Mortalità in aumento nella fascia di età 0-74 in tutte le regioni italiane nel 2020 con marcate differenze territoriali. Nelle provincie del Nord si sono registrati gli incrementi più rilevanti insieme ad alcuni territori meridionali già caratterizzati da una mortalità elevata. Questi i principali risultati del rapporto Mortalità evitabile 2021 del Centro studi NEBO in cui viene ricostruita la serie storica della mortalità evitabile dal 2009 al 2018 e presentata la serie della mortalità generale per il biennio 2019-2020. (Leggi)

Il Documento di economia e finanza (DEF 2021) approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 15 aprile prevede uno scostamento di bilancio di 40 miliardi di euro nel 2021 ad integrazione dei 32 miliardi già stanziati dal decreto sostegni. Tra il 2022 e il 2033 è previsto il ricorso all’indebitamento per 6 miliardi all’anno a supporto del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il quadro macroeconomico risentirà in modo positivo delle misure attuate dal governo con una crescita prevista per 2021 del 4,5% – contro il +4,1% tendenziale. (Leggi)

Nelle principali economie avanzate lo stimolo fiscale a supporto delle conseguenze della crisi pandemica e la caduta del PIL non sono correlati tra di loro mentre i grandi Paesi dell’eurozona hanno stanziato in media risorse più limitate di USA e Regno Unito. È il risultato di uno studio condotto dall’Osservatorio sui conti pubblici italiani su dati del Fiscal Monitor del Fondo monetario internazionale Nel 2020 il rapporto deficit su PIL medio nell’Eurozona è stato di -7,6%, negli Stati Uniti -15,8% e nel Regno Unito -13,4%. (Leggi)

Le prospettive per l’economia italiana nel 2021 sono in miglioramento sia per l’evoluzione della congiuntura globale sia per le misure di supporto varate dal governo, sebbene l’andamento della pandemia generi incertezza nel breve termine. La crescita è attesa nel secondo semestre: nei primi mesi del 2021 l’industria si è rafforzata mentre i servizi hanno un andamento ancora incerto. Il secondo Bollettino economico della Banca d’Italia analizza l’andamento del credito, dei consumi, delle condizioni finanziarie e dell’inflazione. (Leggi)

La Corte costituzionale, nella sentenza n.37 dello scorso 24 febbraio, ha stabilito che “Spetta allo Stato, non alle Regioni, determinare le misure necessarie al contrasto della pandemia”. La Corte ha accolto il ricorso dello Stato contro la legge regionale n. 9/2020 della Val d’Aosta in cui erano state previste misure di contrasto differenti da quelle nazionali per di più in violazione del principio di collaborazione (art. 120 della Costituzione). Nonostante questa regione sia a statuto speciale la sua normativa non può discostarsi da quella nazionale. (Leggi)

MORTALITÀ: LIVELLI ELEVATI NEL MEZZOGIORNO

Nel rapporto MEV(i) sono analizzate due dimensioni: la prima riguarda l’andamento della mortalità standardizzata per le età 0-74 sul territorio nel biennio 2019-2020 – in attesa dei dati disaggregati per cause – la seconda riguarda l’andamento della mortalità evitabile 0-74 negli anni 2009-2018.

L’andamento della mortalità generale nell’anno dello scoppio della pandemia evidenzia profonde differenze territoriali: l’incremento più marcato rispetto all’anno precedente si è registrato nelle regioni più colpite dal virus– Lombardia +29%, Valle d’Aosta +19% e Liguria +16% – mentre alcune Regioni tra le meno colpite in termini relativi – Campania e Sicilia – hanno il tasso di mortalità più elevato rispettivamente 357 e 322 per 100mila abitanti.

L’andamento della mortalità evitabile – somma della mortalità prevenibile ossia evitabile grazie a interventi di salute pubblica e trattabile ovvero evitabile grazie a diagnosi tempestive e cure efficaci – viene misurato in giorni di vita persi pro-capite rispetto alla vita attesa.

La media italiana è di 17,2 giorni persi pro-capite per mortalità evitabile; tra le Regioni con un valore più basso vi sono alcune del Centro – Marche, Umbria e Toscana – e del Nord Est – Trentino A.A., Veneto ed Emilia-Romagna – tra le Regioni con un valore più alto, vi sono quasi tutte quelle del Mezzogiorno ad eccezione della Puglia e dell’Abruzzo con differenze di 6 giorni tra Trentino A.A. (14,8 giorni persi) e Campania (20,8 giorni persi).

Centro Studi NEBO – Rapporto MEV(i) 2021

https://mortalitaevitabile.it/index.php/rapporti/68-mevi2021

PNRR CRESCITA E DEBITO PUBBLICO

Le misure di supporto all’economia nel DEF 2021 prevedono il mantenimento degli interventi di sostegno a famiglie e imprese e il rafforzamento degli stanziamenti nell’ambito del Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Nel 2021 è stato previsto un nuovo scostamento di bilancio di 40 miliardi di euro con più del 50% degli impegni destinati a partite IVA e imprese per ristori e coperture dei costi fissi.

Riguardo al PNRR saranno stanziate risorse superiori a quelle previste dalla legge di bilancio 2021 e dal NADEF 2020: nel Piano presentato alla Commissione europea vi sono maggiori stanziamenti e minori prestiti per complessivi 191,5 miliardi di eurocifra inferiore ai 193 miliardi della NADEF – a cui sarà associato un programma di investimenti pubblici finanziati tramite un nuovo fondo complementare e il Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) per un ammontare complessivo di 222,6 miliardi.

