L’AGENAS ha ripreso la pubblicazione del monitoraggio e della valutazione sui costi rilevati nei conti economici a consuntivo dei Sistemi sanitari regionali e rende disponibile un documento per gli anni 2018 e 2019. L’analisi consente una quantificazione dei costi sostenuti, al lordo di ammortamenti, mobilità e altre rettifiche, per personale di ruolo sanitario, acquisti di beni, ospedaliera da privato, altre prestazioni da privato, farmaceutica, assistenza sanitaria di base e servizi appaltati. (Leggi)

Cittadinanzattiva ha pubblicato il III rapporto sulla farmacia in Italia basato su un’indagine svolta su un campione di 663 farmacie (il 3.4% sul totale) e su una survey somministrata a 664 cittadini. Si evidenzia in che modo le farmacie hanno affrontato e risolto le principali criticità emerse durante la pandemia: rapporto con i clienti, nodo approvvigionamento delle mascherine, protocolli di sicurezza per clienti e personale. Si delineano anche le prospettive del settore nel post pandemia. (Leggi)

I report istantanei Altems analizzano l’andamento della pandemia in 6 Regioni dove vive il 52% della popolazione italiana. Questi territori contano, alla data del 10 novembre il 60% dei casi e il 79% dei decessi a livello nazionale. Il monitoraggio avviene sulla base di un sistema di indicatori (di contagio, epidemiologici e clinico-organizzativi). Il lavoro è orientato alla realizzazione di una base informativa consolidata destinata alla ricerca e a migliorare le azioni di policy. (Leggi)

Il Rapporto OECD Health at a glance Europe 2020, valuta la capacità di risposta e le azioni di contenimento dei sistemi sanitari europei in risposta alla crisi sanitaria. Un capitolo è dedicato all’analisi delle pesanti ricadute dell’inquinamento sulla salute e al benessere dei cittadini e sulla necessità di azioni per ridurre la mortalità. I restanti capitoli, come di consueto, sono dedicati all’analisi degli indicatori della salute e dei sistemi sanitari nei Paesi europei. (Leggi)

Un report dell’Office of Health Economics (OHE) intitolato “Opportunities to Increase Efficiency in Healthcare” evidenzia che a fronte di una spesa sanitaria del 10% sul PIL, il 2% delle risorse è usato in modo inefficiente perché sono impiegate in interventi che non danno nessun contributo significativo ai risultati sulla salute. Si sottolinea la necessità di un efficientamento della spesa e a tal fine vengono individuate e confrontate pratiche in sanità in Europa e nel Regno Unito. (Leggi)

 

IN AUMENTO I COSTI DI PRODUZIONE IN SANITÀ

Dal recente monitoraggio dell’Agenas risulta che nel 2019 i costi totali di conto economico della sanità nelle Regioni italiane, suddivisi in costi della produzione e costi straordinari, sono stati 119,6 miliardi di euro. I costi di produzione, 118.8 miliardi, sono aumentati di 1,06 miliardi di euro +0.90% rispetto all’anno precedente. I costi straordinari sono circa 768.6 milioni di euro, in aumento del 14% rispetto all’anno precedente.

La quota maggiore dei costi di produzione è rappresentata dai costi del personale per 28.7 miliardi di euro, il 24% sul totale in aumento dell’1.78% rispetto al 2018; 20.3 miliardi per l’acquisto di beni corrispondenti al 17%, in aumento del 3.5%; le prestazioni da privato (specialistica, ospedaliera e altre prestazioni) pesano per il 17.2% in aumento del 1,1%; assistenza sanitaria di base pesa per il 5.5% in diminuzione dello 0.33% e la farmaceutica 5.4% in diminuzione del 7.7%.

Le Regioni che hanno contribuito all’incremento dei costi di produzione in misura maggiore sono Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Campania dove si è concentrato il 50% della variazione positiva in valore assoluto. In un allegato separato sono riportati anche i dati consuntivi di conto economico riclassificati del 2019 per le Aziende ospedaliere, le Aziende ospedaliere universitarie e gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico.

 

AGENAS – Monitoraggio della spesa sanitaria 2018-2019

https://www.agenas.gov.it/aree-tematiche/monitoraggio-e-valutazione/monitoraggio-della-spesa-sanitaria

FARMACIA & COVID

Durante la fase uno della pandemia la maggioranza dei farmacisti e quella dei cittadini intervistati ha riconosciuto che la farmacia ha avuto un ruolo di fondamentale importanza come presidio sanitario e anche come punto di riferimento a carattere sociale.

Le criticità riscontrate hanno riguardato diversi aspetti ma quella che ha creato notevoli difficoltà è stata la gestione a prezzo calmierato dei dispositivi di protezione individuale soprattutto quando si è reso necessario il ricorso a canali non convenzionali. I cittadini si sono trovati in difficolta sia per l’iniziale carenza, come lamentato dal 64% degli intervistati, sia per il sospetto di speculazioni, come riportato dal 36% dei casi.

Alcune novità introdotte possono diventare occasioni di opportunità, come ad esempio la ricetta elettronica che è considerata un vantaggio, nonostante alcune difficoltà tecniche, dal 66% dei farmacisti e dal 70% dei cittadini intervistati. L’89.6% dei farmacisti e il 90.4% dei cittadini intervistati ritiene che debba diventare una prassi consolidata.

