Secondo la Banca d’Italia l’impatto della pandemia sull’economia italiana sarà marcato soprattutto nel primo trimestre dell’anno in corso, con andamento incerto nel secondo e con una possibile ripresa nel secondo semestre. Come arrivano le famiglie, le imprese e il sistema bancario italiano alla vigilia della crisi? L’economia globale era già avviata verso una fase di rallentamento. Le famiglie e le imprese hanno una struttura finanziaria più equilibrata rispetto alla vigilia della crisi del debito sovrano (2011) mentre le banche hanno condizioni patrimoniali e di liquidità più robuste.
L’epidemia di coronavirus in Italia è stata affrontata da ciascuno dei 21 sistemi sanitari in modo diverso a seconda della propria struttura organizzativa. Anche gli esiti sono stati diversi, alcuni in modo macroscopico, come nel caso di Veneto e Lombardia dove l’epidemia è stata individuata ufficialmente quasi in contemporanea. Normalizzando per la popolazione i 66,971 casi e 12.376 decessi della Lombardia e i 16.127 e 1,112 decessi del Veneto, si ha un’incidenza in Lombardia 2 volte superiore di quella del Veneto mentre la letalità apparente è di 2.7 volte superiore.
A partire dal primo caso di Covid-19 del 21 febbraio 2020 in provincia di Lodi, le misure restrittive localizzate in poche aree, sono state progressivamente estese in tutta Italia. Nonostante ciò i sistemi sanitari di alcune Regioni hanno avuto grandi difficoltà. A quasi due mesi dal lockdown del Paese è necessaria una valutazione dell’efficacia delle misure di contenimento. Un’analisi costi-benefici sul Servizio Sanitario Nazionale avrebbe stima in 200,000 i ricoveri evitati.
Le previsioni del Fondo monetario internazionale stimano una caduta del PIL dell’eurozona del 7.5% e per l’Italia di 9.1%. L’aspetto più preoccupante sono le stime per il 2021 secondo cui sia per l’eurozona +4.7% sia soprattutto per in nostro Paese +4.8%, la perdita non è recuperata neanche per la metà (per l’Italia sarebbe necessario una crescita vicina al 10%). Una nota breve del Servizio studi del Senato analizza il pacchetto di misure finanziarie e fiscali adottate dal governo.
Il tasso di riproduzione netto o numero di riproduzione di base R0 è il numero di persone infettate da ciascun individuo senza nessuna misura di contenimento dopodiché si definisce Rt. È una misura demografica ed epidemiologica consolidata in ambito demografico epidemiologico ma è divenuta più popolare soprattutto dopo un recente discorso della Cancelliera Angela Merkel. Un lavoro della Fondazione Bruno Kessler e dell’Istituto superiore della sanità fa il punto a un mese dal primo caso stimando, per diversi scenari, R0 ed Rt in alcune Regioni italiane.
IMPRESE, FAMIGLIE E BANCHE ALLA VIGILIA DELLA CRISI
Il bollettino economico della Banca d’Italia di aprile 2020, tra le diverse questioni affrontate, fa il punto sullo stato delle imprese, delle famiglie e del sistema bancario alla vigilia della crisi da coronavirus.
Per l’industria in senso stretto (escluso le costruzioni) il 2019 era stato un anno difficile con l’indice della produzione destagionalizzato in diminuzione dell’1.4%. A gennaio 2020 l’indice era aumentato del 3.6% dopo un calo del 2.7% in dicembre. A partire da febbraio l’indice è diminuito nuovamente dell’1.2% e si stima una forte caduta in marzo.
Secondo l’indagine trimestrale sulle aspettative di inflazione e crescita, il 65% dell’industria in senso stretto ha già avvertito gli effetti della crisi con un conseguente differimento dei programmi di investimento.
Per la maggior parte delle imprese di servizi gli effetti negativi sono dovuti alla contrazione della domanda interna. Le imprese hanno una situazione finanziaria più stabile rispetto al passato. Nel 4° trimestre 2019 l’indebitamento era pari al 68.4%del PIL contro l’81.8% del primo trimestre 2012.
