Nel working paper dell’OCSE “Excess mortality: measuring the direct and indirect impact of COVID-19” viene avvalorata l’importanza della valutazione dell’impatto diretto e indiretto sulla salute dell’epidemia di Covid-19 al fine di gestire correttamente la salute pubblica e intraprendere opportune misure di policy. L’impatto indiretto non riguarda solo la sottostima dei decessi per Covid ma soprattutto la stima di quei decessi dovuti alle difficoltà dei sistemi sanitari nazionali a i bisogni sanitari della popolazione. (Leggi)

Il Fondo Monetario Internazionale (IMF), nel Regional Outlook dedicato al vecchio continente, analizza le prospettive dell’economia europea dopo gli interventi dei Governi, le politiche macroprudenziali delle Banche centrali e l’allentamento delle politiche fiscali da parte dell’Unione europea. Lo scenario si preannuncia cupo sia per la ripresa della Pandemia sia per alcuni nodi irrisolti quali il mancato accordo per la Brexit. Per queste ragioni secondo il Fondo è necessario mantenere ancora in vita le misure intraprese. (Leggi)

Il Patto di Stabilità e crescita (SGP) è un insieme di regole volto a garantire che le politiche di finanza pubblica di ciascun di Paese membro avvengano su un percorso sostenibile, nel medio e lungo periodo, e con politiche fiscali coordinate. Nel working paper “Numerical compliance with EU fiscal rules” viene illustrato un nuovo dataset, con copertura dal 1998 al 2019, in cui sono riportate le conformità e le deviazioni dei Paesi membri alle quattro regole principali del SGP (Regole del deficit, del debito, dell’equilibrio strutturale e della spesa). (Leggi)

La Società italiana di Health Technology Assessment (SIHTA) ha pubblicato il Position paper “Per un sistema italiano di Health Technology Assessment (HTA)” in cui si propone nel nostro Paese, a fronte delle frammentate esperienze regionali, la creazione di un ecosistema di HTA. La normativa ha generato un’architettura dalle competenze frammentate e senza coordinamento. Il sistema proposto è per il governo delle tecnologie sanitarie composto da un un’Agenzia italiana di HTA (AIHTA) e altre diramazioni a beneficio del SSN. (Leggi)

Nei Paesi avanzati, negli ultimi dieci anni si è assistito ad un sensibile invecchiamento della popolazione per gli effetti congiunti del calo della fertilità e della mortalità. Il fenomeno è particolarmente accentuato in Italia dove la quota degli ultrasessantacinquenni ha raggiunto il 23.2% nell’anno in corso. Nel paper “The Age-Productivity Profile: Long-Run Evidence from Italian Regions”, si analizza l’effetto causale diretto e indiretto tra invecchiamento e produttività. (Leggi)

IL COMPITO È ARDUO

Calcolare il numero delle vittime del Coronavirus per produrre delle statistiche confrontabili a livello internazionale può sembrare un compito semplice. L’esperienza maturata nella prima fase della pandemia ha dimostrato che nonostante la produzione quotidiana di statistiche, le stime della letalità da Covid-19 sono lungi dall’essere accurate.

Il numero dei decessi giornalieri per Coronavirus può aiutare a comprendere il trend ma l’accuratezza della rilevazione può variare in modo decisivo secondo i criteri utilizzati (non sono registrati ad esempio i decessi in casa). Le differenze nelle metodologie adottate rende arduo un confronto internazionale significativo. Per questa ragione, già dagli inizi della pandemia, l’attenzione degli studiosi e degli Istituti di statistica si è orientata verso la mortalità complessiva, scevra da gran parte delle criticità di rilevazione.

Confrontando la mortalità con quella attesa nel periodo è possibile calcolare l’eccesso di mortalità. Grazie a questo metodo si possono stimare sia i decessi diretti non registrati sia quelli indiretti, dovuti a cure rimandate o ritardate per il sovraccarico dei sistemi sanitari nazionali.

Nel picco della prima fase la mortalità in Spagna è aumentata del 60%, in Gran Bretagna del 56%, in Italia e in Belgio del 40% e in Germania del 5%. L’OCSE raccomanda miglioramenti metodologici nella rilevazione e l’ampliamento delle statistiche di mortalità a tutti i livelli.

OECD – Excess mortality: measuring the direct and indirect impact of COVID-19

https://www.oecd-ilibrary.org/social-issues-migration-health/excess-mortality_c5dc0c50-en

UNA RISPOSTA POLITICA SENZA PRECEDENTI

In Europa la risposta politica alla crisi causata dalla pandemia è stata senza precedenti e multiforme. La recessione è stata tre volte più severa di quella della crisi finanziaria globale (GFC). I paesi avanzati hanno subito nel secondo semestre 2020 una contrazione del prodotto del 40% annualizzato superiore di quello dei paesi emergenti.

Nonostante l’intensità della contrazione, nel secondo trimestre la produzione industriale aveva recuperato il 91% del livello pre-pandemia. Anche i consumi hanno raggiunto il 95% del livello di febbraio; nonostante ciò il Purchasing Manager Index indica che la ripresa nel terzo trimestre ha perso forza. Gli effetti sull’occupazione e sulla disoccupazione sono stati meno marcati di quanto avvenuto durante la GFC, sebbene gli effetti saranno evidenti solo nel tempo.

Gli interventi hanno riguardato più livelli. Nel breve termine un mix di politiche macroeconomiche ha garantito sostegno fiscale alle imprese, stabilità delle finanze pubbliche e rafforzamento del sistema finanziario. Nella seconda ondata sarà cruciale calibrare nuovi interventi restrittivi delle attività economiche.

