La nuova legge sulle malattie rare e i farmaci orfani è approdata al Senato: il Servizio bilancio evidenzia alcune criticità e incongruenze. La Corporate Governance alla prova della pandemia e le opportunità di rilancio e resilienza in un recente rapporto OCSE. È tempo di bilanci del 2020: l’ISTAT ha pubblicato le stime della contrazione del PIL in Italia nel 2020 disaggregate per Area geografica, la Commissione europea ha analizzato l’impatto della pandemia su Paesi e settori e la Banca d’Italia ha delineato il quadro su fatturato, investimenti, occupazione e prospettive del mondo produttivo italiano.
Dopo l’approvazione della Camera dei deputati, è in corso al Senato la discussione sulla legge “Disposizioni per la cura delle malattie rare e per il sostegno della ricerca e della produzione dei farmaci orfani”. Il Servizio bilancio del Sentato ha pubblicato la Nota di lettura n. 447 in cui si verificano gli eventuali maggiori oneri per la finanza pubblica e il potenziale scollamento tra le finalità e il raggiungimento degli obiettivi. Dal testo di legge emergono alcune criticità in particolare nella nomenclatura delle malattie rare. (Leggi)
Un mercato dei capitali ben funzionante svolge un ruolo fondamentale per allocare le risorse finanziarie in investimenti di lungo periodo. Il rapporto OCSE “The Future of Corporate Governance in Capital Markets Following the COVID-19 Crisis” parte da un’analisi delle pratiche di finanziamento sul mercato e sulle politiche d’impresa negli ultimi venti anni, per poi esaminare le misure di sostegno normativo e finanziario relative alla crisi COVID-19 in un’ottica di revisione dei Principi di Corporate Governance G20/OECD. (Leggi)
I saldi di finanza pubblica continuano ad essere sotto pressione: nel primo trimestre 2021 l’indebitamento delle Amministrazioni pubbliche è stato del 13,1% sul PIL 3,1 punti percentuali in più rispetto allo stesso trimestre del 2020. È il principale dato emerso dalla nota flash ISTAT “Conto trimestrale delle Amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società”. Sempre l’ISTAT ha pubblicato le Stime del PIL territoriale per il 2020 in cui si evidenziano differenze nella contrazione del PIL tra le Aree del Paese. (Leggi)
Negli gli Stati membri della EU la crisi economica è stata particolarmente dura e ha allargato le differenze su diverse dimensioni. Il volume n. 20 del “Quarterly Report on the Euro Area (QREA)”, curato dalla Commissione europea, ha analizzato le dinamiche macroeconomiche, i canali di propagazione dello shock e le differenze tra i Paesi con le ultime due sezioni dedicate rispettivamente al turismo, uno tra i settori dove vi è maggiore interazione fisica, e al rapporto semestrale sullo strumento SURE, utilizzato dai Paesi al 95% della dotazione. (Leggi)
Il mondo delle imprese industriali e dei servizi nel 2020 ha risentito della crisi sanitaria registrando una contrazione del fatturato dell’8,6%. La crisi è stata più accentuata soprattutto nei settori interessati dalle restrizioni. L’Indagine sulle imprese industriali e dei servizi della Banca d’Italia evidenzia anche il calo degli investimenti dell’8,6% e del 10% delle ore lavorate. L’occupazione è diminuita solo del 2,4% grazie alle misure governative. Le prospettive per il 2021 indicano un miglioramento. (Leggi)

RIDURRE LE DISOMOGENEITÀ TERRITORIALI, SOSTENERE LA RICERCA, CONTENERE LA SPESA
Gli obiettivi del testo di legge volto a tutelare il diritto alla salute delle persone affette da malattie rare, in questo momento in discussione nella 12a Commissione Igiene e Sanità del Senato, sono ambiziosi: garantire l’uniformità dell’erogazione sul territorio nazionale delle prestazioni e dei farmaci, compreso quelli orfani – ossia destinati alla cura delle malattie rare, aggiornare l’elenco periodico delle malattie rare, potenziare la Rete nazionale delle malattie rare e favorire la ricerca.
