Il Governo italiano ha trasmesso alla Commissione europea il Documento Programmatico di Bilancio (DPB) 2021. Il documento contiene il disegno di legge del bilancio di previsione dello Stato per il 2021 e il bilancio pluriennale 2021-2023. Tra gli interventi più rilevanti vi è lo stanziamento di 4 miliardi di euro per la sanità, il taglio del cuneo fiscale per i redditi superiori a 28mila euro, l’istituzione di un fondo di 4 miliardi a sostegno dei settori produttivi più colpiti dalla crisi, il finanziamento del TPL e dalla scuola. (Leggi)

Il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato il primo capitolo del Global Financial Stability Report (GFSR) di ottobre. Gli interventi straordinari dei governi e delle banche centrali hanno garantito il flusso del credito all’economia, evitando nel breve termine, crisi a livello macroeconomico e finanziario. La situazione finanziaria sta peggiorando in alcuni Paesi sia per le imprese non finanziarie che si sono indebitate per fare fronte alla carenza di liquidità, sia per i debiti sovrani che sono aumentati per gli interventi di sostegno all’economia. (Leggi)

Il Bollettino economico n. 4 della Banca d’Italia fa il punto sulla congiuntura italiana nel 3° trimestre dell’anno in corso. È prevista una crescita del PIL del 12% grazie alla ripresa sostenuta dell’industria mentre le prospettive dei servizi sono ancora incerte nonostante il settore turistico abbia mostrato segni di ripresa durante la scorsa estate. Per effetto delle misure adottate dal Governo peggiorano i saldi di finanza pubblica: l’indebitamento netto sarà il 10.8% sul PIL mentre il debito pubblico su PIL arriverà al 158%. (Leggi)

Il Centro CREA Sanità ha pubblicato l’ottava edizione delle “Performance regionali” dei Sistemi sanitari regionali (SSR). Il rapporto si pone l’obiettivo di “di fornire una valutazione delle opportunità di tutela della propria salute di cui i cittadini dispongono, in funzione della loro residenza”. Il risultato è un quadro multidimensionale e sinottico dei SSR costruito sulla base del giudizio di un Panel composto da 93 componenti appartenenti a diverse categorie di stakeholder e di varia provenienza geografica. (Leggi)

Nuovi contributi nel dibattito sui trasferimenti pubblici al Mezzogiorno e la contabilità territoriale. Lo SVIMEZ risponde a una nota dell’Osservatorio dei conti pubblici italiani in cui sollevavano obiezioni sulla plausibilità delle grandezze per la presenza di distorsioni metodologiche. Nello studio dell’Associazione romana si stima uno “scippo” del Nord di 60 miliardi perpetrato ogni anno ai danni del Mezzogiorno. Nella replica lo SVIMEZ sostiene che la contabilità territoriale non va utilizzata per rivendicazioni ma per conoscere. (Leggi)

RISORSE (SCARSE) ALLA SANITÀ

Nel DPB 2021 vengono rivisti alcuni saldi di finanza pubblica rispetto al NADEF 2020. L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche per il 2020 è previsto al 10.5%, 0.3 p.p. in meno rispetto a quanto stimato nel NADEF.

Il miglioramento è dovuto a informazioni sopraggiunte dopo la redazione del NADEF che indicano un minor utilizzo di risorse e maggiori entrate per circa 5.8 miliardi di euro. Le previsioni per il 2021 e per il 2022 restano inalterate (rispettivamente -5.7% e -4.1%).

Il quadro macroeconomico programmatico tiene conto del completo utilizzo dei fondi del Recovery Plan pari al 70% delle risorse stanziate. La crescita prevista nel biennio 2021-2022 del quadro macroeconomico programmatico è più elevata di quella del quadro tendenziale. Il differenziale dipende dall’effetto degli investimenti fissi lordi.

Tra le misure discrezionali delle Amministrazioni pubbliche vi è un finanziamento di 4 miliardi di euro, con effetto immediato, alla sanità a incremento del Fondo sanitario nazionale, costituzione di un fondo per l’acquisto di vaccini e per altre esigenze correlate all’emergenza Covid. Un finanziamento esiguo e insufficiente per fronteggiare l’attuale emergenza della seconda ondata.

I quasi 37 miliardi del prestito MES, a tasso zero, avrebbero consentito al nostro Paese di affrontare meglio la seconda fase dell’emergenza sanitaria e di rafforzare il SSN con un sistema di tracciamento più efficace, più posti letto di terapia intensiva e unità di personale aggiuntive.

MEF – Documento Programmatico di Bilancio 2021

https://www.mef.gov.it/inevidenza/Trasmesso-alla-Commissione-Ue-il-Documento-Programmatico-di-Bilancio-2021/

A RISCHIO PAESI E IMPRESE

Le società non finanziarie dei Paesi avanzati e di quelli emergenti hanno affrontato la crisi economica da pandemia con livelli di indebitamento già molto alti. Tra i 29 Paesi con economie di importanza sistemica (S29), 12 di essi avevano alta o medio-alta vulnerabilità nel settore aziendale vicina all’80% (in termini di PIL).

In seguito alle misure di contenimento, il cash flow delle imprese è drasticamente diminuito, con quelle più vulnerabili in maggiore difficoltà. Grazie all’allentamento delle condizioni finanziarie si è assistito a un incremento delle emissioni obbligazionarie. Per il perdurare della crisi sanitaria le pressioni sulla liquidità si possono trasformare in insolvenza. Sono più esposte le piccole e medie imprese sia perché hanno un insufficiente finanziamento azionario sia perché è la dimensione tipica dei settori a contatti più intensi (turismo, ristorazione, servizi).

