Le ripercussioni delle misure di lockdown volte al contenimento dell’epidemia COVID-19 sull’economia e sulle imprese italiane si prevedono molto pesanti. Confindustria ha svolto un’indagine rapida, a cui hanno partecipato più di 6000 imprese, al fine di individuare quali sono i settori e i territori maggiormente colpiti, le principali criticità e le soluzioni da adottare.

L’emergenza COVID-19, è affrontata dai singoli Paesi e dalle Regioni soprattutto per quanto riguarda il sostegno al sistema sanitario e le misure di ordine interno. A livello di Unione europea è necessaria una risposta coraggiosa e coordinata per la natura interconnessa dei Paesi membri. È quanto contenuto in una nota del think tank Bruegel discussa il 17 marzo u.s. al meeting dei ministri delle finanze dell’UE.

Comprendere il meccanismo di trasmissione di un virus sconosciuto e contro il quale non esiste alcuna cura nell’area in cui si è diffuso per primo, è fondamentale per intraprendere misure di contenimento efficaci nelle aree di nuova diffusione. Una pubblicazione su The Lancet Infectious Diseases ha modellizzato la diffusione del COVID-19 nella città di Wuhan da dicembre 2019 a febbraio 2020.

Due miliardi di euro in più nel Fondo sanitario nazionale per l’anno 2020. L’accordo tra le Regioni e Provincie autonome è stato raggiunto dalle regioni nei giorni scorsi vista l’urgenza dell’epidemia in corso. Ulteriori risorse finanziarie per il comparto sanità sono state previste nel decreto cura Italia approvato il 17 marzo u.s.

Le recenti dichiarazioni dei Premier dei Paesi Bassi e del Regno Unito, intenzionati a non intraprendere misure altrettanto restrittive di quelle di altri paesi al fine di raggiungere l’immunità di gregge per gran parte della popolazione, hanno suscitato reazioni sia di consenso sia avverse. Da un lato emerge il dilemma se l’obiettivo di un governo è quello di salvare l’economia oppure la popolazione, dall’altro la comunità scientifica avverte di non basarsi su ipotesi non dimostrate alla luce della diffusione di numerosi virus nel passato (vaiolo e morbillo). Il ruolo controverso dei media.

ISTANTANEA SULLO STATO DELL’ECONOMIA ITALIANA

Venti di recessione spirano sull’economia italiana e di frenata su quella globale per l’anno in corso come conseguenza dalla pandemia. L’Istat stimava una variazione acquisita di -0.2% indipendentemente dall’epidemia. Moody’s ha recentemente previsto per l’Italia una probabile recessione : nel 2020 PIL -0.5% (1.2% nel 2021) e nello scenario peggiore nel caso di epidemia prolungata dello -0.7% (1% nel 2021).

Secondo un’indagine ad hoc di Confindustria, aggiornata all’11 marzo c.a., il 67% delle imprese rispondenti ha già riscontrato effetti sull’attività economica. In Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, le tre regioni più colpite, la percentuale sale al 71%.

Le principali conseguenze sono il calo della domanda, il rallentamento o il blocco delle attività produttive e il danno di immagine al Made in Italy nonché, a seguire, problemi nella logistica, gestione del personale e limitata mobilità internazionale.

I settori maggiormente colpiti sono quello degli alloggi e ristorazione, istruzione e trasporti dove l’80% e più dei rispondenti hanno percepito un impatto. Il 62% delle imprese del settore manifatturiero nel suo complesso denunciano difficoltà: in particolare i sotto-settori dell’abbigliamento, petrolio, elettronica e mobili e arredo, in una percentuale uguale o superiore al 70%.

Per quanto riguarda il calo del fatturato per il 56.3% del campione non vi sono riduzioni significative, mentre il 30% denuncia criticità.