Secondo quanto riportato nel Rapporto MonitoRare 2021, in Italia i pazienti affetti dalle malattie rare – con un’incidenza inferiore a 5 casi su 10.000 abitanti – sono tra 2,1 e 3,5 milioni con poca uniformità del percorso di diagnosi e cura sul territorio nazionale. Secondo il rapporto OsMed dell’AIFA la spesa per farmaci orfani nel 2019 è stata di 1,5 miliardi di euro pari al 6,6% della spesa farmaceutica totale, con 9,7 milioni di dosi –lo 0,04% del consumo totale. Il 25% degli studi clinici autorizzati nel 2020 riguarda le malattie rare ma solo il 43,6% è in fase I o II.
Il Servizio bilancio del Senato rileva alcune criticità sia riguardo l’invarianza di spesa sul fondo di solidarietà di 1 milione di euro a fronte di un ampliamento dell’elenco delle malattie rare sia, rispetto a quest’ultimo, sull’uniformità tra quelle individuate dal DPCM 12 gennaio 2017 e quelle individuate dell’ISS per evitare ulteriori aggravi di spesa per il SSN.
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/18/DOSSIER/0/1300632/index.html?part=dossier_dossier1
LA CORPORATE GOVERNANCE STA CAMBIANDO
La pandemia ha costretto le imprese a rivedere i loro piani di gestione e i programmi di investimento. Il rapporto OCSE in oggetto ha analizzato i cambiamenti nella corporate governance delle imprese quotate sulla base di un’analisi delle performance degli ultimi 15 anni.
In questo periodo la redditività è rimasta contenuta: nel 2019 il rendimento sul capitale proprio ROE (Return On Equity) era ancora inferiore al livello precedente alla grande crisi finanziaria del 2008, mentre dal 2005 al 2019 l’indebitamento è aumentato di 4 volte. Il tasso di investimento è stato stagnante sia nelle imprese ad elevato sia in quelle a basso indebitamento. Il cambiamento più significativo ha riguardato la composizione degli investimenti: le spese in capitale fisso sono diminuite del 2,7% a fronte di un aumento del 35% di quella in R&S.
Durante la pandemia si è accentuata la tendenza alla concentrazione della proprietà: in alcuni Paesi lo Stato è diventato di nuovo proprietario di imprese quotate, in altri come in USA la quota posseduta degli investitori istituzionali è aumentata. Per affrontare al meglio la post-pandemia la coprporate governance va rafforzata tenendo conto delle tendenze analizzate e dei nuovi scenari di rischio ambientale, sociale e di governance (ESG), delle sfide poste dalla digitalizzazione, della riduzione del rischio di insolvenza e della tutela dei diritti dei creditori.
OECD – The Future of Corporate Governance in Capital Markets Following the COVID-19 Crisis
NEL 2020 CRISI PIÙ GRAVE AL NORD
Le stime preliminari del PIL territoriale per il 2020 in Italia mostrano una moderata variabilità: al Nord il PIL reale si è contratto del 9,1% – 0,2 p.p. in più della media nazionale dell’8,9% – mentre nel Centro e nel Mezzogiorno la contrazione, inferiore alla media, è stata rispettivamente dell’8,8% e dell’8,4%.
Nel Nord-ovest l’industria è il settore più colpito con un calo del valore aggiunto dell’11,9%, mentre nel Nord-est il Commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni ha subìto la contrazione del valore aggiunto più marcata -14,5% così come nel Centro e nel Mezzogiorno dove si è contratto rispettivamente del 12,9% e del 14,5%. Si tratta ancora di stime preliminari, avverte l’ISTAT, suscettibile di ampie revisioni.
