Nella seduta del 30 novembre scorso l’Eurogruppo ha raggiunto l’accordo sulla riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES). Il prossimo gennaio si procederà alla firma del trattato, poi seguirà la ratifica da parte di ciascun Paese membro. È un accordo importante in quanto è stato fatto un ulteriore passo avanti nella direzione della condivisione dei rischi. La riforma favorirà l’uso più efficiente ed efficace del meccanismo e garantirà ai Paesi UE maggiore preparazione alle crisi. Viene incrementata la capacità di ristrutturare gli istituti di credito in difficoltà. (Leggi)

Il Centro studi Confindustria ha presentato il Rapporto sulle prospettive dell’industria italiana nell’economia globale nell’attuale scenario di crisi. La caduta della produzione è stata di dimensioni epocali e ha interessato tutti i Paesi fuorché la Cina. L’industria italiana ha affrontato il lockdown provenendo da due anni di crisi. In futuro le opportunità di rilancio proverranno dalla transizione green, settore nel quale l’Italia ha un vantaggio strategico, in quanto ha iniziato ad investire prima degli altri competitori globali. (Leggi)

Il Rapporto OASI 2020 del CERGAS analizza le criticità accumulate dal SSN dal 2008, anno dal quale il finanziamento della sanità è avvenuto con tassi di crescita decrescenti. Nel 2020 la spesa sanitaria crescerà secondo le stime, di 5 miliardi di euro (+4.7% rispetto all’anno precedente). Nonostante l’incremento di risorse umane e finanziarie in risposta alla crisi sanitaria da Covid-19 manca ancora una seria programmazione per definire nuovi modelli organizzativi in linea con i bisogni di salute della popolazione e per garantire un futuro al SSN. (Leggi)

Tra il 2019 e il 2070 l’invecchiamento della popolazione, il pensionamento della generazione dei baby boomer e l’allungamento dell’aspettativa di vita eserciteranno una pressione sempre maggiore sui bilanci pubblici. Al fine di monitorare la sostenibilità delle finanze pubbliche dei Paesi dell’UE e di produrre statistiche affidabili, l’European Policy Committee e l’Unione europea elaborano con cadenza triennale proiezioni di lungo periodo della spesa scolastica, sanitaria, pensionistica e Long term care (LTC) sotto diversi scenari. (Leggi)

Un recente volume di Aldo Giovanardi e Dario Stevanato, per i tipi di Marsilio, affronta il tema spinoso del regionalismo differenziato. Nel 2017 Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto hanno intrapreso il percorso verso il regionalismo rafforzato, previsto dal Titolo V della costituzione, al fine di ottenere maggiori funzioni, competenze e risorse finanziarie. L’iniziativa è stata tacciata di porre fine alla solidarietà interregionale. Gli autori ritengono l’opposizione a questo processo dannosa per le Regioni del Nord e del Sud. (Leggi)

LA RIFORMA DEL FONDO SALVA STATI

L’accordo sulla riforma del MES (da non confondere con il finanziamento del MES condizionato alla sanità) raggiunto dall’Eurogruppo lo scorso novembre è importante perché avrà ricadute positive sull’Unione bancaria e sulla stabilità finanziaria del sistema.

Verrà rafforzato il processo di condivisione dei rischi grazie all’introduzione anticipata del Common Backstop (sostegno) al Fondo di risoluzione unico. Il Fondo di risoluzione unico (SRF), finanziato dal sistema bancario e non dai contribuenti, è stato istituito dall’UE per la risoluzione delle banche in dissesto nel contesto dell’Unione bancaria. Possono partecipare anche i Paesi non appartenenti all’area dell’euro. Nel caso il SRF sia esaurito il MES interviene per finanziare una risoluzione bancaria con una linea di credito revolving. Il Common back stop entrerà in vigore all’inizio del 2022 in anticipo di due anni rispetto alla data prevista dal trattato.

