Durante la pandemia i governi locali hanno dovuto affrontare sfide difficili. È quanto emerge dall’indagine CoR-OECD su 300 Regioni e Comuni nell’Unione Europea. Le principali criticità segnalate sono la mancanza di coordinamento con altri livelli di governo, la scarsità di risorse finanziarie a livello locale, la carenza di mezzi e di attrezzature tecniche. Solo il 50% degli intervistati ritiene efficace il coordinamento con gli altri livelli di governo mentre l’85% vede un forte peggioramento della propria situazione finanziaria. (Leggi)
La flessibilità dell’occupazione può facilitare l’equilibrio interregionale del mercato del lavoro oppure è da ostacolo? A questo importante interrogativo cerca di rispondere un Report tecnico del Joint Research Centre (JRT) della Commissione europea analizzando la dinamica dell’occupazione in undici Paesi dell’EU. I risultati mostrano in generale che la flessibilità occupazionale è associata a una minore adattabilità interregionale sebbene questo dipenda dai Paesi e dalle forme di flessibilità considerate. (Leggi)
Nell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2021 della Corte dei Conti, si ripercorrono i passaggi salienti del Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica. Le questioni più rilevanti emerse dall’esame dei saldi di finanza pubblica riguardano l’elevato livello del debito vicino alla soglia record, registrata in passato solo nel primo dopoguerra, del 160%. La sostenibilità del debito è legata, dopo la fase espansiva, a un graduale rientro. Sarà necessario un mix di avanzo primario e crescita stimolata dalla ripresa degli investimenti. (Leggi)
InvestEU è un programma unico pluriennale, operativo per il periodo 2021-2027, in cui sono confluiti i numerosi strumenti finanziari dell’UE per le politiche interne sostenuti in passato da diversi fondi e programmi del bilancio dell’UE. L’accordo sul programma è stato raggiunto lo scorso 7 dicembre e con 26,2 miliardi di euro di garanzia è prevista l’attivazione di investimenti privati per almeno 372 miliardi nell’EU. Ulteriori 35-40 miliardi saranno liberati dal consolidamento del portafoglio della BEI. (Leggi)
L’allocazione delle risorse di diverse agenzie governative avviene dopo un’attività di valutazione economica con l’obiettivo di allocare in modo efficiente le risorse in programmi dal buon rapporto qualità prezzo. Le agenzie sanitarie utilizzano analisi di costo-efficacia mentre altre di costo-beneficio. Indipendentemente dalla metodologia utilizzata, alla vita e alla salute è associato un valore monetario. Da uno studio OHE emerge un diverso valore assegnato alla vita tra i Paesi analizzati. (Leggi)

MIGLIORARE IL COORDINAMENTO TRA I LIVELLI DI GOVERNO
A causa della crisi socioeconomica l’85% degli intervistati esprime preoccupazione per gli effetti “a forbice” sulla situazione finanziaria degli enti. Le uscite sono previste in aumento dal 90% dei governi locali nelle aree dei servizi e nelle prestazioni sociali, nel supporto alle piccole e medie imprese e ai lavoratori autonomi e nella salute pubblica.
L’83% degli intervistati prevede le entrate fiscali in moderata diminuzione, per questa ragione il 60% ritiene un peggioramento, dal severo al moderato, della gestione del debito. Le grandi municipalità e le Regioni si aspettano contrazioni delle entrate inferiori a quelle delle piccole municipalità. Si lamenta la mancanza di un adeguato coordinamento con gli altri livelli di governo, soprattutto quello centrale, mentre gran parte dei governi locali sta ancora affrontando l’emergenza sanitaria e non ha ancora realizzato un piano di misure per la ripresa economica.
Il 90% concorda sull’importanza del coordinamento nella progettazione e nell’attuazione delle misure relative alla crisi tra tutti i livelli di governo per una strategia di uscita di successo come a suo tempo auspicato anche dalla Commissione europea. A questo riguardo i governi nazionali possono assistere al meglio i governi locali fornendo finanziamenti adeguati e stabilendo pubblicamente ruoli e responsabilità tra i vari livelli.
CoR-OECD – The impact of COVID-19 on EU regional and local governments
https://cor.europa.eu/it/news/Pages/econ-cor-oecd-survey-covid-19-results.aspx

FLESSIBILITÀ E MERCATO DEL LAVORO
La relazione tra flessibilità del mercato del lavoro e migrazioni interregionali è stata poco approfondita dagli studi specialistici di settore. Uno studio seminale sul mercato del lavoro del Regno Unito ha evidenziato come la flessibilità riduca la reattività delle migrazioni interregionali indicando come i due meccanismi siano sostituti e non complementari. Il working paper di Monastiriotis e Sakka tenta di colmare questa lacuna estendendo l’analisi a undici Paesi europei nel periodo 2000-2017.
Il focus sull’Europa può avere implicazioni sia per il mercato del lavoro europeo sia anche per verificare la stabilità dell’Area dell’euro. Secondo la teoria dell’area valutaria ottimale di Mundell, mobilità e flessibilità del lavoro dovrebbero agire in modo complementare per riassorbile gli shock asimmetrici. Secondo i risultati dello studio, la flessibilità influenza gli schemi di migrazione tra regioni in modo diretto sebbene sia un risultato non lineare ed eterogeneo tra Paesi.
L’effetto indiretto sulla velocità di risposta è abbastanza debole nei paesi Europei e piuttosto basso nei Paesi dell’Europa del Sud Centro orientale. Dall’analisi, tuttavia, emerge una relazione negativa tra flessibilità e reattività come conseguenza di due effetti contrapposti: la flessibilità esterna riduce la reattività mentre la flessibilità interna l’incrementa.
EU SCIENCE HUB – Employment mobility and labour market flexibility in the EU

