La disponibilità di dati sanitari è fondamentale per promuovere azioni di politica sanitaria e alla base di una ricerca efficace. L’indagine “National health data infrastructure and governance” promossa dall’OCSE, illustra sulla base delle risposte di 23 Paesi lo stato dello sviluppo, dell’uso e della governance dei dati sanitari. Il panorama si contraddistinguere per una elevata variabilità dove solo in pochi Paesi è concentrata la gran parte delle pratiche e delle politiche sullo sviluppo, governance e la diffusione di set di dati sanitari nazionali a scopi statistici e per ricerche mirate. (Leggi)
La sostenibilità di lungo periodo della finanza pubblica dei Paesi dell’UE può essere monitorata e tutelata al meglio sulla base di informazioni e di analisi accurate sulle sfide da affrontare nel futuro, inclusi i cambiamenti demografici. Questo è l’obiettivo del 2021 Ageing Report a cura dell’Ageing working group (AWG) della Commissione europea. Le proiezioni di lungo termine dalla spesa pensionistica e sanitaria e LTC mostrano in quali Paesi e in quale periodo l’invecchiamento della popolazione aumenterà la pressione sui conti pubblici sia per il pensionamento dei Baby boomer e sia per l’allungamento della speranza di vita alla nascita. (Leggi)
L’invecchiamento della popolazione è al centro degli interessi degli studi di politica economica per le implicazioni su tre importanti fenomeni globali: bassi livelli di inflazione, squilibri nelle bilance dei pagamenti nazionali e incrementi dei prezzi dei servizi non-tradable (ossia non importabili o esportabili). Un Tema di discussione della Banca d’Italia dal titolo “L’invecchiamento della popolazione, i prezzi relativi e i movimenti di capitale nel mondo”, analizza le tendenze di lungo periodo nei Paesi soggetti a un più rapido invecchiamento. (Leggi)
La spesa pubblica per i dispositivi medici nel 2019 è stata di 5,1 miliardi di euro in aumento del 6,1% rispetto al 2018. È quanto emerge dal “Rapporto sulla spesa rilevata dalle strutture sanitarie pubbliche del SSN per l’acquisto di dispositivi medici per il 2019” curato dal Ministero della Salute. I dispositivi medici sono degli input fondamentali per l’erogazione dei Livelli Essenziali di assistenza (LEA) diventati di recente una dei motori principali dell’incremento della spesa sanitaria pubblica corrente. (Leggi)
La strategia di testing, adottata da numerosi Paesi, ha un ruolo decisivo nel contrasto alla diffusione della pandemia; eppure, ispira diffidenza a una quota rilevante della popolazione. Un articolo apparso su Health Policy e intitolato “How to make universal, voluntary testing for COVID-19 work? A behavioural economics perspective” affronta il problema dal punto di vista dell’economia comportamentale. Dall’analisi potranno emergere elementi utili ad estendere la propensione delle persone a sottoporsi ai test. (Leggi)
DATI SANITARI: UNA QUESTIONE ANCORA APERTA PER TROPPI PAESI
Le esperienze di successo di Finlandia e Corea del Sud nel contrasto, a livello nazionale, della Covid-19 sono basate anche su un’infrastruttura di dati sanitari di elevata qualità e copertura nei settori primari. La gestione dei dati sanitari in questi Paesi, disponibili in tempo reale, ha dimostrato ancora una volta l’importanza di perseguire politiche di implementazione e gestione di basi di dati sanitarie.
La governance dell’infrastruttura dei dati garantisce l’utilizzo di dati individuali a fini sanitari a beneficio della salute pubblica garantendo nel contempo la protezione della privacy, la tutela dei dati personali e la sicurezza dei dati. Nonostante la centralità della materia nelle politiche sanitarie, nell’area OCSE ancora pochi paesi possono vantare esperienza e maturità nella gestione di basi di dati consolidate: Danimarca, Corea del Sud, Svezia, Finlandia e Lettonia.
Nel complesso in 17 Paesi su 23 (l’Italia non è presente) l’infrastruttura di governance dei dati sanitari è stata definita – in 6 Paesi è già regolata per legge – o è in fase di definizione. Il report si conclude con una classifica basata su in indicatore sintetico di 15 aspetti chiave secondo il quale i Paesi con un sistema più forte di governance sono: Danimarca, Stati Uniti, Finlandia, Francia, Regno Unito (Scozia), Corea e Belgio.
OECD – Survey results: National health data infrastructure and governance

L’INSOSTENIBILE PESO DELL’INVECCHIAMENTO
L’aggiornamento dell’Ageing Report 2021 si basa su un nuovo set di stime elaborato dall’Economic Policy Committee (EPC) e sulle nuove proiezioni della popolazione 2019-2070 elaborate dall’Eurostat. Il Secondo l’istituto di statistica europeo, nello scenario di base, la popolazione nel 2070 EU si contrarrà del 5% attestandosi a 442 milioni, riducendosi di 2 p.p. rispetto a quella mondiale.
La popolazione in età lavorativa (20-64) si contrarrà del 18% mentre l’indice di dipendenza strutturale degli anziani (popolazione di 65 e più anni su 20-64 anni) aumenterà di 24,7 p.p. arrivando nel 2070 al 59.2% dal 34,4% del 2019. Il PIL nello scenario di base è previsto crescere in media dell’1,3% all’anno sebbene siano stati elaborati degli scenari alternativi “risk” dove vi è un maggiore incertezza legata alla dinamica della produttività. Nello scenario di base la spesa in percentuale sul PIL legata all’invecchiamento (pensioni, sanità, scuola e LTC) della EU aumenterà di 1,9 p.p. nel 2070.
