Il Consiglio dei Ministri nella riunione del 5 ottobre 2020 ha approvato la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2020. Il documento definisce l’ambito di finanza pubblica della prossima legge di bilancio. Tra le misure più importanti vi sono interventi di breve periodo a sostengo dell’economia, valorizzazione delle risorse del NGEU e un’ampia riforma fiscale basata sul contrasto all’evasione e sulla “riforma del sistema delle detrazioni e dalla tassazione ambientale.” (Leggi)
L’ISTAT ha rivisto le stime del PIL degli anni 2018 e 2019 dei conti trimestrali. In seguito alla revisione le stime della contrazione del PIL nel secondo trimestre 2020 di -12.8% congiunturale e -17.7% tendenziale del 21 agosto sono state rettificate rispettivamente in -13,0% e -18,0%. Nella stessa giornata è seguita la pubblicazione del Conto trimestrale delle Amministrazioni Pubbliche. Nel secondo trimestre peggiorano tutti gli indicatori di finanza pubblica: indebitamento netto delle AP + 10.3% sul PIL; saldo primario -5.9%, in aumento la pressione fiscale. (Leggi)
L‘I-Com Istituto per la competitività ha pubblicato l’annuale rapporto sulla Sanità dedicato al rilancio del SSN dopo la pandemia. l’Istituto ritiene che, per una nuova centralità del SSN, sono necessari interventi mirati a rendere più efficace l’organizzazione della sanità e della governance farmaceutica. La base su cui sviluppare le riforme sono sia le criticità emerse durante la pandemia sia le azioni intraprese anche nell’ambito dell’industria farmaceutica. (Leggi)
La crisi economica ha colpito in modo diseguale le economie dei Paesi EU. Un policy contribution di Bruegel a cura di A. Sapir indaga sui quali fattori abbiano provocato risultati così differenti. L’analisi è focalizzata su livello del debito pubblico, durezza del lockdown, struttura dell’economia e qualità della governance. Tra questi elementi solo il debito pubblico non ha avuto un ruolo effettivo per l’efficacia del programma di acquisti della BCE durante l’emergenza sanitaria. (Leggi)
Il ritorno dello Stato nell’economia durante la pandemia ha rappresentato solo l’accelerazione di un processo già in atto da qualche anno in seguito alla grande crisi finanziaria del 2007-2009. È quando sostiene il volume di A. Saravalle e C. Stagnaro “Contro il sovranismo economico” edito da Rizzoli. Le ricette economiche di chi invoca più stato, meno Europa, più campioni nazionali e meno commercio internazionale sono un déjà vu di politiche già rivelatesi in passato fallimentari. (Leggi)

IL GOVERNO ALLA PROVA DEI FATTI
Nella Nota di aggiornamento al DEF 2020 la contrazione tendenziale del PIL reale prevista è del 9%, 1 p.p. in meno rispetto al DEF 2020 dello scorso aprile. Le previsioni degli istituti di ricerca e le istituzioni internazionali non sono altrettanto rosee. Secondo l’ISTAT con i dati al secondo trimestre la variazione acquisita per il 2020 è di -14.8% e secondo la Commissione europea la contrazione del PIL nel 2020 sarà dell’11.2%.
Nello scenario tendenziale i saldi di finanza pubblica sono previsti in peggioramento rispetto al DEF 2020. In particolare, l’indebitamento netto delle AP è previsto 10.8% in deciso peggioramento rispetto all’1.6% dell’anno precedente, 0.4 p.p. in più rispetto alla previsione validata dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio ad aprile.
Gli obiettivi della politica di bilancio del governo per il 2021-2023 sono di sostegno all’economia duramente colpita dalla crisi sanitaria. Sostegno ai lavoratori e alle imprese maggiormente colpite dalla crisi e realizzazione di un vasto programma di investimenti che valorizzi le risorse messe a disposizione dal NGEU. Nel lungo periodo l’obiettivo principale è anche un’ampia riforma fiscale, a partire dal 2022, coordinata con un assegno universale per i figli.
Nell’affannoso reperimento di risorse va segnalato che Quota 100 avrà effetti duraturi sul bilancio dello Stato: al termine del piano nel 2023, la spesa pubblica per pensioni sarà più elevata di 0.8 p.p. sul PIL rispetto al 2019. Si tratta di risorse che avrebbero potuto essere impiegate a sostegno degli ambiziosi obiettivi di politica fiscale.
https://www.mef.gov.it/documenti-pubblicazioni/doc-finanza-pubblica/index.html#cont2
SALE L’INDEBITAMENTO NETTO DELLE AP
Nel secondo trimestre del 2020 l’indebitamento delle Amministrazioni Pubbliche (AP) è aumentato sensibilmente rispetto all’anno precedente arrivando al 10.3% sul PIL. Il valore cumulato per il primo semestre è del 10.0%.
Le uscite correnti sono aumentate del 7.1% in termini tendenziali e del 7.3% rispetto al trimestre precedente soprattutto per il forte incremento della componente delle prestazioni sociali in denaro (+14.3%) a fronte di una diminuzione del 3.2% della spesa in conto capitale (gli investimenti fissi lordi si sono contratti del 14.2%).
Le entrate correnti totali sono diminuite dell’11.5% in termini tendenziali mentre quelle in conto capitale del 22%. Il saldo primario (saldo tra entrate e uscite correnti al netto degli interessi passivi) sul PIL è, per il primo semestre, del 6.3% e il saldo corrente (saldo tra entrate e uscite correnti).
Contestualmente l’ISTAT ha rilasciato una revisione delle stime trimestrali del PIL per gli anni 2018 e 2019 che ha comportato la revisione retroattiva della corrispondente serie storica. Su questa nuova base le stime del PIL per l’anno corrente sono state riviste al ribasso, rispetto al comunicato dello scorso agosto, sia in termini tendenziali di -0.3 p.p. sia in termini congiunturali di -0.2 p.p., così come la variazione acquisita per l’anno in corso di -0.1 p.p.
ISTAT – Conti economici delle AP e dei settori istituzionali
ISTAT – Conti economici trimestrali

