Dopo più di un anno dallo scoppio della pandemia è tempo di bilanci: la Corte dei Conti ribadisce la necessità di ricomporre la spesa sociale al momento troppo sbilanciata sulle pensioni; il governatore della Banca d’Italia avverte sulle responsabilità del nostro Paese anche nei riguardi dell’Europa nell’attuazione del PNRR; sul fronte macroeconomico l’OCSE ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita globale per il 2021 (Italia +4,5% invariato) sebbene vi si eterogeneità tra Paesi; sul versante delle misure a favore dell’economia, la scorsa settimana è stato convertito in legge il cd sostegni con alcune novità soprattutto per il mercato del lavoro.
Nel 2021 il debito pubblico arriverà a livelli superiori di quelli del primo dopoguerra ma a preoccupare la Corte dei Conti, nel Rapporto 2021 sul Coordinamento della finanza pubblica, è l’evoluzione nei prossimi anni della spesa previdenziale. Nel 2020 la spesa previdenziale in senso stretto è stata di 341 miliardi di euro, in aumento di 23 miliardi rispetto al 2019 con un’incidenza sul PIL del 17,1% in aumento di 1,7 p.p. anche per l’eccezionale contrazione del PIL. Importanti rilievi anche agli incentivi all’uso della moneta elettronica. (Leggi)
Nel 2020 la pandemia ha colpito a fondo l’attività economica in Europa e nel mondo ma l’azione delle autorità monetarie ha evitato crisi finanziarie mentre il sostegno dei governi ha sostenuto imprese, lavoro e famiglie. Nell’EU, grazie all’istituzione del programma NGEU come strumento da affiancare alla politica monetaria unica, è stato compiuto un passo in avanti verso un bilancio comune europeo. Gli effetti del piano dipenderanno dalla qualità degli interventi ma anche dalle riforme. Sono alcune tra le considerazioni finali del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. (Leggi)
Tra i principali risultati emersi nel corso dell’indagine ISTAT “Aspetti della vita quotidiana” del 2020 si segnala l’aumento delle famiglie in condizioni economiche peggiori rispetto all’anno precedente (29,5%) e l’incremento di 1,1 p.p. rispetto all’indagine precedente delle persone che dichiarano un’elevata soddisfazione per la vita nel complesso (44,3%). Il risultato sorprendete sulla soddisfazione elevata si comprende meglio grazie alla scomposizione delle risposte per territorio, classi di età, condizione occupazionale, posizione nella professione e titolo di studio. (Leggi)
L’OCSE nell’Economic Outlook di maggio 2021 ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita per l’anno in corso rispetto a quanto annunciato lo scorso dicembre. Grazie ai progressi della campagna vaccinale e ai programmi di sostegno, l’economia globale crescerà a ritmi più elevati: +5,8% (in aumento di 1,6 punti percentuali rispetto alle stime di dicembre 2020). L’OCSE avverte sul rischio di una crescita non uniforme tra Paesi: la Cina ha già recuperato il PIL a livello pre-crisi nel 2020 mentre l’Argentina vi arriverà solo dopo il secondo trimestre del 2026. (Leggi)
Il Decreto sostegni (DL 22 marzo 2021, n. 41) è stato convertito in legge (L. 69/2021) con alcune importanti novità su fisco e lavoro. Insieme alle discusse misure quali il blocco dei licenziamenti giustificato motivo oggettivo fino al 30 giugno 2021 e il prolungamento e l’estensione della Cassa integrazioni guadagni ordinaria (CIGO), dell’assegno ordinario ASO e della Cassa integrazioni guadagni in deroga (CIGD), si segnalano il contributo a fondo perduto fino a 1.000 euro per le startup e la proroga dal 30 aprile al 30 settembre 2021 e IRAP non versata e sospesa in base a quanto previsto dal Decreto Rilancio. (Leggi)

NECESSARIA UNA RICOMPOSIZIONE DELLA SPESA SOCIALE
Da confronti con altri Paesi OCSE la percentuale della spesa pubblica sociale in Italia non è sproporzionata rispetto al PIL – nel 2018 il 28,2% contro il 25,9% della Germania e il 31,0 della Francia – ma è distribuita in modo non equilibrato tra le aree di intervento. Nel 2017 il 57% della spesa sociale italiana sul totale era destinato alle pensioni (anzianità e reversibilità) mentre in Francia il 45% e in Germania il 41% a scapito, ad esempio, della quota sul totale della spesa per le politiche per il lavoro (disoccupazione e politiche attive) rispettivamente 5,8%, 7,6% e 6,3%.
