Al dibattito sul trade-off tra differenti obiettivi perseguibili nel contrasto di una pandemia si aggiunge un articolo pubblicato su The Lancet intitolato “SARS-CoV-2 elimination, not mitigation, creates best outcomes for health, the economy, and civil liberties” tra i cui autori si segnala l’economista francese Philippe Aghion. Secondo lo studio numerose evidenze mostrano l’assenza di conflitti tra salute pubblica, crescita economica, solidarietà democratica e diritti civili negli interventi attuati da alcuni paesi. (Leggi)

L’annuncio del Presidente USA Biden di voler avviare un processo nel WTO per sospendere i diritti di proprietà intellettuale per qualche anno sui vaccini contro il Sars-Cov-2 pone numerosi interrogativi. Se da un lato la difficoltà dei Paesi più poveri nell’approvvigionamento dei vaccini desta preoccupazione, dall’altro il venir meno degli incentivi privati alla ricerca e sviluppo sarà di ostacolo in futuro alla scoperta di nuovi. La posizione dell’Unione Europea è possibilista ma solo nel lungo periodo. (Leggi)

Il 9 maggio scorso si è tenuto l’evento inaugurale della Conferenza sul futuro dell’Europa prevista in un primo momento per il 2020 con durata biennale e ora ridotta di un anno. La Conferenza sarà strutturata sulla base di un approccio “bottom up” in modo da coinvolgere i cittadini europei per concentrarsi sulle loro aspettative ed esigenze e trasformarle in raccomandazioni attuabili. Allo scopo, è stata inaugurata lo scorso 19 aprile una piattaforma digitale multilingue dedicata alla raccolta e alla disseminazione di tutti i contributi dei lavori. (Leggi)

Un’ampia riforma pensionistica con un incremento della vita lavorativa aumenta il capitale umano ma solo a certe condizioni iniziali. È quanto osservato da un documento di discussione IZA intitolato “Working Life and Human Capital Investment: Causal Evidence from Pension Reform“. A differenza della teoria del capitale umano, secondo cui gli investimenti in capitale umano diminuiscono con l’età, un aumento della vita lavorativa incrementa la formazione sebbene solo per i lavoratori con un diploma universitario. (Leggi)

La congiuntura italiana nel mese di aprile 2021 ha avuto degli effetti altalenanti in un quadro globale di incertezza ma caratterizzato da scambi vivaci. La nota mensile Istat sull’andamento dell’economia italiana in aprile 2021 evidenza la performance negativa del PIL italiano nel primo trimestre dell’anno -0,4% sebbene inferiore della media dell’Area euro -0,6%. Si segnala anche la ripresa dell’inflazione: al rincaro dei prezzi delle materie prime è seguito un incremento tendenziale dell’inflazione +1,1% -0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente. (Leggi)

COVID-19: ELIMINARE È MEGLIO DI MITIGARE

Come abbiamo sperimentato nell’ultimo anno, le malattie infettive influenzano negativamente la crescita economica attraverso numerosi canali. Vi sono sia effetti diretti sulla popolazione con la riduzione dell’offerta di lavoro a causa della mortalità e morbilità sia effetti indiretti ancora più ampi per i cambiamenti comportamentali sull’offerta di lavoro e sull’istruzione.

Salvare vite umane significa preservare la produttività ma le azioni possono danneggiare l’attività economica in modo irreversibile e limitare le libertà individuali. Il dibattito si è diviso tra i sostenitori della strategia di eliminazione e quelli della strategia di mitigazione – in qualche Paese etichettate come strategie per raggiungere l’immunità di gregge. La prima si pone l’obiettivo di ridurre a zero l’incidenza di una malattia infettiva in un’area geografica delimitata tramite forti azioni di controllo per bloccare il più velocemente possibile la diffusione; la seconda si pone l’obiettivo di non travolgere i sistemi sanitari tramite azioni progressive.

Il confronto tra decessi, caduta del PIL e restrizioni delle libertà individuali nel primo anno della pandemia nei Paesi OCSE mostra migliori risultati per la strategia di eliminazione rispetto a quella di mitigazione sebbene non sia dimostrato il nesso causale: decessi di 25 volte inferiori, performance economiche superiori in tutto il periodo e minore limitazione dei diritti civili.

THE LANCET – SARS-CoV-2 elimination, not mitigation, creates best outcomes for health, the economy, and civil liberties

https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(21)00978-8/fulltext

PROPRIETÀ INTELLETUALE E VACCINI: È GIUSTO SOSPENDERLA ?

L’annuncio del presidente Biden di supportare la richiesta di un centinaio di Paesi, tra cui India e Sudafrica, di rinunciare ai diritti di proprietà intellettuale sui vaccini ha suscitato vivaci reazioni. Il principale negoziatore commerciale USA al WTO Katherine Tai ha annunciato il supporto immediato dell’iniziativa presidenziale aprendo la strada a negoziati nel WTO dove è richiesto il consenso di tutti i 164 membri.

Il direttore generale dell’OMS ha commentato favorevolmente quale “momento monumentale nella lotta contro la Covid-19.” La proposta ha invece colto di sorpresa l’Unione europea la quale sebbene schierata su posizioni diverse – le deroghe alla proprietà intellettuale non aiutano a combattere la pandemia – ha dichiarato di voler discutere la questione in modo pragmatico sebbene nel breve periodo sarà richiesto ai Paesi produttori di vaccini di non limitare le esportazioni e di non intraprendere azioni volte a interrompere le catene di approvvigionamento.