RIFORMARE LA GOVERNANCE DEL SSN
La crisi sanitaria in corso ha fatto emergere alcune importanti criticità nel SSN. Dopo 15 anni di politiche di efficientamento della spesa sanitaria pubblica, che hanno quasi annullato il deficit delle Regioni, restano numerose questioni irrisolte.
Alcune di esse hanno limitato la velocità di intervento agli inizi della crisi sanitaria. Nel comparto ospedaliero ha pesato il numero esiguo sia dei posti letto ordinari sia di terapia intensiva. In quello dell’assistenza sanitaria territoriale ha pesato il taglio di risorse ad essa dedicata nella gran parte delle Regioni. Le Regioni dove la rete territoriale non ha subito drastici ridimensionamenti hanno affrontato meglio l’emergenza.
Nonostante i decreti Cura Italia e Rilancio abbiano previsto risorse aggiuntive, alcune importanti tematiche vanno affrontate in modo strutturale. Ripensamento del Regionalismo differenziato, che nel settore della sanità, ha prodotto eterogeneità nei SSR sia nell’offerta sia nella qualità delle prestazioni.
Superare il modello compartimentale del SSN e puntare a un’organizzazione che privilegi il modello dell’assistenza territoriale integrata. Migliorare la governance farmaceutica. Durante l’epidemia sono state implementate numerose misure efficaci (per esempio l’impulso alla telemedicina) ed è necessario, secondo il Rapporto partire soprattutto da queste.
ETEROGENEITÀ DELLA CRISI TRA I PAESI EU
La crisi sanitaria ha avuto impatti profondamente diversi nelle economie dei Paesi EU. Nel primo semestre del 2020, ad esempio, il PIL della Germania si è contratto dell’11.5% mentre quello della Spagna del 23%.
Un’analisi dell’Osservatorio conti pubblici italiani ha esaminato le cause di questa eterogeneità, focalizzando l’attenzione sul numero dei decessi e sul conseguente “effetto paura” che, per le incertezze sulla salute e sul futuro lavorativo, ha contratto i consumi privati più di quanto non si sarebbe avuto con il solo lockdown.
Il policy contribution di A. Sapir indaga se l’entità della contrazione economica sia dipesa dal livello del debito pubblico sul PIL precedente alla pandemia. L’analisi mostra che i fattori che spiegano le differenze nello shock economico sono la rigidità del lockdown, la qualità della governance e la percentuale del turismo sul PIL ma non il livello del debito pubblico preesistente.
Questo risultato suggerisce che il Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP) della BCE varato lo scorso marzo è stato efficace. Il problema della qualità della governance affligge soprattutto i Paesi dell’Europa del sud che per questo sono meno resilienti alle crisi dei Paesi del nord Europa.
Sulla base di queste evidenze è necessario riflettere su come spendere al meglio le risorse del Recovery and Resilience Facility (RRF) allocando i fondi tra programmi per una rapida ripresa e tra quelli che aumentano la resilienza in modo differenziato tra Paesi secondo le rispettive caratteristiche.

IL PREPOTENTE RITORNO DELLO STATO
Le misure di policy di sostegno all’economia nei vari Paesi prevedono un intervento massiccio dello Stato in tutti i settori economici soprattutto in quelli ritenuti di interesse strategico. Le imprese che hanno la produzione ferma ricevono liquidità, vi sono sussidi per i lavoratori autonomi e liberi professionisti, cassa integrazione e divieto di licenziamento per i lavoratori.
Secondo gli autori Saravalle e Stagnaro è come se il Coronavirus avesse agito da catalizzatore di una tendenza che era già in atto dalla grande crisi finanziaria. In risposta alle incertezze economiche da parte di forze politiche definite sovraniste viene vagheggiato il ritorno a un “piccolo mondo antico” in cui lo stato era azionista delle più importanti imprese del Paese (e nel caso dell’esperienza italiana anche delle banche).
In risposta al malessere diffuso del cosiddetto ceto medio, la politica propone meno Europa e meno globalizzazione, in fuga dal villaggio globale e contro il consensus liberale. Ciò nonostante vi siano numerose evidenze a favore della globalizzazione perché, ad esempio, la percentuale della popolazione mondiale che vive sotto la soglia di povertà assoluta (1.90 $ al giorno) sia diminuita dal 28.6% del 1999 al 9.9% del 2015.
Ma le ricette economiche sovraniste si sono già dimostrate fallimentari nel tempo (in Italia il settore chimico, Alitalia) e non è il caso in questo difficile contesto di ripetere nuovamente l’esperienza.
A. Saravalle e C. Stagnaro – Contro il sovranismo economico
https://rizzoli.rizzolilibri.it/libri/contro-il-sovranismo-economico/