I Paesi delle grandi economie dell’area euro seguiranno dei trend eterogenei: la Germania dal 23.3% sul PIL del 2019 al 26,6% del 2070; la Francia dal 29,5% al 28,8% con un picco del 30,8% nel 2040; l’Italia dal 26,5 al 26,4 con un picco del 30% nel 2040; la Spagna dal 22,3% al 22,1% con un picco nel 2050 del 24,5%. Il peso maggiore per questi Paesi, fuorché la Germania, dovrà essere sostenuto nei prossimi 20/30 anni.
EC – The 2021 Ageing Report: Economic and Budgetary Projections for the EU Member States (2019-2070)
INVECCHIAMENTO E SQUILIBRI GLOBALI
L’invecchiamento della popolazione è stato analizzato da precedenti studi misurando separatamente gli effetti dei fenomeni sulle singole economie nazionali senza considerare possibili interconnessioni a livello globale. È stato osservato che con l’incremento dell’indice di dipendenza degli anziani la domanda di servizi non tradable aumenta, modificando i prezzi relativi e favorendo una riallocazione intersettoriale delle risorse; mentre un incremento della vita media aumenta il risparmio e diminuisce la forza lavoro determinando abbondanza di capitale e tassi di interesse in diminuzione; a un eccesso di capitale, infine, corrisponde un incremento della posizione netta in attività estere fonte di squilibri globali.
Per colmare questa lacuna Papetti propone un modello multipaese di equilibrio economico prima parziale poi generale, a generazioni sovrapposte dove i tre fenomeni sono collegati tra loro. Secondo questo modello, dove il motore dei cambiamenti è solo l’età, l’invecchiamento contribuisce tra l’8% e il 40% delle trasformazioni strutturali.
Quando l’analisi viene allargata a un set di Paesi che rappresentano il 70% del PIL e il 60% del commercio globale solo l’India e la Cina hanno una posizione netta in attività estere positiva confermando la relazione positiva tra invecchiamento e squilibri finanziari.
https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/temi-discussione/2021/2021-1333/index.html
UN’IMPORTANTE COMPONENTE DELLA SPESA SANITARIA
I dispositivi medici, con l’esclusione dei dispositivi in vitro e gli impiantabili attivi soggetti a normativa separata, sono un insieme eterogeneo comprendente strumenti, apparecchi, impianti, sostanze e altri prodotti (ad esempio software) destinati da soli o in combinazione con altri ad essere impiegati sull’uomo a fini sanitari. La spesa per dispositivi medici ha raggiunto nel 2019 il 4,4% del Fondo Sanitario Nazionale dal 4,2% del 2018.
La spesa è piuttosto eterogenea tra le Regioni italiane: se la spesa nazionale pro-capite è di 84,6 euro, in Toscana è di 123,2 (+48%) e in Campania di 50,9 euro (-40%). Tra le Regioni del Nord la Lombardia è sotto la media nazionale con 73,1 euro pro-capite mentre Veneto ed Emilia-Romagna sono al di spora rispettivamente con 99,2 e 109,1 euro. Per la complessità del settore i dispositivi medici sono rilevati sotto tre aspetti: la spesa, i dettagli contrattuali e la distribuzione per quantità e tipo nelle UO delle singole strutture sanitarie.
Disaggregando la spesa per le categorie secondo la Classificazione nazionale dei Dispositivi medici (CND), il 54,3% è concentrata in soli quattro dispositivi: in P-Dispositivi protesici impiantabili e prodotti per osteosintesi (18,4%), C-Dispositivi per apparato cardiocircolatorio (11,9%), A-Dispositivi da somministrazione, prelievo e raccolta (8,4%), J-Dispositivi impiantabili attivi (7,9%) e W-Dispositivi medico-diagnostici in vitro (7,7%).
https://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=3056
AUMENTARE IL TRACCIAMENTO SI PUÒ
Dalle esperienze sul campo adottare da alcuni Paesi, il tracciamento si è dimostrato una strategia efficace nel bloccare la catena del contagio nella Covid-19. Gli individui possono essere coinvolti in tre tipi di tracciamento: nel caso di screening di massa in un determinato territorio, nel caso di screening campionari oppure nel caso di contatto diretto con un positivo all’infezione.
In Lussemburgo, dove nel 2020 per la prima volta è stato intrapreso uno screening su tutta la popolazione, c’è stata una percentuale di partecipazione del 40% sul totale degli invitati. Le ragioni di una partecipazione così bassa possono essere ricercate nella differenza percepita a livello individuale e collettivo tra benefici e costi attesi. Per questo motivo lo sforzo dei governi dovrebbe indirizzarsi verso l’individuazione degli incentivi adeguati a ridurre i costi sia economici, psicologici e sociali e a incrementare i benefici attesi.
L’analisi evidenzia il peso delle preferenze individuali e delle caratteristiche sociodemografiche sulla disponibilità a sottoporsi al test. Per ridurre i costi monetari si potrebbe ricorrere a un incentivo economico sebbene a danno delle motivazioni intrinseche oppure per ridurre i costi psicologici si potrebbe ricorrere a test meno invasivi anche se questi hanno una maggior percentuale di falsi positivi. Il caso del Lussemburgo giustifica gli sforzi in questa direzione: i positivi dello screening di massa rappresentano il 26% di tutti i positivi di quel Paese.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0168851021001317