Altro passo importante riguarda l’accordo sulla valutazione dei rischi. Si tratta della valutazione dei rischi contenuti negli attivi bancari relativi non solo dei Non Performing Loans (NPL), presumibilmente in aumento nel corso della crisi sanitaria, ma anche degli strumenti finanziari classificati L2 e L3 che nel 2017 erano nei bilanci nelle banche del Single Supervisory Mechanism (SSM) per un valore di circa 6,8 trilioni di euro.

MEF – Informativa del ministro Gualtieri in relazione alla riunione dell’Eurogruppo del 30 novembre sulla riforma del MES

https://www.mef.gov.it/ufficio-stampa/articoli/2019_2023-Roberto_Gualtieri/Informativa-del-ministro-Gualtieri-in-relazione-alla-riunione-dellEurogruppo-del-30-novembre-sulla-riforma-del-Meccanismo-Europeo-di-Stabilita-MES-e-lintroduzione-del-dispositivo-di-sostegno-al-Fondo-di-risoluzione-unico/

QUALE FUTURO PER L’INDUSTRIA ITALIANA

Durante la prima fase della pandemia la produzione dell’industria manifatturiera italiana si è contratta nei mesi di marzo e aprile del 40%. La contrazione della produzione ha colpito i settori in modo eterogeneo: -92.8% gli articoli in pelle, -86.3% i beni di consumo durevoli, -86.1% gli autoveicoli. Tra i settori meno colpiti vi sono: gli alimentari -7%, la carta -5.9%b e il farmaceutico -5.5%. A livello globale l’industria italiana è al settimo posto nella quota di produzione globale 2.2% preceduta da Cina (28%), USA (17.2%), Giappone (7.3%), Germania (5.3%), Corea del Sud (3.0) e India 2.9% e seguita da Francia (1.9%) e Regno Unito (1.8%).

Dal lato del commercio internazionale l’Italia si conferma al nono posto nella classifica globale dei Paesi esportatori. Le esportazioni durante la prima fase hanno seguito un andamento a V in analogia a quello di tutti i Paesi: -50% nei mesi da febbraio ad aprile con un recupero quasi totale alla fine di settembre.

Le prospettive vedono una generale ricollocazione delle filiere produttive e nella regionalizzazione delle catene di approvvigionamento sebbene i costi elevati di disinvestimento limitino la ricollocazione della produzione. Il futuro del manifatturiero italiano passa per la sostenibilità ambientale. Le imprese di tutte le classi dimensionali hanno un’elevata propensione volontaria a investire in sostenibilità ambientale e questo è un vantaggio rispetto ai competitori internazionali.

CSC – Innovazione e resilienza: i percorsi dell’industria italiana nel mondo che cambia

https://www.confindustria.it/home/centro-studi/temi-di-ricerca/tendenze-delle-imprese-e-dei-sistemi-industriali/tutti/dettaglio/scenari-industriali-Italia-2020

PROGRAMMARE LA SANITÀ DEL FUTURO

La crisi sanitaria Covid-19 ha provocato una frattura profonda nelle dinamiche del SSN negli ultimi 12 anni. Il rapporto OASI ha individuato otto dinamiche strutturali del SSN consolidatesi dopo l’attuazione di politiche finanziarie e di trasformazione della governance, dalla crisi del 2008 ad oggi.

Sotto-finanziamento del SSN (di solito inteso come minore incremento del FSN rispetto a quanto previsto nella legge di bilancio) con la conseguente riduzione della copertura della sanità pubblica al 74% della spesa sanitaria. Il controllo della spesa per tipologie di input quali, ad esempio, blocco del turnover (con incremento dell’età media del personale) e tetti di spesa farmaceutica ha portato l’accentramento della governance nelle mani del MEF e delle centrali regionali.

Riduzione del numero delle ASL e delle Aziende ospedaliere (AO) e dilatazione dell’ambito territoriale di riferimento dei gruppi sanitari regionali. Concentrazione delle casistiche ospedaliere, soprattutto al Centro Nord, con un lento miglioramento degli esiti. Convergenza di tutti i SSR all’equilibrio finanziario di bilancio. Il punto chiave, vero tallone di Achille dell’attuale emergenza sanitaria, è stata l’unificazione istituzionale delle ASL e delle AO come prerequisito per l’organizzazione di processi trasversali di presa in carico della cronicità con modelli diversi da Regione a Regione.

