Il Transition Report 2020-2021 della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS), ha focalizzato l’attenzione sul ritorno dello Stato nelle economie nei Paesi di interesse dell’istituto. Nel rapporto si analizzano le dimensioni e le capacità dello Stato nei Paesi BERS e si esamina il ruolo delle imprese e delle banche di proprietà statale mentre un capitolo a parte è dedicato al ruolo dello Stato nella transizione green. Un tema quanto mai attuale alla luce dei recenti orientamenti emersi anche nei Paesi industrializzati. (Leggi)
Eurostat ha diffuso i dati sul risparmio, sul reddito disponibile e i consumi delle famiglie in Europa del secondo trimestre del 2020. Il tasso di risparmio lordo è aumentato di 10.76 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Nello stesso periodo si è registrato un drastico calo dei consumi individuali -17.3% e del reddito disponibile -4.9%. Il fenomeno ha interessato quasi tutti i Paesi UE27 sebbene in misura diseguale per l’eterogeneità sia del tasso di risparmio preesistente sia della dinamica pregressa del reddito disponibile. (Leggi)
L’intervento del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco nel corso degli Stati generali delle pensioni dell’Università Bocconi di Milano è incentrato sui problemi di lungo periodo nella sostenibilità del debito pubblico e del sistema pensionistico. Nei paesi europei la crisi del debito sovrano ha lasciato una pesante eredità nei conti pubblici mentre l’invecchiamento della popolazione, solo in parte compensato da misure restrittive sull’età pensionabile, mette un’ipoteca sui sistemi pensionistici. La crisi da Covid ha ulteriormente inasprito il problema. (Leggi)
Il XV Meridiano Sanità Rapporto 2020 di Ambrosetti propone, alla luce delle esigenze pregresse del SSN e delle criticità emerse durante la prima fase dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia, alcune linee di azione per la sanità. Puntare sul settore delle Scienze della vita per rilanciare la crescita e competitività dell’Italia, incrementare il finanziamento alla sanità in una prospettiva intersettoriale e coordinata e riorganizzare il Sistema sanitario nazionale in relazione ai bisogni dei “cittadini-pazienti”. (Leggi)
Le notizie sull’imminente rilascio di un vaccino efficace contro il Coronavirus e i timori che i diritti di brevetto ne possano limitare l’accesso universale, ha ravvivato il dibattito sul tema. Gli ingenti investimenti per la ricerca di medicine innovative e la disponibilità di farmaci a basso costo sono due esigenze divergenti che, se sbilanciate, tendono a disincentivare la ricerca di nuovi farmaci e vaccini. Il paper “Optimal Patent Policy for Pharmaceutical Industry” formula una proposta per conciliare investimenti e massima diffusione dei nuovi farmaci. (Leggi)

LO STATO PIGLIATUTTO?
Nel diciannovesimo secolo la spesa pubblica si attestava a circa l’8% sul PIL mentre nel ventesimo secolo aveva raggiunto valori superiori al 40% (Italia 51.6% nel 1995) per gli interventi in scuola, sanità e redistribuzione dei redditi.
L’Europa ha vissuto un periodo di graduale diminuzione della presenza dello stato nell’economia a partire dalla seconda metà degli anni ‘90 per spinte che provenivano da più parti. L’orientamento prevalente dell’Unione europea ha costituito una poderosa spinta alla promozione della concorrenza, liberalizzazione dei mercati regolati e ridimensionamento della politica degli aiuti di stato. Nei Paesi delle economie di transizione il fallimento dei regimi basati sulla pianificazione costringeva al ripensamento dell’intero sistema economico in termini di economia di mercato e l’occupazione nelle aziende di stato è diminuita dal 45% della metà degli anni ‘90 al 24% del 2010.
Dopo un quarto di secolo, per il succedersi di crisi economiche e instabilità sempre più frequenti, è tornato tra i cittadini dei Paesi BERS (economie di transizione e di parte di quelli in via di sviluppo), il favore per un maggior intervento dello stato nell’economia. Nel Transition Report 2020-2021 il 45% della popolazione BERS è favorevole a livelli più elevati di proprietà statale e la crisi Covid-10 potrebbe aumentare il sostegno alla proprietà statale delle imprese e del sistema bancario.
EBRD – TRANSITION REPORT 2020-21
https://www.ebrd.com/news/events/transition-report-launch-the-state-strikes-back.html

