La selezione della settimana: accordo raggiunto sul Patto di Roma nell’ultima riunione dei Ministri della Salute del G20 per rafforzare i sistemi sanitari nazionali; l’OCSE, nell’indagine periodica dedicata all’Italia, ha esaminato i problemi strutturali da tempo esistenti nel nostro Paese suggerendo azioni di policy, legate al PNRR, per tornare a crescere; secondo le stime aggiornate della RGS, la spesa pensionistica e quella sanitaria nel 2020 hanno raggiunto valori rilevanti rispetto al PIL con andamenti divergenti nel medio e lungo periodo; l’ISTAT ha pubblicato gli aggiornamenti degli indicatori di Benessere e Sostenibilità dopo la prima fase della pandemia nel quale si confermano gli importanti divari territoriali preesistenti; nel monitoraggio dei LEA, l’ultimo con la cd Griglia, emergono alcune regioni inadempienti Calabria, Molise, Sardegna e Provincia autonoma di Bolzano e un confronto con i nuovi risultati degli indicatori CORE.


Nell’ultima riunione del G20 i Ministri della salute hanno approvato all’unanimità il Patto di Roma in cui i Paesi membri si impegnano a rafforzare i sistemi sanitari nazionali. Numerosi gli argomenti sul tavolo: dall’impatto della Covid-19 sugli obiettivi di sviluppo sostenibile, dalla produzione dei vaccini, alla campagna vaccinale su scala globale e agli strumenti utilizzati per contrastare la pandemia. Tra i principali obiettivi vi è la vaccinazione del 40% della popolazione mondiale e l’accesso ai vaccini anche ai Paesi a medio e basso reddito. (Leggi)

L’economia italiana nel 2021 crescerà del 5,9% e del 4,1% nel 2022. L’OCSE nell’Economic Survey di settembre dedicato all’Italia ha rivisto al rialzo le stime di crescita del PIL reale di 1,4 punti percentuali rispetto alle ultime previsioni dello scorso maggio. Lo scenario più ottimistico è dovuto alla performance dell’economia italiana del secondo trimestre di quest’anno migliore del previsto. L’OCSE evidenzia le opportunità per l’Italia derivanti dal PNN per superare i problemi strutturali e avverte sullo spiazzamento degli investimenti pubblici e sui danni alle nuove generazioni provocati da una spesa pensionistica troppo alta. (Leggi)

Spesa pensionistica rispetto al PIL al 17,1% nel 2020 nello scenario di base anche a causa della drastica contrazione dell’attività economica (-8,9%), nel 2021 l’incidenza diminuisce di un punto percentuale per poi aumentare nuovamente al 16,6% nel 2044. Dopo questo picco il peso delle pensioni diminuirà al 15,8% nel 2050 e al 13,3% nel 2070. Sono questi i principali risultati dell’aggiornamento 2021 della RGS delle previsioni di lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario. La spesa sanitaria nello scenario di base si attesta nel 2020 al 7,5% rispetto a PIL. (Leggi)

Nell’aggiornamento periodico degli indicatori di Benessere e Sostenibilità (BES) a cura dell’ISTAT si confermano grandi distanze tra Centro-Nord e Mezzogiorno del Paese. La distanza è molto marcata negli indicatori sulla Salute, Istruzione, Lavoro e Benessere economico; grandi distanze, sebbene con divisioni meno, anche nelle componenti sulla Qualità dei servizi e sull’Innovazione, ricerca e creatività. Tra gli indicatori di Salute va evidenziata la diminuzione della speranza di vita alla nascita nel di 1,2 anni a causa della pandemia e la netta distinzione tra Centro-Nord e Mezzogiorno nella mortalità evitabile. (Leggi)

Dal monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza (LEA) nell’anno precedente alla pandemia emerge, con qualche eccezione, un Italia divisa in due, Regioni inadempienti o adempienti con punteggi minori di 200 nel Mezzogiorno – con l’eccezione della Provincia autonoma di Bolzano – Regioni adempienti e/o con punteggi maggiori di 200 al Centro-Nord – con l’eccezione di Piemonte e Val d’Aosta. Si tratta dell’ultima verifica dell’erogazione dei LEA attraverso la cosiddetta Griglia LEA, sostituita dal sottoinsieme di indicatori “core” previsto dal Nuovo Sistema di Garanzia a partire dalla rilevazione del 2020. (Leggi)

PATTO DI ROMA PER RAFFORZARE I SISTEMI SANITARI

La pandemia ha avuto effetti negativi sul raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG’s). Nella riunione dei Ministri della Salute del G20 tenutasi a Roma sotto la presidenza italiana si è evidenziato come i risultati SDG’s raggiunti con fatica sono stati vanificati dalla Covid-19. Il Patto di Roma, approvato all’unanimità, contiene raccomandazioni e migliori pratiche per accelerare i progressi verso gli obiettivi SDG’s legati alla salute allo scopo di prevenire e affrontare meglio nel futuro le emergenze sanitarie.