Nel primo trimestre 2021 i conti trimestrali dei settori istituzionali presentano andamenti eterogenei, abbastanza in linea con quanto è accaduto nell’Area dell’euro, alcuni in continuità altri in controtendenza rispetto ai trimestri precedenti: il deficit su PIL, arrivato al 13,1% è in aumento di 0,3 p.p. in termini tendenziali, il reddito disponibile delle famiglie è aumentato dell’1,5% in termini congiunturali sebbene i consumi siano diminuiti dello 0,6% con un conseguente incremento della propensione al risparmio al 17,1% (+1,8 p.p. in termini congiunturali), il tasso di investimento delle società non finanziarie è aumentato al 22,9%.
ISTAT-Conto trimestrale dei settori istituzionali
ISTAT – Stima del PIL territoriale 2020
SHOCK COMUNE CON IMPATTO ETEROGENEO
La crisi economica da Covid-19 ha avuto un impatto eterogeneo sulle economie dell’area dell’euro. Questa differenza è ben misurata dalla variabilità del tasso di crescita del PIL tra Paesi mai così elevata dalla grande crisi finanziaria del 2008. Rispetto alla variabilità tra Paesi prevista dall’European economic forecast dell’autunno 2019, quella registrata durante la pandemia è stata superiore di quasi 5 volte.
Secondo il rapporto i motivi sono direttamente legati alla severità delle misure di contenimento sebbene altri studi la riconducano alla durezza con cui la pandemia ha colpito la popolazione. L’analisi econometrica è stata condotta considerando alcuni fattori strutturali che hanno condizionato l’impatto delle misure di contenimento sul PIL reale in tutta l’area dell’euro. Sono stati analizzati l’efficacia dell’azione di governo, il livello di indebitamento privato, il grado di apertura dell’economia e, soprattutto, la composizione settoriale dell’economia.
Se l’efficacia governativa e una quota significativa del settore industriale nell’economia hanno mitigato l’impatto sull’output, il grado di apertura dell’economia e la quota del settore dei servizi l’ha amplificata mentre, diversamente dalle aspettative degli autori, l’indebitamento privato ha avuto un effetto neutro.
ECFIN – Quarterly Report on the Euro Area (QREA), Vol. 20, No. 2
https://ec.europa.eu/info/publications/quarterly-report-euro-area-qrea-vol-20-no-2-2021_en
QUADRO IN PARZIALE MIGLIORAMENTO
Tra i principali risultati dell’indagine della Banca d’Italia vi sono le attese per il 2021: a fronte del calo del fatturato dell’8,6% nel 2020, è previsto un modesto incremento del 2,5% (2,7% nell’industria e 2,3 nei servizi), insufficiente per recuperare le perdite. A fronte della contrazione degli investimenti dell’8,6%, è stata prevista nel 2021 una ripresa più vivace dell’8,3% trainata dagli investimenti nei servizi non finanziari in crescita del 9,1%.
La dinamica dell’occupazione è stagnante, se nel 2020 rispetto a una contrazione del 10% delle ore lavorate l’occupazione è diminuita del 2,4%, soprattutto nel settore sei servizi non finanziari -3,7%, nel 2021 non si prevedono incrementi significativi. A causa della contrazione del fatturato le imprese si sono trovate a fronteggiare una crisi di liquidità superata grazie ai provvedimenti governativi e la politica monetaria espansiva.
Il 43% delle imprese ha richiesto una moratoria sui prestiti, il 45% ha chiesto un finanziamento per finanziare il capitale circolante (dato dalla differenza tra le attività corrente e le passività correnti) a banche e intermediari finanziari, il 7% ha ricapitalizzato nel 2020 e il 10% prevede di farlo nel 2021. Hanno partecipato all’indagine 4.533 imprese, il 5,1% sul totale, di cui 2.797 appartenente all’industria in senso stretto, 549 al settore delle Costruzioni e 1.187 ai servizi non finanziari.
Banca d’Italia – Indagine sulle imprese industriali e dei servizi – Anno 2020