Il 99% dei farmacisti sono disponibili a effettuare vaccinazioni antinfluenzali, come in altri Paesi europei, il 77.4% è per la somministrazione del vaccino anti-Covid ma la percentuale scende al 46.2% per le altre vaccinazioni. I farmacisti sono scettici sulle vendite on line (gradite come strumento nel post pandemia solo dal 27%), una posizione che, visti gli sviluppi del commercio di farmaci in USA con Amazon, nel lungo periodo si può rivelare controproducente.

Cittadinanza Attiva

https://www.cittadinanzattiva.it/comunicati/salute/13696-presentato-il-iii-rapporto-annuale-sulla-farmacia.html

FOCUS SUL SSN NELLA SECONDA ONDATA DELLA PANDEMIA

A partire dal n 28 è iniziata la raccolta e l’elaborazione dei dati relativi alla seconda fase della pandemia, con l’aggiunta anche di nuovi indicatori. In questo modo sarà possibile confrontare l’andamento della fase due iniziata a maggio con quella della fase uno e valutare le differenze.

Nell’ambito degli indicatori epidemiologici del rapporto Altems, una sezione è dedicata alla stima dei costi sanitari associati alla pandemia. L’esercizio di valutazione è complesso perché i DRG da utilizzare per le dimissioni di malati Covid-19 sono ancora in fase di definizione. Proseguendo il lavoro iniziato a marzo e aggiornato alle stime più recenti di fine luglio 2020, nella seconda fase e fino a questo momento, i costi a carico del servizio sanitario nazionale sono stimati in 657 milioni di euro.

Alle terapie intensive è associato un costo giornaliero di 1,425 euro, che è in corso di aggiornamento, per cui a fronte di 186mila giornate di degenza la spesa è stata di 265 milioni di euro. La spesa per tamponi viene stimata in poco più di 22 milioni di euro, ipotizzando un costo medio unitario per la realizzazione del tampone di 35 €.

Altems – Analisi dei modelli organizzativi di risposta al Covid-19 Instant REPORT#28

https://altems.unicatt.it/altems-covid-19

LA RESILIENZA DEI SISTEMI SANITARI IN EUROPA

Il primo capitolo del rapporto è dedicato alla resilienza dei sistemi sanitari durante la prima e gli inizi della seconda fase della pandemia. L’OCSE ritiene che la resilienza riguardi tanto il recupero e l’adattamento, quanto la prevenzione e l’evitabilità.

Associata alla crisi sanitaria sono seguite pesanti ripercussioni economiche, tanto più elevate quanto più duramente sono stati colpiti i Paesi coinvolti. Le misure di distanziamento sociale, predisposte in quanto considerate le uniche non farmacologiche come contrasto alla crisi sanitaria, sono state attuate in quasi tutti i paesi europei anche con diversi livelli di rigore.

La strategia testing-tracing-treating ritenuta fondamentale per interrompere la catena del contagio è stata implementata quasi ovunque con estrema lentezza. In alcuni Paesi le limitate capacità di test hanno ostacolato precoci test sulla popolazione su larga scala. La raccolta e disponibilità dei dati è considerata essenziale sebbene i dati raccolti regolarmente dalle cartelle cliniche elettroniche sono sottoutilizzati e invece potrebbero essere strumentali alle strategie di contenimento e mitigazione.

Il rapporto è corredato di dati, grafici e approfondimenti tematici. Viene delineato un quadro eterogeneo e in chiaroscuro sulla capacità di risposta dei sistemi sanitari europei.

 

OECD – Health at a Glance 2020

https://www.oecd-ilibrary.org/social-issues-migration-health/health-at-a-glance-europe-2020_82129230-en

BUONE PRATICHE PER UNA SPESA SANITARIA EFFICIENTE

La funzione di produzione in sanità ha come input risorse finanziarie e mediche e come output ha risultati di salute. Il sistema è efficiente se ottiene la massima riduzione della morbilità e della mortalità con un uso minore di risorse.

In particolare, l’efficienza in sanità è imperniata sul concetto di “evitabile” (in Italia esiste la banca dati MEV(i)): un uso minore di risorse significa evitare spese non necessarie mentre risultati di salute positivi significano evitare morbilità e mortalità. L’evitabilità è centrale nel dibattito sull’efficienza ed è stato ulteriormente affinato nei concetti di amenabilità e prevenibilità.

Si parla di mortalità amenabile se un decesso può essere evitato da un’assistenza sanitaria ottimale. La mortalità è prevenibile se viene evitata con azioni di salute pubblica che vanno a modificare gli stili di vita dei cittadini oppure con interventi indirizzati a migliorare fattori ambientali.

Nel rapporto OHE sono illustrati alcuni casi di studio di pratiche sanitarie nei Paesi UE e UK. Ad esempio, lo screening per la prevenzione dei tumori colon-rettali in Spagna nei Paesi Baschi è un caso di successo mentre quella in Francia nella regione di Parigi non lo è. Oppure per il trattamento della BPCO in Spagna e in Italia il coordinamento della salute è efficiente mentre in Germania lo è meno.

 

OHE – Opportunities to Increase Efficiency in Healthcare

https://www.ohe.org/publications/opportunities-increase-efficiency-healthcare#