Crescita economica differenziata nei Paesi OCSE e nella UE nel secondo trimestre 2021 con l’Italia a +2,7% tendenziale; le proposte di riforma fiscale nel nostro Paese contenute in un indagine conoscitiva di Camera e Senato; l’aumento delle temperature è vicino al valore soglia di 1,5° e i cambiamenti climatici richiedono interventi urgenti da parte dei governi; gli indicatori di complessità possono essere utilizzati per misurare la validità delle azioni del RFF; superare la dicotomia tra concorrenza e protezione dell’industria può contribuire alla transizione verde e digitale.
La crescita economica nel secondo trimestre del 2021 nei Paesi OCSE ha accelerato il passo: in media +1,6% rispetto al trimestre precedente, un valore maggiore di 1,2 punti percentuali del dato congiunturale registrato nel 1° trimestre. Secondo quanto riportato dall’aggiornamento di fine agosto dei Conti economici trimestrali dell’OCSE, la crescita tra i Paesi non è stata omogenea ed è compresa in un range piuttosto ampio che va dal minimo del +0,7% del Giappone a un massimo + 4,8% del Regno Unito. Per l’Italia +2,7% (Leggi)
Nel cantiere senza fine delle riforme fiscali in Italia, il PNRR aggiunge un’altro tassello: la revisione della tassazione per ridurre il cuneo fiscale sul lavoro e lo spostamento dell’onere fiscale “dalle persone alle cose” come è stato richiesto dall’Unione Europea. Le Commissioni VI Finanze della Camera e la 6° Commissione Finanze e tesoro del Senato hanno disposto un’indagine conoscitiva tra i vari portatori di interesse al fine di raccogliere le istanze per una riforma complessiva del sistema. (Leggi)
L’attività umana è alla base dei cambiamenti climatici osservati negli ultimi decenni: dal 2011 la concentrazione dei Gas serra è aumentata fino ad arrivare per la CO2 a concentrazioni medie di 410 ppm le più alte degli ultimi due milioni di anni. La temperatura del decennio 2011-2020 è stata superiore di 1,09° rispetto al periodo 1850–1900. Questi i principali risultati del Rapporto Climate Change 2021 dell’IPCC. Nello scenario intermedio le previsioni nel breve periodo (2020-2041) sono preoccupanti +1,5° e sono necessarie azioni immediate. (Leggi)
Secondo Adam Smith, dalla divisione del lavoro dipende l’ampiezza dei mercati, un’idea ancora oggi centrale nello sviluppo dei settori industriali. L’evidenza ha mostrato la capacità degli investimenti diretti in prodotti complessi di migliorare le prospettive di crescita economica rispetto a quelli di larga diffusione nel mondo. Partendo da queste basi, un editoriale del blog LSE Europp, suggerisce l’uso delle le teorie della complessità economica per valutare la validità delle misure del Recovery e Resilience Facility. (Leggi)
Politiche concorrenziali e politiche industriali sono state da sempre considerate antitetiche ma questa concezione va superata alla luce delle nuove esigenze nate dalla transizione vesto un’economia verde e sostenibile. È quanto sostenuto in un Rapporto del CEPS intitolato Competition Policy and State Aid. Secondo il Rapporto, per raggiungere l’obiettivo della transizione verde e digitale, sono necessaire sia l’applicazione delle regole della concorrenza sia un contesto normativo adeguato. Un’occasione per l’UE per rivedere l’attuale quadro normativo sulla concorrenza. (Leggi)
RIPRESA ETEROGENEA IN OCSE ED EU, IN ITALIA GUIDATA SOLO DAI CONSUMI
I dati sul PIL del secondo trimestre 2021 nell’Unione Europea e nei Paesi OCSE indicano una ripresa maggiore delle attese ma molto eterogenea, dipendente anche dai livelli della caduta del 2020. Nell’Unione Europea il range è compreso tra il +0,4% della Bulgaria e il +4,9% del Portogallo. Tra i Paesi OCSE il Regno Unito cresce, in termini congiunturali, più di tutti con +4,8% mantre il Giappone registra solo +0,7%. Tra le grandi economie dell’area dell’Euro dove la crescita, in termini congiunturali, è del 2,0%, la Spagna cresce del 2,8%; l’Italia +2,7%, la Germania +1,5% e la Francia +0,9%.
