La Commissione europea ha appena pubblicato le proprie osservazioni sui documenti programmatici di bilancio dei Paesi dell’Unione. Per l’Italia, dove è in carica un governo più allineato alle previsioni macroeconomiche internazionali rispetto a quello precedente, si esprimono preoccupazioni sulla ripresa della crescita e sull’efficacia di alcune misure contenute nella manovra.

I farmaci orfani sono un segmento importante della spesa farmaceutica. A fronte della spesa sanitaria pro-capite destinata ai malati rari, che si attesta in media a 4500 euro (come per gli individui della classe di età 65+), la spesa per farmaci è del 65%. Il terzo rapporto dell’Osservatorio dei farmaci orfani, fa il punto della situazione di un mercato dove le imprese hanno pochi incentivi ad investire sia per mancanza di incentivi economici sia per ragioni burocratiche.

Secondo le stime di Itinerari previdenziali, scorporando la spesa assistenziale da quella pensionistica si ottiene un quadro diverso da quello secondo cui la spesa per il welfare in Italia è fuori controllo. Secondo l’istituto di ricerca, le previsioni dell’AWG sono basate su parametri non realistici e modificabili da eventuali riforme.

Le sfide per il Servizio sanitario nazionale italiano sono sintetizzate in dieci minacce. Il XIV rapporto Meridiano Sanità individua un mix di criticità, una parte comune a tutti i paesi, in parte specifici del nostro Paese: patologie croniche non trasmissibili, l’esitazione vaccinale, antimicrobico resistenza, inquinamento dell’aria, cambiamenti climatici, invecchiamento della popolazione, fattori di rischio (obesità, consumo di alcool, fumo), difficoltà di accesso all’innovazione, disomogeneità regionali, carenza di medici e ritardi nella digitalizzazione.

Da un confronto internazionale sui dati di mortalità prevenibile ed evitabile pubblicato su The Lancet, l’Italia è tra i nove sistemi sanitari nel mondo per la qualità dei risultati. I punti di forza e quelli di debolezza.

ITALIA ALLINEATA SULLE PREVISIONI MACRO, MISURE NON PRO-CRESCITA

Debito pubblico troppo alto, 134.8% sul PIL nel 2018 e deficit previsto al 2.2% nel 2019 sotto di 0.2 punti percentuali (p.p.) rispetto al Patto di stabilità e crescita ma più alto di 0.2 p.p. rispetto al Documento di economia e finanza 2019. Sono i principali rilevi della Commissione.

Riguardo le previsioni macroeconomiche, la Commissione sottolinea la differenza con le previsioni di crescita del 2020: +0.4% secondo le previsioni di autunno, +0.6% secondo il governo italiano. La Commissione considera le previsioni italiane largamente allineate alle proprie, sebbene vi sia qualche elemento di preoccupazione.

Per quanto riguarda la crescita si esprimono timori sugli effetti del rallentamento previsto della crescita globale sulla nostra economia, maggiormente vulnerabile rispetto ad altre. Non c’è allineamento sui deflatori del PIL, considerati alti (0.9 % nel 2019 e 1.3 % nel 2020, contro rispettivamente 0.5% e 0.9%) e tuttavia ritenuti non implausibili.

Si esprime anche un giudizio, corretto ad avviso di chi scrive, prudenziale sulle misure volte al recupero dell’evasione fiscale stimate dal governo lo 0.2% del PIL.

Commissione nota che le entrate derivanti dal recupero dell’evasione e delle frodi fiscali difficilmente possono diventare strutturali e stima prudenzialmente quelle tali in 2/3 delle entrate complessive.

Tra le raccomandazioni del Consiglio europeo per l’Italia nel luglio scorso, c’era la riduzione della quota delle pensioni di vecchiaia sulla spesa pubblica. La Commissione rileva l’assenza di misure a riguardo.

EC – Commission opinion on the 2020 Draft Budgetary Plan of Italy

Commission Staff Working Document

https://ec.europa.eu/info/business-economy-euro/economic-and-fiscal-policy-coordination/eu-economic-governance-monitoring-prevention-correction/stability-and-growth-pact/annual-draft-budgetary-plans-dbps-euro-area-countries/draft-budgetary-plans-2020_en#italy

FARMACI ORFANI, AUMENTANO LE OPPORTUNITÀ TERAPEUTICHE

Sono classificati farmaci orfani, quei farmaci destinati ai malati rari (meno di un caso ogni 2000 abitanti) caratterizzati da un mercato sottile i cui ricavi non consentono alle imprese farmaceutiche di recuperare i costi sostenuti per il loro sviluppo. Il 65% dei farmaci orfani fattura meno di 10 milioni di euro.

Sebbene non vi sia convenienza per le imprese, c’è necessità per la salute pubblica. La spesa sanitaria per le malattie rare è stimata per Campania, Lombardia, Puglia e Toscana (Regioni che danno l’accesso aio propri database) a 124,5 milioni di euro 1.7% della spesa pubblica totale.

La spesa per i farmaci orfani costituisce la componente maggiore della spesa con una percentuale che va dal 68.6% della Campania al 63.1% della Lombardia. La spesa complessiva per i farmaci orfani, nel periodo dal 2015 al 2018, è passata da 1.1 miliardi di euro a 1.8 miliardi di euro con un incremento del 64% e medio annuo del 15,9%.

Nell’ultimo periodo si è riscontrato una diminuzione del tasso di crescita dal 2017 al 2018 del 6% rispetto ai periodi 2015-2016 27% e 2016-2017 21%.