OASI CERGAS – Rapporto 2020

https://www.cergas.unibocconi.eu/wps/wcm/connect/cdr/cergas/home/observatories/oasi_/oasi+report+2020

L’IMPATTO ECONONICO DELL’INVECCHIAMENTO

L’impianto previsionale del rapporto AWG si basa sull’edizione più recente delle proiezioni della popolazione 2019-2070 elaborate dall’Eurostat. Le previsioni del PIL si basano sull’evoluzione di alcune variabili macroeconomiche esogene del mercato del lavoro (occupazione, disoccupazione e tasso di attività), della produttività del lavoro e dei tassi di interesse.

Il rapporto sarà presentato nella primavera del 2021 e nel presente volume sono esposti gli effetti demografici sull’economia, le assunzioni sottostanti e le metodologie di proiezione. La popolazione EU diminuirà del 5% tra il 2020 e il 2070. L’andamento non sarà uniforme perché in 11 Paesi la popolazione aumenterà. L’indice di dipendenza strutturale aumenterà in modo marcato passando dal 34% del 2019 (era il 29% nel 2010) al 59% del 2070.

Nel mercato del lavoro, il tasso di attività aumenterà all’81% nel 2070, 3 punti percentuali (p.p.) in più rispetto al 2019 soprattutto nella classe di età 55-64 prevista in aumento di 10 p.p. A causa della contrazione della popolazione della classe di età (25-54) l’offerta di lavoro diminuirà ad un tasso medio annuo dello 0.3% corrispondente a -16% nel 2070.

Per la diminuzione delle ore lavorate a partire dal 2020 la crescita del PIL di lungo periodo dipenderà solo dall’incremento della produttività del lavoro. Il trend della produttività totale dei fattori (TFP) negli ultimi 10 anni è stato discendente mettendo a rischio la sostenibilità di lungo periodo della spesa correlata all’invecchiamento.

EC – The 2021 Ageing Report: Underlying Assumptions and Projection Methodologies

https://ec.europa.eu/info/publications/2021-ageing-report-underlying-assumptions-and-projection-methodologies_en

LO SPAURACCHIO DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

I progetti di autonomia differenziata delle tre grandi regioni del Nord nascono da un sentimento di insoddisfazione della popolazione consapevole di saper gestire le competenze avocate in modo più efficiente dello Stato centrale. Sebbene le richieste siano in linea con quanto previsto dalla Costituzione, il dibattito politico si è focalizzato su argomenti perequativi per il Mezzogiorno: reperire ulteriori risorse oppure maggiori investimenti.

Nonostante le politiche economiche attuate dalla seconda metà degli anni Novanta a favore delle Regioni meridionali, la distanza dal resto del Paese è aumentata: nel 1995 il PIL pro-capite era il 59% di quello del Centro-Nord mentre nel 2017 è diminuito al 54%. Il volume affronta numerosi temi spinosi considerati tabù: residui fiscali, effetto dei trasferimenti sul reddito disponibile delle famiglie meridionali, trasferimenti non in grado di influire sulla crescita dei territori a cui sono destinati.

Scrive Nicola Rossi nella prefazione del volume in calce a una riflessione sulle politiche regionali degli ultimi 25 anni in Italia: “…l’eventuale downgrading del Mezzogiorno nella lista di priorità della politica italiana sarebbe niente altro che una infastidita dichiarazione di impotenza: i divari territoriali lungi dal chiudersi si allargano inesorabilmente.” Così non sarà: nella bozza della legge di bilancio 2021 si prevedono interventi per il Mezzogiorno di ammontare pari a 3,9 miliardi di euro nel 2021, una cifra davvero ingente.

 

Giovanardi e D. Stevanato – Autonomia, differenziazione, responsabilità: Numeri, principi e prospettive del regionalismo rafforzato

https://www.marsilioeditori.it/lista-autori/scheda-libro/2970958-autonomia-differenziazione-responsabilita/autonomia-differenziazione-responsabilit