È ormai acclarato che in seguito alla pandemia la chiusura delle imprese, l’interruzione delle catene di approvvigionamento globali (GSC) avranno conseguenze rilevanti sull’economia mondiale per lo shock negativo dal lato dell’offerta. Vi sono ancora numerosi interrogativi sulla durata e l’ampiezza dell’interruzione, quale impatto subirà la domanda aggregata e quali sono le politiche monetarie e fiscali più efficaci. Uno studio recente analizza le possibili conseguenze di un’interruzione delle GVC superiore rispetto alla fine della pandemia, ossia lo scenario peggiore.
L’interruzione delle catene di approvvigionamento globali (GSC) avranno conseguenze rilevanti e durature sull’economia. Per la loro complessità il fermo anche di una sola fase può impedire il funzionamento dell’intera catena. Analizzando i dati delle transazioni business-to-business (b2b) è possibile individuare le imprese essenziali e i colli di bottiglia. Un’impresa è considerata essenziale se la domanda di beni chiave a prezzi correnti non può essere soddisfatta senza tale produzione. Un lavoro preliminare dell’Università di Cambridge individua una metodologia per aiutare i decisori a tenere in vita le catene di approvvigionamento.
Emulare i casi di successo può essere una strategia vincente sebbene sia fondamentale anche la conoscenza delle cattive pratiche. Un editoriale molto dibattuto, pubblicato sull’Harvard Business Review, analizza gli errori dell’Italia nel contrasto della diffusione del nuovo coronavirus. Nonostante l’esperienza pregresse, negli Stati Uniti e in altri Paesi europei, sebbene l’infezione sia arrivata in ritardo, i politici fanno fatica a fare tesoro delle esperienze pregresse e a tenere il passo dell’epidemia, commettendo molti errori analoghi a quelli italiani.
A più di un mese dallo scoppio dell’epidemia COVID-19 non è semplice fare il punto sullo stato dell’arte in medicina, soprattutto perché si conosce ancora poco del virus e la situazione è in rapida evoluzione. La Commissione salute dell’Accademia dei Lincei ha pubblicato un report, con la previsione di aggiornamenti mensili, in cui si riepiloga quanto si sa al momento dell’origine e del meccanismo di diffusione del virus, sulle terapie disponibili e in preparazione, nel tentativo di trovare un equilibrio tra emergenza e rigore metodologico.
L’intelligenza artificiale (AI) può potenzialmente contribuire a contrastare la diffusione di epidemie in vari campi. In questo momento delicato è fondamentale ridurre l’incertezza sull’efficacia delle misure farmaceutiche e non farmaceutiche, limitare i costi sociali e salvare vite umane. È altresì evidente allo stato attuale che il suo utilizzo sia stato limitato e non abbia avuto un impatto decisivo a causa di numerose limitazioni. Una tecnologia probabilmente utile per la prossima pandemia. Uno studio pubblicato su IZA fa il punto evidenziando le potenzialità e soprattutto le criticità.

MACROECONOMIA E CATENE GLOBALI
Il blocco applicato da tutti i Paesi coinvolti nella pandemia con il conseguente fermo delle attività produttive avranno ricadute dalle dimensioni ancora incerte sulle performance dell’economia globale.
Da un fiducioso punto di vista, potrebbe essere probabile che il virus finirà per causare una recessione globale relativamente lieve e di breve durata, seguita da una ripresa a forma di V. In ambito macroeconomico tuttavia sono considerati verosimili anche tre scenari pessimistici di crescente entità.
Innanzitutto, la diffusione del virus potrebbe deprimere severamente la domanda globale. In secondo luogo, potrebbe verificarsi una spirale avversa della domanda e dell’offerta, amplificando l’interruzione della fornitura causata direttamente dal blocco. In terzo luogo, l’epidemia potrebbe rendere l’economia globale vulnerabile alla trappola della stagnazione, ovvero con episodi di bassa crescita e alta disoccupazione guidati da “animal spirits” pessimisti.
Se l’allentamento monetario può aiutare a mitigare il calo della domanda globale e in prospettiva riportare alla piena occupazione, l’analisi suggerisce che avranno un ruolo fondamentale per spingere l’economia globale fuori dalla stagnazione interventi di politica fiscale aggressiva per sostenere gli investimenti, e più in generale la capacità di produttività futura.
https://voxeu.org/article/saving-china-coronavirus-and-economic-meltdown-experiences-and-lessons
GSE – Covid-19 Coronavirus and Macroeconomic Policy
https://www.barcelonagse.eu/research/working-papers/covid-19-coronavirus-and-macroeconomic-policy