Le evidenze dicono che i Paesi che hanno rilasciato più gradualmente le restrizioni, hanno recuperato l’attività economica allo stesso ritmo salvando un numero maggiore di vite umane. Con perdite all’attività economica sostanzialmente lineari e funzioni delle infezioni esponenziali rispetto al tempo, potrebbe esserci un premio sulle azioni precoci in risposta a nuovi picchi.

IMF – Regional Outlook: Europe

https://www.imf.org/en/Publications/REO/EU/Issues/2020/10/19/REO-EUR-1021

L’ITALIA E IL PATTO DI STABILITÀ E CRESCITA

L’Italia ha un rapporto difficile con il SGP: è quanto emerge dal dataset sulla “compliance” dei Paesi europei.

Nella regola del deficit un Paese è considerato conforme se l’indebitamento netto delle AP è uguale o superiore a -3% o con deviazioni dello 0,5% del PIL nel caso la soglia sia superata. L’Italia negli anni 1998-2019 è stata conforme il 68.2% (ossia in 15 anni su 22), superiore alla media EU28 di 64.3%.

Nella regola del debito un Paese è considerato conforme se il rapporto debito su PIL è inferiore al 60% oppure, se superiore, se è diminuito dello 0,05% negli ultimi 3 anni. L’Italia è stata conforme solo il 4.5% (ossia solo una volta nel 1999) a fronte della media EU del 69.5%.

L’aspetto più importante è che negli ultimi 20 anni il livello debito/PIL è stato ben al di sopra della soglia che ne garantiva una diminuzione di 1/20 nei 3 anni. Nella regola dell’equilibrio strutturale un Paese è considerato conforme se il saldo di bilancio strutturale delle AP è pari o superiore all’obiettivo a medio termine (MTO). L’Italia ha avuto risultati conformi nel 27.8% contro una media del 45.5%.

Nella regola della spesa (spesa primaria inferiore o uguale alla media decennale del tasso di crescita nominale del PIL potenziale al netto di quanto richiesto dalla regola dell’equilibrio strutturale), infine, il nostro Paese è stato conforme solo il 18.2% delle volte con una media europea del 40.3%.

European Commission – Numerical compliance with EU fiscal rules

https://ec.europa.eu/info/publications/study-numerical-compliance-eu-fiscal-rules-compliance-database-secretariat-european-fiscal-board_en

UN’AGENZIA PER L’HEALTH TECHNOLOGY ASSESSMENT

La proposta SIHTA è finalizzata a superare gli ostacoli che hanno impedito all’HTA, previsto dalla normativa e nei documenti di indirizzo e programmazione delle istituzioni già da molti anni, di influire in modo concreto nell’ambito del governo e nell’innovazione delle tecnologie sanitarie.

Sono quattro i punti cardine della proposta articolata secondo un’articolazione nazionale-regionale-locale: istituzione di un’Agenzia italiana di HTA (AITA) che si occupi di tutte le tecnologie sanitarie; istituzione dei Nuclei regionali di HTA (NRHTA), per riunire le competenze e raccogliere le esigenze delle strutture nei territori; istituzione di Unità ospedaliere di HTA (UOHTA) e, infine, istituzione di Centri collaborativi (CC) di supporto alle attività di AITA e NRHTA.

Un sistema  così strutturato può adottare più efficacemente, tramite un’attività di valutazione a più livelli, le istanze dei portatori di innovazione, dell’industria e del personale medico e avere un ruolo più influente nella programmazione, nella commissione LEA e nel procurement.

Agenas ha replicato a SIHTA con una nota dettagliata in cui si riconoscono le criticità dell’assetto attuale ma ricordando che ha svolto nel settore un ruolo importante con metodologia rigorosa riconosciuta anche a livello internazionale, prima dell’istituzione della Cabina di Regia per l’HTA nel 2015 facente capo al Ministero della salute di cui è organismo di supporto.

SIHTA – Per un sistema italiano di Health Technology Assessment (HTA)

https://www.sihta.it/web/position-paper-sihta/

INVECCHIAMENTO E PRODUTTIVITÀ

In Italia dalla seconda metà degli anni 90 la produttività del lavoro è stagnante. Inoltre, la Banca d’Italia stima, il divario territoriale di produttività tra il Centro Nord e il Mezzogiorno nell’ordine del 20%. Il rallentamento della produttività si sta verificando anche in altri Paesi industrializzati, sebbene in misura minore del nostro.

In letteratura, tra le determinanti causali di maggior impatto, è stato individuato l’invecchiamento della popolazione. L’impatto aggregato della demografia sulla produttività è molto più forte della relazione individuale tra esperienza lavorativa e salari (equazione di Mincer). L’analisi empirica utilizza le serie storiche e la variazione trasversale nella struttura per età della popolazione in età lavorativa nelle regioni italiane tra il 1981 e il 2011.

Dai risultati dell’analisi è possibile cogliere le tendenze in atto. Tra il 2000 e il 2019 nella popolazione italiana in età lavorativa si è avuto un forte aumento delle coorti dai 45 ai 60 anni, a scapito di quelle più giovani 25-40. A questo cambiamento demografico è associato una diminuzione media annua dell0 0.7% (-12,5% nel periodo). Nelle proiezioni 2019-2030 l’aumento delle coorti 55-64 a danno di quelle 40-52 le stime indicano una perdita di produttività del lavoro pari al -1,5% all’anno entro il 2030.

 

CReAM – The Age-Productivity Profile:Long-Run Evidence from Italian Regions

https://www.cream-migration.org/publicationsdiscussionpapers.php?year=2020