Disaggregando il dato per le componenti, la ripresa in Italia, è trainata quasi solo dai consumi finali nazionali +2,6% mentre il contributo positivo delle esportazioni +0,3% e degli investimenti fissi +0,5% viene compensato dalla variazione negativa delle scorte -0,8%; analogamente in Spagna. In Germania la ripresa è dovuta alla maggiore spesa per consumi finali delle famiglie e delle amministrazioni pubbliche mentre in Francia la componente trainante sono gli investimenti fissi lordi +2,4%.
Se con gli attuali di tassi di crescita il recupero dei livelli di prodotto pre-crisi avverrà in tempi minori rispetto a quanto previsto, anche dall’OCSE, maggiore incertezza permane sulla capacità del nostro Paese di una crescita sostenuta nel tempo che sarà garantita solo dalla ripresa degli investimenti fissi lordi e dalle riforme strutturali entrambi previste nel PNRR.
GDP Growth – Second quarter of 2021, OECD
https://www.oecd.org/sdd/na/gdp-growth-second-quarter-2021-oecd.htm

L’INTRICATO RAPPORTO TRA IRPEF, TASSAZIONE SUL LAVORO E TAX EXPENDITURES
Alcuni interventi fiscali introdotti a sostegno dei redditi delle persone fisiche durante la pandemia e l’ulteriore ampliamento del sistema delle deduzioni e detrazioni fiscali renderanno ancor più difficoltosa una riforma organica dell’Irpef.
Riportando un’osservazione dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio riguardo gli interventi di riduzione della pressione fiscale previsti dal Decreto Legge 5 febbraio 2020 n. 3, di attuazione di misure di riduzione del cuneo fiscale, le Commissioni permanenti Finanze di Camera e Senato illustrano le criticità riguardo l’ulteriore detrazione dall’imposta lorda per i redditi da lavoro dipendente compresi tra 28mila e 40mila euro, stabilizzata dalla legge di bilancio 2021. Questa misura inasprisce la struttura delle aliquote fiscali e introduce un ulteriore elemento di disparità di trattamento tra soggetti con fonti di reddito diverse.
Nell’ambito delle Tax expenditures, il cui impatto complessivo sulle entrate fiscali è di incerta determinazione, una voce rilevante è rappresentata dalle detrazioni relative al lavoro dipendente, che nel 2018 hanno raggiunto un’ammontare di 70 miliardi di euro. Per quanto riguarda le agevolazioni edilizie e per la riqualificazione energetica – ad esempio Superbonus 100% ed Ecobonus 65% – secondo l’ultimo Rapporto annuale sulle spese fiscali allegato alla legge di bilancio 2021, le erogazioni ammontano a 68 miliardi di euro in aumento di 5,6 miliardi rispetto all’anno precedente.
Camera e Senato – La tassazione in Italia: lo stato dell’arte

INTERVENIRE SUBITO PER SALVARE IL PIANETA
I risultati del sesto Assessment Report dell’IPCC indicano come i rapidi cambiamenti in atto nell’atmosfera, negli oceani e sulla terra siano da attribuire all’azione umana. Negli ultimi quattro decenni la temperatura è sempre stata più calda di qualsiasi decennio dal 1850 in poi. Nei primi venti anni del XXI secolo la temperatura della superficie globale è stata superiore a quella del periodo 1850-1900 di 0,99°-1,01°.
Gli scenari previsionali stimano un superamento della soglia di 1,50°-2,00° nel corso di questo secolo a meno di drastiche riduzioni di CO2 e di altri gas serra nei prossimi decenni. Analizzando i diversi scenari prospettici, ciascuno associato a un determinato livello di emissioni di CO2 e di gas serra, nel breve termine (2021-2040) il non superamento di 1,5° è più probabile solo nel caso di una diminuzione di emissioni di CO2, fino al raggiungimento emissioni nette negative poco dopo il 2080.
