È stato pubblicato il VII Rapporto della Ragioneria Generale dello Stato sul monitoraggio della spesa sanitaria in Italia. Nel 2019 la spesa sanitaria corrente secondo la contabilità nazionale è stata di circa 115.5 miliardi di euro con un incremento del dell’1.4% rispetto all’anno precedente. Il rapporto Spesa sanitaria sul PIL è di 6.4%. Il finanziamento ordinario del SSN è stato di circa 114.5 miliardi di € con un disavanzo di 974 milioni di euro. I risultati economici delle Regioni indicano una spesa di conto economico 117.4 miliardi di euro mentre dalla somma dei risultati di esercizio il disavanzo è poco meno di 1.1 miliardi di euro. Secondo la RGS esistono ancora margini per un maggior efficientamento della spesa. (Leggi)

Un paper Bruegel affronta un tema di fondamentale importanza per il finanziamento dell’UE. Per la prima volta nella storia l’Unione europea si è indebitata per sostenere gli stati membri nella crisi da Covid-19. Sarà necessario individuare nuove fonti di finanziamento per il budget europeo. Sul banco vi sono numerose proposte ma probabilmente gran parte delle risorse proverrà dal Sistema per lo scambio delle quote di emissione dell’UE (ETS UE) il primo e più esteso mercato mondiale di CO2. (Leggi)

A momento è molto difficile quantificare il costo sanitario di un paziente covid-19 per diversi motivi. Un articolo di Quotidianosanita fa il punto sull’esperienza italiana e internazionale. Se in Europa l’approccio è stato quello di individuare il percorso di cura e di ricovero, negli USA la misurazione avviene sulle ore di ventilazione. Per il nostro paese vengono individuate alcune criticità insite nelle procedure di acquisto dei dispositivi medici. (Leggi)

Uno studio francese, ancora in fase di revisione, ha individuato una relazione positiva sorprendente tra la percentuale della spesa sanitaria sul PIL e i decessi cumulati da covid-19 in 31 Paesi europei. La relazione si conferma anche nei modelli econometrici ponderati per le diverse variabili esplicative: indicatori sanitari (stato di salite individuale e risorse sanitarie), velocità di circolazione del virus e condizioni socioeconomiche. (Leggi)

Il livello del debito pubblico italiano nel 2019 è aumentato anche per una revisione tecnica dell’Eurostat che ha introdotto nuovi criteri di calcolo del debito pubblico in base ai quali vanno inclusi anche i buoni postali fruttiferi divenuti debito diretto dello Stato a partire dal 2003 quando la Cassa depositi e prestiti è stata privatizzata. La serie storica è stata rivista retroattivamente a partire dal 2004 con incrementi medi del rapporto debito PIL di 3/3.5 p.p. con una punta di 5 p.p. nel 2004. Per la natura della revisione non si è registrato un incremento del disavanzo. (Leggi)

UNA SPESA NON ANCORA EFFICIENTE

Tra il 2015 e il 2019 la spesa sanitaria pubblica corrente di Contabilità Nazionale (CN) è cresciuta ad un tasso medio dell’1.2% mentre il PIL nominale è cresciuto dell’1.9%. Per questi effetti la spesa sanitaria pubblica sul PIL, nel quinquennio considerato, si è stabilizzata intorno al 6.4/6.6%.

Nello stesso periodo il finanziamento è aumentato in media dell’1.1% lasciando pressoché inalterato il rapporto tra spesa sanitaria e finanziamento intorno a 1. Anche le componenti della spesa di CN sono abbastanza stabili nell’ultimo quinquennio: Redditi da lavoro dipendente (31.9%), Consumi intermedi (30.2%), Farmaceutica convenzionata (6.5%), Assistenza medico-generica da convenzione (5.8%), Altre prestazioni sociali in natura da privato (22.8%) e Altre componenti di spesa (2.7%).

Le uniche variazioni di rilevo sono quelle della spesa Farmaceutica convenzionata che è diminuita di un punto percentuale e dei Consumi intermedi aumentati di un punto percentuale rispetto al 2015 (+0.3% rispetto all’anno precedente). Per quest’ultima categoria, sebbene il trend sia crescente negli ultimi 5 anni, il tasso di crescita è in diminuzione (dal 4.2 del 2016 allo 0.3% del 2019).

Hanno concorso a questo risultato l’introduzione dei prezzi di riferimento, la rimodulazione del tetto di spesa dei farmaci acquistati direttamente del 6.89% del Fabbisogno sanitario e di altre riduzioni, tetti di spesa (gas medicinali, Dispositivi medici) e meccanismi di recupero (pay-back farmaceutico).

RGS – Spesa sanitaria – Anno 2020

http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/attivita_istituzionali/monitoraggio/spesa_sanitaria/index.html

UE: CO2 PER NEXT GENERATION EU

L’attuale sistema di finanziamento del budget EU si basa su contributi in base al Prodotto Nazionale Lordo che rappresenta il 70% del finanziamento totale (78.6 miliardi di euro nel 2017). È un meccanismo trasparente in linea con il principio di sussidiarietà ma la percezione nel dibattito politico è focalizzato sui costi e non sui benefici.

Di conseguenza il budget UE è considerato in termini di saldo netto e non invece come un valore aggiunto. In seguito alla decisione di lanciare il programma Next Generation EU per il quale l’Unione europea ricorre all’indebitamento, vi è la necessità di reperire nuove risorse di finanziamento. La fonte che in questo momento è considerata la più ottimale è il mercato della CO2 (ETS).

Le alternative all’ETS appaiono meno efficaci: ad esempio il Carbon border adjustment mechanism è pensato più per bilanciare gli squilibri di emissioni tra Paesi, che nascono soprattutto quando le aziende trasferiscono la produzione in paesi che sono meno rigidi sulle emissioni, che a generare entrate mentre sulla tassa sulle transazioni finanziarie non c’è ancora un accordo.

