La principale incertezza nella diffusione di una pandemia è legata alle dimensioni del fenomeno riguardo al numero dei contagiati e dei decessi a livello nazionale e globale. Un limite superiore teorico dei decessi può essere calcolato sulla base degli esiti di una precedente pandemia la cosiddetta “influenza spagnola” attiva in gran parte dei paesi del mondo dal 1918 al 1920. Contenere la diffusione su larga scala è una misura a salvaguardia della popolazione, analogamente all’adozione di misure per limitare impatti più gravi sul sistema economico.

Eterogeneità tra le regioni nella capacità di effettuare tamponi, difficoltà di garantire una pratica coerente all’interno di ciascuna regione per carenza di materiali, soprattutto i reagenti, sottostima del tasso di letalità limitato esclusivamente agli ospedalizzati. Queste rilevanti criticità rendono i dati ufficiali poco accurati rispetto all’effettivo andamento della pandemia sul territorio nazionale. Alcuni statistici italiani propongono un metodo di campionamento dinamico della popolazione. Esso può fornire, a costi contenuti, una stima attendibile del numero dei contagiati inclusi gli asintomatici.

La salvaguardia di vite umane richiede misure onerose per il sistema economico. Sebbene l’impatto sia ancora incerto, le notizie sullo stato dell’economia sono sempre meno rassicuranti. L’ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi interviene nel dibattito pubblico sostenendo la necessità di agire con forza e rapidamente al fine di prevenire che una recessione si trasformi in una depressione di lungo periodo. Egli sostiene la necessità di maggiore debito pubblico per assorbire i mancati guadagni e i più alti debiti del settore privato.

Le tensioni a livello di eurogruppo sugli strumenti finanziari da attuare per contrastare la crisi economica da coronavirus hanno creato una spaccatura tra i paesi membri. Da un lato Belgio, Francia, Grecia, Italia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Spagna, chiedono strumenti comuni; dall’altro Austria, Finlandia, Germania e Paesi Bassi sono da sempre ostili a politiche di condivisione dell’indebitamento. Secondo quanto sostiene Olivier Blanchard il debito pubblico italiano è sostenibile finché la situazione non peggiori sebbene allora saranno problemi per tutti.

In questi giorni l’esecutivo sta valutando il prolungamento delle misure di contrasto alla pandemia almeno fino a Pasqua. Allo stato attuale in cui i dati ufficiali mostrano un lieve rallentamento a livello nazionale, è necessario valutare l’efficacia delle misure di lockdown nella riduzione del numero di riproduzione e nel contenimento dell’epidemia. Un report dell’Imperial College di Londra stima che in Italia 5,9 milioni di persone hanno contratto il coronavirus mentre grazie alle misure adottate sono state salvate 38.000 vite umane.

LA SPAGNOLA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

La Grande influenza, detta “spagnola” ha avuto inizio nel 1918 ed è durata fino al 1920 provocando circa 39 milioni di decessi corrispondenti al 2% della popolazione mondiale dell’epoca. Secondo stime più recenti si è ammalato di influenza circa 1/3 della popolazione, da cui risulta un tasso di letalità del 6%.

Quest’ultimo valore, tuttavia, per la scarsità di dati e le difficoltà di stima, va considerato come del tutto nozionale. Il diffondersi dell’epidemia fu favorito dalla guerra, era in corso l’ultimo anno della Prima guerra mondiale, per lo spostamento di truppe tra Paesi e l’ammasso di soldati durante i trasporti.

L’influenza “spagnola”, di tipo A (sottotipo H1N1), aveva la peculiarità di colpire giovani adulti senza problemi di salute pregressi. Da un punto di vista economico, un’influenza di questo tipo fa più danni di una che colpisce persone anziane o molto giovani.

Lo studio prende in considerazione i dati di 43 Paesi rappresentanti l’89% della popolazione e della gran parte del PIL mondiale del tempo. Dopo la II guerra mondiale, la grande depressione dei primi anni 30 e la I guerra mondiale l’epidemia di spagnola può essere considerata il quarto shock macroeconomico di sempre.