CON L’INCERTEZZA AUMENTA IL RISPARMIO
Negli ultimi 20 anni un marcato incremento del tasso di risparmio sul reddito disponibile delle famiglie, rispetto al secondo trimestre dell’anno precedente, si era verificato solo in seguito alla grande crisi finanziaria del 2008 ma in misura minore di quanto è avvenuto nel corso di quest’anno. Tra i grandi Paesi dell’Area dell’euro in cui il tasso di risparmio è aumentato di più vi è la Germania +9.4 p.p., Spagna +13.7 p.p., Francia +11.3 p.p. e Italia +9.7 p.p.
Le famiglie italiane hanno incrementato il risparmio in misura minore delle famiglie di altri Paesi UE e partendo da un tasso più basso. Nel secondo trimestre 2019 il tasso di risparmio della Germania era 17.9%, Francia 20.7%, Spagna 17.4% e Italia 12.3%. Gli italiani negli ultimi 20 anni hanno risparmiato meno che nel ventennio precedente, periodo in cui il nostro Paese aveva uno dei tassi di risparmio più elevati tra quelli industrializzati.
Dopo la grande crisi finanziaria del 2008, il reddito disponibile in Italia ha continuato a diminuire fino al 2013. A partire da quella data è tuttavia aumentato a tassi inferiori rispetto ai Paesi selezionati (vedi figura) e negli ultimi sei anni anche la Spagna ha fatto meglio di noi. Fuori dall’UE, nel Regno Unito il tasso di risparmio delle famiglie è balzato di 21.7 p.p. mentre fuori dall’Area dell’euro la Svezia è l’unico Paese in cui il tasso di risparmio è diminuito di 0.7 p.p. ma a fronte di un dato di partenza elevato del 26%.
Nostra elaborazione su dati Eurostat
Eurostat – Impact of COVID-19 on household consumption and savings
https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-eurostat-news/-/DDN-20201110-2
LA FINANZA PUBBLICA ALLA PROVA DEL COVID
Come tornare a un livello del debito pubblico precedente alla pandemia. Il Governatore Visco formula uno scenario di crescita grazie al quale sarà possibile per l’Italia ritornare nel medio periodo al livello del debito pubblico di fine 2019.
Nell’ultima Relazione annuale si illustra uno scenario in cui il livello del debito pubblico pre-covid può essere raggiunto in 10 anni con un tasso di crescita medio dell’1.5% annuo, un avanzo primario che si stabilizza all’1.5%, un tasso di inflazione del 2%, il differenziale del rendimento decennale tra i titoli di debito pubblico italiani e tedeschi di 100 punti base (bps). Si tratta di un’ipotesi simile a quella contenuta nel NADEF 2020. Un tempo maggiore per il rientro si avrà nello scenario alternativo in cui, a parità delle condizioni precedenti, il tasso di crescita consolidato è dello 0.5% un l’avanzo primario è uguale a zero.
Quali sono le condizioni per tornare a una crescita dell’1.5%. Nel decennio 2023-2032 sarà necessario un contributo del lavoro alla crescita di 0.7 p.p. e del capitale di 0.8 p.p. Al contributo del capitale contribuirà di 0.1 p.p. l’intensità del capitale e la produttività totale dei fattori di 0.7 p.p.
L’obiettivo, in assenza della ripresa degli investimenti e di riforme strutturali, è arduo da raggiungere. Nel decennio 2008-2019 la produttività del capitale ha contribuito alla crescita di 0.1 p.p. con un contributo negativo della produttività totale dei fattori. L’ultima pubblicazione dell’ISTAT sull’argomento conferma che negli ultimi 25 anni la produttività italiana è stata stagnante, in particolare, il tasso di variazione della produttività totale dei fattori è stato uguale a zero.
Banca d’Italia – Covid shock, debito pensionistico e debito pubblico

RIORGANIZZARE LA SANITÀ DAL TERRITORIO
Le carenze emerse durante la pandemia hanno aperto il dibattito su quale sia l’assetto ottimale del SSN. L’invecchiamento della popolazione, con il carico di malattie non trasmissibili e cronicità, fa emergere nuove esigenze di salute: dalla Long Term Care, alla telemedicina, ai servizi alla persona.
Tra le criticità pregresse del SSN, che si sono amplificate durante la pandemia, vi è l’eterogeneità dei servizi sanitari regionali sia nell’erogazione deli LEA sia nella dotazione di posti letto sia in quella di personale sanitario, dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. A partire dal 1° gennaio dell’anno in corso, in sostituzione della griglia dei LEA, è operativo il Nuovo sistema di garanzia (NSG) un sistema di monitoraggio composto da 88 indicatori suddivisi per i 3 livelli di assistenza. Dai risultati delle simulazioni del NSG su dati del 2018 emergono profonde disparità di erogazione dei LEA disaggregate per i livelli di assistenza soprattutto in quelli distrettuali.
Secondo l’ultimo Meridiano della sanità, la riorganizzazione della sanità, sulla base di queste criticità, va formulata rivedendo il rapporto ospedale territorio in ottica value-driven ossia orientata alla salute e al benessere del paziente. Va anche riconosciuto e valorizzato il ruolo, rivelatosi centrale nella pandemia, delle farmacie, alle quali è dedicato un focus. Grazie alla loro azione sul territorio viene limitato il ricorso improprio al pronto soccorso e agli ospedali.
Ambrosetti – Meridiano Sanità Rapporto 2020
https://www.ambrosetti.eu/sanita/forum-meridiano-sanita-quindicesima-edizione/
BREVETTI E FARMACI, UN COMPROMESSO
Secondo uno studio recente (Wouters et al 2020) il lancio sul mercato un nuovo farmaco richiede investimenti che possono anche superare il miliardo di dollari. Il principio attivo, dopo la commercializzazione, è facilmente imitabile da altre aziende farmaceutiche e questo genera disincentivi soprattutto nella ricerca di vaccini. Si tratta di un fallimento del mercato che genera una perdita di benessere.
Per ovviare a questo fallimento del mercato si utilizza lo strumento dei diritti di brevetto grazie ai quali scopritore gode di diritti esclusivi temporanei. Alla scadenza l’accesso al farmaco può essere garantito a prezzi accessibili dalla genericazione. La situazione attuale è molto delicata perché la scoperta di un vaccino efficace contro il Coronavirus associato a un brevetto di lunga durata può incrementare il potere di mercato e limitare l’accesso dei Paesi poveri.
Nel paper di Saxell, Takalo e Izhak si individua una politica ottimale dei diritti di brevetto. In controtendenza a quanto sta accadendo oggi si propone che i governi accorcino la durata del brevetto sui farmaci ma di ampliarne la portata. Un obiettivo perseguibile concedendo brevetti sul prodotto invece che sul metodo, assegnando periodi più lunghi di mercato e di esclusività dei dati per categorie più ampie di nuovi farmaci e limitando le disposizioni per le licenze obbligatorie.
VoxEU – Optimal patent policy for pharmaceuticals: Balancing innovation and access to new drugs
https://voxeu.org/article/optimal-patent-policy-pharmaceuticals