Nel 2019 sono state erogate 6.006.392 dimissioni per acuti in regime di ricovero ordinario, -2,2% rispetto al 2018. Diminuiscono dello 0,8% anche le dimissioni in regime di ricovero diurno mentre le quelle per lungodegenza sono aumentate dell’1,5. Sono le evidenze principali del Rapporto sulle Schede di dimissioni ospedaliere (SDO) per l’anno 2019. Nel complesso le dimissioni sono diminuite dell’1,7% a 8.193.592 del 2019 da 8.339.286 del 2018. I giorni di degenza media, 7, restano stabili mentre l’inappropriatezza è ancora elevata. (Leggi)

A causa dell’emergenza sanitaria buona parte dei Governi ha attuato misure di sostegno alle imprese, al mercato del lavoro e alla popolazione ricorrendo a deficit di bilancio a fronte del rallentamento dell’attività economica e della diminuzione delle entrate. Per questo motivo, a livello globale, il debito pubblico ha raggiunto livelli record. In un editoriale di Investing in Health della Banca Mondiale si discute di “Come i paesi possono uscire dalla crisi del COVID-19 con un finanziamento sanitario più forte”. (Leggi)

La Banca d’Italia nel primo Bollettino economico del 2021 analizza l’andamento della congiuntura e delle prospettive dell’economia italiana alla luce degli sviluppi della pandemia e della campagna vaccinale. Dopo la forte ripresa della scorsa estate l’attività economica ha visto nell’ultimo trimestre 2020 un rallentamento del 3,5% dovuto soprattutto al settore dei servizi. Il bollettino aggiorna le previsioni macroeconomiche per l’Italia per il triennio 2021-2023 alla fine del quale, sotto alcune condizioni, si potrebbe raggiungere il livello di prodotto pre-crisi. (Leggi)

L’incremento della spesa sanitaria nel tempo dipende da fattori demografici e non. Negli ultimi venti anni la letteratura ha evidenziato un maggior impatto dei fattori non demografici, quali il progresso tecnologico, rispetto a quelli demografici. Un lavoro del 2020 intitolato “Age, morbidity, or something else? A residual approach using microdata to measure the impact of technological progress on health care expenditure” ha studiato le determinati della crescita della spesa sanitaria su microdati del Sistema sanitario danese. (Leggi)

Le misure di contrasto alla pandemia hanno comportato a livello di impresa il sostenimento di maggiori costi per l’approvvigionamento dei beni intermedi. Un editoriale su VoxEU intitolato “The impact of Covid-19 on productivity” analizza gli effetti della pandemia sulla produttività del settore privato nel Regno Unito riscontrando ad esempio una diminuzione della produttività totale dei fattori nel corso del 2020 con un picco nel quarto trimestre. Le misure di produttività sono tuttavia molteplici e il risultato varia a seconda di quella considerata. (Leggi)

ANCORA DA MIGLIORARE L’APPROPRIATEZZA

Il volume dedica il capitolo 4 agli indicatori di appropriatezza clinica e organizzativa, di efficacia e di qualità dell’assistenza ospedaliera. Sebbene l’andamento nel complesso sia in lieve miglioramento rispetto al 2018, per alcuni importanti indicatori l’inappropriatezza è ancora troppo elevata.

Tra gli indicatori di appropriatezza organizzativa, la percentuale di dimissioni da reparti chirurgici con Diagnosis Related Group (DRG) medico è nel 2019, in media, il 26,65%, al di sopra di 6,65 punti percentuali rispetto al valore massimo di 20%. Vi è elevata variabilità tra le Regioni: da un massimo di 37,92% nella PA di Bolzano e 21,27% nelle Marche. Tra gli indicatori di appropriatezza clinica, la percentuale di parti cesarei sul totale è, in media il 32,97%, al di sopra del valore raccomandato dall’OMS di 15%. Anche in questo caso si assiste ad una elevata eterogeneità regionale: 50,32% in Campania e 19,21% nella PA di Trento.

Alcuni indicatori contribuiscono a misurare indirettamente l’adeguatezza degli altri Livelli di assistenza come, ad esempio, il Tasso di ospedalizzazione per diabete non controllato con una media in Italia di 10,22 su 100.000 abitanti. Con questi indicatori si rileva la correlazione tra il ricorso inappropriato alle strutture ospedaliere e la mancata presa in carico del paziente dal medico di medicina generale o dal distretto.

Ministero della Salute – Rapporto SDO 2019

http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=1237&area=ricoveriOspedalieri&menu=v

TRE LEZIONI PER I SISTEMI SANITARI NEL POST COVID

Finanziare la spesa sanitaria nel post Covid-19 sarà più difficile perché i Governi saranno costretti a ridurre la spesa pubblica pro-capite nel 2021 e 2022 per rientrare dal debito accumulato per fronteggiare l’emergenza sanitaria.

Sebbene il FMI preveda una ripresa economica già da quest’anno, la Banca Mondiale ipotizza che la spesa sanitaria pro-capite diminuirà nella maggior parte dei paesi nel 2021 e nel 2022.  Dal recente 5th Annual Global Health Financing Forum possono essere tratte tre lezioni utili ai Governi al fine di recuperare risorse per i sistemi sanitari.