L’impatto delle misure sulla crescita economica rispetto allo scenario tendenziale sarà di +0,4 punti percentuali nel 2021 (+4,5% invece di 4,1%) e di + 0,5 p.p. nel 2022 (4,8% invece di 4,3%). Il debito pubblico ha raggiunto nel 2020 il massimo storico di 155,8% sul PIL ed è previsto in aumento al 159,8%, a un livello di guardia, la cui sostenibilità nel medio periodo necessita di una crescita più sostenuta, superiore a quella stimata dal Governo.

MEF – Documento di Economia e Finanza 2021

https://www.mef.gov.it/inevidenza/Approvato-il-DEF-la-strategia-per-uscire-dalla-crisi-e-tornare-a-crescere/

SPENDE DI PIÙ CHI PUÒ

Nel primo semestre 2020 la crisi sanitaria ha indebolito in modo eterogeneo le economie dei Paesi avanzati: ad esempio il PIL della Spagna si è contratto del 22%, Germania -11,1% e Giappone -8,4%.

Anche la risposta dei Governi è stata eterogenea ma non proporzionale alla caduta del prodotto come sarebbe stato lecito attendersi. I Paesi delle grandi economie dell’Eurozona hanno approvato scostamenti di bilancio inferiori a quelli dei Paesi anglosassoni: Italia -9,5% del PIL, Germania -4,2%, Francia -9,9%, Spagna -11,5%, USA -15,8%, Regno Unito -13,4% e Giappone -12,6%.

Secondo uno studio dell’Osservatorio CPI le differenze risiedono sia nell’intensità della contrazione economica in termini nominali sia nei livelli di debito pubblico accumulati in precedenza. I Paesi anglosassoni, nonostante i deficit elevati, non hanno risentito di aumenti di debito soprattutto USA e Australia. Per il Regno Unito sebbene la caduta del PIL in termini reali sia stata simile a quella di Italia e Spagna ha registrato una caduta del PIL nomina e minore per questo motivo l’incremento del deficit non ha avuto conseguenze sul debito.

Anche i Paesi del Nord Europa hanno potuto impiegare più risorse in proporzione alla caduta rispetto a quanto fatto dalle economie del Sud, a testimonianza dell’importanza di avere sempre i saldi di finanza pubblica a livelli sostenibili per intervenire quando davvero ce n’è bisogno.

Osservatorio CPI – Le conseguenze della crisi sulla finanza pubblica: un confronto tra economie avanzate

https://osservatoriocpi.unicatt.it/cpi-archivio-studi-e-analisi-le-conseguenze-della-crisi-sulla-finanza-pubblica-un-confronto-tra-economie

IL QUADRO PANDEMICO INCERTO MINA LA RIPRESA

Le previsioni dei principali organismi internazionali – OECD, IMF e Consensus Economics – indicano per il nostro Paese una crescita economica nel 2021 superiore al 4%. Secondo il Bollettino economico della Banca d’Italia, questo valore potrebbe essere adeguato dati i fondamentali registrati alla fine dello scorso anno e agli inizi dell’anno in corso a patto di alcune condizioni.

L’incertezza sull’evoluzione della pandemia in Italia e nel mondo è talmente elevata da consigliare prudenza anche in un contesto macroeconomico globale in complessivo miglioramento. Nel quarto trimestre del 2020 il PIL italiano in termini congiunturali è diminuito dell’1,9% rispetto al trimestre precedente ma meno di quanto atteso (-3,5%). Nel primo trimestre del 2021 l’attività economica è rimasta invariata rispetto al trimestre precedente grazie al consolidamento del settore manifatturiero compensato dalla debolezza del settore dei servizi sebbene il saldo potrebbe essere influenzato dall’ampiezza delle fluttuazioni dei settori.

Alcuni indicatori congiunturali quali PMI e ITA-coin, indicano un incremento della fiducia del settore manifatturiero mentre i servizi sono ancora al palo. Condizioni per una ripresa più robusta nella seconda parte dell’anno e il verificarsi delle previsioni sono il mantenimento del supporto all’economia, un PNRR efficace e l’evoluzione favorevole della pandemia.

Banca d’Italia – Bollettino Economico n. 2 – 2021

https://www.bancaditalia.it/media/notizia/bollettino-economico-n-2-2021/

UNA SENTENZA DRASTICA

La portata della sentenza della Corte Costituzionale n. 37 del 2021 è rilevante perché ha toccato, in modo considerato “drastico” da alcuni commentatori, gli aspetti fondamentali del rapporto tra Stato e Regioni.

In primo luogo, si è trattato del primo caso di sospensione di una legge regionale, in secondo luogo, dell’esercizio del potere sostitutivo ai sensi dell’articolo 120 della Costituzione. La legge regionale della Val d’Aosta prevedeva misure di contrasto della pandemia differenti da quelle statali dichiarate dalla Corte illegittime perché in violazione della competenza statale in tema di profilassi internazionale ai sensi dell’articolo 177 comma 2, lettera q della Costituzione.

La gestione di una crisi sanitaria di questo tipo richiede una gestione unitaria dal centro per tutti gli aspetti: dalle misure di quarantena alle restrizioni delle attività quotidiane; dall’approccio terapeutico ai criteri e modalità di raccolta dato sul contagio; dall’approvvigionamento dei vaccini ai piani di somministrazione i quali devono svolgersi secondo criteri nazionali sebbene possano essere affidati a presidi regionali.

La sentenza ha dimostrato la presenza di strumenti istituzionali, nella discussa riforma Costituzionale del 2001, in grado di affrontare situazioni di questo tipo con la Corte intervenuta per dirimere una questione nata da debolezze politiche del governo allora in carica (Conte II).

Corte Costituzionale – Sentenza n. 37/2021

https://www.giurcost.org/decisioni/2021/0037s-21.html