Il Comitato Interministeriale per gli Affari Europei (CIAE) ha concordato le linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Il PNRR, che sarà presentato alla Commissione europea a gennaio del 2021, si basa sul Piano di rilancio discusso negli Stati generali dello scorso giugno. I principali obiettivi del Governo sono la digitalizzazione del Paese, investimenti in infrastrutture, sostenibilità ambientale, maggiore competitività del sistema economico, sostegno alle filiere produttive, investimenti in sanità, in formazione e ricerca.

Il Recovery Fund è una misura di supporto finanziario alle riforme e agli investimenti di ciascun Paese messa in opera per mitigare gli effetti della crisi economica e sociale provocata dalla Covid-19. Tre audizioni, rispettivamente della Banca d’Italia, della BEI e dell’Istat, indicano le priorità nell’impiego dei 205 milioni di euro del Next Generation EU. Incremento di produttività, maggiori investimenti, anche in chiave green, e riforma della pubblica amministrazione sono necessarie per rilanciare la crescita nel nostro Paese, che langue da circa un quarto di secolo.

Lo SVIMEZ ha pubblicato le previsioni di crescita del PIL delle Regioni italiane per il biennio 2020 e 2021. La contrazione del PIL non è uniforme sul territorio nazionale così come le prospettive di ripresa. Risentono meno della congiuntura sfavorevole quei territori interessati in misura minore dagli interscambi commerciali interni ed esterni. Nel 2021 si avrà una ripresa complessiva soprattutto nel Centro Nord, anche se di livello insufficiente a recuperare la contrazione del 2020.

Il Decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104 (il cosiddetto decreto agosto) ha stanziato ulteriori 25 miliardi di euro per il lavoro, il sostegno all’economia, per la sanità (478.2 milioni di euro per lo smaltimento delle liste d’attesa 80 milioni per l’anno 2020 e 300 milioni per l’anno 2021 destinati alla ricerca e sviluppo e all’acquisto di vaccini), gli enti territoriali, per la riapertura in sicurezza della scuola e per il Mezzogiorno. Questo pacchetto si fa ad aggiungere alle altre misure già varate nei mesi scorsi, per un ammontare complessivo di 100 miliardi di euro pari al 5.6% del PIL del 2019.

La mobilita sanitaria tra le Regioni ha un costo elevato per i Sistemi sanitari regionali. Nel 2018 il valore dei debiti e, specularmente, dei crediti delle Regioni insieme quello dell’Ospedale del Bambino Gesù e dello SMOM ammontava a 4.62 miliardi di euro. Le Regioni destinatarie della mobilità attiva sono Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. La mobilità sanitaria passiva interessa soprattutto Lazio e Campania che insieme rappresentano quasi un quarto del fenomeno. La mobilità passiva interessa anche le Regioni del Centro Nord con elevata mobilità attiva.

LINEE GUIDA PER IL RECOVERY FUND

Il CIAE ha pubblicato le linee guida per la redazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Si tratta di indicazioni ed obiettivi di carattere molto generale sull’impiego delle risorse della Recovery and Resilience Facility (RFF) stimate in 191,3 miliardi di euro di cui 63,7 miliardi di sussidi e 127,6 miliardi di prestiti.

Il 70% della dotazione va utilizzata entro il biennio 21/22 e il restante entro il 2023. Nel piano si tiene conto sia del contesto economico-sociale del Paese sia delle raccomandazioni specifiche della Commissione europea del 2019. Nelle liee guida sono individuati alcuni obiettivi di lungo termine: raddoppio della crescita economica rispetto al tasso di crescita medio dell’ultimo decennio che è stato dello 0.8%; incremento di 10 p.p. del tasso di occupazione al fine di colmare il gap con l’Europa; riduzione degli squilibri territoriali sia in termini di PIL sia in termini di indicatori di benessere equo e solidale; sostegno alla fertilità e alla crescita demografica; riduzione dell’abbandono scolastico e miglioramento della formazione; sostenibilità della finanza pubblica.

