Segnali positivi dall’economia: la crescita sostenuta del PIL reale nel secondo semestre di quest’anno, se confermata, ridurrà i tempi di recupero dei livelli di prodotto persi a causa della pandemia ma è ancora troppo presto per parlare di nuovo boom economico. Durante la pandemia è cambiata la mappa del commercio internazionale dei vaccini ma non è chiaro, per mancanza di dati, in quale Paese vi sia la maggiore capacità produttiva. La misura della dotazione infrastrutturale dei territori è uno strumento fondamentale per una più efficace politica di investimenti e superare i divari territoriali soprattutto nel contesto del PNRR. La Commissione europea durante la pandemia ha intrapreso delle azioni in campo sanitario, farmaceutico e industriale da ripensare per superare la frammentazione e la mancanza di coordinamento.


Nel 2021 in Italia la crescita economica è stata sostenuta: nel secondo semestre del PIL reale è aumentato del 2,7% rispetto al trimestre precedente, il 17,3% in termini tendenziali. È la stima preliminare dell’ISTAT pubblicata in contemporanea con i risultati di altri Paesi europei. Secondo quanto riportato dalle stime flash dall’Eurostat, nell’Area euro la crescita congiunturale è stata del 2,0%, 13,7% tendenziale. In Italia la ripresa è guidata dal lato dell’offerta da industria e servizi, dal lato della domanda da scorte e esportazioni. (Leggi)

La pandemia sta modificando il panorama del commercio e la produzione di vaccini. A livello globale, tuttavia, i volumi di produzione di ciascun Paese non sono noti per cui i soli dati del commercio internazionale sono insufficienti a delineare un quadro completo. In un articolo pubblicato su Bruegel gli autori cercano di individuare quali Paesi sono in grado di produrre vaccini su larga scala confrontando il volume commercio globale con quello precedente alla pandemia e stimando i volumi di produzione di alcuni Paesi chiave. (Leggi)

Negli ultimi dieci gli investimenti pubblici in Italia hanno subito un drastico ridimensionamento: dal 4,6% sul PIL del 2009 si è passati al 2,6%. L’accumulazione di capitale strutturale ha subito una battuta di arresto con un conseguente allontanamento dagli altri Paesi europei e un aggravamento dei divari territoriali esistenti. Un Quaderno della Banca d’Italia propone una misura della dotazione infrastrutturale dei territori italiani al fine di fornire un contributo qualificato, funzionale al dibattito sul rilancio degli investimenti pubblici nel nostro Paese. (Leggi)

La Commissione europea ha risposto all’attuale crisi sanitaria con un dialogo strutturato e con strategie commerciali, industriali e farmaceutiche. Secondo un Rapporto, predisposto dal Working Group Report of the New Industrial Strategy for Europe Task Force del CEPS, l’azione della Commissione è scoordinata e frammentaria e rischia di indebolire l’obiettivo per l’EU di diventare campione globale dello sviluppo sostenibile e del benessere. Il gruppo di lavoro propone un maggiore coordinamento tra gli attori istituzionali e una chiara definizione delle priorità dell’industria e della ricerca nei settori farmaceutico e della salute. (Leggi)

IL RITORNO DELLA CRESCITA

I dati ISTAT della stima preliminare del PIL nel secondo semestre del 2021 fanno presagire nel nostro Paese in un recupero dell’attività economica ai livelli pre-crisi più veloce di quanto preventivato. Se nei due trimestri successivi il ritmo della crescita avrà un valore analogo +2,7%, alla fine dell’anno si potrà raggiungere un incremento del PIL reale dell’8,5%. Nel caso di variazione pari a zero, la crescita acquisita sarà del 4,8% mentre nel caso di variazioni negative in entrambi i trimestri la crescita sarà inferiore.

L’andamento è al momento in linea con le stime degli organismi internazionali: in ordine di tempo l’OCSE nell’Economic outlook dello scorso maggio aveva previsto per il 2021 per il nostro Paese +4,5%, la Commissione europea nelle previsioni di estate +5,0%, la Banca d’Italia nelle proiezioni macroeconomiche per l’Italia di luglio +5,1% e il FMI nell’aggiornamento del WEO di luglio +4,9%.

L’evoluzione della ripresa, che, ripetiamo, in questa fase è un mero recupero dei livelli dell’attività economica pre-pandemia in cui la nuova crescita è irrilevante, dipenderà in prima battuta dall’evoluzione della crisi sanitaria interna e a livello globale e dall’andamento della campagna vaccinale.

Nella tabella sinottica dell’Eurostat confrontando le stime per l’Italia con quelle delle altre economie avanzate europee troviamo un collegamento tra il passo della ripresa nel secondo trimestre 2021 di Spagna +2,8%, Italia +2,7%, Germania +1,5% e Francia +0,9%, più o meno proporzionale, tranne per la Francia, all’intensità della contrazione del PIL nel 2020 – Spagna -10,8%, Italia -8,9%, Francia -8,0 e Germania -4,8%.