Il rischio resta elevato anche sul fronte del debito sovrano. Dei 29 Paesi considerati 10 hanno superato il livello di 100% del PIL, raggiungendo valori storicamente da record. Per il perdurare della pandemia è probabile anche un marcato incremento delle passività potenziali, elevate per alcuni Paesi europei. I Paesi avanzati riusciranno a stabilizzare il rapporto debito PIL mentre quelli emergenti incontreranno difficoltà di ordine fiscale legate all’incremento del rapporto tra servizio del debito e gettito fiscale.

IMF – Global Financial Stability Report October 2020

https://www.imf.org/en/Publications/GFSR/Issues/2020/10/13/global-financial-stability-report-october-2020

NEL TERZO TRIMESTRE CRESCITA RECORD

In un quarto trimestre caratterizzato da grande incertezza per la ripresa dell’epidemia nel Paese, la Banca d’Italia, nell’ultimo Bollettino economico, dedica un focus alle stime preliminari dei dati congiunturali del trimestre precedente.

Viene ipotizzata una crescita del PIL del 12%; la ripresa va oltre le aspettative anche se il valore è insufficiente a recuperare il prodotto perso dall’inizio dell’anno. La produzione industriale è stimata in aumento del 30% recuperando così la perdita subita dall’inizio dell’anno (ad agosto + 7.7% rispetto al mese precedente).

Tra gli operatori era atteso un miglioramento congiunturale: nell’Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita, la percentuale delle aziende che si aspetta un miglioramento della situazione economica è aumentato di 27 p.p. rispetto alla rilevazione precedente (3%).

Il settore dei servizi, sebbene sia stato quello più duramente colpito dalla crisi, con un crollo del valore aggiunto nel secondo semestre del 20%, ha contribuito positivamente alla ripresa. Hanno contribuito le riaperture di alcune attività e l’andamento del turismo interno. Ha pesato negativamente il turismo internazionale con la spesa dei turisti stranieri in decisa contrazione rispetto all’anno precedente soprattutto a giugno (oltre -75%).

Banca d’Italia – Bollettino Economico n. 4 – 2020

https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/bollettino-economico/2020-4/index.html

L’INSIDIA DEGLI INDICATORI

Il ranking dei SSR a cura del CREA è costruito dalla combinazione un set di indicatori suggeriti da un Panel di stakeholder scelti tra esperti del settore suddivisi per categorie e territori. Le dimensioni dell’analisi sono cinque: equità sociale, esiti, appropriatezza, innovazione ed economico-finanziaria.

I pesi delle dimensioni, scelti sempre dal Panel, sono 40.9% per la a dimensione economico-finanziaria, 19.9% per quella sociale, 19.7% per gli esiti, 11.6% per l’appropriatezza e 7.9%. Sono stati selezionati 15 indicatori, 3 per ciascuna dimensione, tra quelli di maggior consenso all’interno del Panel (70% di voti uguali o superiori a 7 in una scala da 1 a 9). Le performance dei SSR delle Regioni e Provincie autonome vengono ordinate in base ad un indice composito ricavato dagli indicatori selezionati.

A nostro avviso il risultato non è significativo né generalizzabile, perché la metodologia, basata su giudizi soggettivi, non garantisce robustezza ai risultati. La pubblicazione offre comunque un contributo articolato al dibattito sulla valutazione delle performance dei sistemi sanitari. Alcuni commentatori fanno notare come il ranking CREA non corrisponda al risultato di altri sistemi di valutazione della performance anche con evidenti discrepanze evidenziando che i numerosi coni d’ombra ne diminuirebbero la pretesa scientifica.

CREA – “LE PERFORMANCE REGIONALI” – VIII edizione

https://www.creasanita.it/index.php/it/ssr-ultima-edizione

NON PIÙ DIPENDENZA MA INTERDIPENDENZA

Il documento giudica infondate le critiche dell’OCPI sulla robustezza dei dati SVIMEZ che documentano lo squilibrio nella redistribuzione di risorse tra le diverse aree del Paese. Secondo l’Osservatorio milanese spesa pro-capite della PA, non allargata, rettificata per le parità di potere d’acquisto e al netto delle pensioni sarebbe più elevata al Mezzogiorno che nel Centro Nord.

Secondo lo SVIMEZ il settore pubblico allargato va considerato nei calcoli per comprendere appieno l’evoluzione della finanza pubblica nel Paese. Nel 2018 la spesa pro-capite per le industrie pubbliche locali è stata di 1.336 euro al Nord e di 491 euro nel Mezzogiorno. Da tempo l’Associazione romana sostiene la tesi della cittadinanza limitata per i cittadini e gli imprenditori del Mezzogiorno dovuta all’insufficienza e alla bassa qualità dei servizi pubblici (in particolare sanità, trasporti, assistenza e istruzione).

Grazie alla ripresa degli investimenti pubblici che sarà possibile attivare con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) potrà essere valorizzata l’interdipendenza (e non la dipendenza) tra il Nord e il Sud del Paese. Va fatto notare che sebbene la spesa pro-capite per i servizi della PA nel Mezzogiorno sia inferiore alle altre aree del Paese, la spesa sul PIL è di gran lunga superiore. Ad esempio, la spesa sanitaria sul PIL che nel 2017 nel Mezzogiorno era di 9.46% al Nord era di 5.44% e al Centro 6.08% e in Italia 6.47% (fonte ISTAT HFA).

SVIMEZ – NOTA_OCP-def-14ottobre-def