Alcune note al margine: il tasso di crescita medio del PIL reale dell’ultimo decennio (2010-2019) è stato dello 0.24% non dello 0.8% come riportato nel documento. Probabilmente sarà stato utilizzato il PIL nominale (grandezza impropria per calcolare la crescita) ma non è chiaro per quale arco temporale. Per ipotesi nel decennio 2009-2018 il tasso di crescita medio del PIL nominale  è stato dello 0.8%. 
 
Come tasso di occupazione obiettivo, è stato riportato quello della classe di età 20-64 che nel 2019 in EU27 è stato 73.1% mentre in Italia il 63.5%. Il tasso di occupazione 15-64, indicatore convenzionale, è stato nel 2019 in EU27 68.5% e in Italia 59%..
 

CIAE – Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)

http://www.politicheeuropee.gov.it/it/ministro/ciae/comunicati-del-ciae/comunicato-ciae-9-set-2020/

AUDIZIONI PARLAMENTARI SUL RECOVERY FUND

Nei giorni scorsi si sono tenute davanti alle Commissioni Bilancio e Politiche UE di Camera e Senato le audizioni per individuare le priorità nell’utilizzo del Recovery Fund. Tra i vari interventi riportiamo quelli dei rappresentati della Banca d’Italia, della Banca europea per gli investimenti (BEI) e dell’ISTAT.

Il rappresentante della Banca d’Italia sottolinea che per riportare la crescita economica all’1.5% sia necessario un incremento di produttività di quasi 1% l’anno. Il ritardo di produttività non può essere ridotto da politiche fiscali (e monetarie) espansive. Oltre al recupero nel ritardo nelle infrastrutture tradizionali sono individuate tre macro-aree di intervento: pubblica amministrazione, innovazione anche in chiave green e salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico e artistico.

Il Vicepresidente della BEI ricorda che l’istituto tra marzo e luglio del 2020 è intervenuto in Italia con 6.5 miliardi di euro di cui 2 per la sanità e ritiene che sia necessario focalizzarsi su poche priorità: economia digitale, piccole e medie impese e infrastrutture.

Il rappresentante dell’ISTAT sottolinea che il ritorno alla crescita non può prescindere dalla conoscenza delle caratteristiche tessuto produttivo italiano. Le risorse dovranno essere impiegate in modo da individuare in modo preciso la platea dei beneficiari e con i giusti incentivi a orientare le imprese alla competitività e alla crescita.

ISTAT – Audizione Recovery Fund 2 settembre 2020

BEI – Dario Scannapieco 1 settembre 2020

BANCA D’ITALIA – Audizione Fabrizio Balassone 7 settembre 2020

https://www.istat.it/it/archivio/246875

https://www.bancaditalia.it/media/notizia/audizione-di-fabrizio-balassone-sull-individuazione-delle-priorit-nell-utilizzo-del-recovery-fund/

ULTERIORI RISORSE NEL DECRETO AGOSTO

Nel “Decreto agosto”, che prevede un ulteriore stanziamento di 25 miliardi di euro, sono state sia prolungate e rafforzate misure previste in precedenti decreti sia introdotte delle nuove.

Tra gli interventi più rilevanti per il sostegno al mercato del lavoro si segnalano; lo sgravio del 30% dei contributi pensionistici nelle più colpite dalla crisi, specialmente nel Mezzogiorno; la cassa integrazione ordinaria, in deroga e l’assegno ordinario sono prolungati per un massimo di 18 settimane; restano sospese le procedure di licenziamento individuale e collettivo se non in caso di cessazione dell’attività sebbene ci siano dubbi riguardo l’efficacia di tale misura.

Tra le misure a sostegno dell’economia sono stati stanziati circa 1.1 miliardi di euro per la ristorazione e le attività legate al turismo nei centri storici; sarà rifinanziato nel triennio 23-25 il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese per 7.8 miliardi di euro. Sono state adottate anche alcune misure fiscali che consistono nel differimento e nella rateizzazione di versamenti fiscali senza sanzioni e interessi.

