Due milioni di famiglie e più di cinque milioni di individui in povertà assoluta nel 2020. L’Istat ha pubblicato le stime preliminari della povertà assoluta e dei consumi per l’anno 2020. Le famiglie in povertà assoluta sono il 7,7% in aumento di 1,3 punti percentuali (p.p.) rispetto al 2019, quando si era verificata una flessione rispetto all’anno precedente di 0,4 p.p. Gli individui in povertà assoluta sono il 9,4% della popolazione in aumento di 1,7 p.p. rispetto al 2019. La spesa per consumi è in calo del 9,1%. (Leggi)
Le misure di contenimento della pandemia hanno provocato una drastica contrazione dell’attività economica nel primo semestre del 2020 soprattutto in Europa. Le più colpite dalla crisi sono le piccole e medie imprese le quali dipendono in modo esclusivo dal sistema bancario per i finanziamenti esterni. Un paper IMF analizza la probabile ondata di fallimenti delle imprese non finanziarie in chiave sistemica evidenziando sia l’incremento massiccio della disoccupazione, sia perdita di capacità produttiva delle imprese sia pressioni sul sistema bancario. (Leggi)
Come attuare il programma Next Generation Eu in modo tempestivo ed efficace. Un paper della London School of Economics indica un possibile metodo basato sull’evidenza per selezionare i progetti e valutare le priorità. Sono necessari un limitato coinvolgimento delle autorità regionali e procedure semplificate con un orientamento spaziale definito. La guida va ai Governi centrali in diretto contatto con i cittadini e con i più importanti portatori di interesse all’interno della cornice di coordinamento dalla Commissione europea. (Leggi)
La commercializzazione dei risultati della ricerca universitaria è agevolata più dai fondi pubblici o da quelli privati? Un working paper del National Bureau of Economic Research (NBER) risponde al quesito collegando i dati delle sovvenzioni di ciascun ricercatore di 22 università statunitensi ai brevetti e agli avanzamenti di carriera dal 2001 al 2016. A una percentuale più elevata di finanziamenti privati corrisponde un maggior numero di brevetti e l’ingresso in aziende già operanti, mentre si riduce la carriera accademica. (Leggi)
Il rapporto OCSE Competition Trends aggiorna le tendenze dell’applicazione della concorrenza da parte delle autorità garanti di 56 giurisdizioni anche di Paesi non OCSE nel periodo 2015-2019. La pubblicazione è completata da un secondo volume dedicato alle tendenze nel controllo delle fusioni globali con una rassegna degli orientamenti delle giurisdizioni in sede di disegno sistema di regole, dell’attività di controllo delle fusioni a livello globale e delle tendenze prevalenti nel controllo delle fusioni. (Leggi)
POVERTÀ ASSOLUTA A LIVELLI RECORD
Tra il 2018 e il 2019 il numero delle famiglie in povertà assoluta (con una spesa per consumi al di sotto del valore soglia) era diminuito dell’8,1% mentre il numero degli individui nelle stesse condizioni dell’8,8%. La grave crisi economica del 2020 ha cancellato questo modesto risultato ottenuto dopo l’introduzione, nel 2017, della misura denominata Reddito d’inclusione (REI) e nel 2019 del Reddito di cittadinanza (RdC).
Nel 2020 la percentuale delle famiglie sotto la soglia della povertà assoluta è salita al 7,7% e quella delle persone al 9,4% coinvolgendo sempre le stesse categorie di individui colpite in passato. Sono valori massimi dal 2005, anno in cui è iniziata la rilevazione del fenomeno con una nuova serie. Le misure di emergenza, assieme ai sostegni di integrazione al reddito, hanno contribuito in una certa misura a mantenere i consumi delle famiglie su valori prossimi alla soglia di povertà per cui il valore dell’intensità di povertà è diminuito passando da 20,3% del 2019 al 18,7% del 2020.
Se nel Mezzogiorno si è registrata la quota più elevata di povertà assoluta sia delle famiglie (9,3%) sia degli individui (11,1%), al Nord si è verificato l’aumento maggiore sia per le famiglie con 218mila unità in più (+23%) sia per gli individui con 740mila unità in più (+28%). Le famiglie più colpite sono quelle con il maggior numero di componenti, confermando quanto già emerso dai rilevi della Corte dei Conti al RdC sulla penalizzazione delle famiglie più numerose.
ISTAT – Stime preliminari povertà assoluta e delle spese per consumi
IL RISCHIO DI UNA CRISI SISTEMICA
La crisi economica in Europa è stata più grave rispetto agli altri Paesi con un forte impatto sulle imprese non finanziarie soprattutto nel segmento delle piccole e medie. Queste ultime, rispetto a un decennio fa, sono arrivate alle soglie della crisi in condizioni migliori sia di liquidità sia di indebitamento. Grazie a ciò e alle robuste politiche attuate dai governi è stata evitata, almeno per il momento, una crisi su larga scala. Come evidenziato dalla BIS la liquidità sarà il problema cruciale dei prossimi mesi.