La situazione debitoria delle famiglie seppur stabile nel tempo è nel 4° trimestre 2019 61.9% in rapporto al reddito disponibile, migliore del corrispondente dato dell’eurozona (95.1%), il servizio del debito è basso, 9.7% sul reddito disponibile.
Ne settore del credito negli ultimi tre anni le sofferenze bancarie sono diminuite: -17.4% a gennaio 2020 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, è migliorata la qualità dell’attivo del settore e si sono rafforzate le condizioni patrimoniali.
Banca d’Italia – Bollettino economico n. 2
https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/bollettino-economico/2020-2/index.html

ANCORA I DUE MODELLI A CONFRONTO
La differenza di esiti tra Lombardia e Veneto è di tali dimensioni da essere oggetto di studi soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione dei sistemi sanitari regionali. In questo lavoro si focalizza l’attenzione sulla diffusione dell’infezione tra il personale sanitario, problema particolarmente severo in Lombardia.
Al 1° di aprile in questa Regione il personale sanitario contagiato rappresentava il 14% dei casi totali con un tasso di 19.1 volte superiore a quello della popolazione regionale. Al contrario in Veneto solo il 4.4% con un tasso 4 volte maggiore.
Le due Regioni sono contraddistinte da un diverso approccio organizzativo: in Lombardia il sistema è centrato sul paziente che fa riferimento ai medici di medicina generale e agli ospedali, mentre in Veneto la cura e la diagnosi sono centrate sulla comunità. Il numero dei posti letto per acuti è pressoché simile, 3.05 per 1000 abitanti in Lombardia e 3.01 in Veneto così come la spesa sanitaria pro-capite (nel 2018: 1,943 euro in Lombardia e 1,829 in Veneto).
Le differenze principali sono nella sfera della salute pubblica: in Veneto sono presenti 9 dipartimenti di prevenzione (1 ogni 500mila abitanti) mentre in Lombardia 8 ossia 1 ogni 1,200mila abitanti. La Lombardia ha 3 laboratori di salute pubblica (1 ogni 3 milioni di abitanti) mentre in Veneto 10.
La diversa organizzazione associata a strategie sanitaria differenti, si veda il secondo Rapporto Altems, per cui in Veneto sono ospedalizzati solo i pazienti che necessitano di terapia intensiva, è direttamente collegata ai diversi esiti sia sul personale sanitario sia sulla popolazione. (Nota: il paper non è stato ancora sottoposto a peer review)
https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.04.10.20060707v1

COME VALUTARE LE MISURE DI CONTENIMENTO
Gran parte dei governi nazionali e locali sono ricorsi a misure drastiche di contenimento dell’epidemia di conronavirus. Il lockdown sta avendo un impatto severo sui sistemi economici, mentre dai dati ufficiali non è evidente di quanto l’infezione sia effettivamente sotto controllo e quanti contagi siano stati evitati.
Una valutazione della loro efficacia, soprattutto in vista di una “seconda fase”, è necessaria per il nostro Paese tenendo conto del primo e del secondo pacchetto di provvedimenti a mano a mano sempre più restrittivi.
Un paper analizza la diffusione dell’epidemia in 107 provincie italiane affrontando il problema da un punto di vista spaziale. Come si è visto, anche da altri studi, la diffusione sul territorio nazionale è avvenuta attraverso le principali vie di comunicazione (ferrovie e autostrade). Lo studio fa riferimento a dati aggiornati a un mese fa, per cui gli effetti delle misure più tarde potranno essere apprezzati solo successivamente.
Il tasso di riproduzione iniziale R0 è stato stimato 3.6%; viene evidenziato il ruolo pre-sintomatici che hanno un parametro di trasmissibilità di circa 30 volte superiore a quello dei sintomatici e degli asintomatici.
I provvedimenti restrittivi hanno avuto successo nella misura in cui il tasso di trasmissibilità si è ridotto del 45% mentre la trasmissibilità dei pre-sintomatici si è ridotta del 18% con il primo pacchetto di misure e del 34% con il secondo.