L’aspetto metodologico più complesso è quello di separare gli effetti della guerra in corso da quelli dell’epidemia. Dai coefficienti di regressione, corretti per l’intensità della guerra per ciascun paese coinvolto, risulta che le conseguenze dirette dell’influenza sull’economia, al netto della guerra, sono state rilevanti, il PIL è diminuito del 6% e i consumi dell’8%.

The Coronavirus and the Great Influenza Pandemic: Lessons from the “Spanish Flu” for the Coronavirus’s Potential Effects on Mortality and Economic Activity

https://www.nber.org/papers/w26866

UN MODELLO DI CAMPIONAMENTO PER STIME NON DISTORTE

Le decisioni per la salute pubblica e, aggiungiamo, per l’economia necessitano di dati di elevata qualità. I dati raccolti nei giorni scorsi sullo stato di avanzamento dell’epidemia di coronavirus in Italia e comunicati quotidianamente alla popolazione sono caratterizzati da stime distorte, principalmente nel numero dei contagiati, per diverse ragioni.

I tamponi effettuati solo su pazienti che presentavano dei sintomi sono basati su un campionamento di convenienza. Con questa tipologia di campionamento si ottengono stime probabilistiche distorte senza un prefissato livello di accuratezza. Gli asintomatici sono sottostimati mentre il tasso di letalità è sovrastimato. Anche il programma di praticare tamponi di massa della Regione Veneto genera una sottostima del fenomeno perché il luogo prescelto, tipicamente all’ingresso dei supermercati, esclude i malati a casa.

La proposta di alcuni statistici italiani, tra cui si annoverano alcuni ex presidenti dell’Istat, è di istituire un protocollo di osservazione sull’intera popolazione italiana, tramite un metodo di campionamento rigoroso in sinergia con il mondo scientifico. Sul campione individuato dovrebbe essere effettuato il tampone.

In questo modo sarà possibile avere sotto controllo il fenomeno sia nel tempo sia nello spazio tenendo conto di diversi contesti socio-economico-culturali al fine di una corretta valutazione degli interventi.

Si sottolinea la necessità dell’integrazione di diverse fonti di dati anche derivanti da nuove tecnologie di tracciamento. Un importante passo avanti riguardo l’ultimo aspetto è stata la nomina di un gruppo di lavoro “data driven” presso il Ministero dell’Innovazione.

Proposta di una indagine a campione per una stima affidabile dei parametri fondamentali della epidemia da SARS-CoV-2

https://web.uniroma1.it/memotef/users/alleva-giorgio

NECESSARIO UN CAMBIAMENTO DI MENTALITÀ

Gli interventi urgenti per scongiurare una crisi economica ancora più profonda passano per l’allargamento delle maglie della finanza pubblica e per il sistema finanziario, scrive Mario Draghi sul FT.

Lo sforzo economico va sostenuto rapidamente, senza vincoli burocratici, interamente a carico dello Stato senza ricorrere alla fiscalità generale, analogamente a quanto accaduto nelle economie di guerra. È necessario fornire un reddito di base a chi perde il lavoro, sebbene sia ancora più importante sostenere le imprese per conservare i livelli d’occupazione. Se ciò non accadesse, il sistema economico subirebbe una perdita occupazionale e di capacità produttiva a carattere permanente deteriorando irrimediabilmente la base fiscale.

Il sistema finanziario, e postale in alcuni paesi, dovrebbe essere il perno di questi interventi, fornendo in prima istanza liquidità a tasso zero e scoperti di conto corrente a quelle imprese intenzionate a conservare i livelli di occupazione. In questo modo il sistema crea moneta in via preliminare. Il capitale viene fornito dal governo sotto forma di garanzie statali su ulteriori prestiti e scoperti.

Gli interventi sono tanto più efficaci quanto più l’azzardo morale (gli agenti opererebbero in assenza di rischio di credito) è limitato. Il maggiore ricorso al debito pubblico non graverebbe sulle casse dello stato essenzialmente per la congiuntura di tassi estremamente bassi. In Europa il settore pubblico è ancora forte e il settore finanziario granulare e i paesi dovrebbero sostenersi reciprocamente in una causa comune.

