L’industria farmaceutica consolida il ruolo strategico nel nostro Paese come settore ad elevata competitività e intensità tecnologica. Il vento della ripresa soffia sull’Europa e sull’Italia sebbene dopo anni faccia capolino anche l’inflazione. L’OCSE avverte sui rischi nel mercato del lavoro: lento recupero dei livelli occupazionali e incremento della disoccupazione di lunga durata. L’AWG e la RGS hanno aggiornato le previsioni della spesa pensionistica di lungo periodo, l’UPB ha pubblicato un confronto. L’ISTAT nel rapporto annuale fa il punto sul 2020: congiuntura economica e sociale, salute e demografia, finanza pubblica, industria e PNRR.


Nel 2020 l’industria farmaceutica ha raggiunto alcuni traguardi importanti: oltre alla scoperta di nuovi vaccini, in tempi fino a poco tempo fa impensabili, sono stati autorizzati 55 nuovi farmaci per patologie diverse dalla Covid-19, contro i 30 del 2019. Le aziende farmaceutiche italiane hanno investito in R&S 1,6 miliardi di euro, il 17% del valore aggiunto del settore; negli studi clinici sono stati investisti 700 milioni di euro. Sono questi alcuni dati emersi durante l’assemblea annuale di Farmindustria. (Leggi)

Nel 2021 e nel 2022 la crescita in EU e nell’Area dell’euro sarà più sostenuta di quanto previsto nella scorsa primavera ma con un rialzo temporaneo dell’inflazione. Queste le previsioni di sintesi dell’European Economic Forecast dell’estate 2021. Dal secondo trimestre di quest’anno l’attività economica si è rafforzata e il rimbalzo previsto in precedenza nel terzo trimestre 2021 è anticipato al secondo. Anche in Italia la crescita sarà più robusta sebbene per ritornare ai livelli pre-crisi bisognerà aspettare il primo trimestre del 2023. (Leggi)

Nonostante i segnali di ripresa, nei Paesi OCSE la disoccupazione resta elevata: dopo un massimo dell’8,8% ad aprile 2020 il tasso di disoccupazione è tornato al 6,6%, 1,3 p.p. più elevato di dicembre 2019. Saranno necessari ancora alcuni anni per ritornare ai livelli del quarto trimestre del 2019. L’OECD Employment Outlook 2021 esamina il mercato del lavoro evidenziando sia i segnali di ripresa sia i maggi rischi. Il lento recupero dell’occupazione potrà incrementare ancora di più la disoccupazione di lungo periodo. (Leggi)

Il Rapporto annuale 2020 dell’ISTAT ha sintetizzato un anno complicato per il contesto economico e sociale del nostro Paese. La crisi sanitaria ha causato gravi perdite di vite umane; si sono amplificate le già elevate disuguaglianze di genere, di età e di territorio. La crisi economica ha messo in ginocchio numerosi settori produttivi; le misure governative di sostegno all’economia hanno inciso sul bilancio dello Stato. Le speranze di ripresa e di superamento dei problemi strutturali italiani sono affidate al PNRR a cui dedicheremo l’approfondimento. (Leggi)

Nell’Annual Report 2021, l’Ageing Working Group (AWG) ha aggiornato le proiezioni di medio e lungo periodo della spesa pensionistica dei Paesi UE del 2018 sulla base delle nuove normative e dei cambiamenti delle proiezioni macroeconomiche e demografiche di medio e lungo periodo. Nello stesso periodo la RGS ha aggiornato le proprie previsioni sulla stessa tipologia di spesa. Il Flash n. 3 dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) confronta le differenze sia tra le previsioni AWG del 2018 e del 2021 sia tra quelle AWG e RGS. (Leggi)

FARMACEUTCO, SETTORE CARDINE PER LA COMPETITIVITÀ

Nel 2020 l’industria farmaceutica italiana ha affrontato la crisi economica subendo minori contraccolpi rispetto ad altri settori in quanto non è stata colpita da provvedimenti di chiusura amministrativa.  L’ISTAT nella decima edizione del Rapporto sulla competitività dei settori produttivi del 2021 riporta per il farmaceutico un calo del fatturato dell’1,1% rispetto una media complessiva dell’industria di -9,7%.