INDIVIDUARE I COLLI DI BOTTIGLIA
Le catene globali di approvvigionamento sono estremamente complesse ed è difficile individuare con precisione quali imprese sono essenziali per il loro funzionamento.
Le imprese sono considerate essenziali quando non c’è modo di reindirizzare la domanda attraverso la rete di approvvigionamento in modo tale che altre imprese possano colmare il blocco. Analogamente al funzionamento di un acquedotto, dove la rottura di una condotta può bloccare l’intero flusso, queste imprese se rimosse dalla catena, bloccano il flusso della produzione con un conseguente mismatch tra domanda e offerta e quindi per la catena costituiscono una strozzatura (bottleneck).
Sulla base di uno studio pregresso viene sviluppato un algoritmo di rete scalabile basato su tecniche di machine learning e computer science in cui l’input sono i flussi delle transazioni b2b e come output l’elenco delle imprese fondamentali. Settori con il maggior numero di imprese “strozzatura”: filiera agricola, alimentare e delle bevande. (Produzione primaria, lavorazione manifatturiera, grossisti); monopoli naturali (generazione e distribuzione di energia); alcuni settori dei servizi finanziari.
Il passo successivo consisterà in un’analisi controfattuale (che cosa succederebbe se… una certa misura venisse o non venisse adottata) sull’impatto di politiche di sostegno delle principali catene di approvvigionamento quali mediche e alimentari. Il progetto è ancora a in fase di avvio e gli autori sono alla ricerca di ulteriori dati, consci di alcune limitazioni informative.
Supply Chain Bottlenecks in a Pandemic | COVID-19 Economic Research
http://covid.econ.cam.ac.uk/carvalho-elliott-spray-supply-chain-bottlenecks-in-a-pandemic

OGNI PAESE STA REINVENTANDO LA RUOTA
La “Preparedness” ossia il grado di preparazione di un Paese ad affrontare un’epidemia ha un ruolo determinante nel contrastare la diffusione di un’infezione virale.
I casi virtuosi della Corea del Sud e sotto altri aspetti anche del Canada, Paesi con esperienze pregresse, testimoniano l’efficacia delle misure di contenimento se tempestivamente attivate. In Italia l’epidemia è arrivata con qualche settimana di ritardo rispetto alla Cina e tuttavia sono stati commessi, soprattutto in alcune Regioni, dei grossolani errori di valutazione.
Il nostro Paese si è dotato dal 2006 di un piano pandemia influenzale, in seguito alle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità dopo la prima SARS. L’esigua dotazione di posti letto ospedalieri rispetto ad altri Paesi europei è il risultato progressivo di azioni volte all’efficientamento della spesa ospedaliera (il 44% sulla spesa sanitaria complessiva). Questa ristrutturazione si basava sul presupposto di un’intensificazione del contrasto alle malattie non trasmissibili da effettuare più efficacemente sul territorio.
Ciò premesso, l’editoriale della Harvard Business Review sul caso italiano individua delle chiare responsabilità ed elenca gli errori da evitare, a partire dalla differenza tra le strategie del Veneto e quelle della Lombardia; alla classe politica che, in generale confondendo un problema sanitario con uno politico, ha preferito cullarsi sul “confirmation bias” (accettare pareri solo da esperti che confermano la propria visione) sottostimando, in presenza di pochi casi, il potenziale esplosivo del contagio.
Quelle che si ritenevano responsabilità puntuali, come le falle nell’organizzazione dell’ospedale di Codogno, si sono rivelate deficienze sistemiche sia per la sottovalutazione generale del rischio pandemico sia per aver reso gli ospedali inadatti a cure per un’itera comunità. Di contro le Regioni con una sanità territoriale più organizzata sembrano aver retto meglio.
HBR – Lessons from Italy’s Response to Coronavirus
https://hbr.org/2020/03/lessons-from-italys-response-to-coronavirus