Contrariamente a quanto auspicato, i tempi di discussione riguardo l’emissione di debito a livello di Unione europea sono lunghi e complessi, sebbene recenti aperture. Le divisioni tra paesi, in un momento così cruciale, denotano, a prescindere da preoccupazioni inerenti alla tenuta dei conti pubblici di alcuni Paesi ad alto rischio (tra cui l’Italia), mancanza di visione e rischiano di compromettere il futuro dell’Unione europea.

FT – Draghi: we face a war against coronavirus and must mobilise accordingly

https://www.ft.com/content/c6d2de3a-6ec5-11ea-89df-41bea055720b

DEBITO PUBBLICO UN PROBLEMA GLOBALE

Il debito pubblico italiano è sostenibile, sostiene Olivier Blanchard. Prima della crisi il debito pubblico netto, dato dalla differenza tra debito pubblico lordo e attività possedute dallo Stato, era del 120% e i tassi sui titoli di stato a 10 anni erano all’1%.

Tassi bassi riflettono il consenso degli investitori di un basso rischio di credito e di ridenominazione (legato all’uscita dall’euro e alla conversione del debito pubblico in una nuova valuta). A queste condizioni il debito pubblico sarebbe stabilizzato con un deficit primario (ossia al netto degli interessi sul debito) del 2%.

Se le misure adottate dal governo italiano provocheranno un incremento del rapporto debito pubblico sul PIL del 20%, ipotesi al momento sovrastimata, la sostenibilità del debito richiederà un aumento del saldo primario dello 0.2% sul PIL.

Ci sono due grandi incertezze riguardo queste azioni di policy perché dopo la crisi i tassi sui titoli di stato potrebbero essere più elevati di quelli attuali. Prima della crisi c’era l’evidenza di tassi bassi nel lungo periodo con risparmio precauzionale alto e investimenti bassi ma se gli investitori internazionali non fossero allineati con questa evidenza richiederebbero tassi più elevati, rendendo di fatto il debito pubblico insostenibile.

Per evitare lo scenario peggiore la BCE e l’eurozona sono chiamati a intervenire. L’articolo è precedente al lancio del programma di acquisto di titoli pubblici e privati denominato “Pandemic Emergency Purchase Programme” (PEPP) della Banca Centrale europea di 750 miliardi di euro.

PIIE – Italian debt is sustainable

https://www.piie.com/blogs/realtime-economic-issues-watch/italian-debt-sustainable

LOCKDOWN SÌ LOCKDOWN NO

Le polemiche sulla tempestività delle misure restrittive e degli effetti sulle vite umane e sull’economia sottolineano l’urgenza di dotarsi di strumenti di valutazione di una realtà così complessa affidabili. Il report n. 13 a cura degli epidemiologi dell’Imperial College di Londra stima i benefici sulla popolazione delle misure e valuta il loro impatto sul tasso di riproduzione Rt.

Se il tasso di riproduzione è superiore a 1, l’epidemia si espande, se inferiore a 1, l’epidemia si contrae. Il principale obiettivo delle misure di contenimento è di portare il tasso di riproduzione sotto l’unità. Per l’Italia a partire dall’11 di marzo, data di introduzione delle misure restrittive, il tasso Rt era intorno a 1, sebbene vi sia un certo grado di incertezza.

Inoltre, la diminuzione osservata del tasso di crescita dei decessi e imputabile alle azioni restrittive delle settimane precedenti. Lo studio si riferisce a 11 Paesi europei con un differente grado di diffusione dell’epidemia. Al momento della redazione dello report i due Paesi europei con la maggiore numerosità dei casi erano la Spagna e l’Italia. Complessivamente le misure hanno contribuito a ridurre il numero dei decessi e a ridurre Rt sotto l’unità partendo da un valore iniziale di 3.87.

Per Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito, il numero di decessi evitati è di 58,000 ma 39,000 solo per l’Italia. La popolazione colpita dal virus al 28 marzo complessivamente è compresa tra 7 e 43 milioni di individui, circa sei milioni dei quali solo in Italia. Per una valutazione critica dello stato dell’epidemia in Italia si veda il recente report esecutivo dell’Accademia dei Lincei oggetto di futuro approfondimento in questa rubrica.

Report 13: ­­Estimating the number of infections and the impact of non-pharmaceutical interventions on COVID-19 in 11 European countries

https://www.imperial.ac.uk/mrc-global-infectious-disease-analysis/COVID-19/