Sebbene il settore provenga da alcuni anni di contrazione del fatturato, anche robusti come ad esempio -26% nel 2018 sul 2017, resta, insieme all’alimentare, al chimico e alle apparecchiature elettriche, tra i settori più competitivi in Italia, con un recupero di competitività rispetto agli anni precedenti, misurato dall’incremento dell’indicatore sintetico di competitività (ISCo) nel II trimestre 2020 salito a 129,5 dal precedente valore di 98,0.

Gli atti dell’ultima assemblea di Farmindustria restituiscono un focus più approfondito sul settore: il valore della produzione, indicatore strategico per il farmaceutico in quanto comprende l’incremento di valore delle rimanenze di prodotti e semilavorati e ricavi da servizi, è di 34 miliardi di euro, stabile rispetto al 2019. Le esportazioni sono in crescita del 3,8% rispetto al 2019 mentre nel periodo 2015-2020 l’incremento cumulato è stato del 74%.

Farmindustria – L’industria farmaceutica partner strategico del Paese

https://www.farmindustria.it/eventi/assemblea-pubblica-farmindustria/

IL MERCATO DEL LAVORO OSSERVATO SPECIALE

Il mercato del lavoro nei prossimi mesi sarà molto vulnerabile: alla fine del 2020 nei Paesi OCSE si contavano 22 milioni di posti di lavoro in meno rispetto al 2019. Nonostante la crescita moderata, nel 2021 vi sono ancora 8 milioni di disoccupati e 14 milioni di lavoratori inattivi.

La crisi ha colpito con intensità alcuni settori specifici sei servizi – turismo, ristorazione, intrattenimento – i cui lavoratori hanno una professione poco retribuita, basso livello di istruzione e con contratti a tempo determinato. La perdita di posti di lavoro e la riduzione di ore ha quindi pesato di più solo su alcuni lavoratori, sulle donne e sui giovani. Le tendenze in atto da parte delle imprese di investire in tecnologie digitali, in automazione e di favorire l’esternalizzazione nazionale, preannunciano un ampliamento delle diseguaglianze esistenti.

È in aumento anche la disoccupazione di lunga durata: alla fine del 2020 si è registrato un incremento del 60% di persone in cerca di lavoro da almeno sei mesi. La lentezza del recupero dei livelli occupazionali e il termine delle politiche di protezione dell’occupazione stanno amplificando il fenomeno nel 2021. Per favorire un recupero più veloce dell’occupazione e garantire lavori di migliore qualità sono necessarie nuove politiche attive del mercato del lavoro orientate verso programmi di formazione e incentivi all’occupazione.

OECD – Employment Outlook 2021

https://www.oecd.org/employment-outlook

IL RITORNO – TEMPORANEO – DELL’INFLAZIONE

Le previsioni di crescita del PIL reale per l’Italia sono state riviste al rialzo nel 2021 dalla Commissione europea: +5,0% ossia 0,8 punti percentuali (p.p.) rispetto alle previsioni di primavera; nel 2021 è stato stimato un lieve ribasso di 0,2 p.p. in quanto la ripresa del 2021 ha anticipato i tempi del recupero.

La risposta dell’attività economica dopo l’allentamento delle restrizioni è stata maggiore delle aspettative, con gli investimenti pubblici e privati motori della riprea, in vista anche del versamento della prima trance del PNRR, e un rimbalzo, sebbene graduale, dei consumi privati. Le previsioni di estate della Commissione europea sono state accolte nel nostro Paese con entusiasmo eccessivo. Sebbene si tratti di crescita di tutto rispetto, i tempi di recupero dell’attività ai livelli pre-crisi sono ancora lontani e il recupero avverrà probabilmente, se non ci saranno altre restrizioni, nel corso del 2023. Posto 100 il PIL del 2019, crollato a 91,1 nel 2020, in base a queste previsioni nel 2021 salirà a 95,7 e nel 2022 a 99,7.

Rispetto al passato si segnala una ripresa dell’inflazione: +1,4% nel 2021 e 1,3% nel 2022, un livello inferiore a quanto previsto nell’Area dell’euro (+1,9% nel 2021 e +1,4% nel 2022). L’inflazione potrà essere più elevata del previsto se permarranno limitazioni di approvvigionamento altrimenti le prospettive sono a forma di gobba, e sotto il 2%, ancora per alcuni anni.

