L’ISTAT ha pubblicato le previsioni per l’economia italiana per il biennio 2020-2021. Rispetto a giugno le stime della variazione del PIL sono state riviste al ribasso in entrambi gli anni di 0,6 punti percentuali: -8,9% nel 2020 e + 4,0% nel 2021. Nel terzo trimestre il PIL è cresciuto del 15.9% rispetto al trimestre precedente. Il recupero ha interessato tutti i settori sebbene in misura non sufficiente a tornare ai livelli pre-crisi. Lo scenario resta debole per la persistenza della pandemia e per l’incerta evoluzione degli esiti sulle campagne vaccinali. (Leggi)
È in corso l’elaborazione del Piano nazionale di recupero e resilienza (PNRR) in cui sono contenuti i programmi italiani di spesa del fondo Next Generation EU. In sanità sono indicate due linee di intervento: potenziamento dell’assistenza sanitaria e della rete territoriale e sviluppo di un modello di sanità pubblica ecologica Salute, Ambiente e sicurezza alimentare. L’obiettivo è eliminare le debolezze dell’assistenza territoriale del sistema socio-sanitario, origine delle criticità nella gestione della pandemia e ridurre l’eterogeneità tra della dotazione infrastrutturale i territori. (Leggi)
L’VIII edizione dell’Osservatorio Osservatorio civico sul federalismo in sanità curato da Cittadinanzattiva, analizza il nuovo sistema di garanzia dei LEA. Si evidenziano le eterogeneità di risposta delle Regioni per ciascun’area di intervento: prevenzione, assistenza territoriale e assistenza ospedaliera. L’effetto COVID sul sistema ha provocato ritardi nell’attività ordinaria non completamente recuperati nei mesi tra le due ondate. Si rischia un effetto valanga con ripercussioni sui bisogni di salute dei cittadini. (Leggi)
L’Eurostat ha pubblicato i dati sulla sanità del 2018 dalla cui lettura si confermano i trend consolidati degli ultimi 10 anni. In EU27 la spesa sanitaria corrente media, pubblica e privata, è il 9.9% sul PIL. Vi è eterogeneità tra i Paesi: in Germania la spesa è l’11,5%, Francia 10,3% e Svezia 10%, mentre in Romania il 5,6% e in Lussemburgo 5,3%. La spesa italiana di 8,7% è inferiore alla media EU. Dall’analisi dei dati disaggregati per funzione e per schema di finanziamento emergono differenze territoriali di modello. (Leggi)
La fiducia nella scienza aumenterà grazie alla pandemia? Il paper “Revenge of the Experts: Will COVID-19 Renew or Diminish Public Trust in Science?” di CG. Aksoy, B. Eichengreen e O. Saka affronta l’argomento combinando i dati di una ricerca di Wellcome Trust del 2018 basata campione su oltre 75.000 individui in 138 Paesi e i dati sulle pandemie globali dagli anni ’70. L’ipotesi viene testata sugli individui compresi nella classe compresa tra 18 e 25 anni, considerata l’età in cui gli atteggiamenti si formano in modo durevole. (Leggi)
PEGGIORANO LE PROSPETTIVE DI CRESCITA
Il ritorno dell’emergenza sanitaria ha vanificato il buon andamento del PIL del III trimestre in quanto sono già disponibili informazioni di una contrazione congiunturale nel IV trimestre. Nel 2020 il Paese subirà un calo maggiore e crescerà meno nel 2021 di quanto previsto. Il principale contributo negativo alla contrazione del PIL verrà della domanda interna per 7.5 punti percentuali.
Nel 2020 la spesa delle famiglie e delle istituzioni al servizio delle famiglie (ISP) e quella per gli investimenti diminuirà del 10%. La dinamica di questi ultimi è stata incerta: la forte ripresa del III trimestre +31,3%, trainata dagli investimenti in costruzioni +46%, non è stata sufficiente a colmare la perdita subita dall’inizio dell’anno -9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli investimenti in impianti, macchinari e armami sono diminuiti del 14,5%, nelle costruzioni -9.8% mentre è in controtendenza la ricerca e sviluppo +0,6%.
Le imprese sono state condizionate dalla sottoutilizzazione degli impianti produttivi in aumento di 8,6 punti percentuali rispetto al 2019 e dal difficile accesso al credito sebbene mitigato da provvedimenti governativi. Un impulso agli investimenti potrà arrivare dal Piano nazionale di recupero e resilienza in corso di definizione proprio in questi giorni.
ISTAT – Le prospettive per l’economia italiana nel 2020-2021