La stima delle infezioni evitate mettendo a confronto due scenari uno con e uno senza misure di contenimento è di 226,000. (Nota: il paper è in corso di pubblicazione e può subire aggiornamenti)
Spread dynamics of the covid-19 epidemic in Italy: effects of emergency containment measures
https://www.unive.it/pag/14024/?tx_news_pi1%5Bnews%5D=8829&cHash=d96192d9853e97c7b6b6e606e10b8ca4

L’ITALIA (E L’EUROPA) IN SOCCORSO ALL’ECONOMIA
Il governo italiano ha emanato negli ultimi due mesi una serie di decreti-legge contenenti provvedimenti di natura socioeconomica a sostegno delle famiglie e delle imprese.
Le misure sono riconducibili essenzialmente ad alcune tipologie, comuni a tutti i Paesi dell’Unione europea: sostegno dei redditi dei lavoratori e delle famiglie, salvaguardia del posto di lavoro, proroghe o dilazione dei pagamenti, finanziari, fiscali e contributivi e degli affitti.
La liquidità delle imprese va mantenuta o reintegrata tramite garanzie statali sul rifinanziamento presso il sistema bancario. Per finanziare le misure il governo italiano ricorrerà quasi esclusivamente all’indebitamento netto di un ammontare di 25 miliardi di euro per l’anno in corso mentre l’obiettivo programmatico di indebitamento aumenterà nel 2020 di 20 miliardi pari a 1,15 del PIL.
A livello di Unione europea, il Consiglio d’Europa a breve si pronuncerà sull’attivazione delle linee di credito del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), sulla creazione di un fondo per sostenere la ripresa (Recovery Fund) di ammontare ancora indefinito e su un fondo di 100 miliardi di euro concessi agli stati membri a tassi favorevoli per sostenere l’occupazione (programma SURE). Il consiglio d’Europa si esprimerà anche sui piani nazionali di revoca delle misure restrittive.
Servizio studi Senato – L’emergenza da COVID-19 in Italia: le misure fiscali e finanziarie
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/18/DOSSIER/0/1150134/index.html

COSA È SUCCESSO DOPO UN MESE DALL’EPIDEMIA
A poco più di un mese dal primo caso di coronavirus in Italia, il numero ufficiale degli infetti confermati in tutte le Regioni e Provincie autonome italiane era di 62,843 di cui associati 5,541 decessi (dati al 24 marzo 2020).
In sintesi, in Italia l’epidemia ha avuto caratteristiche simili a quelle riscontrate a Whuan, con la maggioranza dei casi riscontrata uomini 58% e l’età mediana di 63 anni. Tra i 5,760 casi riportati tra personale sanitario il 64.5% è donna con un’età mediana di 49 anni.
Le Regioni oggetto di analisi (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Puglia) sono state classificate per valori del tasso di attacco (incidenza del numero dei casi sulla popolazione o frazioni) ed è stata stimata per ciascuna di essa sia R0 sia il periodo di tempo in cui i casi raddoppiano.
In Lombardia il tasso di attacco corretto per l’età era di 305.2 casi su 100,000 abitanti ed è classifiicato elevato, così come in Emilia-Romagna (185,7); Veneto (120,2), Toscana (45,4) e Puglia (25,2) è considerato intermedio mentre per il Lazio è basso (20·9). R0 è compreso in un range da 3.0 per il Lazio a 2.5 per la Toscana, mentre i giorni di raddoppio dei casi sono compresi in un range da 3.2 di Toscana e Veneto a 2.7 di Lombardia ed Emilia-Romagna.
In seguito alle misure non farmacologiche di contenimento intraprese, l’Rt ha intrapreso una traiettoria discendente al valore 1 in tutte le regioni considerate sebbene vi siano tempistiche differenti in relazione alle misure di contenimento adottate: a partire dalla fine di febbraio per Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna; a partire dai primi di marzo per Puglia, Toscana e Lazio. (Nota: il paper non è stato ancora sottoposto a peer review)
https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.04.08.20056861v1