Nel 2019 in Italia era stato approvato per la prima volta uno strumento di contrasto alla lotta della povertà il reddito di cittadinanza e in contemporanea una finestra pensionistica, quota 100. Alla luce delle necessità emerse dalla crisi economica provocata dalla pandemia la Corte ritiene necessario ricomporre la spesa sociale destinando maggiori risorse ai giovani, alle famiglie e alle politiche di sostegno all’occupazione superando quota 100 e affrontando in ottica strutturale un sistema di uscita anticipata.
Per quanto riguarda le misure di incentivazione all’utilizzo della moneta elettronica sorgono perplessità sia sul cashback, di cui sarebbe difficile monitorare gli effetti tributari ed economici della misura, sia sulla lotteria degli scontrini la cui adesione è risultata piuttosto limitata.
Corte dei Conti – Rapporto 2021 sul Coordinamento della Finanza Pubblica
https://www.corteconti.it/Home/Documenti/RapportoCoordinamentoFP
VERSO UN BILANCIO COMUNE EUROPEO?
La BCE in risposta alla crisi pandemica ha adottato politiche monetarie espansive per stabilizzare il sistema finanziario e per mantenere condizioni di finanziamento accomodanti per famiglie imprese e governi. Il principale strumento utilizzato è stato il PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme). La flessibilità dello strumento ha consentito di intervenire in modo rapido e dove c’era maggiore necessità.
Il PEPP è stato potenziato lo scorso dicembre per garantire condizioni di finanziamento favorevoli per un periodo più lungo mentre lo scorso marzo sono stati incrementati gli acquisti mensili allo scopo di contrastare eventuali ampi e persistenti aumenti dei rendimenti dei titoli non sostenibili nelle attuali condizioni economiche. A livello EU un importante momento è stato il raggiungimento dell’accordo tra gli stati membri sul programma di investimenti e riforme NGEU. Secondo il Governatore Visco, il programma è un’occasione di risolvere, sebbene solo in parte, il problema dell’incompletezza dell’Unione economica e monetaria.
La posta in gioco è grande per cui i Paesi destinatari della quota maggiore di risorse hanno una grande responsabilità: da un lato è l’occasione per risolvere i propri problemi strutturali, dall’altro dimostrare importanza di un’Europa forte e coesa. Il Governatore, a questo riguardo conclude: “Gli effetti macroeconomici del piano dipenderanno (…) anche dalla qualità degli interventi, dall’efficienza con cui saranno realizzati, dalla loro capacità, insieme con le riforme che li accompagneranno”.
Banca d’Italia – Relazione annuale sul 2020 e Considerazioni finali del Governatore
LA SODDISFAZIONE DEI CITTADINI NEL 2020
Desta sorpresa quanto riportato dall’indagine multiscopo dell’ISTAT sulla soddisfazione dei cittadini secondo cui nel 2020, anno in cui è scoppiata una terribile pandemia, le persone con un’elevata soddisfazione per la vita nel complesso sono aumentate al 44,3% (+ 1,1% rispetto al 2019). Dalla scomposizione dei dati si desumono le condizioni che hanno influito sul giudizio: gli individui con un’occupazione oppure quelli impegnati in attività formative hanno espresso i giudizi più elevati, rispettivamente il 49% e il 52%.
Tra gli occupati, coloro in posizione apicale e gli impiegati/quadri hanno formulato i valori più elevati, rispettivamente il 53% e il 51%. Come di consueto il titolo di studio ha influito sulle risposte: il 50% dei laureati esprime valori più elevati contro il 37% di chi è in possesso di licenza elementare. Anche l’aumento di quasi 2 p.p. rispetto al 2019 di chi si dichiara soddisfatto del proprio stato di salute all’82% desta sorpresa, ma su questo aspetto le ricadute andranno valutate verosimilmente nel lungo periodo.
