anche nel mercato del lavoro dove in tutti i settori l’occupazione viene prevista in aumento soprattutto nelle imprese di dimensioni più grandi. (Leggi)

PENSIONI: A CHE PUNTO È L’EUROPA

Negli ultimi trent’anni i sistemi pensionistici in Europa sono stati interessati da numerose riforme. L’incremento delle speranza di vita congiuntamente al basso tasso di fertilità ha incrementato l’indice di dipendenza degli anziani rendendo insostenibile nel lungo periodo la spesa pensionistica. Secondo le proiezioni dell’AWG 2021 i paesi con il rapporto pensioni sul PIL superiore al 10% nel 2050 saranno 18% mentre nel 2000 erano la metà.

Il peso delle pensioni ricade sulle generazioni giovani e le riforme attuate negli ultimi anni hanno cercato di riequilibrare il sistema, incrementando l’età pensionabile e avvicinando i benefici pensionistici ai contributi versati. Un report del Dipartimento degli affari europei dell’IMF ha proposto una nuova misura per valutare la sostenibilità e l’equità di lungo periodo dei sistemi pensionistici: il rapporto tra il valore attuale delle prestazioni pensionistiche e i contributi versati per ciascuna classe di età.

Dopo le riforme successive alla la Grande crisi finanziaria e alla crisi del debito sovrano, per le generazioni più giovani era sceso a 1,5 portando un parziale riequilibrio dal valore degli anni precedenti vicino a 2. La marcia indietro in alcuni Paesi (Grecia, Italia e Spagna) dove le prestazioni ai pensionati sono state incrementate e sono state introdotte misure di uscita anticipata, hanno riportato l’indice a 1,7. Le riforme fin qui attuate sono valutate insufficienti con il suggerimento di implementare misure per incoraggiare il pensionamento tardivo e promuovere sistemi complementari al quello pubblico.

IMF – Pension Reforms in Europe: How Far Have We Come and Gone?

https://www.imf.org/en/Publications/Departmental-Papers-Policy-Papers/Issues/2021/09/10/Pension-Reforms-in-Europe-464651

CONOSCERE PER DELIBERARE

Nel secolo scorso la scienza economica era stata duramente criticata per l’impossibilità di effettuare esperimenti controllati oppure per non essere in grado di misurare esattamente alcune grandezze: si veda, ad esempio, la corrispondenza tra Leon Walras ed Henri Poincaré sulla misurabilità dell’utilità oppure l’affermazione Samuelson e Hordhaus sugli economisti, paragonati agli astronomi o ai meteorologi, costretti a doversi accontentare di osservare.

Negli ultimi 30 anni, grazie al lavoro di numerosi studiosi, vi sono stati progressi significativi sia nell’ambito esperimenti di laboratorio sia negli esperimenti sul campo sia negli esperimenti “naturali”. L’Accademia svedese delle scienze ha, di volta in volta, riconosciuto i meriti di questi avanzamenti: Kahneman e Smith nel 2002 rispettivamente per la psicologia in economia e gli esperimenti di laboratorio, Duflo e Banerje nel 2019 per la ricerca innovativa sugli esperimenti sul campo.

Il Nobel 2021 è stato assegnato a tre insigni studiosi nell’ambito degli esperimenti naturali. Card ha analizzato gli effetti del salario minimo, dell’immigrazione e della scuola sul mercato del lavoro giungendo anche a conclusioni controintuitive: un incremento del salario minimo aumenta l’occupazione. Angrist e Imbens hanno risolto problemi metodologici fondamentali su come giungere a conclusioni rigorose di causa ed effetto negli esperimenti naturali, come nel caso dell’analisi dell’effetto di un anno in più a scuola. Un passo in avanti nella valutazione delle azioni di policy che dovrebbero essere ispirate al principio “conoscere per deliberare”.

Answering Causal Questions Using Observational Data

https://www.nobelprize.org/prizes/economic-sciences/2021/press-release/

CONGIUNTURA FAVOREVOLE CON QUALCHE NUBE ALL’ORIZZONTE

In un contesto internazionale in cui secondo l’Outlook di ottobre del FMI lo slancio si è indebolito e l’incertezza è aumentata, le prospettive dell’economia italiana restano favorevoli sulla scia del vivace andamento nel secondo semestre caratterizzato da una crescita del 2,7%, superiore a quella dell’area dell’euro di 0,5 p.p.

In attesa delle stime preliminari del PIL del III trimestre, in uscita alla fine del mese di ottobre, il quadro congiunturale vede l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuire in agosto dello 0,2% trascinato dal calo della produzione dei beni di consumo (-2,0%), dei beni intermedi (-1,3%) e dell’energia (-2,1%), in aumento solo i beni strumentali dello 0,8%. Le vendite al dettaglio in agosto sono aumentate dello 0,4%, incremento dovuto al +0,7% in valore delle vendite dei beni non alimentari.