LO STATO DELL’ARTE SUL COVID-19
Nel corso di questa pandemia uno degli aspetti più critici è stata la diffusione di informazioni poco rigorose sullo stato dell’arte della medicina.
L’elevato grado di approssimazione è stato facilitato dalla natura di network dei mezzi di comunicazione in cui è difficile bloccare in tempo le notizie false. La popolazione affronta indifesa il proliferare caotico di notizie incontrollate sull’origine e sulla pericolosità del virus, sull’efficacia presunta di farmaci, sulla trasmissibilità agli animali, sui vantaggi dell’immunità, sull’efficacia di alcuni dispositivi di protezione, sull’utilità delle misure di contenimento.
La facilità di reperire informazioni porta a una distorsione cognitiva dovuta all’effetto Dunning-Kruger per cui gli individui tendono a sopravvalutare le proprie conoscenze riguardo a un fenomeno, traendo conclusioni errate. I media hanno un ruolo fondamentale di fare buona informazione sebbene, al netto di comportamenti scorretti, nel nostro Paese sia difficile disporre di fonti affidabili.
Il rapporto dell’Accademia dei Lincei riepiloga le conoscenze attuali sull’origine, sui meccanismi e sui trattamenti a disposizione e in preparazione per trattare l’infezione da coronavirus. È un lavoro rigoroso a cura dei massimi esperti italiani del settore, di agile lettura anche per i non specialisti.
Riportiamo, perché condividiamo, l’amara conclusione del rapporto: “La lezione sui pericoli di atteggiamenti anti-scientifici e sugli errori nell’allocazione delle risorse che l’Italia ed il mondo stanno vivendo è complessa e durissima, così dura che oggi non si può avere un’idea chiara del “dopo” che ci sta aspettando.”

UNA TECNOLOGIA PER IL FUTURO
Come stiamo sperimentando in queste settimane, i problemi da affrontare in una pandemia sono complessi e influenzano tutti gli aspetti della vita quotidiana dalla tutela della salute pubblica all’economia.
L’intelligenza artificiale è potenzialmente di supporto nelle situazioni complesse grazie a nuovi sistemi di avvisi e allarmi precoci, applicativi di monitoraggio e previsione, cruscotti di dati, kit di diagnosi e prognosi, trattamenti e cure e controllo sociale.
Alcune di queste tecnologie, quali i cruscotti di visualizzazione dati, sono diventate di uso quotidiano, altre come le applicazioni di tracciamento sono utilizzate estensivamente da alcuni Paesi per prevenire la diffusione. Altre ancora, come recensito sopra, possono potenzialmente individuare colli di bottiglia nelle catene globali di approvvigionamento.
Per quanto riguarda le tecnologie meno note, sono già in attività diversi modelli innovativi e in alcuni casi stanno fornendo un contributo dalle enormi potenzialità. Il caso del modello canadese di previsione BlueDot è il più emblematico.
Ha fatto grande scalpore mediatico la notizia secondo cui BlueDot avrebbe lanciato un allarme precoce già il 31 dicembre 2019 sebbene un altro modello AI avrebbe lanciato l’allarme il giorno precedente, anche se in anticipo solo di 30 minuti rispetto all’allarme lanciato da uno scienziato del PMED. Nonostante il successo, i sistemi di allarme vanno migliorati perché ancora necessitano di intervento umano per l’interpretazione dei risultati.
Il ruolo dell’AI potrà essere rilevante nella cosiddetta fase 2 di contrasto. Una fase con molte incertezze e incognite legate alla stima dei contagiati, alla tempistica di un vaccino, alla durata dell’immunità, alla mutevolezza del virus.
IZA – Artificial Intelligence against COVID-19: An Early Review