Sull’incremento al 29,1% – +3,8 p.p. rispetto all’anno precedente – della percezione del peggioramento delle condizioni economiche in famiglia ha pesato la crisi economica. Sui risultati contraddittori, ha probabilmente influito il disegno dell’indagine non calibrata su un evento di dimensioni epocali. Per un approfondimento sull’opinione dei cittadini e la pandemia si rimanda all’indagine europea “Living, working and COVID-19” dove si segnala, ad esempio, un aumento dei disagi psichici soprattutto tra i più giovani, e un minor accesso alle cure.
ISTAT – La soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita
SEGNALI DI RIPRESA MA NON PER TUTTI I PAESI
L’OCSE ha rivisto al rialzo le stime di crescita nell’Outlook di maggio sebbene gran parte della spinta dipenderà dall’evoluzione della situazione sanitaria e, soprattutto nei Paesi avanzati, dall’andamento della campagna vaccinale. Al moderato ottimismo si affiancano le preoccupazioni per l’evoluzione della pandemia nei Paesi a basso reddito dove la campagna vaccinale è quasi inesistente.
Questi Paesi hanno poco margine per sostenere l’attività economica e non saranno in grado reggere lo sforzo in caso di una nuova ondata: per questo motivo gran parte dei Paesi a basso reddito recupererà il livello di attività pre-crisi solo nel lungo periodo. Seri ostacoli potranno emergere a causa della percentuale ancora troppo bassa della percentuale vaccinata della popolazione mondiale: la diffusione di nuove varianti potrà arrecare danni duraturi all’economia.
Riguardo le previsioni tra i grandi Paesi europei: la Germania crescerà nel 2021 del 3,3%, la Francia del 5,8%, la Spagna del 5,9% e l’Italia del 4,5%. Per il nostro Paese i valori restano invariati rispetto allo scorso dicembre: sulla crescita pesano la debolezza del settore dei servizi, compensata solo in parte da una robusta attività dell’industria, e le incertezze sul Recovery plan. Il clima di debolezza è al momento confermato dalle stime ISTAT sull’attività del primo trimestre 2021: +0,1% congiunturale e -0,8% tendenziale, con una variazione attesa per il 2021 del 2,6%.
OECD – Economic Outlook Volume 2021, Issue 1
https://www.oecd.org/newsroom/oecd-sees-brighter-economic-prospects-but-an-uneven-recovery.htm

COMPROMESSO SULLO SBLOCCO DEI LICENZIAMENTI
Nel dibattito sulla conversione in legge del Decreto sostegni, i riflettori erano puntati sul blocco dei licenziamenti, una misura unica nel panorama europeo ma giustificata in parte dall’insufficiente architettura degli ammortizzatori sociali nel nostro Paese.
Dal marzo 2020 l’utilizzo degli ammortizzatori sociali è stato più intenso con 900.000 beneficiari, in particolare l’estensione della CIG, del blocco ai licenziamenti e altre misure hanno interessato, secondo le stime della Banca d’Italia nella Relazione annuale per il 2020, circa 440.00 lavoratori. Il testo approvato è una soluzione di compromesso perché è stato confermato il termine del 30 giugno 2021 ma con alcune eccezioni.
Il termine è prorogato al 31 ottobre per i datori di lavoro beneficiari del Fondo integrazione salariale (FIS) e della Cassa integrazione in deroga (CIGD); fino al 31 dicembre 2021 ma solo per il periodo in cui se ne usufruisce per i datori di lavoro con accesso dal 1° luglio 2021 alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria.
Tra le misure tributarie e di sostegno alle imprese si segnalano la proroga al 30 settembre 2021 il termine per il versamento dell’IRAP secondo quanto previsto dal Decreto rilancio e un contributo fino a mille euro per le partite IVA nate nel 2018 con avvio dell’attività nel 2019.
Governo – In Gazzetta Ufficiale la Legge di conversione del Decreto Sostegni