Nel mercato del lavoro le aspettative sull’occupazione sono elevate in tutti i settori sebbene in agosto l’occupazione sia diminuita di quasi 80mila unità di cui 68mila donne. Nel complesso l’andamento dell’occupazione dall’inizio dell’anno è stato positivo con un incremento di 420mila unità in maggioranza occupati a termine. La dinamica dei prezzi si sta avvicinando a quella europea: indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nonostante un calo in agosto dello 0,1% è in aumento in termini tendenziali del 2,6 e l’indice armonizzato dei prezzi al consumo è aumentato in termini tendenziali del 3%. Gli incrementi di prezzo sono determinati dall’incrocio di domanda sostenuta e di alcune strozzature dal lato dell’offerta, un potenziale freno alla ripresa.

ISTAT – Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana – Settembre 2021

https://www.istat.it/it/archivio/262268

LA CONVERGENZA MONDIALE NELLA LOTTA ALLA COVID-19

Da dicembre 2019 a maggio 2020 tutti i Paesi hanno affrontato l’emergenza sanitaria da COVID-19 con uno sforzo senza precedenti. Dallo studio delle politiche di contrasto alla pandemia – politiche di salute pubblica e misure sociali – attuate da 10 Paesi – Cina, Corea del Sud, Giappone, Singapore, USA, Italia, Regno Unito, Germania, Svezia e Sud Africa – si è cercato di cogliere le differenze, le analogie e i cambiamenti nel tempo.

I Paesi sviluppati e quelli emergenti relativamente sviluppati non sono stati tuttavia in grado di prevenire la diffusione dell’infezione. All’inizio i Paesi hanno agito in ordine sparso ma con il graduale diffondersi dell’epidemia, le politiche di contrasto si sono omogeneizzate, ben prima della diffusione delle linee guida dell’OMS, nonostante le profonde differenze culturali, come se ogni Paese facesse tesoro delle esperienze altrui. Le differenze più rilevanti sono dipese da fattori politici culturali ed epidemiologici quali rapidità, rigore e intraprendenza.

Le linee guide dall’OMS, pubblicate il 18 maggio 2020, sono arrivate alla fine del processo di convergenza e sono state utilizzate per valutare gli scostamenti delle politiche adottate da ciascun Paese. Dal confronto delle misure possono essere ricavate delle indicazioni di policy per affrontare con maggior successo una futura pandemia, risolvere le le questioni più controverse, come quelle del distanziamento sociale e delle mascherine, contestualmente alla promulgazione di leggi o regolamenti a livello globale e nazionale.

Europe PMC – A comparative study of public health and social measures of COVID-19 advocated in different countries

https://europepmc.org/article/MED/34147252

QUADRO ANCORA PROPIZIO PER OCCUPAZIONE E INVESTIMENTI

Nel III trimestre 2021 le imprese ancora aspettative favorevoli riguardo l’andamento dell’attività economica sia nel trimestre precedente sia in quello successivo. I saldi tra i giudizi di miglioramento e quelli in peggioramento, espressi in punti percentuali (p.p.), sono positivi soprattuto per quanto riguarda le valutazioni sul trimestre precedente dove il saldo dei giudizi favorevoli sulla situazione economica generale è aumentato di quasi 10 p.p. a 47,9.

In tutti i settori – industria in senso stretto, costruzioni e servizi – la maggioranza delle imprese dichiara un incremento della domanda dei propri prodotti rispetto al trimestre precedente con un saldo di 42,1 p.p. Anche le prospettive del quarto trimestre sono favorevoli: la maggior parte delle imprese prevede un aumento della domanda sia nella componente interna sia nella componente estera. Le imprese con investimenti in aumento nel II semestre 2021 rispetto al semestre precedente restano ancora la maggioranza sebbene il saldo sia in diminuzione a 26,1, quasi 10 p.p. in meno rispetto all’ultima rilevazione.

Le aspettative di inflazione sono basse sia a 6 mesi +1,4% sia a un anno +1,5% e, sebbene in aumento rispetto alla rilevazione dello scorso giugno, restano al di sotto del 2% mentre i prezzi dei listini sono previsti aumentare del 2% nei prossimi 12 mesi trainati dalle costruzioni dove gli aumenti previsti sono del 2,7%. Hanno partecipato all’indagine 1.563 imprese con numero di addetti superiore a 50 – 679 dell’industria in senso stretto, 173 delle costruzioni e 711 dei servizi – rappresentative di un’universo di 23.450 imprese.

Banca d’Italia – Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita – III trimestre 2021

https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/indagine-inflazione/2021-indagine-inflazione/09/index.html