Altre proposte quali la digital tax o l’imposta societaria minima sono stati formulati a livello di Paesi OCSE. Le entrate degli ETS saranno sufficienti a ripagare il debito contratto per il NGE, in uno scenario verosimile si stimano entrate per 800 milioni di euro fino al 2050 e fino a 1.5 trilioni nel caso venga incrementato il campo di applicazione.

Bruegel – Financing the European Union: New Context, New Responses

https://www.bruegel.org/2020/09/financing-the-european-union-new-context-new-responses/

I COSTI SANITARI DELLA COVID

L’ostacolo principale nel calcolo del costo di degenza di un paziente Covid-19 è la mancanza del Diagnosis-Related Group (DRG) di riferimento che saranno disponibili solo quando la situazione sarà tornata alla normalità. I sistemi sanitari europei per definire i costi hanno individuato il percorso di cura e di ricovero del paziente Covid e lo hanno raggruppato per intensità di cura: bassa, media e alta.

Negli Stati Uniti sono stati presi in considerazione anche altri parametri quali il totale delle ore di ventilazione di ventilazione meccanica: nessuna, da 24 a 96 ore, superiore alle 96 ore. In alternativa alcuni Paesi hanno utilizzato DRG che rispecchiano un analogo consumo di risorse economiche.

Per esempio, in Francia la Covid-19 è stata assimilata al DRG per l’edema polmonare. In Italia il monitoraggio a cura di Altems ha stimato, dalla combinazione dei DRG individuati dal sistema esperto di supporto, un costo giornaliero medio per la terapia intensiva (1425 euro). Un’altra difficoltà di calcolo è dovuta alla mancanza di un farmaco curativo. La sperimentazione sul campo con farmaci di diversa natura (antivirali e farmaci sperimentali) rendono difficile un confronto tra i costi.

Vi è, infine, una variabilità anche nel costo dei test di individuazione della Covid perché le apparecchiature sono di diversa qualità e affidabilità. La significativa differenza del costo del test sierologico tra Italia e gli altri Paesi potrebbe risiedere anche nelle differenti procedure di acquisto e scelte gestionali.

QS – Covid quanto costa realmente un paziente ospedalizzato

http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=87866

UNA CORRELAZIONE CONTROINTUITIVA

Se si mettessero in relazione mortalità per Covid e percentuale della spesa sanitaria sul PIL ci aspetteremmo di trovare una relazione negativa. A maggiori risorse dedicate alla sanità dovrebbe corrispondere un minore tasso di mortalità.

Tuttavia, uno dei driver dell’incremento nel tempo della spesa sanitaria è l’invecchiamento della popolazione e se la percentuale della popolazione anziana di un Paese è elevata sarà elevata anche la spesa sanitaria. La mortalità da Covid e la spesa sanitaria possono dipendere anche da elementi quali: stili di vita, posti letto ospedalieri, età, temperature.

Se la relazione positiva tra mortalità da Covid e spesa sanitaria resta robusta dopo aver controllato per queste variabili, può essere considerata la spia di inefficienze nell’utilizzo delle risorse sanitarie. Il risultato delle analisi di regressioni conferma la relazione positiva e sottolinea il ruolo fondamentale, confermato anche da altri studi, svolto delle risorse mediche (medici, infermiere e ostetriche, posti letto).

Da questa analisi possono essere tratte alcune importanti lezioni in vista di una probabile seconda ondata. In presenza di risorse scarse è necessario rafforzare le risorse sanitarie invece di ricorrere a un nuovo lockdown. A lungo termine, i paesi dovrebbero mirare a migliorare l’efficienza dei sistemi sanitari, consentendo una maggiore flessibilità seguendo l’esempio della Germania.

 

HAL – COVID-19 mortality and health expenditures across European countries: the positive correlation puzzle

https://hal-essec.archives-ouvertes.fr/hal-02920258/

LA GESTIONE DI UNO DEI MAGGIORI DEBITI PUBBLICI DEL MONDO

Il rapporto del Dipartimento del Tesoro fa riferimento alla gestione dei titoli di stato che coprono l’84% del debito pubblico complessivo. La gestione nel 2019 è stata condotta secondo sia la “Direttiva generale per l’azione amministrativa e la gestione del Ministero dell’Economia e delle Finanze per il 2019” sia il Decreto cornice 2019.

In quest’ultimo sono stati fissati gli obiettivi di composizione percentuale del portafoglio di debito alla fine del 2019 con un lieve incremento della quota a breve termine e stabilità nella quota a medio e lungo termine.

L’obiettivo di breve temine ha lo scopo di garantire il finanziamento del fabbisogno di cassa a tassi maggiormente in linea con l’andamento del mercato. La gestione del debito pubblico italiano ha interessato principalmente due tipologie di rischio: rischio di mercato e rischio di rifinanziamento.

Per quanto riguarda il rischio di mercato, l’obiettivo principale è minimizzare la spesa per interessi mentre per quanto riguarda il rischio di rifinanziamento, l’obiettivo è quello di distribuire uniformemente le scadenze in modo da facilitare le nuove emissioni.

Il rischio di credito dell’Italia è elevato e non è correlato all’andamento del PIL, come avviene per altri Paesi ma alla valutazione della sostenibilità del debito pubblico nel medio periodo. Alla fine del 2109 la duration (durata media finanziaria) del debito pubblico italiano è aumentata a 6.87 anni da 6.78 del 2018.

DT – Rapporto sul debito pubblico 2019

http://www.dt.mef.gov.it/it/news/2020/rapporto_debito_pubblico_2019.html