NEL PNRR RISORSE SCARSE PER LA SANITÀ IN ATTESA DEL MES
Nel capitolo dedicato alla salute, il Governo individua le criticità preesistenti del Sistema sanitario nazionale e quelle emerse durante la pandemia, focalizzandosi sull’assistenza sanitaria territoriale e su quella ospedaliera. Nonostante il progressivo incremento della popolazione over 65, il contesto è caratterizzato da ritardi e disomogeneità territoriale.
Ad esempio, la diffusione dell’assistenza domiciliare, misurata dalla percentuale di pazienti anziani trattati, è del 4% inferiore di 2 punti percentuali alla media OCSE. Rafforzare l’assistenza territoriale significa trasferire le prestazioni meno complesse dall’ospedale al territorio, consolidando la tendenza alla riduzione dei ricoveri in atto dal 2008. Il personale del SSN ha un’età media elevata, è in diminuzione e necessita di formazione professionale adeguata.
Le dotazioni infrastrutturali, specie tecnologiche, sono obsolete. La pandemia ha inoltre evidenziato difficoltà di approvvigionamento di dispositivi medici, carenze nell’organico e nelle infrastrutture digitali. Il territorio è riuscito con ritardo ad organizzare azioni le azioni di prevenzione e tracciamento. Il finanziamento MES è urgente: a fronte di questo scenario nel Piano sono previsti solo 9 miliardi per la sanità, una somma del tutto insufficiente per risanare il sistema e venire incontro ai bisogni di salute della popolazione. Nota: la recensione è sulla bozza di PNNR
MEF – Piano nazionale di ripresa e resilienza – Bozza (PNRR)
http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=90667
COVID-19 BANCO DI PROVA DEI NUOVI LEA
Il Nuovo sistema di garanzia LEA, in vigore da quest’anno, valuta distintamente le tre aree del sistema sanitario: prevenzione, assistenza territoriale e assistenza ospedaliera. È stato adottato un diverso sistema di punteggi che non consente compensazione tra le aree. L’esito della sperimentazione del sistema di garanzia nel 2016 e 2017 ha evidenziato la necessità di intervento in tutte le aree con criticità soprattutto in alcune Regioni meridionali.
Le elaborazioni di Cittadinanzattiva nell’area della prevenzione mostrano ad esempio, nell’area vaccinale l’incapacità di quasi tutte le Regioni di raggiungere la copertura ottimale del 95%. Questo è un aspetto fondamentale da considerare nell’organizzazione della futura campagna vaccinale contro il Covid-19. La sospensione dei programmi vaccinali e degli screening oncologici causa pandemia andrà a pesare sulla salute dei cittadini.
Nell’area dell’assistenza ospedaliera Cittadinanzattiva individua le aree dove i cittadini hanno affrontato le maggiori difficoltà: ricoveri, pronto soccorso e mobilità. La sospensione delle attività ordinarie disposte da alcune Regioni (Lombardia, Campania, Puglia, Calabria e, in misura minore, Abruzzo) non ha consentito il recupero delle prestazioni arretrate che si vanno ad aggiungere alle nuove richieste con un conseguente peggioramento dalla qualità delle cure a danno della salute dei cittadini.
Cittadinanzattiva – VIII Osservatorio civico sul federalismo in sanità

SPESA SANITARIA: UNO SGUARDO SULL’EUROPA
Nel 2018 in EU27 la spesa sanitaria media corrente pro-capite in parità di potere d’acquisto, misura più indicata per i confronti internazionali, è di 3.078 euro. Il livello più elevato si ha in Germania con 4.473 euro, poi Austria 3.980 e Paesi Bassi 3.907. In fondo alla classifica, la spesa pro-capite in Bulgaria è di 1.268 euro e in Romania di 1.212 quasi tre volte più bassa di quella della Germania. In Italia è di 2.504 € quasi metà della spesa tedesca e il 30% inferiore di quella francese di 3.704.
L’Eurostat classifica la spesa secondo le specifiche internazionali dell’International Classification for Health Accounts (ICHA): spesa per funzione, spesa per fornitore e spesa per schema di finanziamento. La classificazione per funzione scompone la spesa per tipologia di bisogno sanitario soddisfatto. In questa categoria la spesa long term care sanitaria (la sociale non è pervenuta) in Italia è solo lo 0,92% del PIL mentre, ad esempio, in Germania è 2,13%.
La classificazione per fornitore di prestazioni scompone la spesa sanitaria per organizzazione (ospedaliera, ambulatoriale, etc.). In Italia la spesa ospedaliera è il 44% della spesa corrente tra le più alte in EU27 dove in media è il 36.3%. La classificazione per schema di finanziamento scompone la spesa per tipologia di accordo finanziario che regola l’accesso alla sanità. Rientra in quest’ultimo la spesa sanitaria pubblica oppure quella out pocket (spesa privata). La spesa privata in Italia è il 2,04% sul PIL un valore superiore sia a quello medio dell’UE 27, 1,56% sia a quello della Germania 1,43%.
Eurostat – Healthcare expenditure across the EU: 10% of GDP
https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-eurostat-news/-/DDN-20201202-1

LA FIDUCIA NELLA SCIENZA NON DIPENDE DALL’EVIDENZA
Il rapporto tra scienza, scienziati e opinione pubblica, in crisi da tempo, è stato messo a dura prova dalla infezione da Covid-19. La pandemia ha mostrato l’importanza della scienza a supporto del benessere di una nazione, sebbene alcuni politici abbiano tentato di sminuirne la portata a fini elettorali.
Il lavoro si interroga se grazie alla pandemia gli esperti abbiano riconquistato la fiducia dell’opinione pubblica. La domanda principale è se la rivalutazione in positivo o negativo riguarda la scienza intesa come sistema e/o gli scienziati. Se la fiducia nella scienza resta inalterata, può venir meno negli scienziati quando, ad esempio, illustrano contenuti che sono in contrasto con le speranze della popolazione. Per rispondere a queste domande gli autori analizzano i dati del Wellcome Trade monitor 2018 che include le risposte alle domande sulla fiducia nella scienza e negli scienziati di oltre 70.000 persone in 160 paesi.
I dati sono incrociati con i dati delle epidemie nel mondo dagli anni ’70 per individuare i rispondenti in età formativa (18-25 anni in cui si stabilizza l’opinione) al tempo dell’epidemia. Il risultato è che le persone coinvolte nelle passate epidemie conservano la fiducia nella scienza ma sono meno sicuri nell’affidabilità degli individui coinvolti nella scienza, una lezione per il presente.
EBRD – Revenge of the Experts: Will COVID-19 Renew or Diminish Public Trust in Science?
https://www.ebrd.com/publications/working-papers/revenge-of-the-experts