Una prima lezione è che un accordo con il settore privato può incrementare l’offerta di servizi sanitari. Una seconda lezione deriva dalla consapevolezza dell’impossibilità di vaccinare tutta la popolazione in breve tempo. A questo proposito si sottolinea la necessità di predisporre un piano vaccinale che tenga conto delle categorie più a rischio e della minimizzazione dei decessi. Una terza lezione suggerisce infine che, sebbene la riforma dei sistemi a scala nazionale vada oltre il mandato del settore sanitario, i ministeri della salute possono sostenere l’introduzione o un aumento delle tasse sui prodotti dannosi per la salute per aumentare le entrate aggiuntive.

WorldBank – How countries can emerge from the COVID-19 crisis with stronger health financing

https://blogs.worldbank.org/health/how-countries-can-emerge-covid-19-crisis-stronger-health-financing

IL RECUPERO NEL PROSSIMO TRIENNIO

Secondo le previsioni della Banca d’Italia l’economia italiana crescerà nel triennio 2021-2023 sebbene il recupero dei livelli pre-crisi sanitaria avverrà più lentamente di quanto previsto nel Bollettino economico dello scorso luglio. La revisione al ribasso delle previsioni è dipesa dal rallentamento dell’economia nel quarto trimestre del 2020. Le stime considerano anche i dati ISTAT di contabilità nazionale dello scorso dicembre.

Nello scenario di riferimento le previsioni sono formulate nell’ipotesi del completo superamento dell’emergenza sanitaria nel 2022 grazie al supporto della politica di bilancio, il permanere della politica monetaria molto espansiva, la crescita del commercio internazionale a ritmi elevati e il pieno utilizzo dei fondi del Next Generation EU. Questi ultimi potranno avere un impatto sulla crescita del PIL fino a 2,5 punti percentuali nell’arco del triennio.

Nel 2020 è prevista una contrazione del PIL del 9,2%. La crescita sarà del 3,5% nel 2021, del 3,8 nel 2022 e del 2,3% nel 2023. Gli investimenti fissi lordi cresceranno dell’10,2% nel 2021 e del 11,2% nel 2022, fino ad arrivare nel 2023 a un rapporto sul PIL del 23% anche grazie ai finanziamenti del NGEU. Il mercato del lavoro ha risentito degli effetti benefici del ricorso massiccio alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG) con un pieno recupero delle ore lavorate nel 2023.

Banca d’Italia – Bollettino economico n. 1 2021

https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/bollettino-economico/2021-1/index.html

INNOVAZIONE E SPESA SANITARIA

L’obiettivo dello studio è duplice: in primo luogo misurare l’impatto dell’innovazione sulla spesa sanitaria nel tempo come residuo al netto della quota dell’incremento dovuto a fattori demografici e legati alla salute; in secondo luogo, scomporre il residuo nella componente determinata dal ritardo del time to death (TTD) dato un evento avverso per la salute e in quella dovuta all’utilizzo più intenso di risorse.

L’analisi si è servita dei microdati del sistema sanitario danese, a modello Beveridge come in Italia, un database con copertura dell’intera popolazione dai 50 anni in su contenente informazioni sia sulle dimissioni ospedaliere e relative tariffe DRG, sia sullo stato di salute pregresso di ciascun individuo. Lo studio ha stimato che tra il 2005 e il 2014 l’incremento residuo della spesa sanitaria dovuto al progresso tecnologico è del 60%, un valore in linea con i precedenti risultati della letteratura.

La scomposizione del residuo in due parti si fonda sul presupposto che posticipare il TTD possa potenzialmente contribuire alla domanda di assistenza sanitaria più a lungo e che il costo dell’innovazione possa incrementare il costo dei servizi sanitari. I risultati mostrano che circa il 25% dell’incremento della spesa sanitaria dipende dal TTD mentre il restante è dovuto all’uso più intenso di risorse.

SDU – Age, morbidity, or something else? A residual approach using microdata to measure the impact of technological progress on health care expenditure

https://portal.findresearcher.sdu.dk/en/publications/age-morbidity-or-something-else-a-residual-approach-using-microda

IL PUZZLE DELLA PRODUTTIVITÀ DURANTE LA PANDEMIA

L’analisi è stata condotta su un panel di imprese del settore privato del Regno Unito sui dati dell’indagine Decision Maker Panel (DMP) diversa da altre indagini perché fornisce informazioni quantitative in chiave prospettica. Bisogna tenere conto che l’impatto aggregato sulla produttività nasconde compensazioni di grande intensità.

L’impatto aggregato sulla produttività viene scomposto tra effetto interno alle imprese e tra le imprese. La produttività diminuisce perché a causa delle misure di contenimento del Covid-19 i costi dei beni intermedi sono previsti in aumento. Tale effetto negativo è parzialmente compensato dal ridotto contributo all’economia delle imprese meno produttive colpite in modo sproporzionato dalla crisi.

Il risultato varia a seconda della misura di produttività considerata: la produttività totale dei fattori (TFP) è diminuita del 3% nel primo e secondo trimestre del 2020 con un picco del 5% nel quarto e con un’aspettativa di -0,7% nel medio periodo; la produttività per ora lavorata è invece aumentata nel secondo trimestre 2020 perché la diminuzione di queste ultime è stata maggiore rispetto al totale degli input di capitale-lavoro ponderati insieme; la produttività per addetto è diminuita soprattutto nel secondo trimestre 2020 perché il numero di posti di lavoro si è ridotto molto meno delle ore lavorate.

VoxEU – The impact of Covid-19 on productivity

https://voxeu.org/article/impact-covid-19-productivity