Guardando ai tempi di immissione in commercio, si riscontrano per l’Italia tempi ancora molto lunghi rispetto alla normativa: 239 giorni nel periodo 2015-2018 contro i 100 previsti dal decreto Balduzzi.

Ossfor – Terzo rapporto dell’Osservatorio farmaci orfani

http://www.osservatoriofarmaciorfani.it/news/farmaci-orfani-il-12-novembre-la-presentazione-del-3-rapporto/

LE MINACCE ALLA SALUTE IN ITALIA

Le minacce alla salute in Itslis, se non affrontate tempestivamente, impatteranno sulla vita degli individui contestualmente al rapido invecchiamento della popolazione e concorreranno ad aumentare i costi del sistema sanitario.

Le previsioni indicano che nel 2050 la popolazione italiana superiore a 65 anni di età sarà del 36%, con un numero di persone non autosufficienti pari a 6.3 milioni.

Alla popolazione di 65+ saranno destinate quote sempre crescenti di spesa sanitaria fino ad arrivare al 75% del 2050. Le dieci minacce esaminate dal rapporto sono note nell’ambito degli addetti ai lavori.

Come sottolineato ripetutamente dall’ISTAT e da altri istituti di ricerca, l’aspettativa di vita in buona salute è un indicatore qualitativo della vita degli individui e va considerata come spia dello stato di salute generale della popolazione.

Non è più sufficiente vivere a lungo ma è necessario vivere bene. In Italia ciò non accade perché dal 2004 al 2016 nonostante l’aspettativa di vita alla nascita sia aumentata, quella in buona salute è diminuita di 2.5 anni.

In altri Paesi nello stesso periodo l’aspettativa in buona salute è aumentata: ad esempio in Svezia si è avuto un incremento di 11.7 anni. Le misure proposte: rivedere la governance della spesa, migliorare l’offerta della Long Term Care LTC, e potenziare il ruolo della prevenzione.

Ambrosetti – XIV Rapporto Meridiano Sanità

https://www.ambrosetti.eu/ricerche-e-presentazioni/xiv-rapporto-meridiano-sanita/

SEPARARE LA SPESA PENSIONISTICA DALL’ASSISTENZA

Dalle ultime stime di istituzioni ed enti di ricerca l’incidenza attuale della spesa pensionistica sul PIL è stimata in un range che va tra il 15.12% dell’INPS e il 16.1% dell’ISTAT.

Al netto della spesa assistenziale l’incidenza diminuisce, a seconda delle stime, al 12.01% (INPS) oppure al 12.87%.

La spesa per assistenza è la componente della spesa di welfare, inclusa in Italia nell’aggregato della spesa pensionistica, il cui andamento è considerato fuori controllo. La stima della spesa nel 2018 a carico dello stato è stata stimata a 116 miliardi di euro.

Nel quinquennio 2013-2018 è cresciuta di 23,3 miliardi, in media del 5% all’anno. Nel decennio 2008-2018 la spesa per assistenza è aumentata di 43 miliardi a un tasso medio del 5,9%. Nell’ultimo quinquennio, al contrario, la spesa pensionistica effettiva (ossia al netto dei trasferimenti monetari assistenziali) è cresciuta solo dello 0,7% all’anno, il tasso più basso dagli inizi degli anni Novanta.

Le preoccupazioni delle istituzioni internazionali sul nostro sistema di welfare prendono spunto delle più recenti previsioni dell’Ageing Working Group (AWG) della spesa per pensioni dall’attuale 15.6% al 18,4% nel 2042.

Il rapporto ritiene le ipotesi sottostanti alle previsioni dell’AWG non realistiche e soprattutto non immodificabili, sia per le componenti demografiche, sia nelle previsioni dell’occupazione sia per le ipotesi sulla produttività.

Itinerari Previdenziali – Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 2019

https://www.itinerariprevidenziali.it/site/home/biblioteca/pubblicazioni/sostenibilita-spesa-pensioni-ipotesi-alternativa-sviluppo.html

IL SSN ITALIANO È DI QUALITÀ

Il Global Burden Disease è un progetto internazionale in cui un ampio team di studiosi e ricercatori cura la raccolta, l’elaborazione, la stima e la disseminazione di dati sulla salute di 195 Paesi, in forma standardizzata e replicabile.

Lo scopo è quello di fornire evidenze e indicatori confrontabili sulle malattie e i fattori di rischio al fine di dare indicazioni ai Policy Maker per migliorare i sistemi sanitari nel mondo ed eliminare le disparità.

Dai risultati della prima disseminazione di dati del novembre 2018 è stata effettuata una valutazione anche del SSN italiano. I risultati sono considerati positivi grazie alla qualità del nostro SSN.

Oltre l’aspettativa di vita alla nascita, indicatore su cui ci siamo diffusamente occupati nella presente selezione e in passato, si segnala l’Healthcare Access and Quality (HAQ) con un punteggio di 94.9, in sensibile miglioramento rispetto al dato del 1990 (81.54). L’Italia è nelle prime nove posizioni nel mondo per qualità dell’offerta.

Preoccupa l’incremento di alcune malattie quali l’Alzheimer e il tumore al pancreas, la cui incidenza è aumentata negli ultimi 20 anni. Lo studio presenta solo dati a livello nazionale ed è previsto in futuro un approfondimento con dati a livello territoriale.

The Lancet – Italy’s health performance, 1990–2017: findings from the Global Burden of Disease Study 2017

https://www.thelancet.com/journals/lanpub/article/PIIS2468-2667(19)30189-6/fulltext