ECFIN – European Economic Forecast. Summer 2021

https://ec.europa.eu/info/publications/european-economic-forecast-summer-2021_en

PNRR PER RECUPERARE I RITARDI STRUTTURALI

Il 13 luglio scorso il Consiglio d’Europa ha approvato la prima serie di decisioni di esecuzione grazie alle quali 12 tra i Paesi richiedenti potranno stipulare convenzioni e accordi di prestito con la commissione per accedere a un prefinanziamento fino a un massimo del 13% sul totale di quanto previsto dai rispettivi PNRR.

L’Italia entro due mesi riceverà 25 miliardi di euro su 191,5: queste risorse – insieme ai 30,6 miliardi del Fondo complementare –saranno investite nei prossimi sei anni per recuperare i ritardi strutturali accumulati da 20 anni a questa parte e per riequilibrare le differenze territoriali, di genere, d’istruzione e di età.

Nel Rapporto annuale Istat 2021 è stato dedicato l’intero capitolo V sull’argomento dove viene delineata la situazione nel nostro Paese alla vigilia dell’attuazione del Piano. Nel capitolo è presentata anche una simulazione sull’impatto economico di tre allocazioni alternative di risorse in cui si dimostra che gli investimenti in R&S hanno i moltiplicatori più elevati.

Nel primo scenario si ipotizza un incremento della spesa pubblica corrente per un ammontare annuo di 16 miliardi di euro – 1% del PIL – nel periodo 2021-2026: l’effetto si esaurisce in tre anni con un incremento del PIL rispetto a quello di base compreso tra lo 0,6 e lo 0,7%. Nel secondo scenario si ipotizza l’impiego delle risorse in investimenti infrastrutturali con un effetto sul PIL costante nel periodo ma solo di poco superiore all’1% nel 2026. Nel terzo scenario investendo l’ammontare in R&S e software si ha un livello del PIL più elevato dell’1,8% nel primo anno, in graduale aumento, fino ad arrivare al 4,5% nel 2016.

 

ISTAT – Rapporto annuale 2021

https://www.istat.it/it/archivio/259060

INVECCHIAMENTO E SPESA PENSIONISTICA: PROIEZIONI A CONFRONTO

Nel 2021 l’Ageing Working Group (AWG) ha aggiornato le proiezioni di medio e lungo periodo della spesa pensionistica per i Paesi dell’EU. Guardando all’Italia, rispetto alle proiezioni del 2018, non vi sono grandi differenze nelle ipotesi demografiche utilizzate. In entrambi le proiezioni Eurostat la quota degli ultrasessantenni sulla popolazione totale arriverà nel 2050 al 34% con valori analoghi fino al 2070 con trascurabili differenze tra Europop-2017 e la versione del 2019.

Le differenze nelle ipotesi macroeconomiche invece sono significative: tra il 2030 e il 2050 il tasso di crescita del PIL reale sarà maggiore, così come i livelli occupazionali e gli incrementi di produttività. Grazie a questi effetti secondo AWG2021 l’incidenza della spesa pensionistica sul PIL dal 2035 al 2070 sarà inferiore rispetto a quanto stimato da AWG2018 con scostamenti anche rilevanti come, ad esempio, di 1,1 p.p. nel 2045.

Le previsioni della Ragioneria Generale dello Stato del 2020 (RGS2020) sono influenzate dalle previsioni più ottimistiche nel medio periodo sulla produttività e sul PIL e di un più favorevole andamento dell’occupazione anche nel lungo periodo. Secondo RGS2020 l’incidenza della spesa pensionistica sul PIL è marcatamente inferiore tra il 2030 e il 2050 – fino a 1,5 p.p. in meno nel 2035 – rispetto alle stime AWG2021.

UPB – “Cambiamenti nelle proiezioni di medio-lungo periodo della spesa pensionistica in Italia”

https://www.upbilancio.it/pubblicato-il-flash-n-3-2021-cambiamenti-nelle-proiezioni-di-medio-lungo-periodo-della-spesa-pensionistica-in-italia/