Confindustria – Indagine sugli effetti del Covid-19 per le imprese italiane

https://www.confindustria.it/notizie/dettaglio-notizie/indagine-effetti-Covid-19-imprese-italiane

A QUALUNQUE COSTO

Salvare vite e contemporaneamente limitare l’impatto sull’economia. La risposta dell’Unione europea deve essere decisa e coordinata nella consapevolezza che più a lungo dureranno i problemi di salute, più a lungo vi saranno ripercussioni nel sistema economico.

Nel documento viene proposto un approccio fortemente integrato nel tentativo di fronteggiare, senza distinzioni, sia l’emergenza di salute pubblica sia la crisi economica. In Italia l’epidemia sta seguendo la stessa evoluzione della regione di Hubei (popolazione di 58.5 milioni) dove attualmente si contano 67.800 casi e 3.122 decessi. In Francia, Germania e Spagna, dove l’epidemia si sta diffondendo con uno sfasamento temporale rispetto al nostro Paese, l’andamento si preannuncia analogo.

Per fronteggiare la grave emergenza sanitaria è necessario un maggior finanziamento dei sistemi sanitari nazionali, misure mirate per sostenere le persone (come i lavoratori autonomi), le aziende e le comunità locali più colpite.

Sono necessario ampi intervento, a livello macroeconomico, per contrastare anche gli effetti secondari. Per limitare il più possibile gli effetti sull’occupazione e i vincoli sulla liquidità, si suggerisce di dimezzare per tre mesi i contributi sociali o di ridurre le imposte sui salari. Le misure potranno essere finanziate in deficit di un ammontare stimato al 2.5% del PIL. Nel nostro paese un primo decreto riguardo è stato emanato il 17 u.s.

La BCE dovrebbe immettere liquidità nel sistema, incrementare il programma di acquisto di titoli di debito sovrano e aumentare le linee di swap per garantire liquidità sufficiente in dollari. La BCE è intervenuta nottetempo con un intervento complessivo di 750 miliardi di euro.

Bruegel – An effective economic response to the Coronavirus in Europe

https://www.bruegel.org/2020/03/economic-response-coronavirus/

UN MODELLO MATEMATICO CI SALVERÀ

Il meccanismo di diffusione di un’epidemia in un’area limitata senza contatti con l’esterno è teoricamente prevedibile con i modelli matematici a nostra disposizione. Si veda ad esempio la pagina del Washington Post che riporta un’approfondita infografica sulla diffusione dell’epidemia e sull’efficacia del contenimento.

Bisogna tuttavia tenere conto della complessità del contesto in cui si è diffuso il nuovo coronavirus in una regione della Cina con relazioni fortemente intrecciate in numerosi Paesi del mondo al fine stimare la velocità di diffusione e la probabilità che la trasmissione possa eventualmente essere contenuta o mitigata efficacemente.

Con molta probabilità nella città di Wuhan la diffusione del COVID-19 è rallentata alla fine dello scorso gennaio in coincidenza con l’adozione di misure restrittive sui viaggi. A Wuhan, il numero medio di riproduzione giornaliera è diminuito da 2.35 di una settimana prima dell’introduzione delle restrizioni di viaggio il 23 gennaio 2020, a 1.05 una settimana dopo.

Il modello ha riprodotto la tendenza temporale osservata dei casi all’interno di Wuhan e dei casi esportati a livello internazionale. Si è stimato che in località con un potenziale di trasmissione simile a Wuhan all’inizio di gennaio, una volta che ci sono almeno quattro casi introdotti in modo indipendente, esiste una probabilità superiore al 50% che l’infezione si instauri all’interno di quella popolazione.

The Lancet – Early dynamics of transmission and control of COVID-19: a mathematical modelling study

https://www.thelancet.com/journals/laninf/article/PIIS1473-3099(20)30144-4/fulltext

RISORSE AGGIUNTIVE PER IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

Le Regioni hanno rapidamente trovato l’accordo per il riparto 2020 del Fondo Sanitario Nazionale (FSN), dall’ammontare di 113.4 miliardi di euro suddiviso in 113.07 miliardi di euro per la componente indistinta e in 291.6 milioni di euro per la componente premiale.