ISTAT – Stima preliminare del PIL

https://www.istat.it/it/archivio/260007

DOVE SI NASCONDE LA CAPACITÀ PRODUTTIVA DI VACCINI

La Covid-19 sta cambiando il commercio internazionale dei vaccini. Nel biennio 2017-2019 il maggior esportatore è stata l’Unione Europea con il 60,3% in volume e il 44% in quantità. L’UE ha venduto il 60% delle importazioni dei Paesi ad alto reddito (HICs) mentre solo il 12% è stato destinato ai Paesi a basso reddito (LICs). Il secondo esportatore in valore sono stati gli USA con il 22% e come l’UE ha venduto in primo luogo agli HICs e solo il 2% ail LICs.

Da un raffronto incrociato tra i volumi di commercio internazionale con la presunta domanda interna, gli autori dell’articolo hanno stimato la capacità produttiva dei vaccini di alcuni Paesi. Il primo produttore a livello globale è l’UE 27 con una capacità stimata tra i 15,8 e i 15,5 milioni di chilogrammi, segue l’India con una capacità stimata tra i 15,4 e i 14,5 milioni, la capacità produttiva della Cina è compresa tra i 12,1 e gli 8 milioni di kg. e gli usa tra i 5,2 e 4,5 milioni di kg.

I dati sono pre-Covid-19 e non è chiaro se il maggior volume di vaccini sia stato ottenuto con nuova capacità produttiva oppure dall’adattamento di quella già esistente. La maggior capacità di vaccini contro la Covid-19 è in Cina con quasi 600 milioni di dosi prodotte fino a maggio 2021, seguita dall’UE e dagli USA con poco più di 300 milioni di dosi, quest’ultima destinato quasi tutto al mercato interno.

Bruegel – A world divided: global vaccine trade and production

https://www.bruegel.org/2021/07/a-world-divided-global-vaccine-trade-and-production/

PER UN DIBATTITO QUALIFICATO SULLE INFRASTRUTTURE

La misura del grado di infrastrutturazione di un territorio presenta difficoltà sia metodologiche, per l’individuazione degli indicatori adeguati, sia teoriche, per l’eterogeneità dei servizi considerati. La stessa definizione di infrastruttura è molto sfumata in quanto sono ritenuti servizi essenziali quelli volti a soddisfare bisogni di carattere generale.

In Italia con la legge delega sul federalismo fiscale (42/2009) all’articolo 22 era prevista una ricognizione degli interventi infrastrutturali al fine del recupero del deficit. La previsione normativa è rimasta lettera morta fino a quando il DL 77/2021 sulla Governance del PNRR ha fissato come termine della ricognizione il 30 novembre del 2021. Il Quaderno della Banca d’Italia si inserisce in questo contesto e propone una metodologia di calcolo di indici molto dettagliati nei Sistemi Locali del Lavoro (SLL) in cui sono incluse ampie categorie di infrastrutture, dalle economiche alle sociali.

Secondo gli autori non esiste un indicatore univoco ma vanno calcolati uno per ciascuna tipologia da valutare. I risultati individuano i divari in modo articolato e puntuale: nelle infrastrutture di trasporto stradale e ferroviario, ad esempio, sono avvantaggiati gli SLL vicini alla rete autostradale e all’alta velocità con le aree appenniniche interne, Calabria e Isole maggiori in condizione svantaggiata.

Banca d’Italia – I divari infrastrutturali in Italia: una misurazione caso per caso

https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/qef/2021-0635/index.html

L’EUROPA PUNTI SUL SETTORE FARMACEUTICO

La Commissione europea in risposta alla pandemia ha attuato strategie industriali nei settori del farmaceutico e della salute per assicurare all’Unione europea una fornitura sufficiente di vaccini e di dispostivi medici di protezione. L’azione è stata giudicata insufficiente da un Rapporto Ceps, in cui si sottolinea frammentazione dell’azione e assenza di politiche industriali in questi settori.

Per una ripresa post-pandemica resiliente e sostenibile in Europa va rafforzata la governance nel settore della salute con maggiore trasparenza e politiche basate sull’evidenza. Vanno migliorate la capacità di risposta, la cassetta degli attrezzi e la trasparenza sia dell’EMA ma soprattutto dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). Andrebbe inoltre istituita una nuova agenzia per la gestione di emergenze ssanitarie, l’European Health Emergency Response Authority (HERA), con un mandato e un’azione trasparenti. Nella UE vanno superati gli ostacoli a una visione strategica della R&S sanitaria dovuti ai numerosi programmi a tutti i livelli.

Per consentire ai portatori di interesse di individuare le opportunità di collaborazione e finanziamento, la Commissione dovrà affrontare i limiti dovuti alla complessità della ricerca sanitaria e favorire il partenariato pubblico e privato (PPP). Sono necessari incentivi a lungo termine per la R&S nel farmaceutico e nelle biotecnologie per incrementare la competitività in questi settori nel lungo periodo.

CEPS – Healthcare and Pharmaceuticals

https://www.ceps.eu/ceps-publications/healthcare-and-pharmaceuticals/