Un obiettivo fondamentale è la promozione della Copertura sanitaria universale per rendere i sistemi sanitari nazionali adattivi. I vaccini vanno garantiti a tutti attraverso strategie globali combinate di sostegno finanziario alla ricerca allo sviluppo e alla equa distribuzione dei vaccini. Le catene di approvvigionamento vanno rafforzate al fine di garantire la diversificazione globale, regionale e locale della capacità manifatturiera dei vaccini.

In particolare, vanno costruite le competenze nei Paesi a medio e basso reddito anche per le materie prime dei vaccini mNRA. Nel documento non c’è nessun riferimento al nodo dei brevetti e della proprietà intellettuale. Altre questioni rilevanti sono la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili riconosciute come aggravanti nella Covid-19 e la realizzazione di un piano globale sulla resistenza antimicrobica con la collaborazione di organismi internazionali già operanti su questa tematica.

G20 – Riunione dei Ministri della Salute

https://www.g20.org/italian-g20-presidency/documents/ministerial-meetings-documents.html

RISOLVERE I PROBLEMI STRUTTURALI PER TORNARE A CRESCERE

Nell’indagine sull’Italia di settembre 2021, l’OCSE sottolinea come il recupero del livello di attività economica stia avvenendo prima di quanto preventivato, grazie ai dati inattesi di crescita del secondo trimestre 2021. Dall’analisi degli effetti della pandemia sul nostro Paese emerge che la crisi sanitaria ha colpito un’economia già indebolita, in un momento in cui la fase di crescita, iniziata nel 2015, si era già esaurita. La nostra economia è stata colpita duramente per l’elevata percentuale di settori sottoposti a restrizioni, il 39% contro il 30,5% della Germania o il 30,3% dei Paesi bassi.

La crisi ha amplificato alcune vulnerabilità macro finanziarie all’interno del settore bancario per l’aumento del rischio di bancarotta aziendale sebbene tale scenario si presenti più favorevole rispetto al passato per la migliorata capacità delle banche di gestire situazioni di questo tipo. Sul versante della finanza pubblica, il livello del debito italiano, tra i più alti nel mondo dopo Giappone e Grecia, desta preoccupazione per il rapido incremento nel periodo 2019-2021 di 24,8 p.p. con una stima di 159,8% sul PIL nel 2021.

Desta ulteriore preoccupazione la sostenibilità nel medio/lungo termine: la componente della spesa pubblica legata all’invecchiamento, è prevista in costante aumento fino al 2045 quando sarà raggiunta la percentuale del 30% sul totale dal 26,5% del 2019. Portare il debito pubblico su un sentiero di rientro su livelli  sostenibili richiede ulteriori riforme strutturali per spingere in avanti occupazione, produttività e investimenti al palo da anni. La spesa pubblica e la politica fiscale devono essere riformate per integrare il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

OECD – Economic Survey of Italy (September 2021)

https://www.oecd.org/economy/italy-economic-snapshot/

SOSTENIBILITÀ DELLA SPESA PENSIONISTICA E SANITARIA: NUOVI SCENARI POST PANDEMIA

La RGS ha aggiornato le previsioni di medio e lungo termine della spesa sanitaria e pensionistica alla luce della spesa sanitaria nel primo anno della pandemia (+6,7% rispetto al 2019), del contesto macroeconomico maturato nell’ultimo anno e dei dati più recenti della spesa pensionistica. La stime sono formulate sulla base di sue scenari: pure ageing – ossia l’andamento della spesa dovuto al solo invecchiamento della popolazione – e reference scenario, in cui sono incorporati le stime sui fondamentali macroeconomici e le ipotesi previsionali su alcune grandezze chiave quali l’andamento demografico e la dinamica del reddito/retribuzione individuale.

La spesa pubblica per pensioni nello scenario di base, quasi coincidente con lo scenario pure ageing – segue il seguente andamento: torna a crescere dal 2019 al 2022 a causa della forte contrazione del PIL, nel 2020 viene raggiunto un picco assoluto di 17,1% sul PIL, negli anni successivi si stima a una contrazione fino al 2024 dove si raggiunge un minimo relativo di 15,8%, segue un incremento fino al 16,6% nel 2044 e nel lungo periodo per l’uscita di scena dei baby boomers si tornerà a livelli più sostenibili del 13,3% nel 2070.