Come previsto dalla legge di bilancio 2019, il FSN è stato incrementato di circa 2 miliardi rispetto all’anno precedente. Nel 2019 il FSN indistinto era stato di 111,2 miliardi di euro. Per fare fronte all’emergenza COVID-19, il decreto-legge Covid Ter cura Italia prevede un pacchetto articolato di misure destinate alla sanità, al lavoro, alle imprese e agli adempimenti fiscali.

Per quanto riguarda il settore della sanità è previsto un incremento del FSN di 1.5 miliardi di euro a copertura di 20,000 nuove assunzioni già deliberate dal DL 14/2020, l’incremento del Fondo emergenze nazionali di 1.65 miliardi di euro, nonché ulteriori misure per il personale (lavoro straordinario per 150 milioni e incremento temporaneo del personale INAIL per 6.4 milioni, reclutamento di personale medico militare per 50 milioni) e per il potenziamento dei reparti di terapia intensiva (340 milioni di euro).

Accanto a finanziamenti a fondo perduto a imprese produttrici di dispositivi medici e protezione individuale (50 milioni) è prevista la possibilità di requisire beni mobili e immobili, pubblici e privati, in caso di necessità per fronteggiare all’emergenza sanitaria (150 milioni).

Regioni – Riparto Fondo Sanitario Nazionale 2020

http://www.regioni.it/newsletter/n-3798/del-13-03-2020/bonaccini-regioni-danno-il-via-al-riparto-del-fondo-sanitario-2020-20934/

MORIRE DI EPIDEMIA O DI ECONOMIA

I media hanno un ruolo non neutrale nella diffusione delle epidemie e possono vanificare in parte le misure di contenimento. Uno studio ha dimostrato che durante l’epidemia SARS del 2009 alcuni picchi possono essere collegati alla continua diffusione dei dati e al conseguente affaticamento da media.

L’epidemia in corso è stata assimilata dai media, da politici e da alcuni esperti del settore a un’influenza, inducendo un abbassamento del livello di guardia, sebbene la pericolosità sia molto più elevata essenzialmente per la mancanza di un vaccino e di farmaci efficaci. Il tasso di diffusione del COVID-19 è quasi doppio a quello dell’influenza, il tasso di ospedalizzazione è del 19% contro il 2% e il tasso di mortalità in alcuni casi è più del triplo.

La risposta dei Paesi è stata eterogenea. Le misure di salute pubblica, di distanziamento sociale e di chiusura delle attività produttive, hanno dimostrato di essere efficaci in Cina. In altre realtà, come Taiwan e Corea del sud, l’uso massiccio di big data, di nuove tecnologie e di test proattivi ha avuto egualmente successo vista l’insidia dei contagiati asintomatici.

L’Italia è stato il primo grande paese occidentale ad affrontare l’epidemia adottando misure fortemente restrittive.

I Paesi Bassi hanno criticato apertamente l’approccio italiano tacciato di non considerare appieno la complessità del fenomeno, salvo fare marcia indietro nei giorni successivi.

Il Regno Unito aveva, almeno in via preliminare, escluso la strada del contenimento con metodi restrittivi basandosi sull’ipotesi di immunità di gregge, e sulla teoria delle spinte gentili. Tale posizione si basava anche su una stima dei pazienti ricoverati in terapia intensiva dimostratasi errata in seguito ad approfondimenti. Un nuovo report dell’Imperial London College ha persuaso il governo britannico a intraprendere misure più restrittive.

Dibattere se un Paese debba salvaguardare la popolazione o l’economia è fallace e rischia di farci finire come l’asino di Buridano. Le esperienze pregresse dimostrano che è possibile limitare la diffusione dell’epidemia ritardando il picco senza trascurare la complessità della sfida. A una prima fase di lockdown deve necessariamente seguire una fase di tracking della popolazione con tecniche avanzate, soprattutto di pazienti guariti (posizione WHO).