Nella sanità sono stato stanziati 380 milioni di euro per il biennio 2020-2021 destinati alla ricerca e sviluppo e all’acquisto di vaccini. Per quanto riguarda gli enti territoriali il fondo per l’esercizio delle funzioni degli Enti locali e quello delle Regioni e Provincie autonome è stato incrementato rispettivamente di 1.67 e 2.8 miliardi di euro.

MEF – Decreto AGOSTO. Sud, imprese e lavoro: 25 miliardi per far ripartire l’Italia

https://www.mef.gov.it/inevidenza/Decreto-AGOSTO.-Sud-imprese-e-lavoro-25-miliardi-per-far-ripartire-lItalia/

IL MEZZOGIORNO DIVISO IN DUE

La crisi economica senza precedenti, che ha investito l’economia globale, sta interessando in modo eterogeneo le Regioni italiane. Secondo lo Svimez la crisi potrà modificare la geografia economica del Paese. Nei dati di previsione per il biennio 2020/2021 si conferma la tradizionale differenziazione tra Centro Nord e Mezzogiorno, con alcune importanti eccezioni.

Nel 2020 la Regione del Sud in cui il PIL si contrarrà maggiormente è la Basilicata (-12.6%), territorio interessato solo marginalmente dalla pandemia. Nel Sud soffriranno quelle Regioni più interessate dagli scambi commerciali con l’estero quali Campania e Puglia dove è concentrato il 47% del PIL del Mezzogiorno (rispettivamente -8% e -9%). Le principali preoccupazioni sono focalizzate sulla crescita.

Alcune Regioni del Centro avranno difficoltà maggiori nella ripartenza: l’Umbria e le Marche a fronte di una rilevante contrazione del PIL rispettivamente del 10.6% e dell’11.1%, avranno nel 2021 tassi di crescita insufficienti a recuperare la contrazione del 2020 (rispettivamente +4.7% e + 5%). Per queste regioni lo Svimez parla di uno “scivolamento” verso Sud.

Nel Meridione si assiste a una polarizzazione tra Regioni più e meno dinamiche quali Calabria, Molise, Sardegna e Sicilia per le quali il rischio è una crisi senza via di uscita. Si sottolinea la necessità di un presidio nazionale per governare una ripartenza condivisa.

SVIMEZ – Previsioni regionali 2020/2021

LA MOBILITÀ SANITARIA IN ROSSO NEL MEZZOGIORNO

La fondazione Gimbe ha pubblicato l’analisi annuale della mobilità sanitaria interregionale nel 2018. Nell’Intesa Stato-Regioni del 31 marzo 2020 sono disponibili l’ammontare dei debiti e crediti e i relativi saldi oggetto di conguaglio di partite di anni precedenti. Il 46.5% dei crediti per mobilità attiva sono concentrati in tre Regioni del Nord: Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.

Le Regioni del Centro vantano il 20% dei crediti per mobilità attiva. Il 31% dei debiti per mobilità passiva è concentrato in tre Regioni: Lazio, Campania e Lombardia. La mobilità passiva interessa anche quelle Regioni con elevata mobilità attiva per fattori geografici perla facilità di spostamento tra queste Regioni. Osservando i saldi tra crediti e debiti, le Regioni con un saldo positivo sono concentrate nel Nord con l’eccezione di Toscane e Molise.

Tutte le Regioni del Mezzogiorno hanno un saldo negativo ad eccezione del Molise. Queste regioni sono penalizzate sia da una scarsa attrattività sia dalla difficoltà geografiche di accesso. Se normalizziamo i saldi per la popolazione di ciascuna regione (saldi pro-capite) otteniamo una misura confrontabile dell’impatto economico della mobilità.

Le Regioni con le entrate pro-capite positive sono il Molise (dovuto a un IRCCS) con 113.5 euro, la Lombardia con 74.6 euro, l’Emilia-Romagna con 73.4 euro la Toscana con 38.5 euro, e le PA di Trento e Bolzano che complessivamente hanno un saldo positivo di 2.2 euro pro-capite.

GIMBE – La mobilità sanitaria interregionale nel 2018

https://www.gimbe.org/osservatorio/Report_Osservatorio_GIMBE_2020.02_Mobilita_sanitaria_2018.pdf