La spesa sanitaria segua una traiettoria analoga in entrambi gli scenari; dopo il picco relativo del 7,5% nel 2020, ritornerà a livelli analoghi a quelli pre pandemia nel 2025 al 6,4%; in seguito tornerà a crescere fino ad arrivare ad un massimo di 7,8% nel decennio 2055-2065 per poi contrarsi al 7,7 per l’uscita dei baby boomers. Il rapporto spesa Long Term Care (LTC) sul PIL nel 2020 è l’1,9%; nel 2070 nel reference scenario il 2,5% e nell’ageing scenario il 2,61%.

RGS – Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario 2021

https://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/attivita_istituzionali/monitoraggio/spesa_pensionistica/

LA PANDEMIA RIDUCE I DIVARI TERRITORIALI BES IN ITALIA

L’ultimo aggiornamento degli indicatori di Benessere equo e Sostenibile (BES) confermano le nette differenze territoriali tra Centro-Nord e Mezzogiorno sebbene le distanze siano diminuite per il maggiore impatto della pandemia sulle regioni centro-settentrionali. Le differenze sono più marcate riguardano gli indicatore di Salute, Lavoro, Istruzione e Benessere economico.

In questi campi le differenze sono di carattere strutturale: ad esempio per la mortalità evitabile, le provincie con un tasso standardizzato inferiore a quello nazionale di 17 decessi per 10mila residenti nel 2018, sono tutte concentrate nel Centro-Nord; Trento, Treviso, Firenze, Forlì-Cesena e Ancona di cui alcuni territori hanno registrato forti miglioramenti nel tempo. Le provincie con i valori più elevati, senza che si siano registrati miglioramenti nel tempo, sono del Mezzogiorno: Enna, Siracusa, Caltanissetta, Napoli, e Caserta.

Nel tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti bancari alle famiglie, importante indicatore di benessere economico – nuove sofferenze nell’anno sul totale dei prestiti non in sofferenza  (0,6% valore nazionale nel 2020) – si osserva un miglioramento generale rispetto al 2005 con una riduzione di 4,3 p.p. della distanza tra il valore migliore e quello peggiore. Le provincie più virtuose sono nel Nord-Est: Bolzano, Trieste e Belluno mentre i tassi più elevati si registrano nel Mezzogiorno: Catania, Crotone, Siracusa e Caserta, con le eccezioni virtuosa di Matera e Nuoro con valori migliori di alcune provincie del Centro-Nord.

ISTAT – Misure del Bes dei territori

https://www.istat.it/it/archivio/260719

ULTIMA FERMATA PER LA GRIGLIA LEA

La verifica dell’erogazione dei LEA nell’anno 2019 sui sistemi sanitari regionali – incluse le Regioni a statuto speciale – mostra un quadro differenziato tra il Centro-Nord e il Mezzogiorno con alcune eccezioni. Le Regioni e Provincie Autonome (PA) adempienti sono 17 di cui 10 con punteggi superiori a 200: Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Umbria, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e Lazio e 7 con valori compresi tra 200 e 160; Puglia, Piemonte, PA di Trento, Sicilia, Basilicata, Campania e Valle d’Aosta.

Le Regioni e PA inadempienti, con valori inferiori a 160 sono Calabria, Sardegna e PA di Bolzano. Dall’analisi dell’andamento dei punteggi medi dal 2012 al 2019 risulta un miglioramento: la media globale aumenta a 193 nel 2019 da 166 nel 2012. Le Regioni in piano di rientro hanno registrato, nel tempo, punteggi medi inferiori di quelle non in piano di rientro: dal confronto disaggregato dei punteggi medi si ha nelle prime 183 nel 2012 e 208 nel 2019 e nelle seconde 149 nel 2012 e 174 nel 2019. Nel 2019 rispetto al 2018 vi è stato un peggioramento del punteggio medio del 2,4% e del 4,3%, per i rispettivi gruppi.

A partire dalla valutazione del 2020, la griglia LEA sarà sostituita da un sottoinsieme di indicatori CORE dell’Area prevenzione, distrettuale e ospedaliera. I risultati della sperimentazione 2019 con i nuovi indicatori mostrano un quadro lievemente diverso dall’attuale con Sardegna adempiente mentre con la griglia LEA è inadempiente e Val d’Aosta e Basilicata inadempienti mentre con la griglia LEA sono adempienti.

Ministero della Salute – Monitoraggio dei LEA attraverso la cd. Griglia LEA. Metodologia e Risultati dell’anno 2019

https://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=3111