Le industrie farmaceutiche hanno reagito duramente, difendendo la proprietà intellettuale quale incentivo fondamentale per gli sforzi nella lotta contro il virus e le sue varianti. La questione dei brevetti è centrale perché, nel caso di sospensione, sarebbe auspicabile elaborare un modello alternativo di innovazione farmaceutica basato o su premi in denaro al posto dei brevetti o maggiore interazione tra ricerca privata ed applicata tramite università, istituti di ricerca ed autorità di regolazione, soluzioni entrambe di difficile attuazione.

Bloomberg – U.S. reverses stance, backs giving poorer countries access to COVID vaccine patents

https://www.reuters.com/business/healthcare-pharmaceuticals/biden-says-plans-back-wto-waiver-vaccines-2021-05-05/

EUROPA QUALE FUTURO

La Conferenza promossa dal Presidente francese Emmanuel Macron e dalla Cancelliera Angela Merkel nel 2019 e prevista per il 2020 è stata inaugurata domenica scorsa in un contesto molto difficile per l’Unione europea. La pandemia ha colpito le economie dei Paesi membri mettendo a dura prova imprese e famiglie e la strategia di acquisto centralizzato dei vaccini ha presentato numerosi inconvenienti.

Nel corso della manifestazione sarà possibile per cittadini europei di dire la loro opinione sulle aspettative nei riguardi della UE. Al termine della Conferenza sulla base delle proposte presentate si valuterà la modifica delle politiche o dei trattati. Secondo un recente sondaggio dell’Eurobarometro, il 92% dei cittadini degli Stati membri invoca una maggiore considerazione delle proprie opinioni “nelle decisioni relative al futuro dell’Europa” e il 75% ritiene la Conferenza positiva per la democrazia all’interno della UE.

Alcuni osservatori ne evidenziano invece le insidie: in che modo si parla di futuro dell’Europa quando la partecipazione è limitata ai soli stati membri lasciando fuori UK, Norvegia, Islanda e Liechtenstein? Inoltre, una percentuale limitata di cittadini ben organizzata in che modo sarà rappresentativa delle opinioni di tutti? I lavori partiranno a giugno per cui per il momento ci limitiamo riportare un passaggio del discorso di inaugurazione pronunciato da Ursula von der Leyen “that there is always scepticism and cynicism whenever Europe debates its future or launches a project of this nature.”

EC – Conferenza sul futuro dell’Europa

https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_21_2403

RIFORME PENSIONISTICHE E CAPITALE UMANO

In Germania nel 1999 è stata introdotta una riforma pensionistica di larga portata in cui è stata differita l’età di pensionamento anticipato per le donne nate dopo il 1951 di tre anni da 60 a 63 e incrementata la normale età pensionabile. Il sistema pensionistico tedesco da allora è stato interessato da altre riforme, tra cui l’ultima, molto discussa, del 2014 in cui l’età pensionabile veniva abbassata a 63 anni senza riduzioni nel caso di 45 anni di contributi.

L’analisi di Gohl et. al 2020 si è focalizzata sugli effetti prodotti dalla riforma del 1999 sulle donne: il periodo sufficientemente lungo dall’attuazione lo rende un quasi esperimento naturale. Lo studio si basa sui dati del German microcensus, un campione molto vasto di 370mila famiglie ogni anno – l’1% del totale. Un aumento per legge della vita lavorativa aumenta il rendimento dell’investimento in capitale umano.

La riforma ha incrementato l’occupazione di 15 punti percentuali dopo i 60 anni prolungando in modo significativo l’età lavorativa sebbene sia aumentato, quasi della stessa portata, anche il tasso di disoccupazione. Secondo il modello sviluppato dagli autori, alla riforma è seguito un incremento del capitale umano dovuto a una variazione significativa della formazione sul lavoro per le classi di età interessate dalla riforma in media del 20% – 30% con picchi del 40% per le donne con laurea.

IZA – Working Life and Human Capital Investment: Causal Evidence from Pension Reform

https://www.iza.org/publications/dp/12891/working-life-and-human-capital-investment-causal-evidence-from-pension-reform

UN QUADRO MACROECONOMICO VARIEGATO

Il quadro macroeconomico globale e nazionale è caratterizzato da spinte in avanti e frenate in un clima che va gradualmente rasserenandosi. Sentiment, scambi commerciali e indicatori di fiducia sono in aumento mentre il PIL è ancora in contrazione in termini congiunturali e tendenziali sebbene a tassi decrescenti.

Gli scambi a livello mondiale in febbraio sono aumentati dello 0,3% rispetto al mese precedente sebbene a un ritmo più basso rispetto a quello registrato in gennaio (+1,9%). In aprile l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane è salito a 97,3 dal 94,2 di marzo. Il commercio estero è ancora contraddistinto da oscillazioni: a febbraio si erano registrati elementi di debolezza nelle esportazioni extra UE in contrazione dello 0,6% su base mensile mentre a marzo è seguito aumento +2,5%. Il commercio intra UE in gennaio ha visto una ripresa delle esportazioni italiane +4,0%, ripresa proseguita anche a febbraio +1,2%.

La performance negativa dell’economia è stata causata dal settore dei servizi di cui ancora non si conoscono le stime ufficiali. Sul versante del mercato lavoro si è osservato un lieve incremento del tasso di occupazione a marzo +0,1 p.p. L’evoluzione futura dipenderà dalle tempistiche e dalle modalità di rientro delle misure di sostegno all’occupazione in vigore dallo scorso anno e prorogate più volte.

ISTAT – Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana – Aprile 2021

https://www.istat.it/it/archivio/257465