TENERE ALTA LA GUARDIA SUL DEBITO PUBBLICO
La Corte dei conti nell’attività di coordinamento e controllo del 2020 ha monitorato l’impatto dell’emergenza sanitaria sulla situazione economico patrimoniale dello Stato. Nel Rapporto annuale sul coordinamento della finanza pubblica del 2020 è stato evidenziato, come alla vigila della pandemia, le condizioni economiche dell’Italia fossero caratterizzate da debolezze strutturali.
Il PIL non aveva ancora recuperato il livello pre-crisi finanziaria del 2008 e gli investimenti non erano stati sufficienti a compensare gli ammortamenti con conseguente erosione dello stock di capitale. La prima parte del rapporto è dedicato ai saldi di finanza pubblica e agli senari delineati dal DEF 2020. La contrazione dell’attività economica ha determinato l’aumento del deficit al 10,9% sul PIL e del debito pubblico ormai vicino alla soglia del 160% sul PIL. Il debito sarà sostenibile grazie alle previsioni di crescita per gli anni 2021 e 2022 ma va incanalato in un percorso di graduale e costante riduzione.
L’attenzione è stata focalizzata sulle poste di bilancio di spesa per l’assistenza e la previdenza e sulle relative misure del Reddito di Cittadinanza e Quota 100. Quest’ultima ha impattato sensibilmente sulla spesa pensionistica sul PIL senza generare gli effetti occupazionali attesi mentre la prima, pur contribuendo a ridurre la povertà assoluta, ha mancato del tutto l’obiettivo occupazionale.

IL NUOVO REGIME DI SOSTEGNO AGLI INVESTIMENTI
Il lungo iter di approvazione del programma InvestEU è iniziato nel 2018 con la proposta di un programma unico dotato di 38 miliardi di garanzie destinate a quattro finestre di policy: infrastrutture sostenibili, ricerca innovazione e digitalizzazione, piccole e medie imprese e investimenti in competenze sociali.
In quel periodo gli investimenti nell’Unione Europea erano ancora al di sotto dei livelli pre-crisi finanziaria nonostante il piano Juncker, il miglioramento della situazione economica e le riforme strutturali di alcuni Paesi membri. L’iter è stato influenzato dai complessi negoziati per la definizione il quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 conclusi con l’approvazione il 17 dicembre scorso.
Nel 2020 era stato proposto l’incremento del budget a 75,1 miliardi di euro di garanzie e l’estensione degli obiettivi grazie all’aggiunta di una nuova finestra di policy sugli investimenti strategici, a cui sarebbero stati destinati 31 miliardi di euro di garanzie.
Nonostante ciò, a dicembre 2020 il Parlamento europeo ha raggiunto un compromesso per 26,2 miliardi di garanzie sulle quattro finestre di policy originarie e il consolidamento del portafoglio BEI. Il piano è stato anche aggiornato per le nuove esigenze post-pandemia dell’Unione europea e coerentemente con gli obiettivi del Next Generation EU.
European Parliament – InvestEU programme: The EU’s new investment support scheme
https://www.europarl.europa.eu/thinktank/en/document.html?reference=EPRS_BRI(2020)659364
DIFFERENZE NELLA VALUTAZIONE DELLE POLITICHE PUBBLICHE
La differenza più evidente nel processo di valutazione delle politiche da parte dei dipartimenti pubblici è il diverso valore attribuito alla vita degli individui nonostante i risultati siano condivisi. L’utilizzo di criteri difformi può determinare un’incoerente allocazione delle risorse con un impatto elevato sul benessere sociale.
In linea di principio in un modello statico l’allocazione delle risorse tramite criteri differenti non è in contraddizione con l’uso efficiente delle risorse se controbilanciato da altri elementi di valutazione non inerenti alla salute. In un modello dinamico dove le compensazioni sono necessarie per controbilanciare gli squilibri il risultato non è stabile.
Lo studio analizza i processi di valutazione delle politiche nei dipartimenti dove si utilizza anche il criterio del valore della vita: salute, assistenza sociale, trasporti e ambiente in sette paesi Australia, Canada, Giappone, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Regno Unito e Corea del Sud.
I risultati evidenziano come il valore della vita usato dai dipartimenti dell’ambiente e dei trasporti sia di gran lunga superiore a quello utilizzato dai dipartimenti della salute. Ad esempio, in UK le differenze sono nell’ordine del 27-40% ed è un risultato controintuitivo che dovrebbe suggerire prudenza quando i governi valutano gli obiettivi delle politiche pubbliche con grandi ricadute sul benessere sociale.