Il non raggiungimento del riscaldamento di 1,5° sarà più probabile solo nel caso di una diminuzione di emissione di CO2, fino a raggiungere emissioni nette negative poco dopo il 2060. Sarà molto probabile superare il livello di riscaldamento globale di 2°C nel medio termine 2041-2060 sotto scenari di emissioni elevate. Alla luce di queste conclusioni bisogna agire in fretta e a livello globale.
https://www.ipcc.ch/report/sixth-assessment-report-working-group-i/
INVESTIRE IN COMPLESSITÀ PER UNA CRESCITA DURATURA
La complessità di prodotto è un motore fondamentale per la crescita economica. La complessità di un sistema produttivo viene definita dalla quantità dalle capacità e del know-how intrinseci nella produzione di beni e di servizi. Secondo la teoria economica della complessità, maggiore è il grado di diversificazione in nuovi prodotti sempre più complessi e con pochi competitor, maggiore sarà la crescita del Paese. Per questa ragione le azioni di policy dovrebbero essere orientate a creare le condizioni che favoriscono la produzione di un set sempre più ampio di beni e servizi sempre più complessi.
Durante la pandemia i Paesi meno colpiti dalla crisi economica sono stati quelli con un grado di complessità della produzione più elevato come nel caso della Germania, mentre Paesi come Spagna, Portogallo e Grecia, in cui il livello di complessità è molto più basso (turismo e accoglienza), hanno subito una rilevante contrazione dell’attività economica con conseguenti tempi di recupero più lunghi. Il Recovery Fund, lanciato dalla Commissione Europea è un’opportunità per incrementare il grado di complessità dell’economia.
Secondo l’Economic Complexity Index dell’Harvard Growth Lab, i Paesi con minore complessità del sistema produttivo sono tra i maggiori beneficiari del Recovery Fund in percentuale al Reddito Nazionale Lordo. Il piano è un occasione per realizzare le infrastrutture paneuropee, rafforzare il capitale umano e la mobilità. Va inoltre garantita assistenza tecnica alle imprese più produttive e va evitato di usare i fondi per trasferimenti sociali a breve termine e tagli fiscali.

SUPERARE LA DICOTOMIA TRA CONCORRENZA E AIUTI DI STATO
Nell’Unione Europea le sfide della transizione verde e della sostenibilità ambientale richiedono un cambio di paradigma nel rapporto tra politiche della concorrenza e politica industriale, in particolare nell’ambito degli aiuti di Stato.
Fino a questo momento i governi europei si sono trovati ad operare in un contesto in cui era possibile solo la promozione della concorrenza mentre gli aiuti di stato erano vietati dal Trattato a meno di motivi legati allo sviluppo economico generale. Entrambe le politiche hanno l’obiettivo di tutelare l’efficienza del mercato ma gli interventi di Stato in forma di sussidi o di scelta del vincitore possono portare a distorsioni del mercato per l’incapacità dei Governi di operare le scelte migliori.
La Commissione Europea ha riconosciuto di recente l’insufficienza della politiche di concorrenza nella lotta ai cambiamenti climatici e nella protezione dell’ambiente. In questo ambito la tassazione e la regolazione sono misure più efficienti con le politiche concorrenziali in veste complementare di supporto. Non è ancora chiaro come questo ruolo vada svolto efficacemente anche dalle politiche di concorrenza: nel paper CEPS si tenta di superare il tabù dell’ampliamento degli strumenti di politica concorrenziale nell’ottica della competizione a livello globale. Nel post Covid-19, ad esempio, va adottata una struttura di aiuti di Stato lungimirante per una crescita verde e socialmente equa.
CEPS – Competition Policy and State Aid: Defining a sustainable path for Europe’s recovery