Lo scopo dello studio è di analizzare l’impatto della pandemia nel breve termine su più di 4 milioni di imprese europee di 26 Paesi e di valutare l’efficacia delle politiche di sostegno grazie alla costruzione di un nuovo database. Gli aspetti analizzati sono molteplici: dall’impatto delle politiche sui bilanci a fine 2020 (ottenuti con proiezioni) alla valutazione delle politiche aziendali alla capacità di accesso al credito per sopperire al deficit di liquidità.
A causa della crisi, la distanza tra grandi imprese e piccole è medie si è ampliata soprattutto nell’accesso ai finanziamenti: le PMI possono contare solo sul credito bancario mentre le grandi possono emettere anche obbligazioni. Il sistema bancario dovrà garantire un flusso costante di finanziamenti a fronte di maggiori incertezze nel rimborso dei debiti. L’aumento della leva finanziari può portare a un sovraindebitamento e al rallentamento della ripresa.
FMI – Corporate Liquidity and Solvency in Europe during COVID-19: The Role of Policies
NGEU PER RAFFORZRE LA COESIONE NELL’UE
Secondo gli autori dello studio, l’approvazione del programma NGEU da parte della Commissione europea è un’occasione unica per rafforzare la coesione nell’Unione Europea e per contrastare il crescente euroscetticismo negli Stati membri.
L’approvazione del programma è una condizione necessaria ma non sufficiente per il successo dell’iniziativa perché vanno individuate le aree di intervento e le tipologie di progetti con maggiore impatto sulla crescita economica. È necessario individuare anche a quale livello di governo va affidata la governance dei progetti per garantire un’esecuzione più efficace e per minimizzare i tempi di realizzazione.
Il programma europeo Open coesione 2014-2020 ha numerose analogie con il NGEU. Sulla base dei dati italiani disponibili sul portale di OpenCoesione, sono stati individuati 14.242 progetti le cui caratteristiche possono essere da modello per progetti NGEU. Le aree di intervento riguardano la transizione digitale e la transizione verde. Questi progetti presentano maggiori criticità nei tempi di realizzazione rispetto al programma complessivo, 21% rispetto all’8%, dovuti alla presenza di livelli di governo intermedi quali Regioni e le agenzie regionali che dovrebbero essere escluse dal NGEU rafforzando invece il ruolo dei portatori di interesse del territorio.
LSE – Mind the clock: an evidence-based approach to the implementation of Next Generation EU
FONDI PUBBLICI VS PRIVATI
Dal 2004 il Governo federale statunitense ha gradualmente ridotto il sostegno finanziario agli investimenti in ricerca e sviluppo (R&S). La diminuzione è stata compensata da un incremento speculare degli investimenti del settore privato.
Il working paper NBER ha focalizzato l’analisi delle ricadute sul mondo universitario allo scopo di verificare se il cambio dei finanziatori abbia avuto effetti sulla ricerca, l’attività brevettuale e le carriere accademiche. Da un punto di vista teorico i risultati della ricerca dovrebbero essere indifferenti alla tipologia di finanziatore. Vi sono tuttavia delle differenze tra pubblico e privato: quella più importante è data dagli incentivi privati per ottenere i risultati più appropriati.
L’analisi è stata svolta collegando i finanziamenti di 22 università USA a tutto il personale coinvolto nei progetti di ricerca. Tra i principali risultati si evidenzia la corrispondenza tra incremento del finanziamento federale e la riduzione del numero e della rapidità dei brevetti. Si osserva anche una ridotta probabilità di cessione dei brevetti a un privato mentre aumenta la probabilità di imprenditorialità tecnologica nei tre anni successivi al finanziamento, sfatando il pregiudizio di una ricerca pubblica meno efficiente. Gli incentivi privati possono ridurre le ricadute della ricerca universitaria sulla conoscenza, con effetti negativi sulla crescita a lungo termine.
NBER – The Color of Money: Federal vs. Industry Funding of University Research
IL PUNTO SULLA CONCORRENZA GLOBALE
Dalla seconda metà degli anni Ottanta, a livello globale, nelle principali economie vi è stato un forte impulso a dotarsi di una legge sulla concorrenza e di una regolamentazione sul controllo delle fusioni. Il rapporto annuale dell’OCSE sulla competitività attinge informazioni da un database di recente costruzione contenente i dati di 56 Paesi OCSE e non in rappresentanza del 48% della popolazione mondiale, il 68% del PIL e con cinque anni di osservazioni dal 2015 al 2019.
Nel 2019 tutti i paesi analizzati hanno una legge sulla concorrenza e il 90% ha regolamentato le fusioni. Dagli ultimi dati disponibili, l’investimento nelle autorità di concorrenza è aumentato: dal 2018 al 2019 il budget globale delle autorità è aumentato del 5,5% nei Paesi OCSE e del 3,1% nei Paesi non OCSE; anche il personale è aumentato del 2,4% nei Paesi OCSE e del 1,8% nei Paesi non OCSE.
Le attività di applicazione della concorrenza sono variate negli anni considerati: per il 40% delle giurisdizioni è aumentata l’attività di controllo sulle fusioni e per il 30% sui cartelli; il 50% delle giurisdizioni ha bassa attività di controllo sull’abuso di posizione dominante e per il 20% è diminuita. Tale attività è concentrata per il 67% in cinque autorità delle Americhe e dei Paesi non OCSE.
OECD – Competition Trends 2021
http://www.oecd.org/daf/competition/oecd-competition-trends.htm